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Isolare secondario trasformatore alta tensione


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Ho provato a fare un mini trasformatore ad alta tensione il quale funziona per pochi secondi e poi va in corto il secondario. Ho provato diverse volte ma non sono riuscito a non far andare in corto il secondario. Come potrei isolarlo in modo che non vada in corto?

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Oltre al consiglio di Michele, fai il conto di qunti volt per spira hai, poi verifica il numero di spire per strato, ti accorgerai che la differenza di potenziale tre due strati, dove hai l'inizio del primo e la fine del secondo, può raggiungere tensioni elevate.

Per questo motivo si usa inserire uno o più strati di mylar tra uno strato e l'altro dell'ovvolgimento; non solo il mylar deve sporgere di almeno 3 mm rispetto al filo, per evitare "scavalchi".

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Tutto è possibile.

 

Non ne ho realizzati molti di tesla coil, ma quei pochi che ho fatto li ho realizzati con filo smaltato con isolamento a 3KV che dovrebbe essere quello comune per trasformatori.

 

Una volta ultimato l'avvolgimento, che non deve avere nessun accavallamento di spire, davo una spruzzata con la lacca DUC V66, la lasciavo seccare per bene e poi ripetevo il trattamento per altre due volte.

 

E' fondamentale anche il supporto della bobina. Deve essere ben isolante e non di cartone.....ma non sappiamo se si tratta di un Tesla oppure no.

 

Per trasformatori a rocchetto invece, immergevo il pacco in una resina che recuperavo da un azienda produttrice di trasformatori FBT...un lavoraccio....andava poi passato in forno a 80°C per svariate ore

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Stefano, uno strato di nastro di mylar, che è abbastanza reperibile con facilità in rete, e tirisparmi un sacco di lavori....porcosi.

Nel 1976 ho lavorato per circa un anno in quella che era la maggior azienda italiana produttrice di componenti avvolti per TV; io progettavo alimentatori SMPS (volevano differenziarsi per finire in fallimento come tutta l'industria TV italica, però non l'hanno fatto).

E' li che ho imparato ad adottare questa tecnica per i trasformatori, Il giro di mylar era una procedura standard, anche per i comnponenti che venivano impregnati in resina.

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Questi sono gli avvolgimenti che vedo tutti i giorni....prodotti in Italia da una delle ultime multinazionali Italiane, leader mondiale in questo settore, forse poco nota al pubblico.

 

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E' il secondario di un trasformatore "Ignition coil".

 

Nella foto si vede l'avvolgimento del secondario, manca il primario e il nucleo.

 

Una volta assemblato il tutto, viene inserito in un contenitore plastico, sottoposto ad un trattamento al plasma e quindi riempito di resina.

 

La tensione sviluppata dal secondario è di 40kV.

 

In pratica da svariati anni a questa parte, nelle automobili a benzina (ma anche nei motocicli) sopra ogni candela è presente una di queste bobine, che spesso integra anche l'elettronica di comando.

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Sapranno come fare, evidentemente, e saparanno quali materiali usare.

Non è certo una lavorazione alla portata di un amatore.:)

Non c'è tanto da scegliere o il materiale tiene la differenza di potenziale e c'è la scarica.

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Certamente.

 

Il filo di rame è comune da 0,08mm di sezione, non ha smalto ad alto isolamento; il rocchetto è in pvc ed è diviso in gole dove sono avvolte le varie sezioni in multistrato, circa 1000 spire per gola.

La fase di avvolgimento è delicata a causa della fragilità del filo.

Quello che conta è il processo di plasmatura del contenitore, che serve per far aderire alla perfezione la resina.

Il vero isolante è appunto la resina stessa e l'assenza di aria. Il processo viene svolto sotto vuoto a circa 1 mBar.

 

Ovvio che a livello amatoriale è impossibile eseguire questo tipo di processo e non resta altro che isolare gli strati come hai giustamente indicato.

 

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Il filo di rame è comune da 0,08mm di sezione, non ha smalto ad alto isolamento; il rocchetto è in pvc ed è diviso in gole dove sono avvolte le varie sezioni in multistrato, circa 1000 spire per gola.

 

Mi piacerebbe vedere le bobinatrici, devono essere dei veri gioiellini; sarebbe interessante anche poter vedere come avviene il passaggio tra le gole.

Certamente che l'impregnazione con quella tecnica porterà la resina a penetrare in ogni intersizio.

Io ricordo l'impregnazione dei trasformatori di quell'azienda dovo ho lavorato, era veramente rudimentale se conforntata con questa. Il vuoto era dell'ordine di qualche decimo e la resina veniva insufflata senza particolari accorgimenti.

 

A me piace discutere e confrontare le varie esperienze. Trovo sia un buon mezzo per mantenermi sveglio e aggiornato (sai com'è quando si arriva all mia età non è facile).

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sai com'è quando si arriva all mia età non è facile

Se ti può essere di conforto, non è mai facile....chi si ferma è perduto.

 

Le bobinatrici sono realizzate da un altro raro gioiello nazionale leader mondiale nel settore....

 

Ebbene sì, nonostante l'onda disfattista che ci caratterizza ormai da alcuni decenni, conserviamo ancora qualche ultimo gioiello motivo di orgoglio.

 

E' la....Marsilli di Castelleone (CR)

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E' la....Marsilli di Castelleone

 

Se la memoria non mi tradisce era anche un leader nella realizzazione di macchine per calze.

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Se ti può essere di conforto, non è mai facile....chi si ferma è perduto.

 

Te ne accorgerai, verso i 60 si fa sempre più fatica; quello che capivi in un secondo poi devi impiegarci qualche minuto.

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