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Informazioni su termoconvettori/ventilconvettori.


Intellecturus

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Buonasera a tutti! Spero di non aver sbagliato sezione.

Mi interessava conoscere alcuni dettagli riguardanti il funzionamento e la costituzione degli apparecchi termoconvettori/ventilconvettori. In particolare:

1) Dire "fan coil" o dire "ventilconvettore" significa dire la stessa cosa? Oppure il termine può indicare anche termoconvettori di un qualche tipo?
2) Ho letto in giro che i ventilconvettori possono essere di vario tipo. Mi chiedo: per quelli che sono utilizzati come terminali di un impianto termoidraulico (alla stregua dei normali "termosifoni"), chi si occupa dell'installazione interviene solo ad "avvitare" i tubi di ingresso dell'acqua dall'impianto nell'apparecchio  e di uscita dell'acqua, una volta che abbia ceduto/ricevuto calore, dall'apparecchio verso lo stesso impianto? Oppure interviene anche nell'avvitare, fissare o "muovere", in qualche modo, tubi interni al ventilconvettore?

3) I tubi d'ingresso e di uscita dell'acqua del ventilconvettore possono essere chiamati "collettore d'ingresso" e "collettore d'uscita"? 

 

Grazie per le eventuali risposte. 
 

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Che io sappia, fan coil e ventilconvettore sono la stessa cosa...cioe appunto il classico "radiatore" con ventola associata da collegare all'impianto idraulico proprio come un termosifone.

Il termoconvettore invece è un altra tipologia di apparecchio perché comprende anche la produzione in sé del calore tramite combustione interna.

Riguardo l'installazione presumo che faccia tutto l'idraulico.

Righardo la terminologia dei raccordi, sinceramente  trovo insolito chiamare collettore gli attacchi interni.

Di solito l'entrata si chiama semplicemente valvola e l'uscita detentore. 

Per collettore di solito si intende un punto ben preciso dell'impianto dove si incontrano, e collegano insieme, tutte le andate e tutti i ritorni. 

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Grazie, Valejola. 

Provo a riflettere sulle tue parole, solo per cercare di capire meglio, anche alla base delle poche notizie che ho reperito su internet e che, per via della mia scarsa preparazione in materia, non sono riuscito a comprendere appieno. 

 

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Che io sappia, fan coil e ventilconvettore sono la stessa cosa...cioe appunto il classico "radiatore" con ventola associata da collegare all'impianto idraulico proprio come un termosifone.

 

Anche io leggo ovunque che "ventilconvettore" e "fan coil" siano la stessa cosa. Ma mi hanno parlato di "termoconvettore tipo fan coil": è una cosa che proprio non esiste?

 

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Il termoconvettore invece è un altra tipologia di apparecchio perché comprende anche la produzione in sé del calore tramite combustione interna.



So che esistono termoconvettori che utilizzano fonti di calore (bruciatori o resistenze elettriche) in essi "incorporati". Ma, mi chiedo, quelli che invece utilizzano l'acqua come fluido riscaldante non sono anch'essi collegati all'impianto idraulico alla stregua dei termosifoni? La produzione di calore, anche in questi casi, è sempre interna ad essi o può essere affidato a caldaie "esterne"?

 

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Riguardo l'installazione presumo che faccia tutto l'idraulico.

 

L'idraulico che installa apre anche l'involucro esterno dell'apparecchio e mette mano anche ai tubi interni in cui circola il fluido caldo, oppure interviene solo sulle condotte, di entrata e di uscita, per collegare l'apparecchio all'impianto idraulico?

 

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Di solito l'entrata si chiama semplicemente valvola e l'uscita detentore. 


Il termine "valvola" mi fa pensare solo a un "attacco" di piccole dimensioni, che non si sviluppa in lunghezza? Il collegamento di simili apparecchi all'impianto avviene così, oppure per "valvola" si intende proprio un tubo, più o meno lungo, che entra nel muro?


Infine, aggiungo delle domande che riguardano l'intero impianto:

L'apparecchio presenta una "pressione in entrata" come, per esempio, avviene con i rubinetti? E, nel caso fosse così, il cattivo "fissaggio" di guarnizioni dei tubi (o valvole) di entrata dell'acqua all'interno dell'apparecchio può generare la fuoriuscita di acqua da tali tubi (o valvole) e il conseguente allagamento della stanza in cui si trova l'apparecchio?

 

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Sinceramente la definizione "termoconvettore tipo fan coil" mi sembra un controsenso...non vorrei che qualcuno usasse la definizione "termoconvettore" in modo improprio e poi, per non confondere le idee, la associa alla parola "fan coil" per chiarire il tutto.

Alla fine il "termoconvettore" non è altro che un ventilconvettore, ma con in più un sistema interno autonomo che produce il calore che diffonde.

Il ventilconvettore sfrutta solo l'acqua dell'impianto scaldata da un qualsiasi sistema esterno...il termoconvettore il sistema riscaldante ce l'ha internamente (bruciatore a gas o resistenza elettrica..ma non acqua impianto). 

Lunica differenza è quella.

Riguardo l'installazione ripeto che dovrebbe fare tutto l'idraulico...forse forse solo il collegamento elettrico lo lascia all'elettricista.

Il termine valvola indica semplicemente un componente, munito di manopola (quindi ad azionamento manuale), atto a chiudere il passaggio del tubo al quale viene collegata.

La valvola può essere aperta o chiusa.

Poi ovvio che ci sono vari tipi di valvola, ma quella più comune è la normale 2 vie, che appunto apre o chiude un passaggio.

Il detentore è la stessa cosa, ma priva di manopola...si aziona mediante cacciavite o brugola.

Per quanto riguarda la pressione non te ne devi preoccupare...essendo collegato all'impianto sarà poi quest'ultimo a "dettare legge".

Riguardo collegamenti e guarnizioni è ovvio che se c'è qualcosa che non viene fatto bene, la fuoriuscita di acqua è assicurata. 

 

Ps.: faccio fatica a capire il motivo di questi tuoi dubbi e domande 

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Valejola, Intellecturus deve essere un avvocato che deve stilare una costatazione di guasto e danno causato da un "termoventilconvettore", non essendo il loro mestiere, l'idraulica, si stà informando sui termini e sull'uso/manutenzione/installazione da parte della categoria "Idraulici"

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Dnmeza non penso...

Sarebbe assurdo svolgere in questo modo un'attività professionale di quel tipo.

Cioè io potrei anche essere un gelataio appassionato di termotecnica.

Le questioni legali presumo, e spero, che vadano trattate e discusse in maniera differente... 

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sei in buonafede Valejola, leggi le ultime righe del post di Intellecturus, deve aver avuto un danno, se non è proprio l'avvocato in prima persona è il proprietario che ha subito il danno. e giustamente chiede spiegazioni su come funziona un impianto idraulico di riscaldamento a fan-coil, termoconvettori o termoventilatori, che in linea di massima si assomigliano tutti, perche hanno la medesima funzione smaltire il calorie e/o frigorie di un radiatore nell'ambiente

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sei in buonafede Valejola, leggi le ultime righe del post di Intellecturus, deve aver avuto un danno, se non è proprio l'avvocato in prima persona è il proprietario che ha subito il danno.

No, non sono un avvocato né uno che ha subito un danno :) sono un aspirante studente  e sto iniziando dal nulla a cercare di capire come funzionino impianti termoidraulici ed apparecchi che fungano da terminali. Solo che il web non mi ha aiutato tanto, e così mi sono rivolto agli utenti di questo forum. Ho posto le domande in quel modo poiché mi sembrava di essere più diretto e di cercare di arrivare subito al punto :).

 

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Sinceramente la definizione "termoconvettore tipo fan coil" mi sembra un controsenso...non vorrei che qualcuno usasse la definizione "termoconvettore" in modo improprio e poi, per non confondere le idee, la associa alla parola "fan coil" per chiarire il tutto.


In effetti, ho letto da molte parti che possa essere così. Mi avevano riferito che esistessero dei "termoconvettori modello fan coil", ma ovunque leggo che tale espressione sia semplicemente sinonimo di "ventilconvettore". Forse a fuorviare è l'espressione "termoventilconvettore", che trovo anche in "testi" che si suppone siano autorevoli (dispense universitarie). 

 

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Alla fine il "termoconvettore" non è altro che un ventilconvettore, ma con in più un sistema interno autonomo che produce il calore che diffonde.

Il ventilconvettore sfrutta solo l'acqua dell'impianto scaldata da un qualsiasi sistema esterno...il termoconvettore il sistema riscaldante ce l'ha internamente (bruciatore a gas o resistenza elettrica..ma non acqua impianto). 

 

In qualche testo che ho trovato su internet (non cito perché si tratta di testi alla stregua di brochure commerciali, e non so se questo possa essere o meno in linea con il regolamento di questo forum, che, peraltro, non riesco a trovare), leggo che possano esserci dei termoconvettori che presentano "collettori d'ingresso" e "di uscita" per l'acqua. In altri siti, che non credo, per ovvi motivi, di poter citare, leggo che alcuni termoconvettori "ad acqua" necessitino di una caldaia che riscaldi l'acqua e la invii al termoconvettore costituente terminale d'impianto. Dico questo, ovviamente, per cercare di capire la veridicità di ciò che leggo sulle fonti che, in base alla mia scarsa cultura pregressa, cerco di consultare, e non per contraddire la personalissima esperienza di chi è intervenuto in tale thread, che ritengo preziosa ;). 

 

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Riguardo l'installazione ripeto che dovrebbe fare tutto l'idraulico...forse forse solo il collegamento elettrico lo lascia all'elettricista.


Facevo questa domanda per cercare di capire se il termoconvettore o il ventilconvettore fossero impianti che vanno "aperti", smontati e rimontati, nell'installazione, in modo da arrivare a toccare anche i tubi interni alettati e a mettere mani sui collegamenti e le guarnizioni di questi, oppure se essi (in questo caso generalizzo, fermo restando ciò che mi hai detto a proposito del fatto che solo i ventilconvettori possano essere considerati terminali d'impianto) siano apparecchi che vanno montati e collegati, a livello di tubi, solo per quanto riguarda l'ingresso e l'uscita dell'acqua, e che quindi l'idraulico non intervenga o, al limite, non intervenga più di tanto a stringere guarnizioni o valvole facenti parte dei tubi alettati tramite i quali avviene lo scambio di calore. Potreste aiutarmi a comprendere?

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Riguardo collegamenti e guarnizioni è ovvio che se c'è qualcosa che non viene fatto bene, la fuoriuscita di acqua è assicurata. 

 

 

 

 

 

 


Dato che la mia preparazione in materia ha lacune ben più profonde di quelle evidenziate nei dubbi che ho espresso in questo thread, mi permetto di chiedere, qui, come funzioni un impianto idraulico, anche in relazione a terminali di questo tipo (radiatori, pannelli radianti, ventilconvettori). So che l'acqua in entrata dalla rete pubblica ha una certa pressione, e dalla rete pubblica raggiunga tutti i terminali (rubinetti, docce, ma anche, come credo, utilizzatori di questo tipo, almeno passando per le caldaie) mantenendosi ad una pressione inferiore rispetto a quella, prima citata, relativa all'attacco alla rete pubblica. Mi chiedo, facendo l'esempio dei ventilconvettori: se i ventilconvettori sono spenti, l'acqua è comunque presente prima delle valvole d'ingresso dell'acqua in tali apparecchi? E gli allagamenti possono verificarsi anche quando i ventilconvettori sono spenti, per via, per es., di guarnizioni fissate male, proprio in virtù di quella pressione in accesso al terminale? Nell'"accendere" i ventilconvettori, noi sblocchiamo semplicemente le valvole di accesso per permettere all'acqua di circolare all'interno degli apparecchi, oppure richiamiamo l'acqua calda presente "a distanza", e non, quindi, in prossimità delle "valvole di accesso" ai ventilconvettori?

 

Ringrazio Valejola per gli interventi pregressi, e chiunque voglia intervenire in futuro in questa discussione, scusandomi per la mia somma ignoranza. 

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Mi chiedevo, inoltre:

Se nelle specifiche di un ventilconvettore è scritto che esso presenta una "valvola a tre vie ON/OFF", è possibile automaticamente dire che esso sia un apparecchio che attinga acqua dall'impianto idraulico tramite una siffatta valvola? Oppure essa può essere una valvola che regola semplicemente la diffusione dell'acqua all'interno dell'apparecchio, e non sia, quindi, deputata all'ingresso dell'acqua nello stesso?

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La valvola a 3 vie di solito (quando presente) funziona da termoregolatore supplementare al classico termostato. All'avvicinarsi della temperatura ambiente impostata, chiude parzialmente riducendo o chiudendo del tutto il flusso di acqua calda proveniente dalla caldaia bypassandolo sul ritorno in maniera diretta.

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mi scuso per le supposizioni, quindi saresti .... un autodidatta che stà cercando d'informarsi sui circuiti idraulici fino ai circuiti termici ed eventualmente elettrici ?

Certo che se cominci con testi universitari o troppo specialistici, è sicuro che farai confusione, le cose tecniche cominciano sempre con un "minimo" di Fisica, che nei licei Scientifici, negli istituti Tecnici, ed anche nei professionali, la spiegano molto bene. Si deve capire cos'è un fluido e cos'è un gas, con le loro differenze e peculiarità. Poi si procede a conoscere gli impianti gli organi che li comandano ed i macchinari che ne fanno parte.

Da come hai cominciato a chiedere, e con le ultime tue domande, bisognerebbe iniziare un corso di studi, la vedo lunga, devi capire nozioni di pressioni, flusso, temperatura, associati a liquidi ed a gas. Ti stai informando solo in internet o hai dei testi ? Se non sono indiscreto, che scuole hai frequentato ?

Da qui si potrebbe partire.

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Sono al lavoro quindi per ora ti do un piccolo chiarimenti veloce, poi se vuoi approfondiamo.

Il circuito sanitario è collegato direttamente al circuito idrico...e fin qui ci siamo.

Quello che devi sapere però è che il circuito riscaldamento invece NON è assolutamente collegato al circuito idrico.

Quest'ultimo difatti è un circuito a sé, con una mandata che parte dalla fonte di calore e un ritorno che ci, appunto, ritorna...quindi è un circuito chiuso!

L'acqua al suo interno, a differenza del circuito sanitario, ci circola soltanto grazie a dei circolatori (pompe) che spingono l'acqua in un solo senso.

Ed è questo azionari delle pompe che stabilisce l'accendersi e lo spegnersi degli apparecchi scaldanti finali.

Poi ovvio, si possono anche costruire impianti paralleli divisi  in zone, dove ci saranno poi anche delle valvole di zona  2 vie che decidono, grazie a termostati e collegamenti elettrici, quale circuito scaldare e quale no...ma il discorso è sempre lo stesso: circuito chiuso con una mandata e un ritorno ciascuno.

Capirai quindi che la pressione non è decisa dalla rete idrica pubblica, ma semplicemente da quando acqua si fa entrare in questo circuito. 

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Volutamente Anonimo

1)

I terMini non sono normati, quindi non essendo normati seguono gli usi e consuetudini geografiche.

Ventilconvettore e fan-coil sono sinomini.

Trattasi di "aggeggio" in cui lo scambio termico avviene tramite batterie (1 o 2) e la cui circolazione aeraulica è garantita da una ventola (radiale o assale).

Storicamente "ventilconvettore" veniva usato per gli apparecchi "solo caldo" (esempio gli apparecchi per riscaldamento industriale) oppure per quelli "canalizzabili".

Il fan-coil veniva utilizzato in presenza di scarico di condensa, (quindi anche per la refrigerazione) o per apparecchi da parete compatti.

Ma ripeto sono "gerghi" territoriali.

Termoconvettore è storicamente un'altra cosa.

SI trattava di quagli apprecchi schiacciati chiusi con all'interno uno o più tubi "lamellati" e circolazione d'aria per normale convenzione.

Non so se ancora si trovano.

 

2)

questa non l'ho capita.

Diciamo che un idraulico prende una "macchina" e la posa in opera (la fissa a muro, ci attacca quello che ci deve attaccare: acqua, elettricità, scarichi).

Opera sulla "macchina" se questa è predisposta per operarci.

Se è un fan-coil con il suo regolatore a bordo, magari può operare qualche intervento sui set (temperature, bande, tempi di ritardo) ammesso che sappia quel che deve fare.

In alternativa se il fan-coil è complesso o ha a bordo un regolatore che supera le capacità dell'idraulico, può anche chiamare il centro di assistenza.

 

3)

Anche qui si tratta di "gergo"

"Collettore" si definisce un qualcosa a cui arrivano più tubi. Di solito per una macchina normale si usa "attacco" oppure semplicementne "ingresso".

Può darsi che in caso di macchine più complesse il costruttore indichi l'ingresso come "collettore di ingresso" ma solo perchè magari all'interno ha collegato più batterie.

 

L'acqua è sempre presente, gli impianti non vengono mai svuotati, fatto salvo casi particolari che non sto qui a spiegarti ma si tratta di applicazioni meno civili.

Il concetto di "valvole" è un po' più complesso.

comunque in genere il fluido vettore è sempre presente nell'impianto di riscaldamento/refrigerazione.

 

 

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L'acqua è sempre presente, gli impianti non vengono mai svuotati, fatto salvo casi particolari che non sto qui a spiegarti ma si tratta di applicazioni meno civili.

Il concetto di "valvole" è un po' più complesso.

comunque in genere il fluido vettore è sempre presente nell'impianto di riscaldamento/refrigerazione.

 

Per impianto, qui, intendi tutto l'impianto di riscaldamento o il solo terminale (ventilconvettore)?

 

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Capirai quindi che la pressione non è decisa dalla rete idrica pubblica, ma semplicemente da quando acqua si fa entrare in questo circuito. 

 

Per capirci, quindi, se il ventilconvettore è lasciato spento, non può perdere acqua visto che l'acqua non gli arriva proprio dalla caldaia tramite la pompa?

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Alt...mi sa che devi fare un passo indietro e capire bene l'abc degli impianti.

Una pompa, o circolatore, ha solo il compito di far circolare l'acqua e stop...non fa null'altro.

Non è che la pesca da chissa quale cisterna e la invia....semplicemente la fa girare.

Di conseguenza capirai che all'interno del circuito riscaldamento, l'acqua è sempre presente (oltretutto sotto pressione) perchè essendo un circuito chiuso, quando da una parte esce perchè spinta dalla pompa, dall'altra rientra.

Quindi a pompa accesa o a pompa spenta, non fà differenza per raccordi, giunzioni o collegamenti perchè appunto l'acqua è sempre presente...se qualcosa è fatto male o rovinato, esce acqua sempre e comunque.

Per farti capire: immagina una linea ferroviaria giocattolo rotonda...una linea chiusa quindi, dove la partenza equivale all'arrivo.

Ecco, quello è il tuo impianto.

Il treno poi pensalo lungo tanto quanto l'intera linea (quindi il davanti si congiunge col dietro)...ecco, lui è la tua acqua all'interno dei tubi.

Bene...: pompa accesa il treno gira...pompa spenta, il treno rimane fermo sui binari.

Semplice come concetto, no?

In parole povere un impianto di riscaldamento funziona cosi, dove però, logicamente, collegati in mezzo al circuito si troverà anche una caldaia e dei radiatori.

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:thumb_yello: Valejola, veramente un bellissimo esempio di circuito chiuso, se mettevi anche i viaggiatori, spiegavi la cessione di calorie dalla stazione (caldaia) alle fermate (radiatori), mi è piaciuto, normalmente per spiegare la corrente si usa l'acqua, ma per spiegare il riscaldamento usare il treno e OTTIMO e moderno.

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Per farti capire: immagina una linea ferroviaria giocattolo rotonda...una linea chiusa quindi, dove la partenza equivale all'arrivo.

Ecco, quello è il tuo impianto.

Il treno poi pensalo lungo tanto quanto l'intera linea (quindi il davanti si congiunge col dietro)...ecco, lui è la tua acqua all'interno dei tubi.

Bene...: pompa accesa il treno gira...pompa spenta, il treno rimane fermo sui binari.

Semplice come concetto, no?

In parole povere un impianto di riscaldamento funziona cosi, dove però, logicamente, collegati in mezzo al circuito si troverà anche una caldaia e dei radiatori.

 

Haha.. stupenda! Una spiegazione così la capirebbe anche mio nipote di 6 anni :thumb_yello:

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Grazie a tutti, gentili utenti, adesso mi sono un po' più chiare alcune cose.

 

Per il momento, faccio un'ultima domanda, riservandomi di intervenire nuovamente se dovesse sorgermi qualche altro dubbio (senza, sia chiaro, voler approfittare della vostra gentilezza e competenza):

 

"Il tubo d'ingresso dell'acqua dal circuito di riscaldamento al ventilconvettore presenta esso delle valvole che regolano l'afflusso di acqua all'interno dell'apparecchio? E, come mi pare di capire, almeno nei casi più complessi sono in grado esse di fungere da termoregolatori supplementari? Oppure tali valvole sono interne all'apparecchio?

 

Inoltre, nel caso in cui la risposta alle prima di queste ultime domande sia positiva, le guarnizioni di cui parlavo all'inizio della discussione possono essere presenti all'interno di tali valvole? Se sì, in cosa consisterebbero concretamente (forma, materiali)?"

 

Di nuovo grazie a chi voglia intervenire ;)

 

 

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