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batterie accumulo per quale motivo?


Simone Baldini

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Simone Baldini

Oggi mi sono andato a vedere un po' di conti. Bollette alla mano l'energia elettrica mi costa 0,21 euro/kWh, guardando il GSE lo SSP mi viene pagato 0,18 euro/kWh. Quindi abbiamo una differenza di 0,03 euor/kWh praticamente un'inezia.

Io ne produco 6000 kWh di cui 2000 autoconsumata e 4000 immessa in rete, calcolando anche che tutti i 4000 kWh li possa accumulare e autoconsumare (impossibile ma calcoliamo questo), potrei recuperare 120 euro/anno a fronte di un investimento di?

Inoltre va considerata anche un'altra cosa occulta, cioè se io connetto un accumulo sul lato DC questo sistema avrà un rendimento, che sarà anche del 92,2% visti i dati che circolano, quindi dei miei ipotetici 4000 kWh ne recupero 3688 kWh quindi ne perdo 312kWh, che a me risulterebbe un mancato contributo FV di 312X0,442=138 euro quindi già superiore ai 120 euro recuperabili che poi sarebbero 110 euro valutato il rendimento! E anzi quei 312 kWh persi li dovrei prelevare dalla rete al costo di 0,21 euro/kWh, quindi dare ad enel 65 euro. In definitiva io perderei 65 euro + 138 euro e ne recupererei 110 euro con un netto a perdere di 93 euro oltre l'investimento!

Ovvio io ho il contributo FV, ma se non avessi contributi FV ma solo SSP come i nuovi impianti sarei in positivo di 45 euro! Ma allora dove è questo guadagno nell'installare accumuli fotovoltaici? O sono io che sbaglio qualcosa?

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Ho fatto lo stesso calcolo per un potenziale cliente la settimana scorsa e anche mettendoci dentro le detrazioni fiscali al 50% è sempre piu' conveniente lo scambio sul posto. Se non ci sono incentivi statali come in Germania o finanziamenti regionali non conviene ..... a chi compra !

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Ma allora dove è questo guadagno nell'installare accumuli fotovoltaici?

 

Per chi li produce e chi è bravo a venderli raccontando faville il guadagno c'è eccome... tanto il povero pirla di acquirente bada solo all'effetto bolletta, vede 20€ in meno e fa i salti di gioia... ignorando che contemporaneamente ne sta perdendo 40.

 

Tra l'altro c'è anche da considerare che le batterie non sono certo eterne... e le batterie al litio hanno anche un invecchiamento più rapido rispetto ad altre chimiche..

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Aggiungo, che se arriva il super tecnico/venditore  di turno, che ti installa le batterie a valle dell' inverter del fotovoltaico (quindi doppia conversione e doppia perdita) sei apposto...però in compenso ti danno anche l' App che ti fa vedere quanto stai consumando di notte per non lasciare scaricare troppo le batterie :roflmao:

È  tutto vero!!! Visto con i miei occhi.:wallbash:

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Simone Baldini

Allora sfatiamo questo "mito" una volta per tutte, il vero accumulo è lo SSP e fino a quando rimborseranno una cifra molto vicina al costo che pagni in bolletta è masochiesta pensare ad accumuli fisici che hanno deterioramenti e malfunzionamenti.

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Se non ci sono incentivi statali come in Germania o finanziamenti regionali

 

Torniamo sempre lì parlando di tutte le sfaccettature del fuffovoltaico: se è conveniente, deve esserlo senza incentivi; se è conveniente solo perché c'è la droga degli incentivi, una volta che finisce la "dose" smette di essere conveniente, semplicemente perché.. non è mai stato conveniente.

 

Basta vedere gli impianti fuffovoltaici qualche anno fa... finché arrivavano soldi a pioggia (che finivano per pagare tutti gli utenti della rete elettrica in bolletta) piazzavano impianti anche sulla cuccia del cane e spuntavano venditori di pannelli come funghi, ora che le regalie sono finite (ed era anche ora, son durate sempre troppo), se uno deve installare il fuffovoltaico ci pensa dieci volte (a meno di leggi pro-butta-soldi che ne obbligano l'installazione :rolleyes: ), e un buon 99% di quelli che si son buttati nel mercato dei pannelli han chiuso i battenti; se fosse stato conveniente non ci sarebbe stato bisogno di drogare il mercato con incentivi e leggi ad hoc, si sarebbero venduti praticamente da soli.

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La "drogatura" è stata necessaria per far aumentare la produzione e diminuire i costi solo che, come sempre succede nel nostro disgraziato paese, chi fa le leggi spesso ha "ul cu al post dul co" (non faccio la traduzione per i non ambrosiani :)), quindi incentivi indiscriminati fatti pagare da tutti gli utenti.

Si sarebbe dovuto, invece, incentivare solo gli impianti "a tetto" che non consumano territorio. Poi si sarebbe dovuto incentivare i vari centri commerciali,usando la leva fiscale, a coprire i parcheggi con pannelli, ma queste sarebbero state misure intelligienti, quindi non sono state prese. Infatti è un rarità vedere un parcheggio di un supermercato o di un centro commerciale con i parcheggi coperti da  pannelli foto voltaici.

 

L'accumulo sarebbe una buona soluzione se le batterie non avessero quei costi astronomici attuali.

Forse a breve, potrà venire in aiuto la trazione elettrica dell'auto, perchè potrebbe far diminuire drasticamente il costo delle batterie.

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Conti alla mano, se un impianto fotovoltaico è dimensionato in maniera corretta, con le detrazioni e lo scambio sul posto, il ritorno dell' investimento è di circa 7/8 anni, in linea con quello degli anni ruggenti del conto energia. Conveniva allora e conviene adesso, solo che adesso rispetto a prima le banche concedono meno presiti. Prima dato l'incentivo, la banca che ti finanziava ti obbligava a versare l'incentivo su un conto presso la sua sede, in modo che se non pagavi almeno si teneva l'incentivo, ora che non è piu' cosi' sono piu' restii a concedare finaziamenti. Inoltre la percezione che lo stato ti dava dei soldi creava una aspettativa di convenienza verso chi realizzava un impianto.

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Simone Baldini

In effetti il rientro è sempre attorno a 8 anni, la differenza è che prima ne avevi altri 12 dopo gli 8 che ti risultavano guadagno puro. Io per esempio con 0,442 moltiplicato i miei 6000 kWh annui il GSE mi darà 2650 euro all'anno per altri 12 anni dopo gli 8 che mi sono serviti per ripagarmi l'investimento oltre la corrente gratuita. Senza incentivi dopo 8 anni avrai solo corrente gratuita e nessun guadagno. La differenza è che la banca ti finanziava e il tuo tempo di rientro passava da 8 anni a 12 anni la differenza se la intascava la banca come interessi però tu non tiravi fuori soldi. Oggi un privato deve rischiare un finanziamento di 12 anni di rientro dove sicuramente al 10 anno deve sostituire l'inverter e che per gli altri anni di vita dell'impianto  la resa cala e chissa' che altro puo' succedere solo per avere corrente gratuita dopo il 12 anno!

 

Comunque tornando alla convenienza, non è vero che non lo sia anche senza incentivi, la sola corrente risparmiata ti pernette di ripagarti l'impianto nei tempi di vita stesso dell'impianto, quindi il sistema è sostenibile. Con le detrazioni del 50% porti l'ammortamento a 8 anni su una vita di 20/25 dell'impianto. Ovvio non c'è piu' da farci i soldi e pur avendone usufruito è stato uno scandalo ma che comunqu ha aiutato ad abbassare i prezzi a valori ragionevoli.

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Comunque tornando alla convenienza, non è vero che non lo sia anche senza incentivi [...]. Con le detrazioni del 50% porti l'ammortamento a 8 anni su una vita di 20/25 dell'impianto

 

Quindi gli incentivi ancora ci sono, hanno solo cambiato nome e sono più contenuti rispetto alle regalie di prima, ma ci sono; senza quelli, l'impianto verrebbe ammortato a 16 anni, su una vita media di 20; praticamente una volta che se tutto va bene te lo sei ripagato, è ora di cambiarlo. Senza regalie, quindi, non c'è convenienza.

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Simone Baldini
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Quindi gli incentivi ancora ci sono, hanno solo cambiato nome e sono più contenuti rispetto alle regalie di prima, ma ci sono; senza quelli, l'impianto verrebbe ammortato a 16 anni, su una vita media di 20; praticamente una volta che se tutto va bene te lo sei ripagato, è ora di cambiarlo. Senza regalie, quindi, non c'è convenienza.

La detrazione ti spetta come per altri interventi di efficientamento o ristruturazione. Il problema del prezzo del FV è sempre stato che seguiva l'andamento degli incentivi, e oggi segue quello dell'ammortamento. E' una pura questione commerciale, quando la detrazione si ridurrà vedremo pari pari la riduzione del costo impianto per il mantenimendo dell'ammortamento attorno ad 6/8 anni. Comunque, già avere un impianto che si ripaga, anche se alla lunga, del costo investito è stato un buon obiettivo raggiunto, senza incentivi non si sarebbe sviluppato il mercato e i prezzi sarebbero scesci piu' lentamente. Anche il discorso che l'incentivo cadeva in bolletta, a mio avviso è positivo, cioè vai a penalizzare chi consuma energia senza produrla, chi la produce con lo SSP azzera la bolletta, chi non produce nulla ma ne consuma ti penalizzo contribuendo chi invece ne produce che domani potresti essere anche tu oppure ti induco a consumarne meno. Non sono daccordo sull'entità dei contributi erogati, bastava un ammortamento di 8 anni e una compensazione come lo SSP senza che per altri 12 anni ci fosse contributo a puro titolo di guadagno, ma senza quello non ci sarebbero state tutte le installazione che ci sono oggi, molte delle quali scellerate intendiamoci. Inoltre il contributo a differenza della detrazione, ti obbliga a mantenere in funzione l'impianto perchè altrimenti non prendi nulla, la detrazione invece la paga tutta la collettività, o meglio chi paga le tasse, e se ne frega se domani il tuo impianto non funziona piu'. Io avrei lasciato il medesimo meccanismo sempre a carico della bolletta ma riducendo tempi e erogazioni in modo da portare l'incentivo a 10 anni, ce è comunque il tempo che spetta alla detrazione fiscale. Comunque se un impianto da 3kWh costa sui 6000 euro senza detrazioni, e in 8 anni ti produce 30000kWh al costo di 0,21 euro hai 6300 euro quindi già la sola corrente risparmiata se l'autoconsumassi tutta in 8 anni ti permette di rientrare e non è poca cosa con la detrazioni passi a 4 anni!

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Il problema del prezzo del FV è sempre stato che seguiva l'andamento degli incentivi, e oggi segue quello dell'ammortamento

 

Detta così mi viene da pensare che nella filiera, il prezzo di quegli impianti venga gonfiato ad hoc: se io produttore vendo un pannello a 100€, è perché per produrlo ne devo spendere 80; i costi di produzione e del materiale non calano assieme agli incentivi, quindi non posso calare il mio prezzo di vendita come cambia il vento. Quindi, il gonfiaggio avviene da qualche altra parte.

 

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Comunque, già avere un impianto che si ripaga, anche se alla lunga, del costo investito è stato un buon obiettivo raggiunto

 

Tirare fuori migliaia di euro e poi aspettare anni solo per arrivare al pareggio iniziale a mio avviso non è "un buon obiettivo", se tu investi del denaro lo fai perché vuoi guadagnare più di quanto hai investito, oppure per goderti l'attesa di rientrare del capitale?

 

E' un buon obiettivo giusto per chi gestisce la rete elettrica, che si trova dell'energia a costo vicino allo zero, da rivendere poi a prezzo pieno, senza aver dovuto tirare fuori un cent per costruire centrali. Anche tu saresti contento se domani, l'affitto del tuo ufficio lo pagasse qualcun altro, lo stipendio dei tuoi collaboratori venisse addebitato all'intera collettività, ma l'onorario delle tue parcelle lo incassassi solo tu.

 

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Anche il discorso che l'incentivo cadeva in bolletta, a mio avviso è positivo, cioè vai a penalizzare chi consuma energia senza produrla

 

Per quale motivo esiste la bolletta elettrica se non per pagare l'energia che si consuma?

 

Già l'ente mi installa un contatore in modo da farmi pagare quello che è il mio consumo di energia elettrica, quindi, me lo spieghi per quale motivo dovrei anche pagare una penale perché, per un qualsiasi motivo, non voglio/posso dotarmi di un impianto fuffovoltaico?

 

Se ho il fuffovoltaico pago di meno perché produco energia, se non ce lo ho pago già di più perché consumo di più. Il tutto senza dover pagare in bolletta anche un impianto fuffovoltaico che è installato a casa di qualcun altro.

 

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Inoltre il contributo a differenza della detrazione, ti obbliga a mantenere in funzione l'impianto perchè altrimenti non prendi nulla, la detrazione invece la paga tutta la collettività, o meglio chi paga le tasse, e se ne frega se domani il tuo impianto non funziona piu'

 

Il punto a mio avviso è sempre quello: 'sti caspita di impianti sono convenienti, o sono convenienti quando te li paga qualcun altro??

 

Se fossero convenienti allora si venderebbero da soli, senza bisogno di drogare il mercato con incentivi gonfiati, senza dover far pesare alla collettività metà impianto, senza tirare fuori tramite la bolletta della luce del denaro dalle tasche di tutti gli utenti della rete per pagarli; se il rapporto costi-benefici fosse favorevole sarebbe lo stesso gestore ad installarne quanti più possibile, anticipando le spese perché avrebbe un ritorno importante in termini di energia prodotta.

 

Se per renderli convenienti allora c'è bisogno di appendersi ad incentivi, regalie fiscali, e addirittura leggi che obbligano ad accattarti il bidone pure se non vuoi, allora la convenienza non c'è.

 

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Comunque se un impianto da 3kWh costa sui 6000 euro senza detrazioni, e in 8 anni ti produce 30000kWh al costo di 0,21 euro hai 6300 euro quindi già la sola corrente risparmiata se l'autoconsumassi tutta in 8 anni ti permette di rientrare e non è poca cosa con la detrazioni passi a 4 anni!


 

 

Questo è un discorso da rappresentante di pannelli, e vorrei vedere quale impianto si ammortizza realmente in soli 8 anni; se fosse veramente così, diciamo almeno in 8 casi su 10, allora il mercato dei pannelli sarebbe rimasto fiorente anche una volta esaurita la pioggia di incentivi.

 

Vedi il riscaldamento a biomasse, là che il risparmio è reale e l'ammortamento si ottiene in qualche anno e non 20, 30, 40 o 50, non c'è stato bisogno di incentivare niente. Tanto che gli incentivi sono arrivati dopo che quei prodotti si erano già affermati sul mercato.

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Vedi il riscaldamento a biomasse, là che il risparmio è reale e l'ammortamento si ottiene in qualche anno e non 20, 30, 40 o 50, non c'è stato bisogno di incentivare niente. Tanto che gli incentivi sono arrivati dopo che quei prodotti si erano già affermati sul mercato

 

 

No anzi cercano di disincentivare.

Hanno raddoppiato l'IVA sui pellets.

Il riscaldamento con caldaie a legna è ammesso solo se il comune ha un'altezza media superiore ai 300mslm (LOmbardia)

Alcune bio masse, come la paglia, in Italia son vietate contrariamente ad altri paesi Europei.

 

Altrimenti le gante smette di usare il gas pagando 1/3 di materia prima e 2/3 di tasse ed accise varie.

 

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Simone Baldini
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Detta così mi viene da pensare che nella filiera, il prezzo di quegli impianti venga gonfiato ad hoc: se io produttore vendo un pannello a 100€, è perché per produrlo ne devo spendere 80; i costi di produzione e del materiale non calano assieme agli incentivi, quindi non posso calare il mio prezzo di vendita come cambia il vento. Quindi, il gonfiaggio avviene da qualche altra parte.

E' quello che ho detto, a mio avviso c'è ancora margine di riduzione.
 

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Tirare fuori migliaia di euro e poi aspettare anni solo per arrivare al pareggio iniziale a mio avviso non è "un buon obiettivo", se tu investi del denaro lo fai perché vuoi guadagnare più di quanto hai investito, oppure per goderti l'attesa di rientrare del capitale?

 

E' un buon obiettivo giusto per chi gestisce la rete elettrica, che si trova dell'energia a costo vicino allo zero, da rivendere poi a prezzo pieno, senza aver dovuto tirare fuori un cent per costruire centrali. Anche tu saresti contento se domani, l'affitto del tuo ufficio lo pagasse qualcun altro, lo stipendio dei tuoi collaboratori venisse addebitato all'intera collettività, ma l'onorario delle tue parcelle lo incassassi solo tu.

 

Oggi che il denaro non rende nulla anzi il tasso è negativo, avere un inventimento che a 8 anni si rientra del capitale e per altri 12 come minimo ti produce risparmio è già qualcosa. La rete eletrica dei tuoi 3000kWh se ne fa' un baffo e comunque paga al GSE l'enegia ricevuta.

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Per quale motivo esiste la bolletta elettrica se non per pagare l'energia che si consuma?

 

Già l'ente mi installa un contatore in modo da farmi pagare quello che è il mio consumo di energia elettrica, quindi, me lo spieghi per quale motivo dovrei anche pagare una penale perché, per un qualsiasi motivo, non voglio/posso dotarmi di un impianto fuffovoltaico?

 

Se ho il fuffovoltaico pago di meno perché produco energia, se non ce lo ho pago già di più perché consumo di più. Il tutto senza dover pagare in bolletta anche un impianto fuffovoltaico che è installato a casa di qualcun altro.

 

Per il semplice fatto che si deve penalizzare chi non è virtuoso nei consumi e nelle rinnovabili. E' una politica morale e basta. Si le nuove leggi ti impongono le rinnovabili e chi pur non essendo obbligato sceglie di attuare queste politiche, secondo me, va premiato a discapito di chi non lo vuole fare o non puo' farlo. Potrà non piacere la così è l'attuale politic energetica e di risparmio. Tu paghi una "penale" perchè c'è qualcun altro che produce dell'energia rinnovabile non inquinando l'ambiente e del mancato inquinamento ne beneficiano tutti anche tu che consumi.

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Il punto a mio avviso è sempre quello: 'sti caspita di impianti sono convenienti, o sono convenienti quando te li paga qualcun altro??

 

Se fossero convenienti allora si venderebbero da soli, senza bisogno di drogare il mercato con incentivi gonfiati, senza dover far pesare alla collettività metà impianto, senza tirare fuori tramite la bolletta della luce del denaro dalle tasche di tutti gli utenti della rete per pagarli; se il rapporto costi-benefici fosse favorevole sarebbe lo stesso gestore ad installarne quanti più possibile, anticipando le spese perché avrebbe un ritorno importante in termini di energia prodotta.

 

Se per renderli convenienti allora c'è bisogno di appendersi ad incentivi, regalie fiscali, e addirittura leggi che obbligano ad accattarti il bidone pure se non vuoi, allora la convenienza non c'è.

 

Sono impianti a lungo termine, per invogliare il mercato hanno bisogno ancora di detrazioni, ma non perchè non si ripaghino da se', cme ti ho fatto vedere, solo perchè senza incentivo il rientro non è definito investimento monetario. Ma qui bisogna smetterla di pensare al rientro monetario, qui bisogna incominciare a pensare alle fonti rinnovabili non come un bancomat ma come un investimento dell'ambiente che non ha prezzo.

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Questo è un discorso da rappresentante di pannelli, e vorrei vedere quale impianto si ammortizza realmente in soli 8 anni; se fosse veramente così, diciamo almeno in 8 casi su 10, allora il mercato dei pannelli sarebbe rimasto fiorente anche una volta esaurita la pioggia di incentivi.

Ilmercato c'è eccome, chiaramente non ci sono piu' quegli investitori che impiantavano pannelli nei campi. Oggi devi fare un impianto dove hai anche un consumo energetico per poter beneficiare dello SSP. E' pur vero che chi aveva disponibilità liquida di soldi, lo ha già fatto. I conti sono quelli che ti ho detto, i prezzi di acquisto li puoi vedere dove vuoi e anche il prezzo della corrente lo sai benissimo quale è. Non è un discorso da venditore, è semplice matematica. Poi uno mi puo' dire che non ha voglia di mettere li 6000 euro e attendere 8 anni per riprenderli, be' che dire, continua a pagarti la corrente che consumi e subisciti anche tutti gli aumenti che ci saranno nel futuro, libero di farlo, ma poi non lamentiamoci.

 

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Vedi il riscaldamento a biomasse, là che il risparmio è reale e l'ammortamento si ottiene in qualche anno e non 20, 30, 40 o 50, non c'è stato bisogno di incentivare niente. Tanto che gli incentivi sono arrivati dopo che quei prodotti si erano già affermati sul mercato.

Il discorso è completamente differente, la biomassa per prima cosa crea un inquinamento maggiore di un altro combustibile quale il gas metano. Polveri sottili ecc.. Poi si è partiti da un discorso di uilizzare uno scarto di lavorazione fino ad abbattere boschi per produrlo che non mi sembra il massimo. Per portarti il tuo sacchetto da 15 kg in casa bisogna anche considerare quanto si è inquinato l'ambiente tra trasporto, taglio alberi, pellettizzazione del prodotto ed esiccazione. Che sia un combustibile pulito è tutt'altro. Allora se vogliamo andare al risparmio torniamo alla nafta pesante che in confronto al pellet lo batte nei costi, ovviamente ha altre controindicazioni.

Il discorso te lo fa' uno che ha una caldaia a legna da 20 anni ormai e che ne sono un sostenitore ma perchè io personalmente utilizzo legna da scarti di segheria, e non la classica legna di rubinia (della zona) fatta disboscando boschi. Ma questo è solo una cosa morale.

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Hanno raddoppiato l'IVA sui pellets.

 

 

L'aumento dell'iva sul pellet è stata la cosa migliore che hanno fatto, visto che ha calmierato i prezzi: prima era un mercato selvaggio e importatori, grossisti e distributori rincaravano alla grande di stagione in stagione, a seconda del modello di macchina che avevano deciso di comprare quell'anno: si arrivava a prezzi assurdi specie in dicembre-gennaio, anche 6€ al sacco, lo stesso sacco che in bassa stagione costava 3€.

 

L'anno scorso con l'aumento dell'iva è stato il primo anno (in oltre dieci anni che a casa di mia madre ci si scaldava a pellet), che nel periodo più freddo si trovava pellet di buona qualità a 3.90€/sacco; per avere pellet a quel prezzo, prima lo dovevi comprare almeno in luglio.

 

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Per il semplice fatto che si deve penalizzare chi non è virtuoso nei consumi e nelle rinnovabili

 

La tariffa attuale a scaglioni già penalizza chi spreca energia perché il costo al kWh sale in base al consumo. Già viene "premiato" chi ha il fuffovoltaico perché, autoconsumando e ricevendo il rimborso sull'energia prodotta, paga meno. Quindi il sistema c'è già, senza bisogno di far finanziare gli impianti a tutti gli utenti della rete, penalizzando nel contempo anche chi vorrebbe il fuffovoltaico, ma non può, come chi vive in condominio per esempio.

 

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Il discorso è completamente differente

 

Il discorso voleva riguardare solo il sistema di incentivi: il boom delle biomasse c'è stato prima della comparsa di incentivi, sgravi, regalini, boiate, e questo perché il risparmio c'era veramente; solito discorso, se ci fosse anche col fuffovoltaico la gente farebbe la fila per acquistare gli impianti, senza bisogno che qualcuno corra a pagargliene metà.

 

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la biomassa per prima cosa crea un inquinamento maggiore di un altro combustibile quale il gas metano [...] Per portarti il tuo sacchetto da 15 kg in casa bisogna anche considerare quanto si è inquinato l'ambiente

 

Allora per essere onesti e obiettivi si dovrebbe fare lo stesso discorso anche sul fuffovoltaico visto che i pannelli attuali hanno un'efficienza ridicola: anche per produrre quelli occorrono materie prime, energia, camion che trasportano la roba, macchine che la mettono insieme, l'inevitabile scarto di lavorazione visto che le celle che risultano fallate vengono eliminate, il silicio ultrapuro poi è un minerale raro, e tutto il resto fino poi ad arrivare allo smaltimento di quei bidonazzi a fine della loro (breve) vita, che richiede altre energie e c'è da sperare che venga eseguito nel rispetto dell'ambiente. Se facciamo un conto alla fine mi sa tanto che la produzione di quelle ciofeche è un processo ecologicamente molto più in perdita di quello della legna da ardere, considerando che le foreste da cui viene ricavato il legname non vengono abbattute indiscriminatamente ma viene mantenuto l'equilibrio tra sfruttamento e rimboschimento, e questo da molto prima che esistesse il pellet di legna.

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Per Darlin

 

l'energia di processo per la  produzione dei moduli fotovoltaici si è ridotta e all'aumentare della produzione continua a diminuire. Ad oggi l'energia spesa per fabbricare un modulo, è uguale a quella che lo stesso modulo produce in circa due anni. Dato che un modulo ha una aspettativa di vita di 25 anni, sono quindi 23 anni di energia verde. Se ti guardi intorno, e non oltre la punta del naso, ti renderai conto che colossi come Cina e StatiUniti (Trump permettendo) stanno investendo massicciamente in rinnovabili, perchè si sono resi conto che ad oggi non cè alternativa. L'Europa che sulle rinovabili ha fatto da apripista perchè non ha riserve energetiche, ha avuto il boom del fotovoltaico nel 2010 in Spagna Italia e Germania, quando stranamente il prezzo del barile di petrolio era a 130 dollari. Almeno ci si stà muovendo nella direzione giusta, continuare a chinare la testa a Russia e paesi del Golfo alla lunga non credo ci porterà lontano.

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Simone Baldini
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Allora per essere onesti e obiettivi si dovrebbe fare lo stesso discorso anche sul fuffovoltaico visto che i pannelli attuali hanno un'efficienza ridicola: anche per produrre quelli occorrono materie prime, energia, camion che trasportano la roba, macchine che la mettono insieme, l'inevitabile scarto di lavorazione visto che le celle che risultano fallate vengono eliminate, il silicio ultrapuro poi è un minerale raro, e tutto il resto fino poi ad arrivare allo smaltimento di quei bidonazzi a fine della loro (breve) vita, che richiede altre energie e c'è da sperare che venga eseguito nel rispetto dell'ambiente. Se facciamo un conto alla fine mi sa tanto che la produzione di quelle ciofeche è un processo ecologicamente molto più in perdita di quello della legna da ardere, considerando che le foreste da cui viene ricavato il legname non vengono abbattute indiscriminatamente ma viene mantenuto l'equilibrio tra sfruttamento e rimboschimento, e questo da molto prima che esistesse il pellet di legna.

Questi conti sono fatti si chiamano EROEI e ogni energia viene classificata nel totale del loro ciclo, dalla nascita alla morte dell'impianto. Come ti ha detto walnut, ormai il FV ha ragginto livelli piu' che sostenibili. Essendo un prodotto ad alta tecnologia è inevitabile il loro progressivo miglioramento. Io per primo non ero un sostenitore del FV, 10 anni fa' se mi parlavi di FV mi veniva il mal di stomaco, ma poi la tecnologia migliora e per questo ha avuto un'enorme progresso grazie proprio a questi incentivi. Io penso che ce ci sia ancora molto margine sui costi, insomma parliamo di silicio mica di oro o argento!

Poi bisogna anche considerare un'altra cosa, dal pellet ci tiri fuori calore a casa tua, un'energia di basso livello, dal FV ci tiri fuori corrente elettrica che è forse l'energia piu' pregiata che c'è. Oltre questo fatto bisogna anche dire che l'inquinamento delle caldaie a pellet llo hai nel funzionamento della caldaia, oltre che nella produzione della caldaia e nello smaltimento, per il FV l'inquinamento lo hai solo nella produzione del pannello e nello smaltimento, che con opportuni accorgimenti puoi monitorare e controllare. Un milione di caldaie a pellet non le puoi controllare, cioè bruceranno come vogliono, e ti assicuro che bruciano molto male.

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già, quest'anno durante l'emergenza smog le stufe sarebbero dovute rimanere spente... voglio vedere quanti lo hanno fatto.. secondo me passare al pellet in zone con il problema dello smog è da delinquenti o ignoranti (nel senso che si ignora il fatto che siano inquinanti) e vuol dire cercarsela..andrebbero vietate.

 

 

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Simone Baldini

Bisogna però mettere i puntini sulle i! Il pellet o la legna non è che inquina di piu' rispetto al gas, anzi la biomassa è un ciclo chiuso tra pianta che assorbe CO2 nella crescita e riemisione nel bruciarla, il problema sono le polveri sottili che formano rispetto ad un gas metano e il fatto che non sono controllabili queste polveri sottili.

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Concordo su accumulo , adesso finche c'è SSP è un inutile costo in più che non si ripaga mai , tanto più con le nuove tariffe  , faccio anche notare a chi criticava gli incentivi alle rinnovabili , che il prezzo del kwh stà diminuendo e quindi quelli sono stati incentivi utili .... mentre per esempio il conto termico proporzionale a potenza generatore non lo è , perchè si premiano gli emettitori di PMX a biomassa , e si dà poco se sostituisco metano/gpl etc con PDC aria-acqua di potenza 6/8kw su abitazione singola.....

 

Però sono uscite le nuove linee guida , che finalmente cominceranno a non premiare più biomassa , dopo essersi accorti che contribuiscono in maniera notevole al PM e alle multe UE

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