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PLC Forum


Parametrizzazione Inverter ( Linee Generali)


toti82

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Salve a tutti

visto che ancora ho molto da imparare essendo novello in materia , volevo porvi una domanda :

qual è la frequenza necesaria affinche un motore elettrico comandato da inverter " parta" ?

spero di non essere stato troppo generico .

saluti

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Dipende dal carico che gli applichi. A vuoto potrebbe partire anche da un paio di hz ma a pieno carico potrebbero volerci anche una decina, senza un dato è difficile stabilirlo.

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1 - Solitamente si geenra un iferimento "rampato" cioè il riferimenti, e quindi la velocità, s'incrementa gradualmente in modo automatico; parallelamente il motore accelera la sua velocità seguendo il riferimento.

2 - La velocità minima di lavoro dipende da molte cose. Dal tipo di regolazione: se vettoriale o scalare. Se scalare (V/f) dipende dal boost. Poi dipende dal motore e dal carico. Moltoinfluenza lo hanno anche i parametri ben ottimizzati.

Da ultimo. Se vuoi acquisire le conoscenze di base sull'uso e sull'ottimizzazione degli azionameni in ac studiati un manuale di installazione, uso e manutenzione di un inverter di un buon costruttore.

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grazie livio leggerò un manuale.

se vuoii puoi darmi un anticipazione su una cosa.

esiste un comando che ti aumenti la frequenza in maniera automatica o siamo noi tramite il parametro ad aumentare gradulmente

gli hz ?

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Se devi fare delle prove collega un motore,poi collega un potenziometro al relativo ingresso e vai.

Attenzione con una frequenza molto bassa al motore mancherà la giusta ventilazione

Gatto

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grazie ache a te gatto

mi hanno detto che in genere si parte dai 20 hz , poi dipende dal carico certo..

comunque grazie vediamo se nel manuale ci capisco qualcosa

saluti

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mi hanno detto che in genere si parte dai 20 hz , poi dipende dal carico certo..

Ti hanno detto una cosa sbagliata!

Se fosse vero più della metà delle applicazioni non funzionenrebbe.

Un azionamento (motore + inverter) V/f decente deve partire da non più di 5 Hz, se il tutto è stato dimensionato adeguatamente.

Unica precauzione: se si lavora per tempi significativi al disotto dei 40 Hz, con motori autoventilati, si deve ricorrere alla ventilazione assisitita pena il danneggiamento del motore per sovratemperatura.

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Livio Orsini
per tempi significativi al disotto dei 40 Hz,

Se si potesse definire avrei scritto un valore preciso!

Devi valutare in funzione del ciclo di lavoro, corrente assorbita, temperatura ambiente, etc.

Io consiglio sempre la ventilazione assistita se il motore lavora al di sotto dei 40 Hz, non solo durante le fasi di accelelrazione - decelerazione.

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ho capito, secondo me sono in questo caso visto che in cicli da 25" il motore passa da 1000 a 600 a 200 (in ordine sparso) giri per un tot di secondi (non so a che frequenza corrispondano di preciso ma ad occhio direi che a parte i 1000giri siamo sotto i 40).

intanto comincio a monitorare la temperatura della carcassa... in un motore da 55kW che T dovrei aspettarmi?

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Livio Orsini

Non ha le pastiglie termiche nelle matasse?

Il problema più grosso è che un 55 kW è già grossotto ed il ritatdo della propagazione del calore dagli avvolgimenti alla carcassa può essere rilevante ai fini dell'allarme.

Potresti tenerti basso come valore di temperatura. Tanto per dare un valore io partirei con limite di allarme a 35C sulla carcassa.

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tra le caratteristiche dell'inverter è riportato "controllo temp motore con inserimento della pastiglia" però non so se è stato fatto visto che l'installazione è provvisoria.. dopo scendo a prendere la temperatura e cerco di capire se c'è la pastiglia :thumb_yello:

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grazie livio :)

comunque ho visto una applicazione con un inverter impostato a 35 hz che comandava un motore ad esso

collegata una spazzola, che faceva girare le compresse (ambiemte farmaceutico) e gira che è una

meraviglia da tempo senza problemi al motore pu trovandosi al di sotto dei 40 hz.

saluti

:)

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Mirko Ceronti
per pastiglie nella matassa state parlando del freno motore vero???

Ma assolutamente NO, si sta parlando di un dispositivo di sicurezza termico (Klickson) che dilatandosi per effetto del troppo calore raggiunto, si apre, ed essendo interfacciato alla logica del circuito d'avviamento motore, lo ferma.

Poi ci sono anche le pastiglie PTC o NTC, che variano la loro resistenza in base alla temperatura, e sono un controllo un po' più fine del semplice bimetallo, ma il principio non cambia, è caldo ?

Allora ti fermo.

[sempre che Tu per freno motore non intendesi "qualcosa" che ferma (frena ?) il motore]

Saluti

Mirko

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Livio Orsini
comunque ho visto una applicazione con un inverter impostato a 35 hz che comandava un motore ad esso

Ho visto, ho sentito, mi hanno detto.... son tutte cose che lasciano il tempo che trovano!

Non confondiamo casi particolari con la buona regola dell'arte!

Un motore autoventilante è stato progettato in modo che, con assorbimento del valore nominale di corrente, frequenza al limite inferiore della tolleranza (48 Hz) e temperatura ambiente al limite superiore previsto dalle specifiche, mantenga la temperatura dell'avvolgimento entro il limite massimo ammissibile dall'isolante.

Se diminuisco la freqenza di minuisco la velocità del motore, quindi della ventola. A 40 Hz la velocità è lo 80% di quella nominale. La portata d'aria di un ventilatore è, approssimativamente, proporzionale al quadrato della velocità. Pertanto se la velocità è 0.8 della Vn, la portata dell'arai sarà 0.64 la portata nominale!

A 35 Hz la velocità è 0.7 * Vn, quindi la portata è 0.49 della portata nominale: meno della metà!

Che poi il motore non si sia ancora guastato può dipendere da innumerevoli fattori; elenco i principali:

1 - Assorbimento di corrente irrisorio rispetto al valore nominale (praticamente è come se lavorasse a vuoto)

2 - Temperatura ambiente molto minore della massima di esercizio; praticamente se sei in un ambiente ad aria condizionata fissa a 20C puoi permetterti una portata d'aria molto minore.

3 - Motore costruito appositamente con una ventola in grado avere una partata d'aria maggiore.

Modificato: da Livio Orsini
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certo livio chiaro, l arte è l arte :)

poi sai essenso inesperto in materia chiacchero molto con colleghi e professionisti del settore per ricavare

piu informazioni possibili grazie per le tue considerazioni che mi aiutano molto nella mia crescita professionale.

grazie Mirko , ci sei anche te in questo discorso :)

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Livio Orsini

Qual'è il valore di corrente con cui stati lavorando? Anzi, meglio qual'è il rapporto I/In ? La corrente di alvoro la puoi leggere sul display dell'inverter; è sicuramente più reale quel valore di una valore misurato con un amperomentro non a vero valore efficace (true RMS).

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a dire il vero mi pare che l'apparecchio di misura sia true RMS, è un DUCA47, però è sulla linea che comprende anche l'assorbimento delle resistenze e tutti i servizi della pressa..

il display è impostato con il numero di giri e non so smanettarci...per ora...

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ho smanettato un po' con la tastiera dell'inverter:

i gradini di frequenza corrispondenti ai giri che dicevo sono 20 - 33 - 50Hz

la corrente in uscita è rispettivamente: 25/30A- 60/70A -105/117A

mi da anche un "carico termico del motore" = 45% :unsure:

le temp ora sono 28° lato ventola - 36° centro - 38° lato pompa idraulica dietro la cassetta elettrica (dove non arriva il raffreddamento)

Modificato: da reka
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Livio Orsini
i gradini di frequenza corrispondenti ai giri che dicevo sono 20 - 33 - 50Hz

la corrente in uscita è rispettivamente: 25/30A- 60/70A -105/117A

Se comunicavi subito che il motore pilota una pompa di quel tipo....

Avendo come carico una pompa, che si comporta come richiesta di coppia come un ventilatore, hai un'autocompensazione.

in altri termini quando diminuisci la velocità diminuisce l'aria di raffreddamento però, contemporaneamente, diminuisce proprozionalmente la richiesta di coppia; i due fenomeni vanno in compensazione.

Infatti in genere non si hanno problemi di autoventilazione per comandi di pompe e ventilatori, salvo casi particolari.

Comunque se il tuo motore è dotato di pastiglie termiche inseriscile nel circuito delle protezioni che allarmano con fermata ritardata.

Modificato: da Livio Orsini
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