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Ma A Voi....vi Risulta ?


Mirko Ceronti

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Un saluto a tutti i colleghi nonchè amici del Forum.

Mi sono sempre riproposto di porre all'attenzione dei frequentatori del forum un interrogativo che mi arrovella da quando appena quindicenne presi in mano la rivista di Sistema Pratico del marzo 1969.

Essa, assieme alle altre che possedeva mio papà giù in cantina, è la principale responsabile di quello che poi sono diventato, poichè mi ha "punto" iniettandomi copiose dosi di quel veleno che è stata poi la passione per questa disciplina.

Ma veniamo al dunque.

Nell'articolo viene presentato un "Dimmer" di allora, ben poco diverso da quelli di adesso, ma.....con una lampada al neon, al posto del più moderno Diac.

E fin qui, tutto OK, oggi conosco perfettamente le proprietà delle lampade al neon, anche se allora leggevo senza capirne una beneamata mazza, mi piaceva quello che poi promettevano che avrebbe fatto, e cioè poter regolare la luminosità della lampada come (allora) si regolava il volume della radio.

Oltre una certa soglia la lampada innesca e diviene conduttiva e sostituisce nelle sue funzioni quello che oggi viene assolto dal Diac.

Ma.....pur essendo io ora, che potrei spiegare a questi signori come funziona un Dimmer (ho perfino scritto un tutorial qui sul Forum) rimane una cosa che come fenomeno fisico mi è ancora sconosciuta, e quindi apposta ho aperto il Topic in questa sezione.
Nella pagina dove si intravede lo schema pratico di assemblaggio, sopra (che ho anche sottolineato) si legge che la lampada al neon non innesca se.....completamente al buio.

Ma è vero ? :huh:

A qualcuno che conosce senz'altro meglio di me la Fisica (per quanto io la ritenga la mia materia preferita dopo Elettronica ed Elettrotecnica) questo fenomeno gli risulta ?

Perchè io negli anni a venire, per quanti libri abbia poi macinato, non lo ho mai più letto da nessuna parte, e volevo sapere se è vero e perchè.

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Un anticipato ringraziamento a quanti parteciperanno a dissipare questo mio interrogativo.

Saluti

Mirko

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Riccardo Ottaviucci

forse qui trovi la spiegazione del fenomeno,dovuto all'influenza della luce sulla frequenza dei guizzi della lampada a neon quando viene innescata

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Modificato: da Riccardo Ottaviucci
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La pagina di quella rivista, che forse ho sempre anch' io da qualche parte
mi ha fatto esclamare
Bé mi tempi!
quando le prime volte era emozionante saldare qualcosa
che si vedesse senza il microscopio.
Da allora pian piano, per colpa anche del progresso... e che sarà?
Ho abbandonato l' hobby del saldatore della fisica dell' orto
e perfino della caccia :wacko:
m' è rimasto l' impegno quotidiano di ritrovare le chiavi della macchina,
tra le mille cose inutili nella casa,
diventata di loro!
Preferisco starmene fuori a canticchiare parole sulle panchine, coi merli i passeri
e i piccioni viaggiatori, per le novità.
Tornando al problema io proverei ridurlo ad un atomo solo,
messo nel centro allo spazio più grande tra due piccole armature,
facendo il caso di quando e come viene eccitato, ed emette fotoni,
e se interagisca o meno con altri fotoni venuti da fuori
...però buttando giù un po di formule
Modificato: da roberto1953
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Riccardo Ottaviucci

e perfino della caccia :wacko:

per quello hai fatto bene ! :thumb_yello:

...però buttando giù un po di formule

no,per carità... :blink:

Modificato: da Riccardo Ottaviucci
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Le formule le metto io vista l' esperienza precedente coi fotoni di cui sono ancora fresco :lol:
Nel problema semplificato ad un atomo solo, immagino di voler estrarre un elettrone dal catodo freddo,
e dunque mi occorrerebbe una certa energia di cui dico dopo,
di farlo attraversare l' interspazio vuoto e quindi l' orbita atomica, tramite le forze del campo elettrico.
Con energia tale che dall' orbita disturbata dal passaggio dell' elettrone
venga emesso un fotone monocromatico,
alla vista rosso, di frequenza 4,3 *10^14 Hz
...per cui solo per il fotone mi occorreranno:
essendo h*f=qe*v e quindi v=(h*f)/qe
qe=>carica elettrone=-1,6*10^(-19) C
h=> costante di planck= 6,62*10^(-34) j*s
f=> frequenza fotone rosso=4,3*10^14 Hz
==> v= [6,62*10^(-34)*4,3*10^14]/[1,6*10^(-19)]=1,77 V
Rimane dunque da aggiungere il potenziale di estrazione dell' elettrone, dal catodo
...che se questo elettrone viene espulso per l' effetto fotoelettrico provocato
dall' interferenza di una luce esterna lo posso risparmiare!
[Essendo quantico anche il potenziale di estrazione, come per l' effetto fotoelettrico, h*f=qe*v==>v=(h*f)/qe,
che per il potassio ad esempio, ho cercato i dati su internet, sarebbe diciamo di 2,3 V
portando il potenziale minimo
necessario a far innescare la mia lampada a:
1,77+2,3= 4,07 V]
...Insomma dai, una mezza idea uno qualunque se la può anche fare da se
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