toifel Inserito: 4 novembre 2004 Segnala Inserito: 4 novembre 2004 Ecco il problema:La caldaia a legna funziona mediante un aspiratore asincrono da 0.37Kw a velocita' fissa 2800 rpm. Il motore entra in funzione quando accendo la caldaia e si ferma se finisce la legna o se la temperatura dell'acqua supera un limite impostato al termostato. Vorrei inserire un bollitore ad accumulo per stabilizzare la temperatura dell'acqua e ho pensato che l'impianto avrebbe un rendimento migliore se fosse possibile commutare la velocita' della ventola in funzione della temperatura dell'acqua all'interno dell'accumulo:Ad esempio fino ad 75º 2800 giri da 75º a 85º 1400 giri o anche meno; oltre gli 85º off.In questo modo avrei meno accenzioni e spegnimenti che in questo tipo di caldaie vuol dire degrado del rendimento medio e formazione di condensa. C'e' qualcuno che puo' darmi dei consigli su come realizzare la modifica?grazie
Livio Orsini Inserita: 4 novembre 2004 Segnala Inserita: 4 novembre 2004 Se il motore dell'aspiratore è un asincrono monofase non c'è molto da fare, anzi niente. A meno che ci si voglia costruire un inverter monofase :ph34r: .Se l'aspiratore fosee azionato da un motore asincrono trifase dovresti inserire un inverter, poi con un paio di termostati comandare le tre soglie di velocità. Comunque non mi sembra che il gioco valga la candela
Paolo Cattani Inserita: 4 novembre 2004 Segnala Inserita: 4 novembre 2004 (modificato) Prima di risponderti, mi sono riletto anche gli altri tuoi post, per cui:- alla tua domanda odierna rispondo che ti conviene mille volte motorizzare la serranda (se esiste, se non c'è la costruisci) di regolazione dell'aria che sta sull'aspirazione o sulla mandata del SOFFIATORE (non aspiratore!), piuttosto che regoloare la velocità. In un motore monofase l'unica soluzione sarebbe un inverter, ma è una soluzione sofisticata (del tutto inutile nel caso di tre soglie di temperatura) e costosa.Per fare questo è perfettamente inutile fare ricorso all'elettronica: i regolatori per aria sono in commercio per tutte le caldaie a legna, e consistono in un bulbo termostatico contenente paraffina che dilatandosi aziona una leva. Alla fine della leva viene fissata una catenella che solleva (o abbassa) la serranda aria: regolando la manopola di taratura (o, in alcuni casi, spostando il punto di attacco della catenella) si fa la regolazione.-di solito questo sistema viene utilizzato sulle caldaie a legna perchè è impossibile usare un termostato caldaia che accenda e spenga il bruciatore, quindi l'unica è tenere la caldaia sempre accesa e regolare "analogicamente" la combustione.Sconsiglio però di usare questo sistema per regolare la temp- acqua in uscita: al di là del provocare fenomeni di condensazione a rischio di corrodere le lamiere o tappare il camino, far funzionare la caldaia in regime ridotto fa crollare il rendimento perchè cambiano i coefficienti di scambio termico fa focolare e camera d'acqua, e ancora di più fra l'acqua circolante nello scambiatore ed il serbatoio di accumulo.In tutti gli impianti che ho visto, la regolazione caldaia era a "tutto o niente", mentre la regolazione della temperatura in accumulo era fatta direttamente dul serbatoio tramite valvole di miscelazione o ingressi acqua a diversi livelli per consentire la stratificazione termica. Modificato: 4 novembre 2004 da Paolo Cattani
toifel Inserita: 5 novembre 2004 Autore Segnala Inserita: 5 novembre 2004 Grazie per i consigliLa perplessita' sul funzionamento on/off della vecchia caldaia mi e' stata indotta dalla consultazione di siti di caldaie austriache tutte dotate di controllo elettronico della combustione con sonda lambda (per limitare gli inquinanti) e di modulazione della potenza in funzione della richiesta di calore da parte degli utilizzaori; queste caldaie sono estremamente sofisticate ed innovative rispetto alla media della produzione nostrana.Il costo di questi prodotti, peraltro difficili da trovare in Italia, e' elevatissimo siamo nell'ordine dei 7000€ per una caldaia da 34Kw contro la meta' di un prodotto italiano dal funzionamento piu' tradizionale.Da queste considerazioni l'idea di progettare un sistema di controllo della combustione.Comunque la prima cosa che faro' sara' l'accumulo coibentato da almeno 1000L in questo modo credo che la caldaia potra' bruciare tutta la carica di legna senza pause e ripartenze.Potresti indicarmi un sito dove trovare il bulbo termostatico a paraffina?grazie
SimoneBaldini Inserita: 5 novembre 2004 Segnala Inserita: 5 novembre 2004 L'idea di accumulare acqua (1mc) mi sembra uno spreco. Io ho una caldaia a legna da 45kW per un impianto da 35kW e la ho appositamente sovradimensionata per evitare frequenti cariche. All'impianto c'e' installato un accumulo sanitario da 120 litri è un impianto contenente pochissima acqua circa 120 litri (di cui 90 della caldaia se non ricordo male). Quindi la mia inerzia è pochissima, inoltre l'impianto alimenta una batteria di una termoventilante quindi con frequenze molto svariate di utilizzo e d'assorbimento di potenza. Per complicarmi la vita la portata d'aria che investe la batteria è modulante quindi non si ha un costante assorbimento della stessa energia e ci sono, in bassa stagione, frequenti accensioni e spegnimenti della ventilazione. La mia caldaia ha un ventilatore che alimenta la combustione (ma ne esistono anche sulla aspirazione) e la velocità la controllo tramite inverter (solo per sfizio e non per necessità). Ho eseguito diversi settaggi ma in sostanza non ho mai ottenuto significativi miglioramenti della resa e tutto sommato non posso lamentarmi della combustione. Ho notato comunque che variando la portata d'aria mi varia parecchio anche il rendimento (con analizzatore inserito) poichè si vanno a modificare i parametri d'aria primaria e secondaria. Attualmente è settata su on/off perchè mi permette di risparmiare sulle ore di funzionamento del ventilatore e d'avere una resa massima nelle ore di funzionamento una volta a regime. Cosa che ho fatto è stata quella di ottimizzare tutto l'impianto tramite PLC in modo tale di non avere sprechi. La batteria ha una valvola di miscela funzionante con segnale analogico 0-10V (0 chiuso - 10 tutto aperto). Pertanto pur avendo una temperatura minima in caldaia (per evitare lo spegnimento che è di 60°C), io attivo la combustione solo se la valvola si trova in condizioni di un segnale da 8V in su. Per limitare i continui avviamenti e spegnimenti, aumento il dV tra accensione e spegnimento (accendo a 8V e spengo a 6V, dV=2V). Aumentando questo valore riduco le accensioni ma riduco anche l'ottimizzazione. Per il sanitario invece non ho problemi perchè i 60°C sono sufficienti. In caso che a impianto spendo (periodo notturno) la caldaia dovesse superare i 90°C attivo il circuito del sanitario scaricando la potenza sul bollitore ad accumulo (cosa che in una settimana succede per circa 10 minuti).
Paolo Cattani Inserita: 6 novembre 2004 Segnala Inserita: 6 novembre 2004 Il discorso è lunghissimo, per non fare un romanzo affronterò un argomento per volta.L'utilizzo di bruciatori con sonda lambda è cosa di tutti i giorni nell'industria, dove le emissioni in atmosfera devono essere controllate e certificate da sistemi di misura, pensiamo ad esempio alle centrali a biomasse. Lo stesso capita negli inceneritori o nei forni per la fusione ed il recupero di rottami metallici: nei rottami possono essere presenti vernici, olio, fluff (demolizione auto), tutta roba che brucia e la sonda deve compensare l'ingresso di questo combustibile "imprevisto" facendo aumentare l'afflusso di aria per mantenere il rapporto di combustione e non produrre CO.Dal momento che esistono vincoli legislativi sulle quantità di CO nei fumi, e che il CO si produce quando la quantità di ossigeno è insufficiente per la combustione completa, in ogni forma reale di combustione si introduce il concetto di eccesso d'aria. Avere aria in eccesso vuol dire avere ossigeno in eccesso e quindi avere la sicurezza che tutto il CO che si produce venga alla fine ossidato a CO2: l'obiettivo è quindi quello di avere una combustione completa. L'eccesso di aria è il rapporto fra l'aria (quindi l'ossigeno) necessario alla combustione stechiometrica e la quantità d'aria effettivamente usata: l'eccesso di aria (che ora chiamerò "E") è però variabile e dipende in pratica dal tipo di combustibile. Un combustibile gassoso è facilmente miscelabile con l'aria e si ottiene facilmente un intimo contatto fra le molecole di ossigeno ed il gas, quindi la combustione è di solito "quasi stechiometrica" ed il valore di "E" è molto ridotto. In genere si cerca di avere circa il 6% di ossigeno (O2) in più, il che vuol dire, sapendo che l' O2 è presente solo per un quinto nell'aria, che il valore di "E" per i gas sarà circa il 30%. Meno il combustibile può essere miscelato con certezza, più deve aumentare "E": quindi, nei combustibili liquidi, dove le goccioline per quanto piccole bruciano all'inizio solo in superfice, ci deve essere aria in eccesso per garantire che continuando la combustione della goccia, ci sia in giro abbastanza O2 per avere una combustione completa. Ancora peggio nei combustibili solidi, che sono costituiti da pezzi più grandi che possono essere anche impaccati: è difficile per l'aria penetrare negli interstizi e partecipare alla combustione, e quindi si usano valori di "E" anche del 200%.Non conviene però aumentare all'infinito l'aria in eccesso, perchè anche se dobbiamo mettrne di più "per sicurezza", è anche vero che è inutile, non partecipa alla combustione e viene scaldata e poi evacuata dal camino a spese del calore prodotto: insomma, abbassa il rendimento perchè abbassa la temperatura del focolare e quindi il salto termico utilizzabile. Inoltre il volume dei fumi aumenta, e bisogna tenerne conto nel dimensionamento del camino (si può entrare in regime turbolento) e del'eventuale aspiratore.Non si può però avere la botte piena e la moglie ubriaca: si tratta, alla fine, di un male necessario e le soluzioni sono sempre di compromesso. Visto che l'eccesso d'aria è necessario ed è previsto anche dalle norme, l'importante è solo non "esagerare troppo". Se il rendimento è importante in un forno industriale come quello che usavo tempo fa, con un consumo orario di 2000 Nm3 di metano ed una bolletta mensile di 350 milioni, lo è molto meno in una caldaia da 34 kW. Considera inoltre che noi usavamo ossigeno liquido per aumentare il rendimento: l'aria invece è composta per quattro quinti di azoto, che non partecipa MAI alla combustione e si scalda a ufo, quindi il rendimento è SEMPRE basso, anche se si cerca di mantenere l'eccesso d'aria al minimo consentito. Quindi anche una regolazione fine, su una potenzialità così bassa, non porta vantaggi percettibili.Diverso è il discorso della modulazione della potenza: visto che una caldaia a legna non si può spegnere e riaccendere in base alla richiesta del termostato ambiente (infatti in questo caso il TA si matte sulla pompa di circolazione) o per mantenere la temperatura acqua nel range ottimale (80-90 gradi per l'acqua in uscita), bisognerà modularne la potenza. Quello che mi convince poco è il fatto che con una carica di combustibile di 50 kG come in una caldaia ad inversione termica non posso regolare la potenzialità temica come farei, ad esempio, con i pellets: in quel caso regolerei la velocità della coclea di carico dei pellets (che vengono bruciati man mano appena entrano nel focolare), facendo contemporaneamente "inseguire" il valore ottimale di O2 al camino dalla sonda lamba e dalla serranda aria motorizzata.In una caldaia ad inversione di fiamma ben caricata, la regolazione avrebbe qualche senso solo nella fase di salita della potenza (vantaggio poco percettibile), mentre in discesa verso una potenza "di mantenimento" ci sarebbe un problema.Non è possibile tagliare l'alimentazione, perchè il combustibile E'GIA' ALL'INTERNO DEL FOCOLARE E STA GIA' BRUCIANDO: quindi posso solo "tagliare" l'aria di combustione, PRODUCENDO IN QUESTO MODO IL CO, altro che diminuzione degli inquinanti. Non si scappa, purtroppo: non c'è soluzione.Sul discorso dell'accumulo, dovrò scrivere un altro romanzo e parlare anche del concetto di EXERGIA e RENDIMENTO EXERGETICO (non è un errore, si chiama proprio così), ovvero: "perchè devo bruciare un combustibile pregiato che può darmi una fiamma di mille gradi per ottenere una temperatura di soli venti gradi in casa?"Se devi investire denaro, investilo nel miglioramento dell'isolamento termico dell'abitazione: QUESTO AUNENTERA' ENORMEMENTE IL RENDIMENTO del tuo sistema, e con la tecnologia attuale può far diminuire i consumi del 90%. Ti consiglio di cercare con Google "case passive" o "riscaldamento passivo", ti assicuro che avrai delle sorprese.Quanto al bulbo a paraffina, dovrebbe bastare un negozio di termotecnica: la mia caldaia Ideal Standard di 25 anni fa ce l'aveva come accessorio e veniva venduto anche separato. Penso che ormai ce l'abbiano tutti.
Mario Maggi Inserita: 6 novembre 2004 Segnala Inserita: 6 novembre 2004 Caro Paolo Cattani, stai ancora facendo il lavoro che so che fai? Sei sprecato! Con la massima stima Mario
Paolo Cattani Inserita: 6 novembre 2004 Segnala Inserita: 6 novembre 2004 Ringrazio, sei sempre gentilissimo, persin troppa grazia...Quanto all'occupazione, da pochi giorni sono... disoccupato (ma ora mi preoccupa di più un problema di salute, per una settimana ancora terrò le bocce ferme)Ciao
SimoneBaldini Inserita: 7 novembre 2004 Segnala Inserita: 7 novembre 2004 La sonda lambda che in sostanza misura l'eccesso d'aria può essere un valido strumento di regolazione anche se non ho idea della manutenzione che possa avere inserita in un camino dove passano fumi da legna. In sostenza mantiene costante l'eccesso d'aria presente nei fumi ma non ha idea di cosa stia accadendo alla combustione.Confermo per l'eccesso d'aria che si avvicina al 200% ma dalle analisi fatte mi risulta che il rendimento mio e' del 82.1% con eccesso d'aria del 2.73 e CO 234 ppm.Comunque queste caldaie sono definite a gassificazione totale, in sostanza nella camera di stoccaggio non subiscono la combustione ma la gassificazione del combustibile, per poi andare in camera di combustione a bruciare. L'aria comburente viene immessa in due separati punti, una nella camera di stoccaggio ed una direttamente dove avviene il passaggio tra camera di stoccaggio e camera di combustione. Il problema di modulare la combustione sorge dal fatto che dovremmo modulare anche le due arie distinte per non sbilanciare i rapporti ottimali (ne basterebbe una).La regolazione di potenza avviene abbastanza bene, poichè come detto in camera di stoccaggio non avviene la combustione ma la gassificazione. Riducendo l'aria al minimo di sopravvivenza, la caldaia produce una bassa potenza facilmente controllabile e permette pause anche prolungate (12 ore). E' chiaro che alla ripartenza si avranno effetti sgraditi quali emissioni di CO e sporcamento dei tubi da fumo, ma non peggio di quanto producono caldaie a gasolio o nafta.Certo che il concetto di gassificazione dipende dal combusibile e non è del tutto reale ma abbastanza veritiero. In effetti se cio' non accadesse non si capirebbe come possa una fiamma da combustibile solido fuoriuscire da fessure di limitata superficie.
Paolo Cattani Inserita: 7 novembre 2004 Segnala Inserita: 7 novembre 2004 Perfetto, concordo. Ma attenzione, nel momento in cui calo la portata aria per ridurre la gassificazione e quindi la potenza, la produzione di gas non si ferma subito: la camera è ancora calda, la legna stessa è calda, quindi la distillazione del gas va avanti ancora per un bel pò. Il gas prodotto deve essere bruciato, pena una perdita al camino e la dispersione come inquinante, senza contare il pericolo di sacche di gas e quindi di esplosione. A questo punto siamo davanti ad un sistema con tempo di risposta molto lungo prima di arrivare al setpoint prefisso. Se il sistema di regolazione non ha lo stesso tempo di risposta, avremo sicuramente dei pendolamenti paurosi intorno al setpoint,con la serranda aria che chiude completamente per cercare di ridurre la potenzialità (in fase di spegnimento) o apre completamente per aumentare la potenza (in fase di riavviamento).Il problema della produzione di CO non è quindi legato alla presenza di queste fasi (che ci sono in ogni tipo di caldaia) ma al tempo in cui permangono: con metano e gasolio queste fasi durano pochi secondi, con combustibili solidi magari ci vuole mezz'ora, e quindi si produce CO per più tempo . In fase di avviamento di solito non si ha emissione di CO, perchè il sistema tende a dare un eccesso d'aria maggiore di quello standard, proprio perchè la richiesta di calore da parte del utente supera quello effettivamente fornito. Il valore di 273 ppm è molto buono, a patto che il valore rilevato sia riportato alla condizione di prodotti della combustione secchi e senz’aria come indicato al punto 6.1 della norma UNI 10389. Il problema finale è comunque sempre quello già citato: il gioco vale la candela? Quanto lavoro e quanta spesa per ottenere un 2% in più di rendimento? Se toifel trova un fornitore che gli fa 50 centesimi in meno al quintale, o qualcuno gli regala un paio di quintali di legna ottiene di ridurre la spesa più facilmente! Se deve spendere 200 euro per la regolazione, allora è meglio che li spende per isolare meglio il soffitto, o per mettere delle guarnizioni paraspifferi migliori, o altri sistemi di isolamento termico.Per chi non ha tempo di cercare in rete, ricordo che l'unico settore trainante nell'edilizia tedesca è quello della costruzione di case passive, cioè case che mantengono il calore a 22 gradi costanti tutto l'anno SENZA impianti di riscaldamento, stufe o altro: sono pure ben ventilate, e si parla di regioni dove si arriva anche a venti sotto zero! Come fanno? Semplice, non hanno perdite! Basta il calore accumulato dai pavimenti illuminati dal sole attraverso le finestre, il calore dei nostri corpi e quello delle lampade e degli elettrodomestici per avere 22 gradi.Se ci rendiamo conto che tutto il calore che forniamo ad un appartamento serve solo a compensare le perdite di calore, allora cominceremo anche a pensare che un maggior rendimento del generatore serve principalmente a fini ecologici, per ridurre il consumo di risorse non rinnovabili, piuttosto che a ridurre la nostra spesa per il riscaldamento. Anche in questo caso, però, diminuire le perdite porta ad utilizzare meno risorse per riscaldarsi... quindi, meno spesa e meno costi ecologici. Gli stessi impianti solari con circuito primario a glicole, scambio di calore con acqua del circuito termosifoni e scambio finale con l'aria dell'appartamento, danno un rendimento bassissimo che non giustifica i costi: un pannello ad aria calda o un muro Trombè costano molto meno e scaldano di più.
SimoneBaldini Inserita: 7 novembre 2004 Segnala Inserita: 7 novembre 2004 Fin dai tempi dei romani si è applicata la tecnica dei muri ventilati sia per mantenere freschi gli ambienti d'estate che limitare le dispersioni d'inverno. Tutto il concetto è giusto e da applicare a situazioni nuove.Il problema italia o in generale mondiale è quello di accanirsi alla ricerca di una fonte rinnovabile. Molte sono queste fonti trovate quali il solare termico e fotovoltaico, l'eolico, il geotermico, ecc.. in sostanza sono tutte fonti provenienti dalla natura. Altra fonte è il recupero energetico da scarti di lavorazione, quali le caldaie a pellet ecc..Ma nessuno vede che la soluzione stà nell'utilizzare al meglio gli attuali combustibili. Come già citato da Paolo la soluzione stà proprio dalla qualità della fonte primaria. Sarebbe, e lo e', un suicidio utilizzare energia elettrica per scaldarsi. E' un po' come bruciare banconote per scaldarsi! Lo stesso concetto lo possiamo applicare al metano, utilizzarlo per estrarre calore è uno spreco inimmaginabile ma che nessuno vuole vedere. Tempo fa' la FIAT progetto un cogeneratore domestico il così detto TOTEM. Non era altro che un motore della vecchia 127 abbinato ad un alternatore e dove c'erano anche vari scambiatori di calore per il recupero del calore sia dei gas di scarico che dell'olio e acqua di raffreddamento del motore stesso. Questo progetto e' rispuntato poco tempo fa' alla fiera di milano e rifirmato Accorroni. Il concetto è che noi utilizziamo calore di scarto e produciamo energia elettrica (che potremmo vendere a buon prezzo) tutto senza utilizzare fonti nuove e/o stravolgere i consumi delle attuali fonti, tutto a beneficio delle emissioni di CO2 ecc... Come qualsiasi cosa, i soti su piccola scala sono ancora elevati, ma se il governo la smettesse di buttare soldi a favore di fonti che non hanno speranza economica e li concentrasse per meglio utilizzare le attuali fonti tradizionali, forse potremo sperare di vivere in un'italia migliore e competitiva.
Paolo Cattani Inserita: 7 novembre 2004 Segnala Inserita: 7 novembre 2004 Il bello è che, se è vero quanto dice Report su rai3 (potete leggerlo sul suo sito), pare che l'enel abbia da anni maggiorato le bollette per finanziare la ricerca sulle fonti rinnovabili, estendendola in seguito a quelle ALTERNATIVE, finanziando così, di fatto, tutte le centrali private che dimostrino intenti "ecologici", così ora ogni fabbrica si costruisce la sua centrale a cogenerazione. Inutile dire che in questo modo ci sono meno controlli, un grande guadagno per le aziende e nessun ritorno per noi utenti.
toifel Inserita: 8 novembre 2004 Autore Segnala Inserita: 8 novembre 2004 Grazie per le risposte competenti.La camera di gassificazione non e' in collegamento diretto con la canna fumaria, pertanto se il ventilatore e' spento i gas che vengono prodotti non hanno modo di uscire da nessuna parte. C'e da dire che il gas prodotto e' prevalentemente co, un gas che brucia solo se investito da aria comburente scaldata oltre 500º quindi spero che il rischio di esplosione sia scongiurato. Al momento del riavvio del ventilatore il CO viene costretto a passare attraverso le braci ed a passare nella fessura dove carburandosi con altra aria si incendia; prima che la temperatura dell'aria secondaria sia sufficente per innescare la combustione passano circa 20 minuti in cui la caldaia non lavora correttamente disperdendo in atmosfera incombusti, inoltre durante le pause la temperatura dell'acqua in caldaia scende e si forma condenza catramosa nelle superfici metalliche.X EnnebienneL'autonomia delle caldaie a legna non e' in relazione con la potenza. Anzi alcune marche propongono modelli con misure caratteristiche del magazino legna identici tra caldaie da 20.000Kcal/H e 30.000Kcal/h il che significa che inevitabilmente la carica della caldaia meno ptente dura di piu'. Ad esempio tra le caldaie da 34Kw la Kob ha un magazino legna da 185l mentre la Unirossi ha un volume di 98l. La potenza della caldaia indica solo la capacita' di elevare la temperatura dell'acqua in minor tempo. Le caldaie a metano o gasolio non necessitano di un accumulo perche' la loro elasticita' di funzionamento permette di avere rapidamente la temperatura desiderata e di manterla con altrettanta semplicita'.Supponi invece di aver indrodotto ed acceso mezzo quintale di legna secca (3500Kcal x 50 = 175.000Kcal) e che nel corso di poco tempo la richiesta di calore all'interno dell'abitazione non sia piu' quella che si presentava al momento dell'accenzione della caldaia:Che fai? Lasci che la caldaia vada in pausa per ore con inevitabile formazione di condenza ed inquinanti nonche' spreco di legna che nel frattempo si "cimisce" lentamnte.L'accumulo ti permette di stoccare comunque le 175000 kcal della legna e di utilizzarle quando ne avrai realmente bisogno. Esistono accumuli con serpentine di scambio ubicate a varie altezze per prelevare od immettere acqua a temperature differenti questo permette di avere la stessa elasticita' di funzioamento di una caldaia a metano.
SimoneBaldini Inserita: 8 novembre 2004 Segnala Inserita: 8 novembre 2004 Per toifel:Naturalemente non e' la potenza a determinare la durata ma il volume della camera e nel caso del modello in questione per avere un volume maggiore ho dovuto scegliere la taglia superiore con potenza superiore (non lo avevo scritto per la fretta e lo davo per sottinteso erroneamente).Dopo una pausa di 6 ore dove la cadaia non alimenta la combustione, alla ripartenza bastano circa 2-3 minuti per avere una fiamma ottimale e non i 20 min che dici tu. Alla prima accensione possono trascorrere circa 10-15 minuti per averla in temperatura (da 20°C a 60°C) anche perchè trascorsi 20 minuti se la caldaia non ha raggiunto i 60°C si spegne automaticamente (smette di alimentare d'aria la combustione).Il rischio d'esplosione esiste solo al momento in cui apri lo sportello della camera dove puo' avvenire una ottimale miscela tra gas comburente in camera e una repentina sovra alimentazione d'ossigeno dall'esterno.La condensa e' un grosso problema nelle pause, l'unica soluzione è usare legna piu' secca tipo tronchetti pressati ecc..Ti ripeto che io carico solo due volte al giorno la caldaia e alle volte una sola. Il mio impianto è a basso accumulo inerziale, in una settimana ho solo 10 minuti (solo nella bassa stagione) di sovratemperatura >90°C, il mio utilizzo lo posso definire il massimo dell'incostanza.Per 50 kg come scrivi avrai 175.000 kcal (la k è minuscola) diviso per una potenza massima di 30.000 kcal/h avrai una durata di 5,83 ore (escluso rendimenti anche se con 3500 kcal/kg credo che sia già considerato). Per stoccare 175.000 kcal in acqua con dT da 60 a 80 °C quindi di 20°C avreai bisogno di un accumulo di 8750 litri (8,75 mc d'acqua). Tralasciando le perdite che a 80°C sono notevoli pur avendo un ottimo isolamento, mi chiedevo dove pensavi di poterlo fare. Ti renderai conto che pur avendo un dT maggiore la situazione non cambia di molto. Tutto dipende anche dalla temperatura che tu hai bisogno agli utilizzi, pur ipotizzando pannelli a pavimento dove in bassa stagione hai bisogno di 30°C e stocchi acqua a 80°C il dT sarà di 50°C per cui 3500 litri d'acqua d'accumulo per le sempre 175.000 kcal. Praticamente un cubo da 1,5 metri semplificanto! Comunque devi non trascurare il fatto che per portare acqua ad 80°C il rendimento sarà minore, le dispersioni di distribuzione maggiori, ecc..Come ti ho già detto io non ho nessun problema a riempire la caldaia una volta al giorno, il problema è che pur riempiendola al massimo in alta stagione la carica dura per mezza giornata.E' vero che la caldaia continua a produrre calore lentamente, ma questo calore mi alimenta l'accumulo sanitario e mi mantiene a regime l'impianto (pronto all'uso). Al camino non rilevo una temperatura dispersiva praticamente non ci sono fumi il termometro non supera, a caldaia ferma, i 30 °C.Comunque non e' per critica, poichè io scrivo peggio, ma condensa si scrive con la S e non con la Z
toifel Inserita: 9 novembre 2004 Autore Segnala Inserita: 9 novembre 2004 Opss .... grazie per la correzione Volevo chiederti come reagisce la tua caldaia ad una pausa di 6 ore ... in particolare volevo capire se durante la pausa hai un consumo rilevante di legna. Tornando all'accumulo, e' vero che 175000 kcal corrrispondono ad 8750 litri con dT di 20º ma bisogna tenere presente il fatto che contestualmente alla fase di accumulo c'e' un consumo di acqua calda per alimentare i radiatori; ho notato che quando la legna finisce i radiatori si raffreddano nel giro di mezz'ora; pensavo che con l'accumulo potrei avere maggior autonomia soprattutto per il mattino presto senza dover scendere alle 6 per alimentare la caldaia.
SimoneBaldini Inserita: 9 novembre 2004 Segnala Inserita: 9 novembre 2004 La situazione è questa:la notte scorsa ho registrato -3°C esternila sera scorsa ho caricato la caldaia con 30 kg di legna alle ore 19.00questa mattina ho caricato la caldaia con kg 30 di legna verso le ore 7.40questa sera ho rifatto la carica con 35 kg di legna alle ore 20.00La caldaia non si spegne mai durante tutta la stagione salvo pulizie straordinarie e/o dimenticanze di caricarla.Alle volte brucio dei bancali pieni di chiodi che mi costringono a pulire la caldaia dai chiodi che si incastrano nelle fessure, oltre ad avere un residuo di ceneri maggiore.L'impianto va in pausa alle 23.59 e rimane senza richiesta (sia di riscaldamento che di sanitario) fino alle 6.00 dove contemporaneamente riparte il riscaldamento ambiente che il riscaldamento del sanitario.Il sanitario è un accumulo di 120 litri che lasciati a 50°C a mezzanotte alla mattina lo ritrovo anche superiore poichè di notte la caldaia scarica del calore in eccesso sul sanitario.La carica che eseguo la sera alle 19.00 alimenta il riscaldamento per ben 5 ore serali e 2 di mattina. Nella pausa notturna dove ormai i 5/7 di legna sono stati consumati, i 2/7 rimanenti non accusano evidenti consumi. La caldaia stessa nell'arco di una settimana va in sovratemperatura per una decina di minuti.Personalmente ho provato ad usare la caldaia anche nel periodo estivo solo per il sanitario ed ho visto che le dispersioni pareggiano il risparmio rispetto al metano. Quindi per deduzione se d'estate consumo 6 kg di legna al giorno dove invece dovrei consumarne 4 kg rapportato al risparmio invernale rispetto al metano, vuol dire che 2 kg vanno sprecati in dispersioni (24 ore in temperatura ecc..) perciò aprossimativamente e molto alla buona posso dirti che le mie dispersioni dovute al fatto d'avere una caldaia 24 h accesa, un'inerzia, una dispersione alla caldaia sono pari a 2kg al giorno su un consumo giornaliero medio di 35kg (sicuramente sono meno dato che d'inverno anche la caldaia a gas deve rimanere in temperatura per piu' ore rispetto all'estate dove si attiva solo nel frangente di tempo necessario a riportare il bollitore in temperatura). Direi ad occhio che d'inverno la dispersione è di 1kg su 35kg circa il 3% mentre d'estate lievita al 33% anche perchè la caldaia a legna è installata ad una decina di metri dal bollitore metre quella a gas ci stà sopra al bollitore.
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