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Riparare Una Scheda Uscite S5 6Es5441-8Ma11


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Ripeto è una preferenza personale.

Rimane il fatto, credo incontrovertibile, che nel'informatica classica, ma forse si dovrebe dire canonica, l'organizzazione dei dati segue altri criteri.

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Più che con l'informatica classica, qui si tratta di confronto con gli altri plc.

Salvo alcune eccezioni, negli altri plc si ha a disposizione un certo numero di variabili.

Sarà poi cura del programmatore suddividere le variabili in gruppi, tipo: da VW0 a VW99 dati macchina; da VW100 a VW199 Parametri configurabili dall'utente; da VW200 a VW299 variabili di lavoro (solo per fare un banale esempio).

Con le variabili suddivise in DB si può dedicare un DB ad ogni diverso scopo. I principali vantaggi di questa gestione sono: migliore organizzazione dei dati e possibilità di modificare o di sovrascrivere un unico blocco dati lasciando tutti gli altri inalterati.

Se si preferisce avere tutte le variabili in un unico blocco dati, si può fare anche in Siemens: basta creare un unico DB (la dimensione massima di un DB anche per le CPU più piccole ora è di 64 KB) e buttare tutte le variabili nel calderone.

Se nessuno lo fa, forse un motivo c'è.

Diverso il caso di PLC nei quali le variabili si dichiarano senza definire l'indirizzo.

Soluzione che offre sicuramente dei vantaggi, ma anche alcuni svantaggi.

Questo tipo di gestione delle variabili è consentito nel S7-1200, mantenendo comunque anche la suddivisione in DB.

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L'esempio che hai citato è un modo per organizzare le variabili; non è necessariamente il più comodo, o il più razionale; molto dipende dall'applicazione.

Modificare e/o sovrascrivere solo una parte o regione delle variabili, senza modificare le altre, è comunque sempre possibile; se i dati sono mal organizzati sarà più macchinoso e lungo ma è comunque possibile.

Più che con l'informatica classica, qui si tratta di confronto con gli altri plc

Questo io lo contesto da sempre. Sarà forse perchè il primo PLC che ho conosciuto non era altro che un elaboratore industriale dove girava un task che si permetteva di programamre in ladder diagram. Però il PLC è sempre e comunque un elaboratore con un sistema operativo real time multi task dove il programma utente è solo un job ed anche uno a minor priorità.

La stortura nasce dal fatto che è uno strumento nato per poter essere usato anche da incompetenti informatici. Questa era una delle specifiche di base di General Motors. Poi in un quarantennio i PLC son diventati qualche cosa di motlo differente, ma l'approccio alla loro programamzione è stato mantenuto pressochè costante. Così almeno metà delle macchine ion funzione lavorano con programmi fatti funzionare a forza di mazzate, che stanno in piedi come un cartello di carte.

Forse sarebbe ora di cominciare a ripensare alla filosifia di programamzione dei PLC, però questo comporterebbe anche una possibilità di programamzione con strumenti standard, cosa vista come il fumo negli occhi dalle direzioni marketing dei vari produttori di PLC, almeno i più importanti.

Se si potesse programamre, ad esempio, in "C" standard significherebbe che qualsiasi porgramam che gira si S7-300 potrebbe girare, solo con una ricompilazione, su Hw GE o A&B, o Mitsubishi, o altro.

Allora per evitare questo si cercano i mezzi più disparati. Siemens è stata maestra in questa strategia e sino a quando gli utenti l'accettano e, peggio, la favoriscono sarà sempre così.

Tra l'altro questo tipo di filosofia consente anche una certa area di lavoro protetta agli specialisti Siemens, quindi c'è anche una certa sinergia d'intenti.

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