del_user_83838 Inserito: 18 novembre 2010 Segnala Share Inserito: 18 novembre 2010 Buonasera. Guardando uno spezzone di un Sanremo del 1982. Durante l’esecuzione c’erano diversi flash, non direttamente inquadrati, ma che comunque facevano dei lampi che illuminavano l’immagine. Questi lampi tendevano ad abbagliare le telecamere. Ricordo anche, a questo proposito, che l’uso del flash era vietato proprio perché poteva creare problemi alle telecamere, pur non essendo inquadrato direttamente.Un’altra cosa che ho notato riguarda i laser (quelli a luce verdognola che si usavano nei concerti, comprese alcune edizioni di Sanremo): quando la camera si spostava e si trovava ad inquadrare la luce di questi laser, l’immagine appariva con delle linee colorare che scomparivano non appena l’inquadratura si spostava.Sapete dirmi da cosa dipendeva questo? Quale telecamere venivano usate allora dalla RAI? Erano per caso queste?Grazie. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Jackweb Inserita: 18 novembre 2010 Segnala Share Inserita: 18 novembre 2010 allora si usavano telecamere a tubo. in pratica i tubi di ripresa sono particolarmente sensibili alle fonti luminose a causa del materiale fotosensibile (polveri chimiche) che deve tramutare la luce ripresa in elettroni. Questo materiale fotosensibile, oltre ad essere lento a cambiare stato tra luce e buio, può essere disturbato da radiazioni esterne e ad avere la negatività, di poter essere bruciato/danneggiato a lungo andare o in presenza di forti fonti luminose.Non a caso con le telecamere a tubo se riprendevi direttamente il sole potevi seriamente danneggiarle. Quindi il flash se inquadrato direttamente deve essere visto come un piccolo sole, e anche se ripreso indirettamente e non bruciando i tubi, li impressionava (rimaneva impresso il bagliore), creando effetti cometa oppure macchie chiare che duravano qualche secondo.riguardo al laser poteva succedere la stessa cosa solo che oltre a disturbare a livello luminoso, credo potesse disturbare a livello di radiazioni, essendo allora le telecamere non completamente schermate, andando anche a compromettere la deflessione del tubo.In pratica le telecamere a tubo, sopratutto quelle + scarse, oltre ad essere sensibili alle forti fonti luminose, erano soggette a diversi disturbi elettromagnetici. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
and.1974 Inserita: 18 novembre 2010 Segnala Share Inserita: 18 novembre 2010 Jackweb+18/11/2010, 18:02--> (Jackweb @ 18/11/2010, 18:02) Vero. I tubi usati variavano in base alla marca della telacamera, del periodo di produzione e del fatto se fosse professionale o amatoriale.Una caratteristica del tubo di ripresa era l'effetto cometa, una sorta di scia che si formava dietro alle luci in movimento.Nelle camere ancora più vecchie, quelle ancora in bianco e nero, quando veniva inquadrata una luce, questa era circondata da un alone nero. Questo è visibile in alcune vecchie trasmissioni RAI anni '60/'70.Ora le telecamere a tubo sono fuori produzione da molti anni, e penso siano ormai scomparse (nel senso che nessuna emittente le usa ormai più...forse solo Rete S. Vincent quando ancora aveva il centro di produzione in Valle d'Aosta). Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Jackweb Inserita: 18 novembre 2010 Segnala Share Inserita: 18 novembre 2010 esattamente. Ormai non dovrebbero essere più in servizio anche perche i tubi a differenza dei CCD erano soggetti ad usura. Ricordo addirittura nei primi anni 90 c'erano le prime amatoriali alle quali andava rigenerato il tubo, un po come avveniva con i cinescopi, anche perchè il tubo di ripresa in definitiva è un cinescopio all'inverso. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
and.1974 Inserita: 19 novembre 2010 Segnala Share Inserita: 19 novembre 2010 Jackweb+18/11/2010, 21:29--> (Jackweb @ 18/11/2010, 21:29) Se ricordo bene, poi le telecamere a tubo, avevano una resa dei colori diversi da quelle attuali. Mi riferisco ovviamente a quelle broadcast, quindi quelle usate per le riprese da studio. Vedendo le repliche di alcuni vecchi programmi di una nota tv locale di Torino (Videogruppo), ho potuto notare che usavano delle telecamere a tubo con una forte persistenza delle immagini luminose. Non solo i rifrattori, ma per esempio anche un foglio che entrava nell'inquadratura quando si muoveva lasciava una sorta di scia. Ora non so quali camere fossero, ma comunque presentavano un effetto molto evidente.Quanto alle camere amatoriali non sapevo fosse possibile rigenerare il tubo di ripresa. Ero convinto, al contrario, che il tubo di ripresa una volta esaurito andasse sostituito.Quand’ero bambino sognavo di poter avere o anche solo usare una telecamera, anche amatoriale, ma il costo allora di queste macchine erano abbastanza elevati…mi sono però tolto la soddisfazione nei mesi scorso quando, per un corso, ho avuto modo di usare delle camere professionali (quelle a spalla tipo beta usati per le riprese giornalistiche e non solo). Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Jackweb Inserita: 23 novembre 2010 Segnala Share Inserita: 23 novembre 2010 (modificato) Certo , la resa dei colori era dovuta da tanti parametri. Ad esempio prima di fare le riprese, dovevi fare il "bilanciamento del bianco". Inizialmente era una operazione manuale nella quale dovevi inquadrare una parte bianca e poi agire sul bilanciamento con un tasto che regolava i bilanciamenti dei tre colori in base al bianco inquadrato. Ovviamente se inquadravi un bianco "non bianco" tutti gli altri colori non erano fedeli alla realtà. Questo spiega il tappo dell'ottica bianco che andava diretto ad una fonte di luce per fare il bilanciamento.Anche l'usura del tubo da ripresa poteva incidere sulla riuscita fedele dei colori e c'era anche il guadagno del bianco che se ovviamente era mal impostato poteva creare quel difetto appunto sui fogli bianchi. A volte anche il cambio di ottica poteva variare i bilanciamenti. Comunque anche con i primi CCD rimanevano alcune funzioni manuali necessarie in quanto le poche impostazioni di default (esterno sole - esterno nuvolo - interno) a volte non riproducevano i colori fedelmente. Poi si affino l' AutoWhiteBalance dove un vetrino bianco semitrasparente (come i tappi delle vecchie ottiche) posto in vicinanza dell'ottica tramite un sensore interno rilevava costantemente il bianco in modo di impostare automaticamente i valori in base alla luce. Modificato: 23 novembre 2010 da Jackweb Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Jackweb Inserita: 23 novembre 2010 Segnala Share Inserita: 23 novembre 2010 dimenticavo anche l'impostazione manuale sulla meccanica dell'ottica del IRIS (diaframma) che appunto anchessa incideva sui bianchi "sparati" o troppo scuri. Insomma usare le prime camere era un casino senza automatismi. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
and.1974 Inserita: 25 novembre 2010 Segnala Share Inserita: 25 novembre 2010 Jackweb+23/11/2010, 18:53--> (Jackweb @ 23/11/2010, 18:53) Beh sulla camere professionali (intendo quelle a spalla) il bianco va ancora regolamto manualmente. Le camere amatoriali hanno tutte il bianco automantico, ma quelle professionali no (o almeno lo hanno ma in genere si uda quello manuale).Tra l'altro le macchine professionali hanno anche dei filtri preimpostati per la temperatora del colore per le condizioni di luce più comuni: tipo all'aperto con sole, all'interno degli edifici, in giornata nuvolosa. Questi filitri erano comandati attrtaverso una rotellina posta sul lato della telecamera. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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