beonardo Inserito: 13 febbraio 2016 Segnala Inserito: 13 febbraio 2016 All’ingresso di un ricevitore OC con reazione è richiesto un mosfet 40673 Siccome mi è risultato difficile trovarlo dai rivenditori in zona , ma anche nei siti vendita online non ne vedo Chiedo consiglio con quale altro tipo potrei sostituirlo di facile reperibilità Grazie
dott.cicala Inserita: 13 febbraio 2016 Segnala Inserita: 13 febbraio 2016 Ciao, stai costruendo un altro rx di Elettronica Pratica? Magari quello multigamma? Comunque il 40673 si trova ancora....guarda qui http://www.ebay.it/itm/40673-TO-18-N-channel-MOS-FET-VHF-RCA-/381431726151?hash=item58cf1a4047:g:gwgAAOSwu4BVp-Vs Sarebbe posibile sostituirlo con il BF960- BF966S - BF981 ecc ecc
beonardo Inserita: 14 febbraio 2016 Autore Segnala Inserita: 14 febbraio 2016 Grazie Stefano se pensi che questi BF960- BF966S - BF981 possano andar bene vedrò se il negozio qui vicino c'e li ha , se no anche se di malavolgia per via dei costi aggiuntivi di spedizione ordinerò il 60473 all'indirizzo da te fornitomi. Grazie Ciao .
dott.cicala Inserita: 14 febbraio 2016 Segnala Inserita: 14 febbraio 2016 Ero sicuro che fosse questo Lo avevo costruito anch'io...nel 1984.....e il mosfet era difficile da trovare anche allora, tanto che telefonai alla rivista e mi diedero il recapito di un rivenditore dove ordinarlo. Pagamento anticipato con vaglia postale. Ricordo che costava 6500£ e ne ordinai due....a quei tempi 13000£ per due transistor erano bei soldi. Uno mi si bruciò saldandolo...il secondo lo saldai col saldatore staccato dalla rete e il ricevitore funzionò al primo colpo. Si può senz'altro sotituire con il BF960-966-981 tenendo conto della piedinatura e del contenitore che è diverso è probabile che con i BF si debba diminuire la R3 dagli attuali 150K a 100-120K E' un ricevitore molto carino e i disegni di Elettronica Pratica erano dei piccoli capolavori, degni di essere ricordati
sx3me Inserita: 14 febbraio 2016 Segnala Inserita: 14 febbraio 2016 13.000 sterline sono un capitale anche oggi
Livio Orsini Inserita: 14 febbraio 2016 Segnala Inserita: 14 febbraio 2016 Si peccato che il simbolo "£" indichi sia la lira italiana che la la lira sterlina. Lira significa libbra e fa riferimento all'antico valore in oro della moneta. la prima lira italica era d'oro e di peso pari ad una libbra, così come la sterlina originale, tanto che viene chiamata ancora oggi "pound".
gabri-z Inserita: 14 febbraio 2016 Segnala Inserita: 14 febbraio 2016 Della lira italica non lo so , ma la sterlina si riferiva al valore in argento ( ho letto stamattina dopo il messaggio di Michele , che ero curioso )
Livio Orsini Inserita: 14 febbraio 2016 Segnala Inserita: 14 febbraio 2016 No facevan tutti riferimento all'oro compresi i talleri austiaci (celebre il tallero di Maria Teresa), il franco francese, il rand sudafricano (che teoricamente è ancora in corso), il peso messicano ed il $ USA; il $ ha mantenuto la parità sino alla fine degli anni '50. Tra l'altro ne ha anche accennato recentemente, di sfuggita, un TG serale mentre spiegava il valore dell'oro come ben rifugio. Oggi, se depuri il valore dell'oro dalle fluttuazioni mmentanee come le attuali, con un certo quantititavo di oro comperi la medesima quantità di merci che potevi acquistare all'inizio del secolo scorso. La moneta europea in argento era il Marco tedesco. Gli USA hanno coniato 1/2 $ d'argento; ll'ultimo conio credo fosse quello che ha il profilo di JFK, di cui ne ho un esemplare, così come negli anni '50 la zecca Italica coniò dei pezzi da 500£ in argento, che io spesi stupidamente da ragazzo. Ne conservo solo un paio.
gabri-z Inserita: 14 febbraio 2016 Segnala Inserita: 14 febbraio 2016 Dato che non lo sapevo , sono andato a cercare qui : Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Quote Il simbolo di sterlina ("₤" o in seguito "£", più diffuso nel Regno Unito) è ilsimbolo per la sterlina britannica ((EN) pound) – la valuta del Regno Unito. Lo stesso simbolo è (o è stato) usato in altri paesi e territori per valute con lo stesso nome. (Ma esistono anche paesi la cui valuta si chiama "the pound", ma che non usano il simbolo £.) Entrambi i simboli derivano dalla parola latina librum (libbra), l'unità base romana di massa (ca. 0,329 kg), che a sua volta deriva dalla parola latina per bilancia. Pound divenne un'unità di massa britannica e la moneta fu chiamata pound perché in origine valeva quanto una libbra Tower (326 g) diargento fino (puro). Che poi sia una descrizione errata , non lo so . (sono nato due anni dopo )
Livio Orsini Inserita: 14 febbraio 2016 Segnala Inserita: 14 febbraio 2016 Bhe wikipedia non è vangelo, questo è un dato oramai assodato ed accettato, tanto che non infrequentemente alcune voci vengono corrette; corrette, non aggiornate. Le informazioni più sicure sono quelle di tipo tecnico-scientifico, quelle meno precise ed affidabili sono quelle di tipo storico. ma questo vale per molti episodi e notizie storiche anche derivate da fonti più autorovoli ed anche ufficiali. Poi sulle origini di certi termini, che si pedono negli anni bui del medio evo, ci sono parecchie versioni. E' incontestabile comunque che il tutto risalga alla libbra latina, da cui il termine lira, con la caduta delle 2 "b". Se si fanno dei calcoli economici sul valore delle merci ne deriva che il riferimento è l'oro. Poi ognuno è libero di credere alla versione che più gradisce.
dott.cicala Inserita: 14 febbraio 2016 Segnala Inserita: 14 febbraio 2016 ....Ma cosa significava spendere 13.000£ per due transistor nel 1984? - La rivista Elettronica Pratica aveva un prezzo di copertina di 2500£ ed era difficile convincere la mamma perché me la comprasse "tanto non ci capisci niente" diceva.... - Un caffè costava 400£ - Un litro di super meno di 1300£ - Lo stipendio base era di 608.000£ Le 13.000£ del 1984, considerando la rivalutazione monetaria su base ISTAT, oggi equivalgono a 17,56€ pari a 34.008£. Ricordo che il variabile lo pagai 5.000£ e il resto dei componenti intorno alle 20.000£. A quei tempi avevo appena iniziato le superiori....ed ero sempre più convinto che l'attività del dilettante elettronico, iniziata qualche anno prima, nel 1980 con una grandissima percentuale di insuccessi e componenti bruciati ...fosse riservata ai ricchi...e così iniziò la mia attività di accumulatore seriale di rottame elettronico...e ciò che non è andato distrutto, ancora lo conservo.......
Livio Orsini Inserita: 14 febbraio 2016 Segnala Inserita: 14 febbraio 2016 Quote ...Ma cosa significava spendere 13.000£ per due transistor nel 1984? Avevo 40 anni, ero imiegato di ottavo livello (il massimo) e lavoravo all'ansaldo ElPo, di Milano. Lo stipendio netto non lo ricordo ma credo fosse attorno al 1.500.000 ma potrei anche sbagliarmi (faccio fatica a ricordarmi quanto mi accreditano di pensione). A quei tempi una EPROM 2716, comprata in negozio la pagavi anche 4.000£ e uno Z80 costava all'incrica lo stesso prezzo, un 8087 coprocessore aritmeti per lo 8088 veniva venduto oltre le 50.000£. A me ne regalarano ub campione gli amici dell'Intel; questo campione ce l'ho ancora oggi montato su di un clone di un PC XT. Con quel coprocessore era una vera schegga nei colcoli. Sino all'avvente del 80486 Dx non aveva rivali.
Livio Orsini Inserita: 14 febbraio 2016 Segnala Inserita: 14 febbraio 2016 Quote iniziata qualche anno prima, nel 1980 con una grandissima percentuale di insuccessi e componenti bruciati ... Credo sia una cosa comune, iniziae con gli insuccessi, non nel 1980. Io iniziai nell'estate del 1957 con l'idea di costruire un trasmettitore per radiocomando, schema Sistema Pratico, basato su di un 3V4 pentodo subminiatura. Tentativo abortitp subito di fronte ai costi del materiale che mi sembravano enormi, e lo erano per le finanze di un 13enne. Nell'autunno, alla ripresa scolastica, cambia istituto; dal colleguo dei Salesiani passai alla scuola media pubblica. Un conpagno, molto più vecchio perche faceva un anno ogni 2 causa motivi disciplinari, una mattina mi affascinò e mi trasmise il virus dell'elettronica. Mi prese da parte, aprì il portafoglio, ne estrasse un foglietto piegsto in 4 e me lo mostrò. Si trattava di uno schema elettrico di un ricevitore super reattivo a transistori: 4 transistori, di cui 3 erano gli amplificatori di bassa frequenza. Mi disse, testualmente (rivedo la scena e mi sembra di riudire le sue parole): "Questo è uno schema segreto di una radio0 militare americana; usa questi nuovi componenti piccolissimi e potentissimi. Pensa che son tanto potenti che se accendi questo ricevitore tutti glia ltri nelle vicinanze fischiano. Per questo è proibito usarlo. Io sto ricercando i pezzi che mi devono arrivare da Livorno, dove li contrabbandano da Camp Daerby (è/era una base NATO). Appena li ho tutti lo metto assieme." Allora credevo che un potenziometro servisse ad aumentare la potenza dell'altoparlante, quyindi nella mia immensa ingnoranza ero disposto a credere anche a questa favola. Così cominciai a sbirciare le copertine di Sistema A, Sistema Pratico e quando, scorrendo i titoli, leggevo che pubblicavano apparati a transisistori cercavo di mettere assieme le cento e rotte lire, necessarie all'acquaisto della rivista. L'anno dopo, con risparmi degni di Arpagone, riuscii a mettere assieme circa 3.000 (tremila) lire così con questo capitale, mi recai al negozio storico GBC di Festa del Perdono a Milano (di fronte alla vecchia e storica sede dell'università statale) e li acquistai un transistore OC70 Philips, un diodo OA85, una bobinba CS3 Corbetta, un un'impedenza per AF, un vriabile isolato in mica da 500pF, un potyenziometro con interruttore, uan batteria Superpila da 9V, un nucleo tondo di ferrite per fare l'antenna, una matassina di filo di rame smaltato e qualche resistore e condensatore. Nelle vacanze di natale iniziai la costruzione del mio primo ricevitore a onde medie. Si trattava della versione moderna della galena seguita da uno stadio amplificatore in BF. L'antenna era una "tappo luce". Alloggia il tutto in una scatola portasaponetta di plastica azzurra (che devoa vere ancora in qualche cassetto). Il collaudo andai a farlo in casa di mia nonna. Collegai la terra al rubinetto dell'acqua poi infilai la babana dell'antenna nel reoforo della presa e......scattò l'automatico del contatore. Mia nonna cacciò un urlo di terrore, ma tutto finì lì. (questa è al ragione per cui il collaudo lo feci in casa sua, a scanso di rimproveri o peggio..). Ahimè devo confessare che non son mai giunto ad avere un ricevitore per onde medio autocostruito funzionante. Qualche ricevitore poi l'ho anche realizzato, anche ricevitori professionali, ma ancora oggi non sono riuscito a realizzare uno per onde medie. Se aspetto ancora un po' sarà impossibile per mancanza di trasmettitori AM in onde medie.
dott.cicala Inserita: 14 febbraio 2016 Segnala Inserita: 14 febbraio 2016 Che bei ricordi Livio! L'elettronica è una passione particolare,spesso le mie realizzazioni nascono appunto per appagare un ricordo, per rievocare il passato. Un mix tra divertimento e nostalgia o forse per non dimenticare da dove son partito. Per l' rx om, se vuoi ascoltare qualcosa nella nostra lingua, rimane poco tempo, altrimenti c'è da imparare l'arabo Rimanendo nell'ambito amarcord, i miei primi successi nel campo della ricezione arrivarono grazie a Nuova Elettronica. Mi ci volle qualche anno per riuscire a far funzionare quelli di Elettronica Pratica...e non sempre era possibile. Il mio primo ricevitore funzionante fu proprio..... (rivista n°77 Settembre-Ottobre 1981) La rivista era un po' più cara delle altre e i kit in apparenza erano costosi....poi però facendo i conti degli insuccessi e del costo di ogni componente comprato singolarmente....alla fine il kit era conveniente....e bisognava essere proprio tonti nel non riuscire a farli funzionare. Dopo aver acquistato fiducia...mi buttai subito a costruire microspie in kit ovviamente....e altrettanto ovviamente....non riuscii a farne funzionare un buon numero
Livio Orsini Inserita: 14 febbraio 2016 Segnala Inserita: 14 febbraio 2016 Io dopo le prime delusioni presi la drastica decisione: prima di fare devo conoscere bene la teoria di quello che mi accingo a fare. Non solo, decisi anche ero e sono perfettamente in grado di sbagliare da solo, quindi le trappole che andavo a costruire me le progettavo direttamente. In questo modo anche un piccolo progetto impiegava mesi per essere sviluppato. Il primo successo di "studio-progetto-realizzazione" fu un alimentatore stabilizzato con controreazione. Un regoaltore serie da circa 6V a circa 15V con corrente massima di 300 mA. Sembra banale, detto oggi, ma se si fa mente locale agli anni 60 non è poi così banale. Mi servi per iniziare a capire la tecnica di regolazione. Per giorni mi scervllai su come annullare l'errore di regoalzione dovuto alla presa di carico, ovvero come fare per annullare la resistenza interna del generatore di tensione. Per prima cosa capii che il riferimento, il classico zener, non doveva avere variazioni al variare della corrente di carico. Poi capire come aumentare a dismisura il guadagno, visto che il sistema lavora solo in proporzionale, e mantenere stabile il tutto. Arrivai a risultati che si potrebbero definre anche soddisfacenti, vista la povertà dei mezzi impiegati. Poi pian piano da sola passione l'elettronica divenne sempre più professione e gli esperimenti amatoriali diminuirono. Altro primo elemento di una lunga serie fu il mio primo sistema di riproduzione di musica, non oso parlare nemmeno lontanmente di HiFi. Il piatto giradischi lo acquistai alla mitica fiera di Sinigallia (Milano, Via Mulino della armi, Sabato mattina; ora è diventato un suck e si tiene, o si teneva, alla darsena). E>ra un cesso immondo, una vera latrina, ma il motorino forniva anche i 6.3 V per i filamenti delle valvole (sic). Ci costrui attorno la base in compensato e masonite, nella base alloggiai l'ampli formato da uuna ECL8x (la sigla esatta non la ricordo). Alimentatore con trafo per anodica, raddrizzatore al selenio e filtro C-R-C. Potenziometro del volume, con interruttore, di fianco al buco dell'altoparlante. Però rilevai le curve della sezione trido e di quelal pentodo e progettai in modo classico l'ampli. Dopo poco incomiciai la serie di autocostruiti a transistori, provando vari finali. Uno mi fece compagnia per quasi un quinquennio, con un pre basato su di un integrato ricevuto come regalo per l'abbonamento a CD. Piatto Lenco e casse autocostruite con diffusori ESB. Poi lo sostituii con sinto ampli Keenwood che uso ancora oggi.
beonardo Inserita: 14 febbraio 2016 Autore Segnala Inserita: 14 febbraio 2016 Non avrei immaginato che da una semplice richiesta di chiarmenti sulle caratteristiche di un mosfet ne scaturisse una lezione di cultura storico momnetaria, e un'interessante revival storico di bei ricordi di gioventu. Forse è il caso di aggiungere all'intestazione forum di elettroica la frase : E più. Grazie amici e sempre un piacere leggere i vostri scritti.
dott.cicala Inserita: 14 febbraio 2016 Segnala Inserita: 14 febbraio 2016 Da cosa nasce cosa...e nel giorno di San Valentino è giusto anche manifestare l'amore per l'elettronica
sx3me Inserita: 14 febbraio 2016 Segnala Inserita: 14 febbraio 2016 Lira ₤ sterlina £ giusto per chiudere la parentesi, io sapevo che la lira deriva dall'antica lira romana, monetone enorme da una libbra di... argento; ed è per questo che ancora ai giorni nostri la lira era di corso nei paesi anticamente colonie romane.
Livio Orsini Inserita: 15 febbraio 2016 Segnala Inserita: 15 febbraio 2016 Le leggende, quale mezzo migliore di internet per mantenerle vive?
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