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Installazione Emergenze E Dico


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Inserito:

Ciao a tutti, ho una richiesta che a me fa ridere, però alla fine se non la assolvo rischio di non fare il lavoro:

devo installare due lampade di emergenza in un ufficio e la titolare dice che il responsabile della sicurezza sul lavoro che gli ha consigliato di farle installare le ha detto che devo rilasciare la conformità!

Dopo un primo sbigottimento ho detto alla cliente che io posso pure fargliela , ma praticamente non ha motivo di essere;

poi tra me e me me la sono raccontata: si ma se c'è già una dico dell'impianto magari serve la dico del mio intervento da allegare alla dico originale giusto?

Ma essendo pignoli allora occorrerebbe modificare lo schema elettrico della dico principale?

Comunque ammesso e non concesso che sia lecito/giusto farla come posso formularla?

Nel modulo quando dice ditta esecutrice dell'impianto .... che faccio cancello la parola impianto e barro la casella inteso come "altro" e scrivo installazione di due lampade di emergenza?

Grazie per i consigli!

O le devo dire non fatemi ridere e la dico non la faccio?


Inserita:

No, dovrebbe rientrare nella manutenzione straordinartia, poiché le lampdade sono previste dalla normativa - L81, e il datore di lavoro è tenuto ad individuare i punti ove installarle, come valutazioine de rischio sul luogo di lavoro.

Per questo il consulente lo ha consigliato in tal senso.

Rilasci DICO redatta in tal senso.

La dico principale non la modifichi, semmai alleghi uno schema della variante ..tanto se prima non c'erano da qualche parte l'alimentazione la devi prendere.

Maurizio Colombi
Inserita:

cancello la parola impianto e barro la casella inteso come "altro"

E per quale motivo? Quello che tu hai realizzato è un impianto elettrico a tutti gli effetti!

C'è l'alimentazione, la protezione, la linea e l'utilizzatore, non si qualificano gli impianti in base alle dimensioni!

Inserita:

Beh grazie ad entrambi per gli interventi puntuali e tempestivi!

Quindi rilascio DICO intesa come manutenzione straordinaria (il che indirettamente evidenzia che la DICO esistente sarebbe non conforme ad un impianto installato alla regola dell'arte visto che non soddisfa i requisiti di un impianto idoneo nei luoghi di lavoro, ma questo poco mi interessa; potrebbe solo essere un consiglio atto a non screditare il lavoro altrui il fatto di non allegare la mia DICO... ma non è questa la mia priorità)

Ma è lecito prendere alimentazione da una presa esistente anche se è protetta giustamente da un MT16A? In fondo è un apparecchio che ha un assorbimento ben definito, non è che alimento uno scaldabagno con sezione 1,5mmq e protez da 16A

Ma poi che schema allego... due mt di canalina e poi l'emergenza?

Mah sarà che sono una persona scrupolosa nella vita e nel lavoro soprattutto e faccio tutto nella maniera più trasparente e professionale possibile, poi vedi certe cose in giro...

Comunque grazie ancora e attendo risposta all'ultimo dubbio riguardo l'alimentazione dalla presa.

Inserita:

Non so come è fatto l'impianto esistente, ma prenderei l'alimentazione delle lampade a valle del generale Quadro (di zona?) o al massimo a valle della protezione linea luci, con una nuova linea e una protezione indipendente. Se prendi alimentazione da linea prese e scatta solo quell'interruttore, si accenderebbero le lampade di emergenza anche se non ce ne sarebbe bisogno...

Inoltre, effetterei la Di.Co. come manutenzione straordinaria, allegando il nuovo schema elettrico (uguale al vecchio con l'aggiunta di una linea) e citando il riferimento alla di.co. esistente...

Non vedo altri problemi.

saluti

Inserita:

Grazie anche a te per le precisazioni, si ero cosciente che un lavoro ben fatto sarebbe stato quello di infilare una nuova linea emergenze ma magari mettendola in parallelo alla linea luci , perché se scattasse l'automatico luci (quindi buio) e le emergenze fossero sotto un altro automatico non si accenderebbero il che è peggio rispetto ad accendersi anche se non ce ne fosse bisogno.

Il mio quesito è se sia lecito normativamente parlando attaccarsi al circuito prese.

Maurizio Colombi
Inserita:

Il mio quesito è se sia lecito normativamente parlando attaccarsi al circuito prese.

Non si protegge il carico, ma si proteggono le linee. Alla luce di questa affermazione, rimane il fatto che se la linea che alimenta la tua lanterna di emergenza risulta adeguatamente protetta dall'automatico delle prese nessuno ti vieta di collegarti alla linea prese.

Ma visto che sei

una persona scrupolosa nella vita e nel lavoro soprattutto e faccio tutto nella maniera più trasparente e professionale possibile

non farai la stupidaggine di lasciare l'ufficio al buio se interviene solo la protezione della linea luce........

Quindi rilascio DICO intesa come manutenzione straordinaria (il che indirettamente evidenzia che la DICO esistente sarebbe non conforme ad un impianto installato alla regola dell'arte visto che non soddisfa i requisiti di un impianto idoneo nei luoghi di lavoro,

Non è detto che colui che ha commissionato l'impianto e colui che lo ha realizzato e conformato, magari 9 anni fa, avessero previsto che in quei locali si insediasse un ufficio....... magari quello era solo un appartamento......

Inserita:

Grazie ancora! Adesso ho le idee chiare! Cercherò in tutti i modi di allacciarmi con entrambe al circuito luci.

Rilascerò DICO dell' impianto di illuminazione di emergenza inteso come manutenzione straordinaria.

Ringrazio ancora tutti voi; trovo sempre risposte ad ogni mio dubbio tecnico/formale nonostante siano 23 anni che faccio questo mestiere!!

Inserita:

Avete gia detto tutto, voglio solo riportare le mie esperienze, mi è stato chiesto varie volte di fare dei lavori del genere e dopo le prime volte ora faccio cosi: mi chiedono di fare un lavoro in un impianto esistente, sono io che chiedo al cliente di mostrarmi la dico, gli spiego che per legge tutti gli impianti la devono averla. Ora, a questo punto si aprono due strade: l'impianto ne è sprovvisto, di solito sono uffici\aziende attenti solo al risparmio e non alla sicurezza, difficilmente spenderebbero per adeguare l'impianto e fare la dico, conviene assecondarli fare il lavoro di "manutenzione" e se vogliono una dico parziale la posso anche fare tanto non serve a niente. La seconda strada è che l'ufficio\azienda siano in possesso di dico, di solito indica un'amministrazione attenta alla legalità o un'attività già sanzionata per aver trasgredito, in ogni caso propongo di modificare la dico esistente spiegando che due dico dello stesso impianto per di più compilate da ditte diverse sono ridicole e che la dico parziale è solo un'invenzione degli installatori, infatti anche facendo solo un circuito o parte di esso mi devo assicurare che dove mi sono allacciato sia a norma e diventa di mia responsabilità, in sostanza la nuova dico parziale va ad invalidare la certificazione principale. Chi di noi aceterebbe di essere ancora responsabile di un impianto dopo che uno sconosciuto ci ha messo le mani?

Di solito guadagno di più dal lavoro che scaturisce dal rifare l' intera dico a mio nome piutosto che dall'installazione di due lampade

Maurizio Colombi
Inserita:

Chi di noi aceterebbe di essere ancora responsabile di un impianto dopo che uno sconosciuto ci ha messo le mani?

IO!

Se tu metti mano all'impianto che ho realizzato io, e rilasci una dichiarazione dove dici che hai realizzato il tuo impianto seguendo tutti i canoni della corretta installazione....per quale motivo non dovrei accettare. Non si è certamente firmato un contratto che obbliga solo ed esclusivamente l'esecutore dell'impianto a mettere mano al suo lavoro!

Di solito guadagno di più dal lavoro che scaturisce dal rifare l' intera dico a mio nome piutosto che dall'installazione di due lampade

Per forza! E' come se io dicessi: "io guadagno di più a mettere tre lanterne di emergenza, anziché due !"

O no ?

Inserita:

Non voglio fare polemica inutile, ma non viviamo in un mondo perfetto, quanto spesso capita di rimettere mano ad un impianto fatto e certificato da noi a distanza di un paio d' anni, magari per fare delle modifiche o aggiungere qualcosa e ci rendiamo conto che nel fratempo sull'impianto sono stati fatti altri lavori che non risultano nella dico principale da noi rilasciata ma hanno una dichiarazione a parte. Credo che questa situazione è capitata più o meno a tutti?

Ora in caso di problemi o contenzioso il cliente puo nascondere la dico parziale e negare che terzi abbiamo reso l'impianto non a norme o comunque diventa difficile per me dimostrare che una parte dei lavori sono stati fatti in seguito e che io non sono responsabile.

Detto ciò, è danni che si discute di dico parziali sullo stesso impianto, ho chiesto anche al cei di prendere una posizione ma inutilmente prendono tempo, il punto è che ci sono 2 correnti di pensiero, una dice che la dico deve essere unica e che ogni lavoro successivo comporta modifica di essa, la seconda invece ammette un numero non precisato di dico dello stesso impianto, ognuno che arriva va un lavoro e lo certifica ed è responsabile solo di quello.

Personalmente trovo il primo discorso migliore, devo fare dei lavori su un'impianto, bene mi assicuro di modificalo in modo che i nuovi lavori che vado ad eseguire non compromettano tutto e di conseguenza rilascio una nuova dico generale che comprende i nuovi lavori. trovo la seconda ipotesi poco seria, a parole è facile ma nella realtà di tutti i giorni come si va ad installare nuove lampade ed un nuovo circuito senza andare ad invalidare il resto, pensate solo da dove sarà prelevata l'energia per il nuovo circuito? Chi ci ha precedutto ha tenuto conto di questo carico? E le misurazione che ha fatto alla fine per compilare la dico ora saranno veritiere? Voglio dire, dall'atto pratico è pressoché impossibile non andare a modificare le caratteristiche precedenti.

Ripeto non voglio fare polemica e solo che ne sento tante e vorrei una guida più precisa dall'ente preposto alla normalizazione.

Inserita:

E' un problema facilmente risolubile; avviene regolarmente negli impianti industriali.

All'atto della consegna dell'impianto avviene la consegna degli schemi e degli elenchi materiali.

il costruttore è responsabile di quell'impianto.

Può essere modificato successivamente da altri?

Certamente.

Chi ne diventa responsabile?

Chi ha modificato l'impianto è responsabile per la parte modificata. Inoltre è responsabile se, eventualmente, le modifiche vanno a modificare la sicurezza di tutto l'impianto.

Caso pratico.

La manutenzione del cliente, volendo velocizzare certe operazioni, finì per escludere alcune emergenze. Dall'eseame degli schemi la modifica...pedestre risultò inequivolcabile.

Microchip1967
Inserita: (modificato)

Quoto Livio.

Ed inoltre aggiungo anche questo

Ora in caso di problemi o contenzioso il cliente puo nascondere la dico parziale e negare che terzi abbiamo reso l'impianto non a norme o comunque diventa difficile per me dimostrare che una parte dei lavori sono stati fatti in seguito e che io non sono responsabile.

permettimi di dissentire.

Se hai fatto una Di.Co con tutti i crismi ovvero schemi elettrici, planimetrie, elenco materiale, verifiche di funzionalità con relativa check list, collaudo fatto come Dio comanda, ovvero con lista e valori (meglio se con allegata la stampata dello strumento) voglio vedere se non riesci a dimostrare quello che hai realizzato tempo addietro

E, permettimi, se dovessi mettere le mani ad un'impianto per l'aggiunta dell'illuminazione di sicurezza, io rilascerei la DI.Co solo ed esclsivamente per quello che ho fatto e mai e poi mai mi farei carico di quello che non ho realizzato.

Ovviamente nel caso dell'illuminazione di sicurezza allego il registro delle verifiche periodiche (nel caso di luogo di lavoro) con copia delle istruzioni dei corpi illuminanti e rilievo finale reale dell'illuminamento richiesto (5 lux nelle vie di fuga, 2 negli altri punti) , visto che questo viene richiesto sempre piu' spesso (soprattutto in quei posti ove l'RSPP è una persona seria e professionale o vi è la possibilità di visite ispettive dei VVFF o ASL)

Modificato: da Microchip1967

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