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PLC Forum


Micromaster 420 Trifase Usato In Monofase


Cahapo

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Ciao a tutti,

avrei una domandina semplice semplice che probabilmente ha una risposta altrettanto semplice: ho un Micromaster 420 monofase con 3 fasi in uscita che mi serve per alimentare un relais con tensione nominale 230V/16.7Hz. Visto che la tensione tra due fasi con questo modello raggiunge max 230V, ho pensato di usarlo collegando il relais tra due fasi e lasciando la terza fase in aria. Ora il problema è il seguente: il ritorno del relais è collegato alla terra senza possibilità di intervenire per separarlo, quindi una fase di uscita dell'inverter verrebbe messa perennemente a terra. Mi sapreste dire se è fattibile o se rischio di far esplodere un qualche condensatore? Magari in aggiunta: la tensione sul relais la devo far variare da 0V/16.7Hz a 230V/16.7Hz.

Grazie ad ogni eventuale risposta

Sandro

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Ciao a te Cahapo.

Anch' io avrei una domandina semplice semplice (per te)....ma di che tipo di applicazione si tratta ???

E comunque tu chiedi se si può mettere a terra una delle uscite dell' inverter ? ASSOLUTAMENTE NO !!!

Intanto il primo differenziale che si incontrerà la corrente che si dirige a questo dispositivo, ti farà avere SUE NOTIZIE.

Poi se il sistema di distribuzione dell' energia elettrica che asserve questo apparato è di tipo TN, tu così facendo, vai a mettere in cortocircuito (anche se attraverso un giro un po' tortuoso) il morsetto d' ingresso del neutro, con una delle uscite da te utilizzate, per cui la cosa è assolutamente da scartare....a meno che... non ti procuri un trasformatore d' isolamento ingresso 220, uscita 220, e lo colleghi a monte dell' inverter.

Inoltre....non riesco a comprendere una specifica, tu dici che il relè è da 16,7 Hz e deve andare sempre a 16,7 Hz, ma a tensione variabile tra gli 0 ed i 230 volt ?

Allora l' inverter è un variatore di Frequenza, non di Tensione, la tensione varia di riflesso per mantenere un rapporto V/Hz lineare od esponenziale a richiesta dell' utente, ma con un rapporto V/Hz lineare, tu avrai che a 16,7 Hz la tensione sul relè sarà di circa 76 Volt, (con frequenza massima in uscita tarata a 50 Hz) per poi salire mano mano che la frequenza sale, quindi temo io di non aver capito bene, e per cui se Vorrai chiarirmi le idee su questo aspetto, te ne sarei grato.

Grazie.

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Ciao ASMO,

innanzitutto grazie per la risposta, hai confermato i miei sospetti!

Ti spiego subito di cosa si tratta: il relais in questione è denominato "relais di tensione minima" ed è installato in una locomotiva alimentata a 15kV/16.7Hz. Normalmente questo relais viene alimentato tramite un trafo a 230V quando la tensione di linea è 15kV e si inserisce a partire da una tensione di linea di circa 8-9kV. Io dovrei riprodurre questo comportamento in modo da testare questi relais. Ho programmato l'inverter con una rampa che varia la frequenza da 15 a 18Hz circa e la tensione da 0 a 230V. In laboratorio la cosa funziona senza problemi perchè il relais è "volante", ma sulla locomotiva un polo è collegato al telaio il quale logicamente è collegato alla massa ferroviaria (che non è proprio uguale alla terra commerciale...).

Prima dell'inverter ho collegato un trasformatore di separazione 230V/230V, ma quello che mi fa paura è il collegamento di terra che l'inverter deve per forza avere. Ho pensato di isolarlo dalla terra commerciale e di collegarlo alla terra ferroviaria, ma facendo un veloce schemino mi rimane il dubbio che tirando a terra una fase il condensatore Y venga caricato un po' troppo... oppure posso fidarmi ad escludere questo condensatore? Nella documentazione Siemens questa possibilità è data come fattibile.

Sandro

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Il condensatore a Y e' un antidisturbo e lo puoi togliere senza problemi.

L'inverter non genera una tensione sinusoidale, ma una tensione impulsiva da qualche kHz tra + e - i cui effetti su una bobina avvolta su ferro sono analoghi ad una tensione sinusoidale. Se hai messo un trasformatore di separazione a monte il collegamento a terra di una fase d'uscita e' sostenubile, ma per la prova e' secondo me preferibile mettere solo un trasformatore a valle.

Il trasformatore a valle deve avere una tensione nonminale secondaria a 50 Hz tripla rispetto a quella della prova, cioe' se vuoi lavorare tra 0 e 230 V a 16,67 Hz dovrai avere tra inverter e rele' un trasformatore da 690/690 V/V a 50 Hz che sostiene 230/230 V/V a 16,67 Hz. In questo modo, poi il collegamento a terra lo fai su un filo del secondario del trasformatore e l'uscita del trasformatore e' una tensione quasi sinusoidale e misurabile con strumenti ordinari.

690 e' un minimo, va bene anche un valore piu' alto.

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Quel locomotore va a 16,67 Hz e' un valore frequente per le ferrovie alimentate in monofase, cioe' ad 1/3 di 50 Hz. Un trasformatore si puo' usare anche a frequenza diversa da quella nominale, ma bisogna rispettare il rapporto tensione/frequenza che non puo' superare quello nominale perche' e limitato dalle dimensioni del nucleo di ferro.

Un trafo da 690 V / 50 Hz puo' lavorare a 230 V / 16,67 Hz nelle stesse condizioni di flusso.

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Ospite Cahapo2

Ciao rguaresc,

allora provo a disconnettere il condensatore a Y! Per il trafo di uscita non c'è problema, ne ho in giro parecchi apposta per 16.7Hz (dettaglio: la frequenza ferroviaria in Svizzera è stata arrotondata ufficialmente a 16.7Hz, non è più 16 2/3 Hz), anche se con un rapporto 1:2. Dici che il trasformatore mi fa già un po' da filtro per il segnale PWM (2kHz)? L'ultimo test che ho fatto con il PWM direttamente sulla locomotiva (con cavi non schermati!) mi ha mandato in tilt tutti gli altri strumenti, compresi i sistemi di sicurezza!

Sandro

P.S: mi sono registrato di nuovo perché non so più la password (salvata sul computer in ufficio!) e l'email con cui mi ero registrato è disattivato da molto tempo...

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Dici che il trasformatore mi fa già un po' da filtro per il segnale PWM (2kHz)?

Decisamente si. Gli impulsi di tensione pwm diventano un flusso quasi sinusoidale, perche' il flusso e' l'integrale della tensione per il tempo e l'inviluppo degli impulsi pwm di un inverter e' studiato per generare un flusso sinusoidale nei motori. La tensione secondaria, poi, e' la derivata del flusso.

Contro questa "sinusoidalizzazione" giocano la capacita' tra primario e secondario che lascia passare componenti ad alta frequenza; l'ideale sarebbe un trasformatore con schermo tra primario e secondario..

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Allora riassumendo provo a fare così:

trasformatore di separazione 230V/230V 50Hz all'entrata, inverter, trasformatore 110V/220V 16.7Hz in uscita (con inverter opportunamente riprogrammato).

Messe a terra: terra commerciale sulla carcassa del trafo d'entrata e terra ferroviaria su inverter e trafo di uscita. Per il momento il condensatore Y lo lascio in quanto è una modifica piuttosto "definitiva" (devo tagliare un cavetto all'interno dell'inverter). Il trafo d'entrata lo metto in ogni caso per evitare l'intervento del salvavita (non conosco la definizione esatta in italiano...) quando sono collegati più inverter alla stessa presa, anche se quest'operazione non è ufficialmente permessa secondo il manuale Siemens...

Grazie a tutti per i preziosi consigli

Sandro

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