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Fusibile 10A, Multimetro Gbc Kdm-360Ctf


gas_gas

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Buon giorno.

Per qualche ragione il sopracitato strumento GBC KDM-360CTF

ha pensato bene che fosse il caso di mandare nel paradiso dei fusibili entrambi i fusibili montati.
Per quanto riguarda quello da 250mA sicuramente è colpa mia, invece per quanto riguarda quello da 10A

non riesco a spiegarmelo (visto che non mi è mai capitato di misurare correnti superiori ai 4A).

In ogni caso, il fusibile da 10A che ho rimosso riportava la dicitura 600VDC, mai incontrata prima (ed apparentemente difficilmente reperibile).
Dal momento che senza sforzare troppo l'immaginazione posso arrivare alla conclusione che i fusibili
(classici, ergo non rigeneranti, ecc...) aprano il circuito quando assorbono una determinata potenza,
mi viene il dubbio che se sostituissi il suddetto fusibile con uno da 10A e 250V (molto più facile da reperire) questo fonderebbe prima del fondo scala (10A).

Purtroppo non mi intendo molto di circuiti stampati e faccio fatica a seguirli e le mie nozioni, per quanto riguarda i componenti,
sono ad un livello base, so riconoscere la maggior parte delle resistenze, condensatori ed induttori, alcuni diodi e transistor,
ma non vado oltre.

L'interrogativo è quello sopra esposto: secondo voi un fusibile da 10A 600V l'hanno messo per bellezza, oppure con cognizione di causa?

Nota: il fusibile da 10A rimosso è in ceramica, cilindrico, da 6x32mm

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hanno messo il fusibile da 600V perchè più o meno quella è la tensione massima misurabile, ed il fusibile a quella tensione deve essere in grado di spegnere l'arco... se lo metti da 250V problemi non ne hai, devi solo stare attento quando andrai a misurare correnti su circuiti alimentati a tensione superiore... (penso mai)

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Grazie mille.
Si in effetti è difficile che debba utilizzare tensioni dell'ordine di centina di Volt.

Comunque penso che pure loro (GBC) non avessero le idee molto chiare, visto che nel manuale di istruzioni è specificato che il fusibile da 10A sia da 500V.

Modificato: da gas_gas
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no, le idee le avevano chiare, ma presumibilmente si trovavno una partita di fusibili da 600V... nel loro caso se li sostituiscono con caratteristiche superiori (non di certo per la corrente di intervento) non ci sono problemi

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secondo voi un fusibile da 10A 600V l'hanno messo per bellezza, oppure con cognizione di causa?

Il fatto che quel multimetro supporti misure di corrente con tensioni fino a 500V, come stampato anche sul corpo dello strumento, mi fa pensare che sia stata una scelta fatta con cognizione di causa

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secondo voi un fusibile da 10A 600V l'hanno messo per bellezza, oppure con cognizione di causa?

Se avessero messo uno da 10 A 400 V , sarebbero in tanti a farle causa , anche se la differenza è minima .....

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  • 3 weeks later...

Mi scuso con tutti se ci ho messo un po' a rispondere (come potete notare dal mio numero messaggi non sono esattamente un abitué del forum).

Quando ho detto "...l'hanno messo per bellezza..." ovviamente intendevo esattamente quanto detto da @sx3me nel #4.

si, tutti quelli ai quali scoppiava il tester inserendolo nella presa in A biggrin.png

Questa parte invece mi ha incuriosito, intendi scoppiare nel senso: il fusibile si brucia, apre il circuito e "tutte le misure che passavano da li, diventano zero"; oppure qualcosa di più potenzialmente pericoloso?
(se la risposta è la seconda, seriamente non me lo aspettavo)

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intendi scoppiare nel senso: il fusibile si brucia, apre il circuito e "tutte le misure che passavano da li, diventano zero"; oppure qualcosa di più potenzialmente pericoloso?

in teoria se il fusibile è dotato del giusto potere di interruzione si brucia ed altri danni non ce ne sono... in pratica non sempre è così e molti hanno riportato serie lesioni anche con tester professionali facendo "errori" del genere.. :(

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si, tutti quelli ai quali scoppiava il tester inserendolo nella presa in A biggrin.png

tutti quelli i quali ponendo lo strumento nella portata amperometrica ficcano i puntali nella presa di corrente di casa...

non ho mai provato, ma credo il botto sia assicurato! E come dice Darlington puoi anche farti male!

Comunque questo non centra nulla, riprendeva solo la battuta di gabri-z:

Se avessero messo uno da 10 A 400 V , sarebbero in tanti a farle causa , anche se la differenza è minima .....

insomma, in quel caso il malcapitato si potrebbe appigliare a tutto pur di ottenere un risarcimento per la sua stupidità/incuria/distrazione

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insomma, in quel caso il malcapitato si potrebbe appigliare a tutto pur di ottenere un risarcimento per la sua stupidità/incuria/distrazione

In tutte le nazioni civili, tranne l'Itallia, i processi per danni si concludono nel giro di pochi mesi ed i magistrati sono inclini a "punire" i costruttori che non hanno fatto tutto il possibile per prevenire i possibili danni da manovre errate o da uso improprio.

In alcuni casi è sufficiente un'etichetta di avviso, in altri è necessaria qualche protezione in più.

In molti paesi le confezioni in cui sono contenuti anche strumenti da pochi soldi, riportano ben evidenziate, le avvertenze in ordine ai pericoli di un uso improprio dello strumento, specificando che dovrebbe essere usato da persone istrite e consapevoli dei rischi.

Pensa alle coseguenze nefaste che potrebbe avere un puntale danneggiato con cui vai a misurare la tensione di rete.

Qualche mese fa mi è capitato un singolare incidente.

Possiedo un phon che funziona benissimo nonostante abbai più di 10 anni di anzianità di servizio. Il cavo di alimentazione si era danneggiato internamente in prossimità della spina. Esternamente era integro, mentre l'isolante dei 2 fili era danneggiato. Un giorno mentre inserivo la spina nella presa ha fatto cortocircuito e la sfiammata ha ustionato leggermente il dito indice della mano destra.

Eppure tutte le protezioni previste c'erano ed erano funzionanti. E' bastato il tempo d'intervento della protezione magnetica per avere la sfiamamta.

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In molti paesi le confezioni in cui sono contenuti anche strumenti da pochi soldi, riportano ben evidenziate, le avvertenze in ordine ai pericoli di un uso improprio dello strumento

e non solo... riportano anche i pericoli da uso improprio della stessa confezione!!!

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Possiedo un phon che funziona benissimo nonostante abbai

L'importante è che abbai solo quando lo usi, sennò sai che tortura per le orecchie :superlol:

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Signori, avete decisamente aumentato la mia balbettante cultura e di ciò vi devo ringraziare.
Di contro:
ora lo sperimentale che è in me muore dalla voglia di vedere "esplodere" uno o più fusibili a basso amperaggio (sotto i 10A);
mi chiedo a cosa possa servire un fusibile che fondendosi provochi più danni all'apparecchio (es. tester), di quando non farebbe un banale filo di rame del giusto diametro (che non fonderebbe).

Un altro interrogativo, fermatemi se vado in OT, potrebbe essere: se i fusibili da elettronica siano prodotti principalmente o solo nei paesi asiatici; oppure se tale produzione sia appannaggio anche europeo.

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mi chiedo a cosa possa servire un fusibile che fondendosi provochi più danni all'apparecchio

Il fusibile serve per proteggere il tester durante le misure amperometriche! Se tenti di misurare 15A il fusibile da 10 si brucia, tu non devi gettare via il tester e non rischi che prenda fuoco.

Se fai una misura in volt con il tester in ampére allora il fusibile può non servire a niente. Dipende dalla disponibilità di corrente istantanea che c'è a monte.

Ma il secondo caso non rientra tra l'uso normale dello strumento, mentre il primo si.

Le misure amperometriche le fai mettendo il tester in serie all'apparecchio da misurare, e con il tester in ampére le due boccole sono un percorso a resistenza di poco superiore a quella di uno spezzone di filo.

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Ho il sospetto che tu non abbia compreso la mia affermazione, è colpa mia ho lascito troppi "sottintesi".

Intendevo: se per caso il fusibile bruciandosi dovesse esplodere (l'esempio dei fusibili di bassa qualità), se l'esplosione dovesse arrivare a danneggiare l'operatore, immagino che anche la scheda sulla quale fosse montato potrebbe subire danni.
Se ciò dovesse succedere, il fusibile esploso si dimostrerebbe di dubbia utilità (minore di un collegamento che non fondendosi, causasse danni al tester, ma non all'operatore).

Che ciò possa succedere durante una misura di corrente e non di tensione è ovvio, in primo luogo a seguito delle differenze in termini di ordine di grandezza tra la resistenza interna in modalità voltmetro e modalità amperometro. (l'avevo dato per scontato)

In più i multimetri digitali che ho visto fin ora utilizzavano la protezione "fusibile classico" solo per le misure di corrente e qualche altro optional, mentre le misure di tensione impiegavano i fusibili auto rigeneranti (ricordano vagamente nell'aspetto dei condensatori, ma anzi che essere piatti sono sferici).
Quindi "esagerando" una misura di tensione il fusibile da 10A non resterebbe interessato.

Comunque la mia affermazione è valida solo nel caso in cui il fusibile bruciandosi arrivi ad esplodere.


Modificato: da gas_gas
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Quando sx3me parlava di "tester scoppiato" era una metafora, non è che il tester o il fusibile esplodono come un panetto di plastico, però in certe situazioni (tipo misurare la presenza della tensione su sbarre di contatti che nominalmente portano qualche migliaio di A, con il tester settato per errore in amperometrica) ne scaturisce un arco voltaico tanto forte da produrre lesioni all'operatore, fusibile o non fusibile.

In quel caso il fusibile salva (forse) lo strumento, ma non i puntali e sopratutto non l'operatore.

Un fusibiletto da 10A, se anche dovesse esplodere non provoca certo danni... anzi capita spesso, ultima volta a me con un plasma, che aveva problemi ad un alimentatore... cambio il fusibile di rete, attacco la spina... pum! perché ne ho usato uno con contenitore in vetro e non uno ad alto potere di interruzione.

Ma la rottura di scatole più grande è stata estrarre le schegge di vetro che erano cadute dentro il televisore.

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Intendevo: se per caso il fusibile bruciandosi dovesse esplodere (l'esempio dei fusibili di bassa qualità), se l'esplosione dovesse arrivare a danneggiare l'operatore, immagino che anche la scheda sulla quale fosse montato potrebbe subire danni.

Se si esclude che un terrorista abbia sostituito il fusibile con una cartuccia di esplosivo ad altissimo potenziale, la bruciatura di un fusibile anche di pessima qualità, non arriva a provocare danni all'operatore.

Ovviamente escludendo che l'operatore usi il tester per misurare, con portata in corrente, la tensione di una linea a 150 kV! Ma in questo caso i gui inizierebbero già prima che si riesca ad avvicinare il puntale alla linea. :toobad:

Un fusibile ha 3 parametri che lo distinguono: la corrente di fusione, la tensione di isolamento ed il potere di interruzione.

La corrente di fusione è caratterizzata da un curva dove il tempo di fusione è funzione della corrente circolante. Maggiore è la corrente circolante, rispetto al valore nominale, minore sarà il tempo impiegato per fondersi.

La tensione di isolamento dipende dal materiale isolante e dalle dimensioni fisiche del fusibile. Questo vale per il fusibile a se stante. Montato sul suo porta fusibile entrano nel calcolo anche le caratteristiche dielettriche del porta fusibile.

Il potere di interruzione è il valore massimo di corrente che può interrompere. Superato questo valore la fusione del fusibile può trasformarsi in una saldatura dei reofori. Se questo valore è di fondamentale importanza per un interrutore automatico (saldatura dei contatti con conseguente incapacità di aprirsi) lo è molto meno per un fusibile. In genere il potere di interruzione di un fusibile è molto maggiore della capacità di corrente dei reofori di collegamento.

Per tensioni e correnti maneggiabili con un normale tester, anche nel caso più sfortunato, la bruciatura del fusibile può al massimo provocare una esplosione del vetro con annerimento delle parti di circuito poste in prossimità del tester.

Modificato: da Livio Orsini
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