archimede72 Inserito: 4 settembre 2013 Segnala Inserito: 4 settembre 2013 Buongiorno a tutti. Vorrei sottoporre al vostro parere la seguente situazione. La società ALFA commissiona alla società ELETTRICA il rifacimento di un impianto elettrico, realizzato originariamente diversi anni fa. In sede di prima realizzazione non venne rilasciata alcuna DICO né fu effettuata alcuna denuncia alle autorità competenti. L’ingegner TIZIO, su commissione della società ELETTRICA, realizza il progetto sulla base del quale la società ELETTRICA realizza l’impianto. Al momento della stesura della DICO, l’installatore, evidentemente non adeguamente ragguagliato dall’ingegnere, anziché mettere la crocetta su NUOVO IMPIANTO, la mette su MANUTENZIONE STRAORDINARIA. Una volta effettuata la denuncia dell’impianto, l’INAIL scrive alla società ALFA che visto che la DICO inviata si riferisce a un intervento di manutenzione straordinaria, si desume che l’impianto elettrico era esistente e richiede pertanto l’invio della DICO originaria (che non era stata prodotta) o in alternativa della DIRI. A questo punto come se ne esce? Io ho pensato a queste soluzioni. La società ELETTRICA, che a suo tempo fece l’impianto originario, rilascia una DICO tardiva per l’impianto originario, benché oramai l’impianto originario non esista più. L’ingegner TIZIO rilascia una DIRI che a questo punto si riferisce all’impianto PRIMA del rifacimento. Tale soluzione richiede comunque un notevole esborso in quanto l'ingegner TIZIO vuole essere pagato per il disturbo... La società ELETTRICA produce una DICO “NUOVO IMPIANTO” riferita all’impianto attuale che sostituisce quella erroneamente prodotta per MANUTENZIONE STRAORDINARIA. Quale è secondo voi la soluzione migliore, almeno dal punto di vista della digeribilità da parte dell’INAIL?
Microchip1967 Inserita: 5 settembre 2013 Segnala Inserita: 5 settembre 2013 Premesso che se ha barrato "manutenzione straordinaria" sarebbe interessante sapere quali riferimenti ha messo per quanto riguarda la dicitura "riferimento a dichiarazioni di conformità esistenti", è una situazione incasinata. Non puo' dichiarare come "nuovo impianto" a meno che non sia stato rifatto integralmente il tutto (e con integralmente intendo proprio tutto, impianto di dispersione compreso, come se fosse tutta una nuova costruzione) La posizione 1 è inattuabile al momento (a meno che non venga fatta retrodatata, ma poi ci si espone alle sanzioni per mancata consegna agli enti preposti e comunque sarebbe un falso) La soluzione 2 sarebbe quella piu' corretta dal punto di vista legale, ma vorrei vedere coma fa a fare le prove richieste. Chiaramente questa operazione andrebbe pagata a parte, ma risolverebbe la problematica (si puo' sostenere che vista la perdita/mancanza della documentazione è stata prodotta una DIRI per le parti non soggette a modifica e una DICO per le parti oggetto della lavorazione) La posizione 3 "puzza lontano un miglio" perchè essendoci il precedente (tutte le comunicazioni vengono protocollate) si capisce lontano un miglio che è un trucchetto Poi chiaramente noi non sappiamo quanto è realmente l'entità del lavoro svolto, per cui anche la dicitura "manutenzione straordinaria" potrebbe abdare stretta. Forse era piu' corretto indicarla come "rifacimento completo" Di solito la dicitura "nuovo impianto" viene usata per realizzazioni nuove di pacca (ad esempio nuova abitazione o attività senza punto di fornitura esistente)
archimede72 Inserita: 5 settembre 2013 Autore Segnala Inserita: 5 settembre 2013 (modificato) Anzitutto grazie della risposta, che reputo molto interessante e merita anch'essa un ulteriore approfondimento. La posizione 1 è inattuabile al momento (a meno che non venga fatta retrodatata, ma poi ci si espone alle sanzioni per mancata consegna agli enti preposti e comunque sarebbe un falso) Non sarebbe un falso, in quanto la ditta ELETTRICA ha effettivamente realizzato l'impianto anni fa, senza rilasciare DICO (a essere pignoli sarebbe falsa solo la data di compilazione della DICO...). Ho pensato anche io che ci si espone alle sanzioni, ma in fondo si è già passibili di sanzione per mancata denuncia dell'impianto, anche sanando la situazione con la DIRI, no? (devo dire però che in situazioni analoghe di cui sono venuto a conoscenza gli ispettori sono stati magnanimi e non hanno sanzionato). Loro chiedono l'invio della DICO originaria (o in alternativa di una DIRI) quindi faremmo proprio quello che ci chiedono in prima istanza. La soluzione 2 sarebbe quella piu' corretta dal punto di vista legale, ma vorrei vedere coma fa a fare le prove richieste. Infatti, come si fa a certificare qualcosa che non c'è più... Devo però dire che la tendenza in questi casi è quella di fare la DIRI complessiva A VALLE dell'intervento eseguito, anche se a rigore in questo modo le parti rifatte vengono praticamente certificate due volte. Ma questa soluzione al momento sarebbe da evitare per il costo aggiuntivo richiesto. La posizione 3 "puzza lontano un miglio" perchè essendoci il precedente (tutte le comunicazioni vengono protocollate) si capisce lontano un miglio che è un trucchetto ... come darti torto? Però uno potrebbe veramente avere sbagliato... Forse era piu' corretto indicarla come "rifacimento completo" Non c'è fra le opzioni sul modulo della DICO. Comunque in tali casi mi sembra di ricordare di avere letto su Tuttonormel che nel rifacimento completo si ricade nel caso di NUOVO IMPIANTO Modificato: 5 settembre 2013 da archimede72
Maurizio Colombi Inserita: 5 settembre 2013 Segnala Inserita: 5 settembre 2013 Al grido di: "sbaglia anche il prete a dire messa....." io sono per la variante 3. Cosa potrebbe succedere se si dice a chi di dovere: "abbiamo sbagliato, e grazie al vostro attento e scrupoloso controllo, siamo in grado di rimediare all'accaduto con il rilascio di una nuova dichiarazione correttamente compilata!" Ti arrestano.....non credo! Ti mandano al rogo.....non credo! Ti tolgono tutte le abilitazioni e ti mandano ad elemosinare davanti alle chiese.....non credo! Sono del parere che, anziché inventarsi strani "arzigogoli" è meglio dire tutta la verità, alla fine dei conti si ha a che fare con delle persone! O NO ?
Microchip1967 Inserita: 6 settembre 2013 Segnala Inserita: 6 settembre 2013 (modificato) Maurizio, la dicitura "nuovo impianto" puo' essere usata solo in occasione di un nuovo impianto (e con nuovo intendo completamente nuovo). In questo caso hanno realizzato ex-novo proprio tutto? Impianto di dispersione compreso? Nella Di.Co esiste anche la casella "altro" appena trovo i riferimenti esatti li comunico qui' (il discorso delle diciture corrette era emerso durante un'incontro tra i vari professionisti e gli ispettori asl avvenuto l'anno scorso in provincia di Varese) Cosa potrebbe succedere se si dice a chi di dovere: "abbiamo sbagliato, e grazie al vostro attento e scrupoloso controllo, siamo in grado di rimediare all'accaduto con il rilascio di una nuova dichiarazione correttamente compilata!" Ti arrestano.....non credo! Ti mandano al rogo.....non credo! a te installatore parte una segnalazione alla Camera di commercio (già successo a Varese) per mancata consegna della dichiarazione agli enti preposti nei tempi prescritti Al cliente comunque arriva la sanzione per mancata denuncia dell'impianto e tutto quello che ne consegue Come detto, un conto è una comunicazione informale, un conto è una comunicazione ormai protocollata. E' capitato proprio un caso similare ad un mio cliente, che aveva consegnato delle dichiarazioni incomplete. Aveva ricevuto successivamente dall'asl la richiesta di quanto mancante ma il cliente se ne è fregato. Adesso che il RSPP ha riordinato le carte in vista della verifica per il 462 sono sorti dei bei problemi. Ergo: vai a recuperare il vecchio installatore (che nel frattempo aveva chiuso), quindi esegui verifica straordinaria in seguito alla quale sono emerse parecchie anomalie, sanate con l'esecuzione dei lavori (e rilascio di relativa dico) + diri per quanto esistente. Trasmissione all'asl della nuova documentazione e acquisizione della comunicazione di pratica chiusa. Modificato: 6 settembre 2013 da Microchip1967
Maurizio Colombi Inserita: 6 settembre 2013 Segnala Inserita: 6 settembre 2013 Daccordo, va bene ! A questo punto: a te installatore parte una segnalazione alla Camera di commercio così la prossima volta fai attenzione a barrare la casella giusta! Al cliente comunque arriva la sanzione per mancata denuncia dell'impianto che farà ricadere sull'impresa che ha realizzato la Dichiarazione.......così la prossima volta farà attenzione a barrare la casella giusta! In ogni modo, ribadisco che: alla fine dei conti si ha a che fare con delle persone! si va da chi ha riscontrato il guaio (l'INAIL credo) e si chiedono ragguagli su come sanare la situazione! O NO !
Microchip1967 Inserita: 9 settembre 2013 Segnala Inserita: 9 settembre 2013 che farà ricadere sull'impresa che ha realizzato la Dichiarazione.......così la prossima volta farà attenzione a barrare la casella giusta! no, perchè la denuncia dell'impianto di terra deve essere eseguita dal datore di lavoro, non dall'installatore. ed infatti ormai la frittata è fatta, visto quanto scritto: "La società ALFA commissiona alla società ELETTRICA il rifacimento di un impianto elettrico, realizzato originariamente diversi anni fa. In sede di prima realizzazione non venne rilasciata alcuna DICO né fu effettuata alcuna denuncia alle autorità competenti." Una volta si inviava il modello rosa, adesso la dichiarazione vale come omologazione dell'impianto di terra e, una copia viene inviata all'ente di competenza per quanto riguarda la dicitura "nuovo impianto", gli ispettori ASL di varese identificano il nuovo impianto in presenza di un nuovo impianto di dispersione di cui loro non hanno traccia negli archivi In questo caso si puo' chiedere il tutto, ma vedrai che, come già detto, essendo la richiesta protocollata nessuno si prenderà la briga di modificare quanto richiesto. La regola numero uno attuale per qualsiasi ente è "pararsi il c@@o", per cui chi si assume la responsabilità di tale atto? Se nella di.co attuale si è in grado di dimostrare che è stato rifatto tutto allora non ci saranno problemi a dimostrare che quello è di fatto un nuovo impianto, ma sinceramente dubito che sia stato fatto quanto sopra citato. se poi tutto va a buon fine meglio cosi', ma visto il livello di burocrazia (e la possibilità di elevare sanzioni) permetti che possa avere qualche dubbio
archimede72 Inserita: 9 settembre 2013 Autore Segnala Inserita: 9 settembre 2013 (modificato) Nel ringraziarvi entrambi dei vostri pareri, a me personalmente la strada migliore mi sembra la 1. L'ente richiede il certificato originario (o in sostituzione la DIRI) e noi questo facciamo. Il certificato verrebbe compilato ora (... ma retrodatato) e firmato da responsabile tecnico e legale rappresentante della ditta che realizzo' a suo tempo l'impianto. E' vero che sia la ditta installatrice che l'impresa committente sono suscettibili di sanzione, ma almeno si risparmiano i soldi da dare all'ingegnere per fare la DIRI, che comunque non sanerebbe i torti passati in ogni caso... Modificato: 9 settembre 2013 da archimede72
Maurizio Colombi Inserita: 9 settembre 2013 Segnala Inserita: 9 settembre 2013 Che ci dobbiamo fare... ... siamo fatti così........
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