geoline Inserito: 27 febbraio 2008 Segnala Inserito: 27 febbraio 2008 Ho appena terminato di leggere questo articolo che parla di un recente rincaro del Grano (SOLO del 30%) lunedì scorso
Livio Orsini Inserita: 27 febbraio 2008 Segnala Inserita: 27 febbraio 2008 Io lo ripeto da anni: sulla terra non c'è abbastanza da mangiare per tutti, specialmente se si vuol mangiare oltre il necesario come fanno le popolazioni "sviluppate". Ora che Cina e India hanno aumentato il loro tenore di vita, 2,5 miliardi di persone mangiano di più e questo è il primo segnale. Vedo sempre più nero il futuro nostrano, ahimè
Mauro Dalseno Inserita: 1 marzo 2008 Segnala Inserita: 1 marzo 2008 Ha ragione mio suocero quando dice: Un piccolo pezzo di terra, un po' di galline, uova ecc. e per male non muori di fame
lucios Inserita: 3 marzo 2008 Segnala Inserita: 3 marzo 2008 sulla terra non c'è abbastanza da mangiare per tutti Mi spiace contraddirti, ma non è esattamente così.... Sulla terra ci sarebbe da mangiare per tutti, ma le risorse sono estremamente maldistribuite . La produzione agricola mondiale è perfettamente in grado di sostenere la popolazione, solo che nei paesi ricchi c'è uno sperpero totale e nel terzo mondo non arriva nulla. Provate a pensare solamente ai provvedimenti della comunità europea per evitare sovraproduzioni e per impedire il calo dei prezzi a favore di alcuni paesi (Germania e Francia in primo luogo), poi provate a dare un'occhiata alla situazione, per esempio, dei paesi del corno d'Africa...... Se questo non è un esempio dell'idiozia illimitata del genere umano..... Ciao
Livio Orsini Inserita: 3 marzo 2008 Segnala Inserita: 3 marzo 2008 (modificato) Mi spiace contraddirti, ma non è esattamente così.... Purtroppo è un'altra delle tante favole a cui si vuole credere, come quella dell'uomo che è naturalmente buono. Se a tutti gli oltre 6 miliardi di abitanti del pianeta venisse garantita la quantità di cibo sufficiente, senza sprechi, le risorse si esaurirrebbero nel giro di qulche decennio, perchè si dovre ricorrere ad un iper sfruttamento delle risorse. Siamo già sulla buona strada. Basta osservare, in casa nostra, cosa sta succedendo alla pianura padana: è sulla via della desertificazione. Non è ancora successo perchè si sprecano enorme quantità d'acqua per l'irrigazione e si fa un uso massiccio di fertilizzanti (con i risultati nefasti dell'eutrofizzazione). Inoltre si è costretti ad uso esagerato dei pesticidi. Riducendo pesticidi e fertilizzanti i raccolti calerebbero drasticamente. Studiosi seri, purtroppo inascoltati, hanno già lanciato l'allarme. Le terre dovrebbero avere la rotazione delle culture, come si faceva 100 anni fa, ma in questo modo si produce molto meno. Poi se ancora non ti basta leggi un po' di studi sulla produzione ittica, con i mari in costante impoverimento. Impoverimento che posso costatare di persona anno per anno, estate dopo estate. E qui l'inquinamento ha poco peso, il vero peso lo fa lo sfruttamento intensivo. Per adesso si supplisce con l'itticultura ( a scapito della qualità), ma non durerà a lungo. Poi se incrementi la produzione di pesce "coltivato" devi aumentare la quantità di cibo per il pesce, cibo che da qualche parte deve essere prodotto. Idem con i bio carburanti. Se usi il mais per fare gasolio non lo puoi usare per l'alimentazione umana e animale. E di queste cose se ne possono elencare a iosa. Il guaio è che c'è chi ritiene ancora al motto "Crescete e moltiplicatevi". Quando avremo rasato al suolo ogni foresta, ogni albero per avere terreno coltivabile forse ci penseremo. RIdotti a vivere come talpe in tane sovraffollate per poter lasciare spazio alle coltivazioni Poi, come se non bastasse, aggiungiamo l'idiozia dello spreco: frutta e ortaggi distrutti per tener alti i prezzi, campi con le culture lasciate ad appassire perchè è meglio ricevere il contributo della CEE piuttosto che raccogliere. Importiamo mele e pere dal Cile e dall'Australia sprecando fiumi di energia per il trasporto (oltre all'emissione d'inquinanti), questo perchè i commercianti possano guadagnare di più. Ci si dimentica che anche quando in Itlaia, eravamo solo 50.000.000 (ma anche meno) non si era in grado di produrre cibo a sufficienza per tutti. Chi ha attraversato gli anni delle due grandi guerre lo sa bene. Non potendo contare sull'importazione di derrate alimentari c'era solo una soluzione: tirare la cinghia. Anche i vicini della Confederazione Elvetica, pur essendo neutrali e non impegnati in produzioni belliche, pur avendo ingenti capitali disponibili, hanno dovuto contare solo sulla produzione locale e hanno sofferto la fame anche loro, un po' meno che da noi, ma han fatto la fame. Gli anni passano, la gente che ha vissuto quei periodi bui non c'è più e glia altri si illudono. Perchè preoccuparsi della possibile, anzi probabile, catastofe? Molto meglio pensare chi sia colpa delle multinazionali. E' molto più facile e non richiede nessun impegno Modificato: 3 marzo 2008 da Livio Orsini
lucios Inserita: 3 marzo 2008 Segnala Inserita: 3 marzo 2008 Se a tutti gli oltre 6 miliardi di abitanti del pianeta venisse garantita la quantità di cibo sufficiente Forse tu hai dei dati più precisi, ma io sono convinto (e non lo dico solo io) che, se l'agricoltura e l'allevamento venissero pianificati usando come criterio non (o non solo) l'interesse dei paesi ricchi, ma semplici regole di redistribuzione e di "buon senso", aiutandosi con le nuove tecnologie (non sto parlando di OGM, ma di selezione di tipi di prodotti a più alta resa), inoltre se venisse aiutata la produzione nel terzo mondo (ricerca di fonti idriche, formazione del personale, ecc.), molti problemi potrebbero essere, se non risolti completamente, almeno decisamente ridimensionati. Ad esempio, parlando di Cina, in quel paese l'agricoltura occupa ancora un sacco di gente, ma, a parte casi sporadici, è ancora fatta in modo antiquato e con scarsa resa. La vedo molta più grigia se ogni cinese volesse avere l'auto... Il guaio è che molti ritengono ancora valido il motto "Crescete e moltiplicatevi..." Beh, su questo siamo d'accordo, una sana politica di contenimento è drammaticamente necessaria. Idem con i bio carburanti... Secondo me questa non è una soluzione, solo un pazzo potrebbe pensare di sostituire il petrolio con il mais, a meno di coltivare le pianure lunari! Ciao
Livio Orsini Inserita: 3 marzo 2008 Segnala Inserita: 3 marzo 2008 Ad esempio, parlando di Cina, in quel paese l'agricoltura occupa ancora un sacco di gente, ma, a parte casi sporadici, è ancora fatta in modo antiquato e con scarsa resa. No! E' sempre più industrializzata, gli sprechi tipici della collettivizzazione sono stati quasi completamente eliminati (il profitto serve a qualche cosa). I risultati? Aumento dell'uso di pesticidi e fertilizzanti chimici, con conseguente drammatica crescita dell'inquinamento (già inquinavano poco ) e crescita delle esportazioni anche agricole. In buona sostanza i Cinesi hanno comiciato a spremere la terra, anche loro stanno usando non solo gli interessi, ma intaccano il cpaitale. La vedo molta più grigia se ogni cinese volesse avere l'auto... Comincia a vederla nera, allora! Perchè oltre al miliardo e mezzo di cinesi c'è anche il miliardo di indiani che vogliono motorizzarsi con 4 ruote. I cinesi son già più avanti su questa strada, questo spiega anche il petrolio a 103$ al barile (quotazione di qualche minuta fa). Alcuni studiosi, responsabili e lungimiranti, già 30-40 anni fa avevano lanciato un allarme sull'iper sfruttamento dei terreni coltivabili. La coltivazione intensiva di grano e mais nelle pianure del Nord America sta portando alla riduzione della fertilità, riduzione mascherata da un sempre più massiccio uso di fertilizzanti. Ricorda che alcuni paesi africani, attualmente quasi desertificati, devono questo bel risultato anche allos fruttamento intensivo che i coloni europei hanno introdotto all'inizio del secolo scorso. Oramai è accertato, per esempio, che la coltivazione intensiva e senza rotazione, delle arachidi ha dato un gran colpo alla fertilità del terreno. Anche l'Amazzonia è ben avviata. Prima si sforesta per far posto a pascoli per allevare bestiame. Pascoli che tengono si e no un decennio, poi la terra non da più nulla perchè il clima è adatto sollo alla foresta pluviale che è stata distrutta scombinando tutto leco sistema. Io non demonizzerei gli OGM, in fin dei conti tutte le fito varietà commestibili sono OGM, solo che prima d'oggi s'impiegavano decenni e più, con selezioni, ibridizzazioni ed innesti, per ottenere le mutazioni genetiche che ora si ottengono in pochi giorni. Pensa che tutte le viti da uva attualmente coltivate sono OGM, perchè le varietà originali erano in via di estizione per la filossera. Si scoprì che la varietà americana, i cui frutti hanno un gusto asprigno ed inadatto alla vinificazione, era resistente alla filossera. I frati francesi scoprirono come fare per portare le varietà europea sul ceppo americano ottenendo viti resistenti con frutti ottimi. Forse questa può essere una strada per risolvere, parzialmente, il problema della fame. solo un pazzo potrebbe pensare di sostituire il petrolio con il mais, .. Leggi qualche discussione anche su questo forum e ti accorgerai che di questi pazzice ne sono molti (riso amaro)
DG.M Inserita: 15 marzo 2008 Segnala Inserita: 15 marzo 2008 Ha ragione mio suocero quando dice: Un piccolo pezzo di terra, un po' di galline, uova ecc. e per male non muori di fame ...e quando alle galline non puoi più dare nulla da mangiare fai il brodo ..poi basta. Scherzi a parte, grazie Livio per il quadro generale, spesso le info giungono in maniera confusa o per sentito dire.. Solo una cosa però. Molto meglio pensare chi sia colpa delle multinazionali. E' molto più facile e non richiede nessun impegno sad.gif sad.gif sad.gif che si può fare? La maggior parte delle persone comuni non ha voce in capitolo sui metodi di coltivazione o sulla distruzione politica dei raccolti. Più che non sprecare ciò che si ha nel piatto e limitare l'uso della macchina che si può fare? Non è un grosso contributo, penso che la maggior parte delle persone cucini per mangiare e non per buttare; io, come tutti, mangio ed utilizzo risorse..finchè ce ne saranno Non penso nemmeno che chi è intenzionato a mettere su famiglia possa decidere di non fare figli solo per diminuire il fabbisogno globale delle risorse, sarebbe un sacrificio troppo grande a livello personale..solo la mancanza "viva" di risorse potrebbe far desistere, finchè qualcosa nel piatto ci sta anche se siamo in riserva i tempi in cui non ci sarà più né petrolio né da mangiare sembrano lontani lontani. E comunque la tecnologia che sembra offrire una soluzione a qualsiasi problema forse un po' deresponsabilizza. Io mi sento troppo piccolo per poter fare qualcosa di significativo...non basta non sprecare (anche il concetto di spreco è soggettivo..io che cerco di sprecare il meno possibile, sicuramente però considerando alcune cose da un punto di vista differente potrei rendermi conto di poter diminuire qualche esigenza). Sinceramente non ho mai capito una cosa: si punta sempre alla crescita, dei consumi, delle vendite, di tutto. Bisogna sempre espandersi affinchè ci sia lavoro cibo e benessere per tutti, però mi ispira di reazione positiva. Anche qui, che si può fare? Se non si consuma non si vende, se non si vende non si produce, se non si produce niente non si lavora e se non si lavora non si mangia. Allora meglio non mangiare più tardi, magari quando non tocca più a me. Egoismo? Mancanza di forza di volontà? Può sembrare polemica, in realtà sono domande
roberto1953 Inserita: 12 aprile 2009 Segnala Inserita: 12 aprile 2009 Siccome mi sembra che alcuni prezzi di alimentari stiano parecchio aumentando, vorrei conoscere anche cosa accade alla vostra spesa, o se il mio è soltanto un vedere locale. Ciao.
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