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PLC Forum


PowerBank senza circuiti aggiuntivi


Claudio Vicari

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Salve, mi scuso in anticipo se dirò boiate. Apro questo thred perché mi sto cimentando nella realizzazione di una batteria esterna ricaricabile per caricare lo smartphone. Guardando i video in rete mi sono accorto che tutti utilizzano batterie da 3.7 volt (le classiche celle dei portatili) oppure le batterie rettangolari da 9 volt. Hanno quindi il bisogno di regolare tensione in uscita con un circuito che la abbassa a 5 V (adatta per gli smartphone) e di un circuito caricatore adatto ad esse. 
Ecco cosa ho pensato io: Se uso ad esempio 4 stilo da 1,2 volt, in serie, otterrò 4,8 v (dovrebbe bastare per caricare il cellulare, è quasi 5 V) e non avrei bisogno di un circuito di uscita verso il cellulare che corregga la tensione. Allo stesso modo con questa tensione potrei permettermi di ricaricare il pacco direttamente con un cavo USB collegato al caricatore del cell che eroga 5 V a 2A. 
Conclusione: potrei assemblare una powerbank solo avendo le batterie e i connettori vari.

Ora mi chiedo, dato che è da poco che mi interesso di elettronica, è fattibile? cosa non fila liscio in questo ragionamento?
Grazie a tutti in anticipo! :)
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clavix 
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Iscritto il: 27 apr 2016, 14:17
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Intanto i 4.8V sono la tensione nominale, non quella effettiva che, a batterie cariche, è ben più alta; poi, un sistema così fatto va oltre la tolleranza dello standard USB, quindi, se fai un coso del genere, lo fai a tuo rischio.

 

Insomma non vedo perché volersi fare del male...

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Mh, intanto grazie per la risposta, non avevo considerato quest'aspetto.  Quindi è necessario inserire un regolatore di tensione in uscita verso il cellulare. Ma è invece nessario inserirne uno in entrata per caricare le batterie? Il caricatore da muro non è già sufficiente?

ps: dimenticavo di dire che l'amperaggio delle stilo è di 1,9A (molto simile a quello del caricatore che è 2A).

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Quote

 l'amperaggio delle stilo è di 1,9A (molto simile a quello del caricatore che è 2A)

La capacità delle batterie ricaricabili, espressa in Amperora non ha nulla a che vedere con la massima corrente erogabile dall'alimentatore.

Per esempio, un alimentatore da 2 Ampere può caricare una batteria da automobile da 40 Amperora.

La cosa piu importante è il controllo della corrente, ad inizio carica, durante la carica e a fine carica, attuato da circuiti differenti a seconda della tipologia di batteria da ricaricare.

Per caricare una qualsiasi batteria inoltre, deve esserci una differenza di tensione tale da permettere un passaggio di corrente dal caricatore alla batteria, impossibile nel caso di voler caricare una batteria da 5 volt con 5 volt, per esempio.

Aprendo un Battery Pack cinese noterai all'interno un piccolo circuito, ma pieno di tecnologia.

Cerco di riassumere i numerosi elementi necessari al suo funzionamento:

 

In Caricamento:

Entrata 5 Volt, da presa Micro Usb, uscita circa da 3,7 a 4,2 Volt verso la batteria.

Limitatore di corrente di carica con Led lampeggiante

Staccabatteria al massimo livello raggiunto.

Batteria al Litio

In Uscita:

Batteria al litio da 3,7 Volt nominali

Presa Usb con rivelatore di presa inserita

Elevatore di tensione da 3,7 Volt a 5 Volt con Led di funzionamento

Limitatore di corrente massima

Staccabatteria al minimo livello raggiunto

 

Per poter realizzare qualcosa di simile devi conoscere perfettamente tutti i circuiti interessati.

 

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In realtà il cosiddetto caricatore è un alimentatore stabilizzato a 5 volt, è il cell che provvede con un circuito interno a controllare la ricarica della batteria in modo che non superi i 4,2 volt massimi ammessi per una batteria al litio singola, poi utilizza altri circuiti che distribuiscono i vari voltaggi necessari ai componenti, circuiti integrati e processori, lo stesso succede in un powerbank che viene alimentato a 5 volt in cui i vari circuiti interni provvedono alla ricarica della batteria e alla successiva elevazione della tensione in uscita mantenendola a 5 volt sia a batteria carica che prossima alla scarica. Tempo addietro alcune case fornivano dei semplici contenitori di batterie a stilo forniti di un regolatore in uscita ma poco affidabili e senza protezioni in caso di guasto e sicuramente di scarsa autonomia, antidiluviani rispetto a quelli moderni con batterie di alta capacità e circuiti molto efficienti.

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