gattomom Inserito: 24 settembre 2014 Segnala Inserito: 24 settembre 2014 (modificato) Quanti di voi hanno mai avuto a che fare coi fusibili extrarapidi? Fusibili necessari, anzi obbligatori, per proteggere gli interruttori statici da cortocircuiti. Purtroppo hanno il vizio di bruciarsi per un non niente, è sufficiente un corto tra fase e massa del carico. Nella ditta dove lavoro nel giro di un mese avrò cambiato circa 30 fusibili. Per esigenze produttive non potevamo fermare il forno e intervenire più approfonditamente, così abbiamo buttato letteralmente alle ortiche circa 300 euro in fusibili. Da settembre, però, la musica è cambiata. Finalmente sono riuscito a fare una manutenzione come si deve e a sostituire gli interruttori con 2 interruttori statici dotati di fusibile elettronico, bevetto di una nota azienda ITALIANA (lasciatemelo scrivere maiuscolo) che si trova dalle parti di Brescia. Il plus di questo dispositivo risiede nel fatto che il fusibile, una volta intervenuto per corto o sovraccarico, si può ripristinare manualmente o automaticamente infinite volte. I parametri sono settabili via software e un'apposita uscita si chiude per avvertire l'operatore che il fusibile elettronico è intervenuto. Modificato: 24 settembre 2014 da gattomom
click0 Inserita: 24 settembre 2014 Segnala Inserita: 24 settembre 2014 hanno il vizio di bruciarsi per un non niente, è sufficiente un corto tra fase e massa del carico. alla faccia della sciocchezza
TAC_michele Inserita: 24 settembre 2014 Segnala Inserita: 24 settembre 2014 Ma questi fusibili elettronici riescono a garantire un tempo d'intervento al pari dei fusibili rapidi e superapidi ? Sono perplesso
eliop Inserita: 25 settembre 2014 Segnala Inserita: 25 settembre 2014 Se c'è un corto cosa dovrebbero fare i fusibili se non intervenire? Potresti inserire un riferimento all'interruttore citato?
gattomom Inserita: 25 settembre 2014 Autore Segnala Inserita: 25 settembre 2014 Le resistenze corazzate col passare del tempo tendono a perdere la loro resistenza d'isolamento. Se a protezione dello statico c'è un fusibile extrarapido sicuramente si brucerà. Il tempo d'intervento del fusibile elettronico è pari, se non inferiore, a quello dei fusibili extrarapidi. Ma è ripristinanile infinite volte.
reka Inserita: 25 settembre 2014 Segnala Inserita: 25 settembre 2014 io in azienda ho quasi 100 resistenze corazzate che vanno 12 ore al giorno di media e son protette quasi tutte da fusibili superrapidi per semiconduttori... mai avuto problemi, solo uno salta spesso... ma parlo di mesi prima che risalti. le resistenze che peerdono isolamento mi fan scattare il differenziale e basta.
gattomom Inserita: 25 settembre 2014 Autore Segnala Inserita: 25 settembre 2014 (modificato) Molte volte la diminuzione della resistenza d'isolamento,ad'esempio del cavo, può essere non ripetitiva. Quindi il fusibile extrarapido brucia, lo cambio, e per tot tempo tutto andrà bene. Dopo altro tempo ancora il maledetto brucerà di nuovo. Questo andamento, io lo chiamo rottura di c... Scusa Reka le resistenze corazzate che hai in'azienda, cosa riscaldano? E soprattutto a quale temperatura viene portato il fluido riscaldato? Nell'azienda dove lavoro io, le resistenze corazzate riscaldano del sale e la temperatura di lavoro varia da 280 ℃ a 390 ℃. Ti posso garantire che lo stress a cui sono sottoposte é notevole perche il sale è molto corrosivo e la temperatura del filo, all'interno della corazza, raggiunge anche i 600 ℃. Modificato: 25 settembre 2014 da gattomom
reka Inserita: 25 settembre 2014 Segnala Inserita: 25 settembre 2014 (modificato) sono montate su presse per iniezione di termoplastici. ce ne sono di tutti i tipi, ceramiche e non. A parte le più vecchie, sono tutte comandate da rele statici e protette da fusibili superrrapidi tipo Modificato: 25 settembre 2014 da reka
Livio Orsini Inserita: 25 settembre 2014 Segnala Inserita: 25 settembre 2014 (modificato) Da settembre, però, la musica è cambiata. Finalmente sono riuscito a fare una manutenzione come si deve e a sostituire gli interruttori con 2 interruttori statici dotati di fusibile elettronico, bevetto di una nota azienda ITALIANA (lasciatemelo scrivere maiuscolo) che si trova dalle parti di Brescia. Questa tecnologia è molto vecchia. In Italia li produceva, quaranta e più anni fa, l'Ansaldo nello stabilimento di Milano. SI chiamavano interruttori extra rapidi e venivano usati per correnti elevate, per proteggere i semiconduttori di potenza (SCR) dei grossi convertitori. Poi un esimio professore, nel periodo in cui era presidente dell'IRI, pensò bene di iniziare a distruggere quello che c'era di buono. In Europa, ma anche nel resto del mondo, erano in pochissimi ad dominare questa tecnologia. Un'azienda era la francese Marlin Gerin che comprò per pochi danari l'azienda svenduta, ne prosciugò la clientela e succhiò quella parte di know how che non aveva. Poi vendette i rsti alla Siemens, che non era mai stata in grado di fare dei buoni extrarapidi. La Siemens si prese la tecnologia e poi chiuse l'azienda (se non ricordo male nel 2010) mettendo fuori circa 350 persone, tra il totale silenzio di sindacati e politici. Forse quell'azienda di Brescia ha assunto alcuni di quei tecnici ed ha sviluppato il prodotto applicando le ultime novità tecnolociche, così ora si dispone di questa tecnologia anche per taglie inferiori. Anche questa è una storia italica che spiega, in parte, perchè oggi siamo conciati così. Forse sono andato OT ma credo che valesse la pena far conoscere un poco di storia nostrana. A margine di tutto. Se interviene un fusibile c'è una ragione ben precisa. Invece di imprecare per il fusibile permaloso sarebbe meglio, a mio avviso, indagare sulle cause di questa permalosità e, se è possibili, eliminarle alla radice. l'intervento di un fusibile dovrebbe essere un'eccezione, non una cosa normale. Modificato: 25 settembre 2014 da Livio Orsini
gattomom Inserita: 25 settembre 2014 Autore Segnala Inserita: 25 settembre 2014 L'azienda si chiama Gefran. Non sono in grado di dire se la loro tecnologia deriva da quella dell'Ansaldo. Il professore che citi é Prodi? Sono perfettamente d'accordo con te che la causa che ripetutamente fa bruciare il fusibile extrarapido vada ricercata. Purtroppo a volte, per esigenze produttive, non é possibile farlo subito.
Livio Orsini Inserita: 25 settembre 2014 Segnala Inserita: 25 settembre 2014 Gefran è una bella azienda che ha anche rilevato e rivitalizzato l'azienda di cui ero innamorato (errore gravissimo innamorarsi dell'azienda in cui si lavora). Azienda quasi uccisa dalle idee strampalate di un direttore di scuola FIAT. Non so se la tecnologia è derivata da quella dell'Ansaldo. Io spero che le competenze che c'erano in Ansaldo, nel campo degli extrarapidi, non siano andate perse, Certo che il colpo per l'industria e la tecnologia nazionale è stato forte. Per fortuna che ci sono ancora aziende nazionali che lottano per stare al passo con i tempi e non hanno nulla da invidiare alle grandi aziende di oltralpe. Si il professore è proprio quello ed ha sulla coscienza, a mio giudizio, la distruzione dell'industria termoelettromeccanica nazionale, l'industria elettronica e qaulche altra nefandandezza. Sono convinto che la sua non sia incapacità, perchè è sicuramente una persona capace, anche troppo come si è visto. Ora sono andato anche oltre il consentito e rischio di devermi autosanzionare.
gattomom Inserita: 25 settembre 2014 Autore Segnala Inserita: 25 settembre 2014 Da quello che so, il fusibile elettronico e costituito da un semiconduttore di potenza (forse un tiristore, ma non ne sono sicuro). Il potere di interruzione arriva a 4,5 kA e la taglia in corrente dipende dalla serie degli interruttori dove va montato. Ad'esempio, nei GTF è possibile avere il fusibile elettronico fino alla taglia di 60 A. In caso di cortocircuito o forte sovraccarico il fusibile interrompe la corrente all'interruttore statico, intervenendo entro un tempo brevissimo, minore rispetto a quello di un'extrarapido. Dopo l'intervento é possibile ripristinarlo manualmente o automaticamente. Infatti un apposito software di configurazione permette l'una o l'altra scelta. Un apposito contatto avvisa l'utente dell'avvenuto intervento.
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