Darlington Inserito: 1 luglio 2017 Segnala Inserito: 1 luglio 2017 Mi portano ieri a riparare un caricabatterie/alimentatore di un camper, da 300W. Il sintomo è che appena lo accendi lampeggia la spia di protezione e non fa altro; il manuale dice di verificare un probabile corto in uscita (che non c'è) Lo apro e trovo la pista che va dal catodo del doppio diodo raddrizzatore fino all'uscita, completamente carbonizzata. Controllo il diodo ed è ancora sano, quindi decido di rifare la pista stendendo 3 spezzoni di filo rigido da 1 mmq e poi stagnandoli assieme, accendo e funziona e la capacità conduttiva della pista siffatta dovrebbe anche essere maggiore di quella originale, ma mi domando: possibile che la pista fosse già sottodimensionata in origine, visto che il guasto era solo quello e non è imputabile a cattive saldature che col tempo hanno sfiammato, dato che la pista si è bruciata ovunque tranne che sulle saldature del diodo e dell'induttore in uscita? L'ipotesi di qualcosa in corto all'interno del camper che ha poi fatto bruciare la pista la escluderei, perché c'è sia la protezione elettronica dello stesso alimentatore, data da un'amperometrica in uscita, sia un fusibile da 30A che era rimasto sano. L'alimentatore dovrebbe essere di qualità, o almeno, è prodotto da una ditta in provincia di Trento e riporta ancora il prezzo originale di 160€, non bazzecole insomma...
gabri-z Inserita: 1 luglio 2017 Segnala Inserita: 1 luglio 2017 Quanto era lungo il tratto di pista carbonizzata ? Di solito , un guasto (cortocircuito) , non si stende su tratti lunghi , a differenza del caso da te ipotizzato , assorbimento nei limiti delle protezioni , ma oltre la '' portata '' della pista di rame .
Darlington Inserita: 1 luglio 2017 Autore Segnala Inserita: 1 luglio 2017 Non era molto lungo, saranno stati circa 4 cm dal diodo all'induttore in serie; se è saltata per un corto, a naso, doveva saltare prima il fusibile da 30A.. è quello che non mi capacito...
gabri-z Inserita: 1 luglio 2017 Segnala Inserita: 1 luglio 2017 Quote saranno stati circa 4 cm dal diodo all'induttore in serie; 4 cm sono tanti , non credo in un precedente corto .
Darlington Inserita: 1 luglio 2017 Autore Segnala Inserita: 1 luglio 2017 Quindi mi sa che era sottodimensionata già all'origine... Sono rimasto un pò stupito perché finora le piste cotte sono sempre state sinonimo di un guasto grave, è la prima volta che l'unico guasto è la pista bruciata.
Adelino Rossi Inserita: 1 luglio 2017 Segnala Inserita: 1 luglio 2017 Quote Non era molto lungo, saranno stati circa 4 cm dal diodo all'induttore in serie; se è saltata per un corto, a naso, doveva saltare prima il fusibile da 30A.. è quello che non mi capacito... Era una pista sottodimensionata. Succede abbastanza di frequente nei progetti di potenza con circuito stampato. Sono sempre Ampere su mmq di rame. La pista nel migliore dei casi fa da resistore poi fa da fusibile. Mi sembra esagerato un fusibile da 30A in serie su una pista di circuito stampato. Per quanto riguarda il fusibile, dopo averlo identificato con precisione, fai una ricerca su google come "curve di fusione fusibili tipo xxxx" magari dalle curve scopri che il fusibile fonde rapido a qualche centinaio di ampere. Un fusibile si fonde sempre quando a monte c'è un generatore di corrente in grado di dare tutta la corrente di CC necessaria alla fusione, altrimenti è come un normale conduttore. Quando si installa un qualsiasi dispositivo di protezione basato sulla corrente ci si deve accertare che a monte il cosiddetto "generatore" sia in grado di fornire la corrente necessaria al rilevamento e allo scatto o fusione. Molti incendi avvengono proprio per la permanenza in regime di sovracorrente non rilevabile. Gli interruttori differenziali danno un grosso aiuto in AC e in regime di neutro a terra. Nel caso della corrente continua il discorso si complica in quanto la fusione si basa unicamente sulla capacità della sezione di alimentazione di fornire la corrente di guasto. Quote di decido di rifare la pista stendendo 3 spezzoni di filo rigido da 1 mmq e poi stagnandoli assieme E' un lavoro corretto, in molti alimentatori o fanno un riporto di stagno per ingrossare la pista oppure realizzano il collegamento con spezzoni di filo adeguati.
Darlington Inserita: 2 luglio 2017 Autore Segnala Inserita: 2 luglio 2017 Ciao Adelino, il fusibile è a lama di quelli usati anche sulle auto ed è proprio da 30A, nel senso che anche il manuale cita quel valore quindi non è stato sostituito con uno di taglia più grossa; così a naso però credo sia una protezione secondaria, c'è una bobina amperometrica DC in serie al carico, e il controllo dovrebbe staccare in condizioni di sovracorrente prima dell'intervento del fusibile; almeno, questo dice il produttore, in uno dei manuali più scarsi che abbia mai letto (non spiega neppure tutte le connessioni dell'apparecchio). La pista aveva anche dei ribattini di stagno, messi a mo' di strisce pedonali, ma evidentemente ancora non bastavano.. spero che ora il problema non si ripresenti ☺
gabri-z Inserita: 2 luglio 2017 Segnala Inserita: 2 luglio 2017 Con tre mmq , non salterà più ( li ) !
Darlington Inserita: 2 luglio 2017 Autore Segnala Inserita: 2 luglio 2017 In realtà quella era la pista (di potenza) più risicata, per capirci quelle che portano dai secondari del trafo ai due anodi del doppio diodo shottky sono grosse uguali, ma quelle sono due.
gabri-z Inserita: 2 luglio 2017 Segnala Inserita: 2 luglio 2017 Sarebbero state affumicate anche quelle allo stesso tempo , ma si vede che reggono la loro '' mezza '' corrente .
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