akizaki Inserito: 10 maggio 2017 Segnala Inserito: 10 maggio 2017 Salve a tutti, ho i seguenti dati a mia disposizione: ho un motore M.A.T. di 11 kw (targa motore), con le seguenti caratteristiche desunte da targa: 1. 11 kw 23 ampere; 2. alimentazione 400 v triangolo; 3. cos phi= 0,79; 4. rpm=960. Esso è un motore Siemens del 1995. Su esso funziona un'amperometrica che mi misura a pieno carico una corrente assorbita pari a I=8 A . Vorrei adottare una politica di risparmio energetico, sostituendo questo motore con uno di categoria IE3, perchè mi hanno spiegato che aumenterebbe il rendimento. In che maniera, aumentando il rendimento, diminuirebbe la corrente assorbita? Grazie a tutti per la risposta. Achille
fmussolin Inserita: 10 maggio 2017 Segnala Inserita: 10 maggio 2017 Il rendimento di un motore non è solo la corrente assorbita. Altrimenti, chiunque con una pinza amperometrica potrebbe definire se un motore è in classe di rendimento IE1-IE2-IE3-IE4 ecc. La norma per il calcolo del rendimento prevede una analisi anche delle perdite dovute agli attriti, per calore dissipato e per quanto riguarda la coppia fornita all'asse, con un sistema di misurazione con torsiometro. La norma di riferimento è la EN 60034-30, nella quale è descritta la metodologia di prova
akizaki Inserita: 10 maggio 2017 Autore Segnala Inserita: 10 maggio 2017 Quindi, se ho ben capito, aumentare il rendimento di un motore significa far diminuire le perdite dovute ad attriti, effetto Joule ,etc; questo si traduce in minor richiesta di corrente elettrica. Il tutto però è legato da un ragionamento matematico? (Perdonate la mia ignoranza :-( ). Saluti
Livio Orsini Inserita: 11 maggio 2017 Segnala Inserita: 11 maggio 2017 Tutte le macchine hanno un rendimento minore di 1. Nel caso di un potore elettrico significa che per rendere 1000 W meccanici all'albero il motore assorbirà una potenza elettrica >1000W Le perdite sono di tipo meccanico, ovvero attriti vari durante la rotazione; di tipo elettrico dovuti alla resistenza dei conduttori ed alle perdite magnetiche. Lavorando sui materiali elettrici e meccanici, sulla forma costruttiva si possono ridurre le perdite elettriche e meccaniche e passare da rendimenti dell'ordine di 0.8 a rendimenti dell'ordine di 0.9 o anche più
fmussolin Inserita: 11 maggio 2017 Segnala Inserita: 11 maggio 2017 Esatto. Il miglioramento del rendimento del motore, come dice Livio, si ottiene con migliori materiali in fase di costruzione, come lamierino magnetico e rame, migliore saturazione delle cave di statore, design più accurato delle stesse, riduzione degli attriti dovuti alla migliore qualità dei cuscinetti, riduzione delle perdite per effetto Joule, riduzione delle perdite con un calcolo più preciso della ventola.
reka Inserita: 11 maggio 2017 Segnala Inserita: 11 maggio 2017 hai valutato la convenienza dell'operazione? il motore non è antichissimo e a meno di lavorare migliaia di ore all'anno non te lo ripaghi molto velocemente l'investimento.
akizaki Inserita: 11 maggio 2017 Autore Segnala Inserita: 11 maggio 2017 Salve, grazie a tutti per le risposte. Reka, i motori lavorano ciascuno almeno 8000 ore all'anno; penso che rientreremo nell'investimento in 1 anno e qualcosa in più. Perchè non dovrebbe essere conveniente?
fmussolin Inserita: 11 maggio 2017 Segnala Inserita: 11 maggio 2017 Infatti, è conveniente. Facciamo due conti senza andare al centesimo... Stimato un rendimento dell'89% caratteristico dei motori a 6P 11 kW di metà anni 90 e avendo ad oggi un rendimento la IE3 pari a 91,2%, con un costo medio di 0,18 euro/kwh ipotizzato, per un funzionamento di 8000 ore anno, avrai un risparmio di circa 430 euro/anno sui consumi energetici. Fai i conti di quanto ti costa il nuovo e vedi in quanto ti rientra l'investimento
reka Inserita: 11 maggio 2017 Segnala Inserita: 11 maggio 2017 Infatti, se parliamo di migliaia di ore nessun dubbio.
akizaki Inserita: 11 maggio 2017 Autore Segnala Inserita: 11 maggio 2017 Grazie mille a tutti per le risposte. Si procede con il risparmio energetico allora. Saluti
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