Roberto Anastasio Inserito: 28 maggio 2012 Segnala Inserito: 28 maggio 2012 Ciao a tutti, sono un nuovo utente e mi chiamo Roberto. Sono un ing. dell'automazione ma durnte l'università non ho mai "visto" un PLC. Ora per lavoro devo approfondire l'argomento e dovrei imparare a utilizzarli. Ho già visto alcune lezioni molto utili sulla programmazione. La mia azienda vorrebbe collaborare con una casa produttrice di PLC e io dovrò essere l'esperto dell'azienda in questo ambito. Quindi mi è stato chiesto di valutare i vari aspetti e di scegliere una casa produttice con cui collaborare (Siemens, Schneider, ABB, ecc..). > > I miei dubbi sono questi: > > 1) se foste al mio posto, quale casa produttrice scegliereste? e perchè? quali sono gli aspetti da considerare? > > 2) i PLC delle varie marche sono programmabili ognuno con il linguaggio di programmazione della propria casa produtrice o possono essere programmati con linguaggi di altre case produttrici? > > 3) il linguaggio Step7 di Siemens è il linguaggio più utilizzato o è quello "universale" (nel senso che va bene su ogni PLC)? > > 4) quale linguaggio di programmazione mi consigliate di studiare? > > 5) ci sono problemi nel far comunicare sensori di marche diverse con PLC di marche diverse? > > 6) quali case produttrici organizzano dei corsi di formazione (anche a pagamento)? > > 7) quali sono i primi passi che dovrei fare? In questo sito ho letto che viene consigliato il linguaggio Step7, perchè? > > > > Come si capisce ho le idee molto molto confuse, ma continuerò a navigare sul sito alla ricerca di ulteriori risposte. > > GRAZIE
Livio Orsini Inserita: 28 maggio 2012 Segnala Inserita: 28 maggio 2012 se foste al mio posto, quale casa produttrice scegliereste? e perchè? quali sono gli aspetti da considerare? Per prima cosa bisognerebbe conoscere a quale tipologia di mercato si rivolge la tua azienda.Solo nazionale?Solo internazionale? In quali nazioni?Che tipo di amcchine o impianti costituiscono il "core business" della tua azienda? Queste son solo le domande preliminari e fondamentali. Da quanto scrivi arguisco che nell'azienda non c'è cultura automatica o comunque non è molto approfondita. Se è così hai il vantaggio che puoi guidare le scelte, ma lo svantaggio di non avere ne assistenza ne colleghi con cui confrontarti ed essendo alla tua prima esperienza questo non è certo un problema da poco. Se puoi dare le indicazioni richieste ti si possono dare consigli più mirati ed appropriati. i PLC delle varie marche sono programmabili ognuno con il linguaggio di programmazione della propria casa produtrice o possono essere programmati con linguaggi di altre case produttrici? Tranne alcune case tedesche che gravitano nel mondo Siemens, ogni PLC ha il suo linguaggio di programmazione. Esiste un standard IEC per il ladder diagram (contatti), ma è solo un sottinsieme dei linguaggi ladder diagram delle varie case. C'è qualche casa che usa anche il "C"; sono pochissime e di nicchia, purtroppo. il linguaggio Step7 di Siemens è il linguaggio più utilizzato o è quello "universale" (nel senso che va bene su ogni PLC)? Assolutamente no! quale linguaggio di programmazione mi consigliate di studiare? E' in funzione del punto 1 ci sono problemi nel far comunicare sensori di marche diverse con PLC di marche diverse? (Quasi) sempre. quali sono i primi passi che dovrei fare? In questo sito ho letto che viene consigliato il linguaggio Step7, perchè? No, non è così. Il consiglio vale solo se ci si rivolge ad un mercato "vincolato". Purtroppo in Europa la Siemens ha una posizione dominante (di cui abusa anche parecchio) quindi è giocoforza per chi si vuol mettere sul mercato dei progettisti di sistemi PLC di avere conoscenze approfondite di Siemens. Però esistono PLC molto più performanti, più economici, più affidabili di Siemens e non tutti i mercati impongono Siemens. Nel tuo caso sei nella fortuanata posizione di poterti scegliere lo strumento più adatto.
Roberto Anastasio Inserita: 29 maggio 2012 Autore Segnala Inserita: 29 maggio 2012 Intanto grazie per i primi chiarimenti. Tornando alla domanda.. Per prima cosa bisognerebbe conoscere a quale tipologia di mercato si rivolge la tua azienda. La mia è un'azienda si rivolge prevalentemente al mercato nazionale e si occupa di efficienza energetica, quindi andiamo a misurare i consumi di energia di gruppi frigo, pompe di calore, motori elettrici, illuminazione, ecc per poi proporre all'azienda una soluzione volta al risparmio energetico e, ovviamente, economico. Da quanto scrivi arguisco che nell'azienda non c'è cultura automatica o comunque non è molto approfondita. Ora l'azienda vorrebbe utilizzare i dati provenienti dai sensori per poter effettuare azioni di attuazione come spegnimento luci, apertura/chiusura tapparelle, per poi arrivare a regolazioni più complesse. Sono stato assunto proprio per risolvere questo problema. Però io, da ing. dell'automazione, conosco bene la teoria, ma essendo la mia prima esperienza lavorativa, non so da dove cominciare e mi mancano gli aspetti pratici (come è fatto un PLC, come collego un sensore al PLC, come faccio a programmarlo, ecc..). Tranne alcune case tedesche che gravitano nel mondo Siemens, ogni PLC ha il suo linguaggio di programmazione. Esiste un standard IEC per il ladder diagram (contatti), ma è solo un sottinsieme dei linguaggi ladder diagram delle varie case. Ma i vari linguaggi delle diverse case produttrici sono molto diversi tra loro oppure si basano tutti sul linguaggio Ladder Diagram? Quindi il primo passo è imparare il Ladder Diagram? oppure quale linguaggio conviene cominciare a studiare? ci sono problemi nel far comunicare sensori di marche diverse con PLC di marche diverse? (Quasi) sempre. Noi usiamo sensori Akse-Electrex e, mi pare di aver sentito, Kerberos. Per la scelta dei PLC, dovrei guardare quali aspetti? il protocollo di comunicazione? Inoltre alcune apparecchiature Electrex hanno le uscite digitali, quindi se io dovessi comandare solo l'accensione/spegnimento di luci, potrei utilizzare già questo strumento presente in azienda o comunque avrei bisogno di un PLC? Il mio capo mi ha detto che ci sarebbe la possibilità di una collaborazione con Schneider, e quindi farei i corsi per programmazione PLC lì da loro, e mi ha chiesto di valutare se dobbiamo accettare la collaborazione o dobbiamo rivolgerci ad altri e quali sono i pro e i contro. Da queste poche righe si capisce la mia più completa confusione, però, anche grazie a voi, questa nube caotica sta diventando sempre meno fitta e prima o poi vedrò un raggio di sole.. Grazie ancora!!
Livio Orsini Inserita: 29 maggio 2012 Segnala Inserita: 29 maggio 2012 Con un mercato è prevalentemente nazionale e con il settore di emrcato di interesse trovi degli ottimi prodotti italiani specifici. C'è un'azienda, che è tra i leader della domotica, che presenta le sue novità ed i suoi corsi qui su PLCForum. Se guardi nella sezione domotica trovi tutti i suoi annunci. Il linguaggio contatti non è un vero linguaggio, almeno nell'accezione usuale per gli informatici. Si tratta solo di rispovere equazioni booleane usando contatti aperti o contatti chiusi, in serie o in parallelo, in luogo di NOR/OR e NAND/AND. La simbologia è identica per tutti i PLC, quello che varia sono le istruzioni particolari, le operazioni su Bytes, words, double words, interi o real, temporizzatori, contatori, interruzioni, allarmi e via elencando. Poi varia da prodotto a prodotto la configurazione di sistema. Imparare il linguaggio è facilissimo, conoscere il PLC nell'intimo un po' meno. ci sono problemi nel far comunicare sensori di marche diverse con PLC di marche diverse? Scusa ma avevo capito che la comunicazione dovesse avvenire tra PLC di amrche differenti (che vuoi farci: l'età, l'halzaimer incipiente.... ). Non non cisono problemi ad interfacciare varie marche di sensori. L'importante è scegliere l'interfaccia adatta; analogica, digitale, Namur, etc.
Roberto Anastasio Inserita: 27 luglio 2012 Autore Segnala Inserita: 27 luglio 2012 (modificato) Buongiorno, torno a scrivere su questo fantastico forum e vorrei approfittare della sua disponibilità per sottoporle un piccolo problema. Ho cominciato a "giocare" col plc S7-1200 (1212C AD/DC/RY) alimentato a 220VAC e sembra funzionare tutto. Ho scritto dei semplici programmi anche grazie al suo valido testo e, utilizzando il simulatore di ingressi presente nello starter kit, riesco ad attivare le uscite nel modo corretto. Alle uscite, però, non ho ancora collegato niente. Vorrei fare un piccolo banco di prova. Quali strumenti (molto semplici) potrei comprare? (fotocellula, piccoli led, motorini, ecc..) e a cosa dovrei fare attenzione? Cioè: devo stare attento che la tensione di questi strumenti non superi un certo voltaggio o che assorbano una certa corrente? Posso collegare questi strumenti direttamente alle uscite fisiche del PLC? Per esempio, all'uscita del PLC non posso collegarci un portalampada con una lampadina di 100W giusto? E quindi cosa devo collegare tra l'uscita fisica del PLC e il portalampada con la lampadina da 100W? La ringrazio per la disponibilità e mi scusi per la banalità delle mie domande. Vi auguro una buona giornata. Un saluto a tutti Modificato: 27 luglio 2012 da Roberto Anastasio
giagino Inserita: 27 luglio 2012 Segnala Inserita: 27 luglio 2012 Devi collegarci un contatto di un relè: Più semplicemente con l’uscita del plc vai ad alimentare la bobina di un relè e il contatto NO del relè stesso andrà ad interporsi tra la tua lampadina da 100W e l’opportuna alimentazione della stessa. Devi sapere la tensione della tua uscita del plc per utilizzare un relé adeguato. Saluti
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