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Valore Potenziometro Per Inverter In Parallelo


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Inserito:

Ciao a tutti,

ho un dubbio molto banale.

Ho un inverter Omron (serie V1000), il cui valore consigliato del potenziometro è da 2,2kohm.

Ora io devo collegare allo stesso potenziometro due inverter per pilotarli con il medesimo riferimento. Mi chiedevo se il potenziometro esatto da utilizzare è sempre lo stesso, oppure bisogna metterne uno con valore doppio..

Grazie

Ciao

claubo


Inserita:

Sarebbe meglio usare un potenziometro doppio, ovvero 2 potenziometri con un unico albero di comando.

Inviare il medesimo potenziometro ai 2 inverters non lo consiglio.

Meglio mettere un amplificatore di separazione tra potenziometro ed i 2 inverters.

Inserita:

Se non hai altre alternative ti consiglio di mettere in comune gli zeri del riferimento analogico dei due inverter e portarli al CCW del potenziometro, in comune i due ingressi e collegati allo slide del potenziometro e il CW del potenziometro lo colleghi al riferimento +10V di solo uno dei due inverter.

Inserita:

Non va bene comunque.

Se chiedono 2.2 k per pilotare un inverter, per pilotarne 2 di inverters sarebbe necessario usare un potenziometro da 1 K. però è da verificare se il +10 V dell'inverter può fornire senza problemi i 10 mA necessari.

Inserita:

Grazie Livio, infatti ho fatto alcune ricerche e secondo me il limite stringente è sulla corrente assorbita dall'ingresso analogico.

Per il V1000 vedo che è 20mA, quindi il dimensionamento andrebbe fatto su quest'ultimo dato.

Credo che si possa fare il circuito equivalente degli 'N' inverter posti in parallelo per calcolare precisamente il valore di resistenza, da buon elettronico potrei provarlo.

Qualcuno hai mai provato a farlo o esiste qualche documento che spieghi un conto simile?

garzie

ciao

Inserita:

Livio non concordo.

Sul datasheet della macchina trovo che il pin V+ che genera il riferimento può erogare sino a 20mA. Il piedino A1 che è l'ingresso del segnale ha una impedenza caratteristica di 20Kohm quindi nel caso peggiore andrei ad assorbire dal riferimento 0.5mA.

Mettendo due ingressi in parallelo avrei quindi 1mA di corrente assorbita.

Assumendo di mettere un potenziometro da 2,2kohm avremmo quindi un assorbimento massimo di 5.5mA calcolati.

Mentre scrivo vedo che anche claubo ha trovato lo stesso datasheet.

Cordialità

Inserita: (modificato)
Livio non concordo.

E fai male, molto male. :smile:

Non è una questione di correnti, ma di impedenze.

Il potenziometro non è altro che un partitore con rapporto variabile in funzione della posizione del cursore.

Però in parallelo ad u ramo del partitore si pone un carico verso lo zero.

Se l'impedenza del carico è molto maggiore del valore del potenziometro l'impedenza risultante è di poco inferiore a quella del potenziometro anche quando il cursore coincide con il massimo della corsa.

Se l'impedenza del carico diventa comparabile con quella del potenziometro, la sua influenza non è più trascurabile ed il rapporto di partizione non avrà più una corrispondenza (quasi) lineare con la posizione del cursore .

Si consiglia un potenziometro da 2.2k per uningresso con impedenza da 20 k; ovvero il potenziometro ha una resistenza che è 1/10 dell'impedenza d'ingresso; pertanto l'influenza dell'impedenza d'ingresso sul potenziometro è accettabile

Se provi a verificare il partitore che si forma ti accorgerai che comunque c'è una non linearità nella corsa del potenziometro.

Se metti due ingressi sul medesimo potenziometro il carico passa da circa il 10% a più del 20%.

Con questo carico il potenziometro "spancia", ovvero non è più lineare nella sua corsa.

Lo "spanciamento" era un fenomeno ben conosciuto dai vecchi tecnici analogici, che infatti facevano largo uso di potenziomentri a basso valore resistivo, quando si doveva dare un riferimento multi convertitore. Su vecchi impinati per avere un minimo di liearità si arrivava a mettere un bel potenziometro multigiro da 500 ohm, che alimentato a 10 V dissipava 200 mW, quindi siusavano potenziometri a filo in grado di dissipare 0.5 W. Ora che si usano sempre più riferimenti numerici, si è persa la sensibilità epidermica per simili fenomeni, quando, addirittura, proprio si ignorano. :smile:

Per tornare ad avere una linearità decente bisogna usare un potenziometro da 1 K, cos' si ritorna ad un carico del 10%.

Se l'uscita di riferimento può erogare 20mA e non ci sono altri carichi sul 10V si può usare un potenziometro da 1k.

A meno che uno se nefreghi di avere una parvenza di linearità, tanto basta che il motore giri. :(

Modificato: da Livio Orsini
Inserita:

Ok bene Livio detta così mi piace. :smile:

Ne avevo fatto una questione di "compatibilità" del sistema, sul discorso linearità concordo assolutamente con te ma, credimi, avevo deciso a priori di non considerarlo come dici te tanto basta che il motore giri.

Mi rendo conto che non è corretto e che tecnicamente era da specificare lasciando a claubo la valutazione se importante o meno.

Come dici tu oramai i riferimenti si passano o via seriale oppure anche analogici ma con uscite da plc o convertitori che "bufferizzate" non danno luogo a simili inconvenienti.

Da parte mia il confronto su queste tematiche è sempre interessante ed istruttivo.

Cordialità.

Inserita:

Grazie per le informazioni.

Quindi se capisco bene il potenziometro esterno e l'impedenza dell'inverter vengono viste in parallelo. Mi stavo creando un modello equivalente in cui le avevo messe in serie e qualcosa non tornava.

Se quindi avessi 3 inverter in parallelo con impedenza da 20 kohm, l'impedenza equivalente sarebbe pari a un terzo (circa 6k ohm); a questo punto per avere la linearità metterei una resistenza da circa 600 ohm.

ciao

Inserita:
a questo punto per avere la linearità metterei una resistenza da circa 600 ohm

Con questo valore il potenziometro comincia a dissipare parecchio. Meglio "bufferizzare" con un ampli a guadagno unitario, in alcuni inverter si trovano ancora queste opzioni, altrimenti si usa una scheda esterna.

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