vfpaolo Inserito: 2 ottobre 2017 Segnala Share Inserito: 2 ottobre 2017 Salve a tutti, è la prima volta che scrivo su questo forum anche se seguo spesso da utente esterno le discussioni. Chiedo intanto scusa se per caso la discussione è stata già trattata o se è ho inserito la stessa in una sezione errata del forum. Per le esigenza di una mia seconda casa in campagna ho fatto installare una caldaia Vitodens 222 B2LB-26 da 24,1 Kw con modulo WiFi, e contestualmente fatto realizzare l'impianto termico e sanitario a servizio dell'edificio con la convinzione che a lavoro finito potessi gestire, avendo anche acquistato l'accessorio per il collegamento WiFi, da remoto i vari settori dell'edificio. In sede di collaudo per la prima accensione da parte di tecnico abilitato viessmann mi fa notare che così come realizzato l'impianto non potrà essere gestito da remoto e pertanto azzera la possibilità di passare dal circuito 1 al 2 e al 3, appiattisce la curva di rendimento ed effettua altre regolazioni che di fatto annullano le splendide potenzialità della caldaia trasformandola di fatto in una semplicissima caldaia con bruciatore vecchio tipo mantenendo il comando a distanza solo per piccoli aggiustamenti. Volendo comandare a distanza il riscaldamento dei diversi settori dell’abitazione, si è pensato di impostare la caldaia con una temperatura ambiente richiesta molto bassa in modo da tenerla spenta e, tenere invece accesi i termostati di zona alla temperatura richiesta (20°) che comandano le testine del collettore e la relativa pompa di rilancio. Così facendo però si ha l’attivazione continua delle testine e il flusso nel circuito per effetto dell’attivazione della pompa anche a caldaia spenta per lunghi e inutili periodi di tempo. Per ovviare a ciò, ho fatto installare un termointerruttore a bracciale sul collettore di uscita acqua calda della caldaia, tarato a 40-42°, che solo al raggiungimento della temperatura dà il consenso al funzionamento della pompa e delle testine. Il problema sembra quindi risolto in modo casareccio, ma nasce il problema dell’antigelo che fa si accendere la caldaia ma non farà raggiungere la temperatura necessaria per attivare l’interruttore a bracciale. Si è pensato di installare un altro interruttore di minima che dia il consenso alla pompa e alle testine al raggiungimento di temperature prossime allo 0° ma questo, avendo la caldaia posta in un locale freddo, comporterebbe il funzionamento di tutto l’impianto inutilmente anche per lungo periodo di tempo. Nonostante abbia interessato del problema la casa madre in forma diretta da cui sono stato contattato tramite il loro tecnico di zona, mi riferiscono che la caldaia non è in grado di gestire le pompe di rilancio se non attraverso l’istallazione di un accessiorio e un gruppo di rilancio della stessa ditta. Di fatto quindi, ancorché il display abbia la possibilità di comandare 3 circuiti, ciò non avviene. Ciò mi sembra molto strano visto che la centralina di cui è dotata la caldaia è di nuovissima generazione. Chiedo quindi a voi un parere sul da farsi in quanto non so più che fare. Questi sono i dati della caldaia e dei componenti ad ora installati: una caldaia Vitodens 222 B2LB-26 da 24,1 Kw con modulo WiFi l'impianto a valle della caldaia è costituito con: - Collettore Separatore Defangatore 2+1 della ditta MUT; - n. 2 pompe di rilancio Ditta MUT - termostati ambiente; - elettro testine di comando apertura collettore di distribuzione calore. Grazie in anticipo a tutti quelli che potranno aiutarmi. P.s.: Nomino la ditta produttrice solo per far capire meglio il modello e la situazione. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Messaggi consigliati
Crea un account o accedi per commentare
Devi essere un utente per poter lasciare un commento
Crea un account
Registrati per un nuovo account nella nostra comunità. è facile!
Registra un nuovo accountAccedi
Hai già un account? Accedi qui.
Accedi ora