Mario Maggi Inserito: 5 marzo 2003 Segnala Share Inserito: 5 marzo 2003 Ciao a tuttiSono curioso di sapere quanti di voi hanno realizzato o applicato questa configurazione, possibile. ByeMario Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Claudio Monti Inserita: 5 marzo 2003 Segnala Share Inserita: 5 marzo 2003 Scusa la mia ignoranza Mario, ma la cosa mi sfugge un attimo:- più inverter per avere una ridondanza in caso di malfunzionamento di 1?- o più inverter sottodimensionati (quindi meno €) che lavorano in parallelo su un motore di grossa taglia?- o altro di cui non so cosa scrivere Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Mario Maggi Inserita: 5 marzo 2003 Autore Segnala Share Inserita: 5 marzo 2003 Scusa tu, Claudio.Ho pensato a invertire il titolo dell'altra discussione, ma non ho precisato i dettagli. Mettere 2 inverter con uno di scorta all'altro non e' un problema. Ne funziona sempre e solo uno alla volta. Metterli in ridondanza vera (quindi meta' carico ciascuno, che in caso di problemi su un inverter l'altro prende tutto il carico, questo e' meno facile ma anche molto raro. Statisticamente, questa configurazione non e' sufficientemente valida nel rapporto affidabilita'/costo. Due inverter di potenza pari alla meta' della potenza del motore, questo e' il caso piu' interessante. Per esempio, si possono usare due inverter da 200 kW per un motore da 400 kW. Qualcuno ha fatto esperienza, positiva o negativa? Solo con 2 o anche con piu' inverter in parallelo? CiaoMario Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Livio Orsini Inserita: 5 marzo 2003 Segnala Share Inserita: 5 marzo 2003 Ciao Mario,non so se la configurazione che ho in mente corrisponde a quella a cui pensi tu. Io ricordo che , ancora 18 anni fa, in Ansaldo, facevamo qualche cosa di simile: C'era un inverter di lancio che portava il motore alla velocità sncrona con gli altri, quando il sincronismo era raggiunto il motore veniva preso in carico da un grosso inverter che pilotava diversi motori che, in questo modo erano tutti sincronizzati. Veniva nache fatta l'operazione inversa, più difficoltosa, il motore di lancio prendeva in carico uno dei motori e lo rallentava fino a fermarlo. Questa operazione veniva fatta ogni qualvolta si doveva escludere un motore. E' una topologia applicata spesso negli impianti di produzione di fibre, l'ho presa in considerazione l'ultima volta, credeo nel '96, per un impianto SNIA.Il propblema clou di tutto è l'esatta fasatura delle correnti. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Mario Maggi Inserita: 5 marzo 2003 Autore Segnala Share Inserita: 5 marzo 2003 Caro Livio, nell'applicazione che hai descritto non c'e' mai il vero parallelo del carico sui due inverter.L'inverter "grosso" funziona per esempio a 44 Hz, il "piccolo" viene portato a 44,1 e poi viene fatta la commutazione in assenza di carico. In questo caso l'inverter "piccolo" deve comunque sopportare tutta la potenza del motoreVolevo capire invece quanto e' diffuso l'impiego di inverter grossi la meta' (o meno) del motore da azionare.CiaoMario Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
rguaresc Inserita: 5 marzo 2003 Segnala Share Inserita: 5 marzo 2003 Si puo' avere un "aiutino" ? Mi chiedo se sia possibile e come.- Sincronizzando i semiconduttori di uscita?; mi sembra difficile, con gli azionamenti DC a ponte si puo' fare un parallelo, perche' la rete a monte e' la stessa e gli impulsi sono gia' quasi sincroni, ma con inverter commerciali si dovrebbe avere l'accesso al comando dei semiconduttori e non mi sembra che lo diano. - Giuntare semplicemente i morsetti di uscita dovrebbe mandare in blocco tutti e due gli inverter, perche' e' sufficiente che la fase di uno sia al + DC e quella dell'altro al - DC per avere un corto. Servirebbe un inverter con capacita' di funzionamento slave a livello del comando delle uscite.Saluti Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Mario Maggi Inserita: 6 marzo 2003 Autore Segnala Share Inserita: 6 marzo 2003 Caro rguaresc,- Sincronizzando i semiconduttori di uscita, previo accesso al comando dei semiconduttori laddove possibile. Ovvio l'uso di una sola sezione del controllo che genera i 6 segnali, mentre i limitatori di corrente restano indipendenti. Indispensabile una induttanza trifase in uscita su ogni ramo. - Giuntare semplicemente i morsetti di uscita non e' possibile. - Si puo' usare un inverter con capacita' di funzionamento slave a livello del comando delle uscite. Ci sono alcuni prodotti di serie con questa possibilita'. CiaoMario Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Piero Azzoni Inserita: 6 marzo 2003 Segnala Share Inserita: 6 marzo 2003 rquaresc ha secondo me centrato il problema.ci vorrebbe due inverter cableti solo per la parte di potenza ed una sola elettrinica di controllo che garantisca la perfatta sincronizzazione delle due uscita, poi in parallelo, delle due potenze.e' evidente che se il problema e' il back-up per poter marcare in condizione degradata a meta' potenza non ha un gran senso.puo' aver senso, anzi sarebbe interessantissimo,a livello di costruttore se si vuole realizzare "moduli di potenza"standard parallelabili per ottenere alte potenze.con un modulo per esempio 75 KW. si otrebbe ottenere 75, 150, 225, 300.Non ho pero' mai visto niente del genere, non escludo che ci sia gia', nascoto in qualche prodotto commerciale. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Mario Maggi Inserita: 6 marzo 2003 Autore Segnala Share Inserita: 6 marzo 2003 Piero Azzoni+6 Mar 2003, 08:26 AM-->CITAZIONE(Piero Azzoni @ 6 Mar 2003, 08:26 AM)Caro Piero, in qualche caso (es: ventilatori) puo' essere utile avere a disposizione almeno meta' potenza. Consideriamo che i ventilatori a velocita' variabile molto raramente chiedono il 100 % di potenza, e che col 50% si puo' viaggiare ad una velocita' abbastanza alta (ricordo che la potenza varia col cubo della velocita'). Nel caso di guasto di un inverter, basta staccare l'uscita di potenza e attivare come master la scheda di controllo dell'inverter buono. Riguardo alla modularita', se guardi gli inverter grossi a IGBT sono gia' costruiti tutti cosi' (esempio: un 1000 kVA con 4 moduli da 300 kVA (c'e' sempre da considerare un po' di declassamento). In questo caso e' importantissimo il layout dei cavi: pensiamo alle correnti di ritorno dal motore che devono suddividersi in modo equilibrato tra diversi diodi di free-wheeling e che non hanno la possibilita' di essere controllate singolarmente. Se le induttanze del cablaggio non sono simmetriche, un diodo verra'sovraccaricato e scoppiera'. CiaoMario Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Livio Orsini Inserita: 7 marzo 2003 Segnala Share Inserita: 7 marzo 2003 Dunque qualche anno fa, per superare il limite di potenza della taglia massima di inverter,nell'azienda dove lavoravo si pensò di prendere due inverter da 140 A, montarli in armadio, usare la regolazione di uno per pilotare tutti e due, ed in questo modo passare alla taglia di 200 A. ne furono costruiti, credo, una decina di esemplari in circa 18 mesi. Non so se è questo che intendi, Mario. Poi sempre frugando nei miei ricordi e andando più indietro, in Ansaldo come quasi divertimento, si provò a prendere un paio di inverter da 30 A, con il primo che fungeva da riferimento di FASE DELLA CORRENTE, ed il secondo che veniva sincronizzato con un circuito PLL, in modo che le fasi fossero sempre sicrone. In questo modo si poteva controllare un motore di taglia suoperiore. Nella sala prove il trespolo funzionò egragaiamente, poi non se ne fece più niente. Reazione tipica dell'azienda a partecipazione statale. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Mario Maggi Inserita: 7 marzo 2003 Autore Segnala Share Inserita: 7 marzo 2003 Esatto. La sincronizzazione in fase della corrente da buoni risultati, ma presuppone delle modifiche nei circuiti di controllo. Aspetto le esperienze di altri.CiaoMario Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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