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PLC Forum


Motori Diversi Sotto Lo Stesso Inverter


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Inserito:

Salve a tutti,

qualcuno può aiutarmi a capire a che tipo di problematiche (se ce ne sono) si può andare incontro collegando motori di diversa potenza sotto lo stesso inverter.

Nico


Inserita:

sicuramente se non fai qualcosa di esterno per proteggere i tuoi motori puoi rischiare di bruciare i motori in qualsiasi momento senza che l'inverter se ne possa accorgere.

infatti se ne ha la capacità l'inverter eroga tutta la corrente che i motori richiedono.

Inserita:

Ciao Piero,

naturalmente in uscita dell'inverter ho un magnetotermico per ogni motore.

Non mi riferivo ha cosa bisogna fare a livello circuitale, ma se è una applicazione concettualmente errata e che problemi sui motori, o magari sull'inverter si possono verificare. Naturalmente aggiungo l'inverter in questione è opportunamente dimensionato in base alla sommatoria delle correnti dei motori, e naturalmente i motori hanno gli stessi RPM di targa.

Inserita:

nico1772,

in linea di massima puoi farlo.

Con i pochi dati che hai dato non si puo' essere piu' precisi.

Se poi hai motori da 1 MW e da 100 W insieme e cavischermati lunghi e risonanze sui cavi, questo andrebbe esaminato a fondo.

Ciao

Mario

Inserita:

Devi prendere un inverter di una taglia superiore rispetto alla sommatoria delle correnti dei motori

in quanto l'inverter deve fornire anche le correnti magnetizzanti.

Inserita:

Ciao Mario,

le potenze dei motori variano da 0,55Kw a 3Kw.

[in linea di massima puoi farlo]

Detto da te, mi fido!

Grazie a tutti.

Saluti

Nico

Ciao Pizzoccheri,

di solito è quello che faccio, anche se in maniera grossolana, cioè prendendo la taglia superiore a quella calcolata. Ma mi piacerebbe sapere se si può calcolare con buona precisione tutto ciò.

Inserita: (modificato)

Crao nico1772,

Ma mi piacerebbe sapere se si può calcolare con buona precisione tutto ciò.

Si puo'. Se calcoli proprio tutto, puoi usare un inverter con uscita 10 A per comandare motori con correnti 2+3+1+4 A.

Se dimentichi qualcosa di importante nelle valutazioni, devi mettere un inverter con una taglia o due taglie in piu'.

P.S.: se vogliamo essere competitivi non dobbiamo dimensionare il motore con lo spannometro e l'inverter "un tot" piu' grosso.

Peccato che oggi praticamente tutti investono tempo nella trattativa sullo sconto e non dedicano il tempo necesssario al corretto dimensionamento, anche per l'ottimizzazione energetica. Risultato: un lavoro come il mio - negli USA lo chiamano "specifying consultant" - qui sparisce, sostituito da freschi venditori/acquisitori bravissimi a discutere di sconti. Ci avremo guadagnato? Io no di certo!

Ciao

Mario

Modificato: da Mario Maggi
Inserita:

Ciao...in linea di principio un inverter di tipo VSI (la stragrande maggioranza) si comporta come un generatore di tensione (acronimo VoltageSourceInverter) e quindi se ti preoccupi di limitare le correnti "a valle" sei a posto esattamente come nell' utilizzo della tensione di rete.

Purtroppo gli azionamenti in alternata + evoluti dispongono di loop di regolazione della corrente di uscita e possono "reagire" con distorsioni sulle forme d' onda prodotte dipendenti dalla natura del carico.

Non ci si dovrebbe pero' preoccupare molto di questi fenomeni, per lo piu' marginali, specialmente se usi solo motori asincroni;-)

Si puo' ricondurre la sommatoria dei carichi ad un unico modello R-L equivalente e con questo dato tarare il loop di corrente...usa un normale azionamento V/f e non un controllo vettoriale di flusso, pero!

Inserita:
usa un normale azionamento V/f e non un controllo vettoriale di flusso, pero!

Giusto! Imperdonabile dimenticanza!

Ciao

sonoilmarioanchio

Inserita:

ehhhmmm...ok, ho un nick certo bizzarro, ma lo uso da un sacco di tempo...se dovesse generare ambiguita' con altri nomi del forum...I' sorry...

Inserita:

Ricorda di aggiungere in uscita all'inverer un' induttanza.

Di solito la mettiamo quando i motori sono superiori a 2.

ciao

Inserita:

Fai attenzione.

Se usi motori normali, non costruiti per funzionamento con alimentazione da inverter, potresti trovare la sgradita sorpresa che i picchi di extratensione che si vengono a generare, facciano avvenire scariche nelle prime spire degli avvolgimenti.

Questo inconveniente non è facilmente diagnosticabile.

Intervengono le protezioni elettroniche dell'inverter.

Se però alimenti il motore da rete funziona correttamente.

Ciao.

Vittorio

Inserita:

Vict,

Se usi motori normali, non costruiti per funzionamento con alimentazione da inverter, potresti trovare la sgradita sorpresa che i picchi di extratensione che si vengono a generare, facciano avvenire scariche nelle prime spire degli avvolgimenti.

Vero, ma per tutti gli azionamenti con inverter in generale. In questo post si parla solo di motori di potenze diverse sotto lo stesso inverter. L'isolamento rinforzato in prima cava e altri accorgimenti non sono adottati solo se i motori sono di diversa potenza.

Ciao

Mario

  • 1 month later...
Inserita:
naturalmente in uscita dell'inverter ho un magnetotermico per ogni motore

Mi permetto di sconsigliarti l'uso di protezioni magnetotermiche sotto l'inverter.

Io metterei solo la termica.

In passato ho avuto problemi di riscaldamento dei magnetotermici sotto inverter.

Credo fossero causati dal riscaldamento della magnetica che poi mi causava lo scatto termico.

Sicuramente qualcuno avrà una spiegazione a questo problema che del resto interessa anche me!

Ciao!

Inserita:

In questi casi, installo dei relè termici (solo termici), però attento che se usi una frequenza di switching alta (12-16 KHz) potresti avere degli scatti ingiustificati dei termici. Quindi imposta freq switching 6-8 KHz.

Inserita:

Sotto inverter la protezione più sicura, anzi l'unica sicura, è la pastiglia termica del motore. Le termiche e i magnetotermici hanno, come protezione termica, l'immagine termica del motore che è teorica. mentre la pastiglia termica invece misura la temperatura reale del motore.

  • 4 weeks later...
Inserita:

Permettete l'ulteriore domanda.

Ma dovendo pilotare (facciamo esempio) tre motori con unico inverter, loop di regolazione PI con i tre motori parallelati, come si comporta l'azionatore a giri variabili in caso di disservizio di uno solo dei tre (3) motori? Ho motore (più relativa pompa) di scorta accanto, come posso gestire il sistema?

Grazie

Paolo

Inserita:

Primo. I tre motori azioneranno un qualche dispositivo, sembra di capire che sis tratti di pompe. Se l'inverter è unico l'anello di regolazione potrà regolare un solo motore(pompa), gli altri due gireranno */- alla velocità del motore controllato in anello chiuso. Oppure, molto brutto, la regolazione si effettua sul totale dei tre motori. In questo case c'è il rischio che due facciano i lazzaroni ed il terzo debba fare più lavoro del dovuto.

Secondo. Uno dei tre motori si guasta, se l'impianto è stato ben progettato, è possibile sezionare il motore in avaria e l'inverter alimenterà solo i due motori funzionanti.

Terzo. Se si ha un gruppo motore-pompa di scorta, sempre con la premessa del punto precedente, sarà sufficiente escludere il motore guasto ed inserire il motore di scorta. L'operazione dovrà essere effettuata con tutti i motori fermi. Voledendo effettuare il cambio "al volo" è necessario dispore di un inverter di lancio e del relativo circuito di sincronizzazione. Oppure disporre di un inverter decisamente sovradimensionato da sopportare anche l'extracorrente richiesta dall'inserimento di un motore fermo.

  • 3 weeks later...
Inserita:

C'è da tener presente inoltre che, se interviene una protezione quando il motore lavora a bassa frequenza, potrebbero aversi dei problemi sui contatti dell'organo di manovra che interrompe il circuito elettrico. Infatti, frequenze al di sotto dei 10 Hertz sono quasi prossime alla continua e l'arco sui contatti non si spegne tanto facilmente. Se si lavora in queste condizioni sarebbe opportuno usare contattori per impiego in corrente continua. E meglio ancora sarebbe, per quanto possibile, utilizzare le protezioni elettroniche interne dell'inverter stesso prima di comandare l'apertutra del contattore d'anello.

Vittorio

emanuele.croci
Inserita:

Questa è un'osservazione abbastanza intrigante.

Sicuramente è una buona cosa seguire il consiglio di fermare l'inverter prima di aprire il contattore (NON FARE CIO', anche a 50Hz, può portare a danni all'inverter e comunque è operazione sconsigliata dai costruttori...)

Che sia NECESSARIO farlo o che si debbano usare contattori per la tensione continua non lo so, in virtù del fatto che l'inverter, lavorando sul rapporto V/f, per frequenze prossime alla continua eroga anche voltaggi molto bassi e quindi il problema dell'arco per me non sussiste.

(Problema che se per assurdo avessi 400 volt a 0 Hz sarebbe molto importante e provocherebbe pirotecniche fiammate ad ogni apertura del contattore)

comunque non sono sicuro di tutto ciò, il parere di più esperti in materia è bene accetto...

Ciao, Emanuele

Inserita:

Caro Emanuele,

l'inverter, lavorando sul rapporto V/f, per frequenze prossime alla continua eroga anche voltaggi molto bassi e quindi il problema dell'arco per me non sussiste.

La quasi totalita' degli inverter a frequenza variabile funziona a tensione di bus DC costante. Questo significa - spannometricamente, per far capire il concetto - che se hai 400 V a 50 Hz avrai anche 40 V a 5 Hz.

Per ottenere 40 V pero' non abbassi veramente la tensione, ma eroghi 400 V per un decimo del tempo e 0 V per nove decimi del tempo. La media e' di 40 V, ma la tensione che fa scoccare l'arco e' sempre 400 VAC !

Quindi e' assolutamente indispensabile inibire lo stadio finale (alcuni inverter hanno un comando diretto per il blocco dei gate, proprio per evitare ritardi), a qualsiasi frequenza di uscita.

Ciao

Mario

Inserita:

Ma il contattore "vede" i 10Hz o i [dipende dall'inverter]kHz della portante PWM?

Inserita:

Caro Francesco,

Ma il contattore "vede" i 10Hz o i [dipende dall'inverter]kHz della portante PWM?

Dipende dall'induttanza del circuito | condensatore DC bus>reattanza DC bus>uscita inverter>cavo motore>motore |

A induttanza zero (= circuito aperto) vedi la portante (esempio: 10 kHz)

A induttanza medio-bassa (condizione normale) vedi i 10 Hz con sovrapposta la portante

A induttanza elevata (rara) vedi quasi esclusivamente i 10 Hz.

Ciao

Mario

emanuele.croci
Inserita:
Quindi e' assolutamente indispensabile inibire lo stadio finale (alcuni inverter hanno un comando diretto per il blocco dei gate, proprio per evitare ritardi), a qualsiasi frequenza di uscita.

...e se uno non lo fa e apre direttamente il contattore, che succede ? scocca un arco o si rompe l'inverter?

Ciao, Emanuele

Inserita:

Caro Emanuele,

...e se uno non lo fa e apre direttamente il contattore, che succede ? scocca un arco o si rompe l'inverter?

l'elettronica e' una scienza statistica, non una scienza esatta.

Scocca l'arco e l'inverter ha piu' probabilita' di rompersi, ma non e' detto. Ancora, dipende molto dall'induttanza del circuito. Prima avevo dimenticatoi di citare l'eventuale induttanza in uscita.

Ciao

Mario

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