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Scotch Elettricista Al Freddo Non Funziona


Messaggi consigliati

Inserito:

scotch elettricista al freddo non funziona.......................

voi dove lo conservate se il lavoro è in condizioni estreme ( circa 0 gradi)

visto che perde la sua tipica caratteristica di essere eccezionalmente elastico, modellante e adesivo?

Grazie


Maurizio Colombi
Inserita:

In tasca dei pantaloni!

Inserita:

ai miei lontani tempi di apprendista, in condizioni esterne estreme,eravamo in due a nastrare per periodi brevi, uno dei due lo teneva "confermo" al caldo in tasca dei pantaloni.

si nastrava a turni. una volta gelido diventava fragile come il vetro.

Inserita:

io addirittura utilizzavo il thermos.. si quello del caffè... riempito di acqua bollente e utilizzando il tappo di chiusura immergevo il nastro per un pò.....

eeee........tvualà il nastro si addomesticava come un gattino :lol:

...con la controindicazione che rovinavo il supporto in cartone, però per estremi rimedi ...... ;)

Maurizio Colombi
Inserita:

ai miei lontani tempi di apprendista

.... ma l'aveno già inventato, il nastro isolante ??? :roflmao:

Buon Anno, Adelino! :smile:

Inserita:

spiritoso!

in raffineria, la maggior parte dei cavi di potenza, 500v e 3kv era isolata in carta impregnata in olio, con guaine in piombo e doppio nastro in lamiera e per finire calza di juta catramata all'esterno

abbondava il nastro e i tubetti sterling. questo era quando ti andava male. quando invece eri fortunato esistevano i cavi in gomma e il nastro isolante normale.

in raffineria al nord oltre il gelo spesso ci dovevi mettere anche la nebbia. ricordo ancora bene la costruzione di un parco serbatoi di una raffineria nel nord italia d'inverno, comprese delle torri faro molto alte.

alla fine del lavoro bonificarono l'area dalle bottigliette vuote di grappa che riscaldava il corpo che riscaldava il nastro. :superlol:

il mio immaginario, come puoi capire, esalta il concetto di "lontani tempi".

Ciao Maurizio e

Buon Anno a tutto il forum.

Inserita: (modificato)

Magari una volta no, ma adesso esistono nastri isolati appositi per le basse temperature. Zero gradi sono tutt'altro che estremi! In Val d'aosta nella casa dove vado per le vacanze si toccano i -20 °C..

Mi permetto di segnalare lo scotch 22 della 3m che è adatto a temperature fino a -20 °C, mentre per posti più freddi c'è il nastro autoagglomerante scotch 23 sempre della 3m (adatto fino a -50). Ce ne sono ovviamente di altre marche ma non saprei il nome. Basta chiedere al grossista il prodotto adatto, sempre che lo abbia, perchè la tendenza è quella di tenere solo cose "normali".

Per le giunte in posti molto freddi si procedeva sempre con nastro isolante adatto e poi sempre una copertura con guaina termorestringente adatta, scaldata con il saldatore a gas portatile (quello tipo a penna, per intenderci) o con l'accendino.

Modificato: da Nanotek
Maurizio Colombi
Inserita:

Beh.... mi sembra un po' riduttivo, classificare lo

scotch 23

tra i nastri isolanti........

Inserita:

se non vado errato lo scotch 23 è un nastro autoamalgamante non adesivo che si utilizzava come riempitivo nella formazione dei terminali in MT. prima

dell'entrata sul mercato dei terminali preformati. Si amalgama con il calore. nella formazione dei terminali c'era la terna di nastri, 13, 23, 33.

13 semiconduttivo

23 riempitivo autoamalgamante

33 isolante finale considerato a 2Kv per strato.

questi erano considerati di lusso e riservati per la MT.

sopratutto il mitico 33.

Maurizio Colombi
Inserita:

..... e la trielina con gli stracci RIGOROSAMENTE bianchi.......

Che storie! Sembra fantascienza, ed invece è tutto vero!

Inserita: (modificato)

Beh.... mi sembra un po' riduttivo, classificare lo scotch 23 tra i nastri isolanti........

E' riduttivo.. ma qui si chiedeva cosa si usa con temperature basse e tra gli usi dello scotch 23 c'è quello..

E' un nastro autoagglomerante (col tempo forma un blocco di gomma), medio potere adesivo sull'isolante in gomma, se usato bene poi le giunzioni risultano a tenuta stagna addirittura anche in immersione. Bisogna solo prenderci la mano a usarlo.

Magari una volta erano di lusso, adesso sono una normalità (questi o prodotti equivalenti, anche se, lo ammetto, 3m è leggermente più cara delle altre marche, lo scotch 23 costa 20 € a rotolo..) per fare un buon lavoro.

Usarlo come riempitivo.. non l'ho mai usato così.. ma non mi sono mai occupato di media tensione. Cosa intendi come riempitivo ?

Modificato: da Nanotek
Inserita: (modificato)

I cavi di media tensione, nella parte terminale, hanno una forma particolare fino al capocorda.

questa forma e dimensione, dipende dalla tensione di lavoro e dalla dimensione del cavo.

Attualmente viene ottenuta preparando il cavo secondo una procedura predefinita dal costruttore del cavo che prevede

alla fine l'inserimento del capocorda e l'applicazione di un terminale prestampato in materiale adatto all'applicazione.

negli anni passati, alla terminazione veniva dato il profilo richiesto utilizzando dei nastri applicati in modo stratificato fino ad ottenere la forma

ingrossata secondo un profilo ben determinato. Il lavoro essendo tutto manuale veniva considerato riservato ad alti specialisti.

i nastri impiegati erano sostanzialmente tre. Il classico era, nastro 23 come riempitivo per costruire il profilo base della terminazione, sempre seguendo un disegno con le misure

dei profili. un breve tratto di nastro semiconduttore 13 per terminare il lamierino di schermatura verso la massima apertura della prima espansione.

(evito la spiegazione di dettaglio delle tematiche elettriche). Infine due o tre strati di nastro 33 sovrapposti al 30 o 50% come isolante finale.

come già detto tutto questo richiede cura, specializzazione e sopratutto molto tempo. Immagina di partecipare alla costruzione di una centrale elettrica di grosse dimensioni.

La distribuzione interna degli ausiliari di media tensione, trasformatori e grandi motori comporta diverse centinaia di terminazioni, considerando che anche i cavi tripolari sono terminati

in modo unipolare. Attualmente i terminali con forma prestampata e preformata hanno semplificato enormemente il collegamento dei cavi mt.

fermo restando i criteri di precisione meccanica e di pulizia nella preparazione del cavo.

ho problemi a linkare una immagine di un terminale nastrato

Modificato: da Adelino Rossi
Inserita:

Interessante, non sapevo di questa procedura che si usava in passato.

Adesso vedo che quelli che fanno le cabine MT, tolgono l'isolante, crimpano il capocorda con l'apposita pressa e poi il terminale di protezione isolante.

Sembra moooolto meno complesso di una volta!

Sarebbe interessante vedere qualche foto di terminali "nastrati".

Maurizio Colombi
Inserita:

Non è semplice trovare la foto di una testa nastrata, avevo un collega che fotografava tutte le teste che faceva, ma non c'è più........

Ne ho trovata in rete una "bruttissima".......

601047_275702689225774_1312289205_n.jpg

Adelino Rossi
Inserita: (modificato)

cavo terminale mt 10Kv nastrato.

(ci riprovo con la foto)

devo rivedere il setting del sito e delle foto

scusate

Modificato: da Adelino Rossi
Inserita:

Scusate ma lo spezzone di piattina che si vede uscire dalla nastratura a cosa serve?


Ah io comunque lo tengo in tasca durante l' inverno se son fuori a lavorare, altrimenti diventa inutilizzabile il normale nastro isolante.

Maurizio Colombi
Inserita: (modificato)

lo spezzone di piattina che si vede uscire dalla nastratura a cosa serve

E' la terra dell'armatura del cavo.

Un cavo di media, solitamente, è realizzato in questo modo:

cavo_mt.gif

la trecciola che vedi uscire dalla testa, è collegata allo "schermo" o "armatura" identificato con il numero 2 e va collegata a terra (escludendo il caso di tratte lunghissimè) solo da una estremità, anche se ci sono diverse scuole di pensiero e diverse affermazioni discordanti.

Modificato: da Maurizio Colombi
Inserita:

Ah grazie Maurizio immaginavo fosse così ma volevo una conferma. Buon anno a tutto il forum.

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