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PLC Forum


Difficoltà a trovare programmatori plc?


albertagort

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Nell azienda dove  lavoro da poco  si sta facendo una certa difficoltà a trovare  programmatori  plc  (con esperienza almeno  biennale ).

Io sono  tendenzialmente  curioso ma poco invadente e la domanda che faccio  a voi è : davvero l offerta è  maggiore  della  domanda? Parlo del nord italia.

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Io ho cambiato lavoro un anno fa. Inserzioni per programmatori PLC trasfertisti in provincia di Brescia/Bergamo/Cremona ne ho trovate a bizeffe. La maggior parte delle inserzioni citava "trasferte per il 20/30 % del tempo lavorativo". Ogni tanto ci riguardo per curiosità e trovo ancora i soliti annunci di chi ha pretese astronomiche e non avrà mai quello che cerca, ma trovo anche un sacco di annunci nuovi. Se invece non si è disponibili alle trasferte estero la storia è MOOOOOOOOLTO diversa.

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6 minuti fa, Cialtrone scrisse:

Se invece non si è disponibili alle trasferte estero la storia è MOOOOOOOOLTO diversa.

 

Basta considerare che almeno il 50% delle macchine e impianti prodotti in Italia viene esportato e si ha subito l'esatta percezione del perchè è indispensabile essere disponibili alle trasferte estere.

Questo è anche uno dei motivi perchè c'è sempre richiesta di tecnici che sappiano programmare ed usare i PLC.

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Nella mia azienda stiamo cercando un paio di persone da un paio di anni, tante prove, poca professionalità, scarsa preparazione.

E la cosa è diffusa su parecchie aziende anche non grandi dell'area fiorentina.

Ovviamente anche noi esportiamo un 80% delle ns macchine, per cui le trasferte son d'obbligo...

E non ci vedo nulla di male, io è dal '96 che vado a giro per il mondo. E ho famiglia numerosa.

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Per me l'andare all'estero è il suo bello dell'essere programmatore plc,

quello che però spesso noto che fondamentalmente si cerca programmatori che conoscono solo un certo marchio, diciamo che secondo me c'è una vera inflazione rigurado a tale marchio e cerco di non fare troppa pubblicità

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CTec, cosa intendi per "poca professionalità, scarsa preparazione"?

Reticenza nelle trasferte o anche poca conoscenza tecnica?

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Abbiamo provato diverse persone, anche per parecchi mesi.

Se sono appena usciti dalle scuole, la preparazione è assai scarsa, quasi neppure le nozioni base. Qui ovviamente la colpa è della scuola.

Però li si possono formare, il problema è che quando sei una impresa non grande (siamo 10), non utilizzare una risorsa perché in formazione e anzi sprecarne un'altra per fare formazione è troppo pesante.

Allora cerchi gente con un po' di esperienza. Ma in quel caso spesso hanno lavorato in grandi aziende, dove facevano solo una parte e fossilizzati su macchine e sistemi di programmazione (crucchi in primis), e non riescono assolutamente a passare a sistemi diversi.

La professionalità è il sapere affrontare i problemi e risolverli, per me, e quest'ultimo caso proprio non ci rientra.

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5 ore fa, albertagort scrisse:

davvero l offerta è  maggiore  della  domanda? Parlo del nord italia.

io penso che formare una risorsa per far fronte alle prime difficoltà sia necessario almeno (ripeto ALMENO) un anno. Chi investe un anno nel formare una persona difficilmente se lo fa scappare, a costo di un riconoscimento economico.

Se invece uno ricerca personale già qualificato deve necessariamente mettere mano al cuoio (portafoglio) altrimenti deve aspettare il fallimento di un'altra azienda (non difficile in questo periodo).

In tutti questi anni i posti di lavoro li ho trovati col passaparola e non tramite cacciatori di teste. Quelli con i quali ho parlato mi hanno dato l'impressione di non capire minimamente di cosa si tratta fare software di automazione, interessati solamente al ribasso del RAL offerto. Solo del gran tempo sprecato.

 

 

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2 ore fa, Ctec scrisse:

La professionalità è il sapere affrontare i problemi e risolverli, per me, e quest'ultimo caso proprio non ci rientra.

 

Come faccio a non condividerti

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10 ore fa, Ctec scrisse:

La professionalità è il sapere affrontare i problemi e risolverli, per me, e quest'ultimo caso proprio non ci rientra.

 

Questa è solo una parte.

Poi c'è la voglia di mantenersi aggiornati e la serietà nel mantenere gli impegni assunti.

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L italia è  il paese dove le università  estere vengono a prendersi  i laureati  in materie tecnico-scientifiche.

Ed è  poi lo stesso  paese dove  una gran parte delle aziende non ha la possibilità economica  (e a purtroppo in molti casi nemmeno la capacità ) di formare  il personale nelle stesse materie tecnico-scientifiche.

Francamente  rimango un po basito dalla situazione  descritta  da Ctec: io sono  da pochi mesi nell ambiente e non posso giudicare, ma la tendenza che noto è  quella che al professionista viene richiesta sempre di più la competenza settoriale  e particolareggiata. Della serie: devi saper usare  da dio il tia  portal e Rockwell. Poi se non  sai nulla di elettrotecnica o pneumatica in qualche  modo farai lo stesso. 

 

 

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1 ora fa, albertagort scrisse:

Poi se non  sai nulla di elettrotecnica o pneumatica in qualche  modo farai lo stesso. 

 

Questo è il modo certo per avere messe in servizio che si protraggono oltre ogni limite ragionevole; è anche il modo migliore per avere macchine ed impianti fatti da cane (con il massimo rispetto per i cani che amo moltissimo, più di certi umani)

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Vero, i programmatori PLC bravi e completi sono merce rara, chi li ha se li tiene stretti (sono rari i casi di programmatori che cambiano azienda frequentemente) 

Son talmente rari che le aziende cercano anche persone con minima o senza esperienza, il che fa specie visto che di genere gli annunci richiedono persone con esperienza.

Vedo annunci (in misura minore) in cui la richiesta di trasferte non è presente (o minimale), probabilmente rientrano nei casi di aziende con molto personale e maggiormente strutturate (squadra di manutentori da inviare sul campo e programmatori in sede).

Concordo sulla specializzazione, ma non è solo nel settore PLC, ma include tutti i settori, "ultra"specializzato così si rende di più.

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Premetto che ho fatto trasferte per alcuni anni e poi mi sono stancato. Comunque tutte le aziende che mi hanno contattato mentre cercavo di cambiare, quando io ponevo come condizione quella di non effettuare trasferte, minimizzavano: "ma sì... si tratta di una o due settimane all'anno, al massimo!". La domanda che mi sono sempre posto è cosa sarebbe successo di fronte a frequenti richieste di trasferta una volta assunto da una di queste aziende, ormai sarei stato in ballo ed avrei dovuto ballare.

 

La verità è che per essere un tecnico di automazione accettabile dovresti avere:

un livello di programmazione decente per ricerca guasti e per le modifiche richieste in opera

una buona esperienza per quanto riguarda i componenti di automazione dalla pneumatica/idraulica alla parte elettrica

spirito d'iniziativa e un buon problem solving

 

Ma quante aziende sono davvero disposte a riconoscere economicamente qualità di questo tipo?

Quante aziende sono disposte a tener fede agli accordi presi in fase d'assunzione quando ci si rende conto che un avviamento può essere fatto da due cavalli anziché dieci asini?

 

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19 minuti fa, Cialtrone scrisse:

Quante aziende sono disposte a tener fede agli accordi presi in fase d'assunzione quando ci si rende conto che un avviamento può essere fatto da due cavalli anziché dieci asini?

 

A parte questo fatto la mia esperienza, di alcun i decenni, mi ha convinto che la messa in marcia di macchine o impianti controllati da elementi programmabili (PLC, PC, sistemi dedicati) deve essere effettuata da persone che comunque hanno partecipato alla stesura del software.

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In linea teorica sono d'accordissimo, la realtà ci insegna che spesso questo non avviene. In particolare laddove ci sono macchine abbastanza standardizzate.

Forse siamo OT, ma se riportiamo tutto alla domanda iniziale io rispondo così:

Ci sono un sacco di aziende in cerca di programmatori, ma alcune non fanno proposte serie (a me hanno proposto di lasciare un posto fisso per un contratto da tre mesi con metà del mio stipendio attuale), alcune non sanno bene cosa vogliono, alcune promettono cose che realisticamente non potranno mantenere, altre cercano figure talmente specializzate da essere irrealistiche.

Insomma c'è una bella domanda di programmatori e tecnici, il difficile è scremare.

D'altro canto ci sono in giro un sacco di cialtroni che si spacciano per programmatori.

Se non vengono incentivate in modo tangibile le aziende a formare i giovani, il mercato del nostro lavoro diventerà sempre più un far-west, secondo me.

 

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Yiogo sei un po' troppo manicheo.:smile:

Poi dimentichi una "scuola": quella dei sistemisti completi.

Sono persone che si sono formate con l'esperienza sul campo, partendo da una base teorica. Sanno programmare decentemente perchè hanno basi teoriche di informatica, conoscono le macchine elettriche e l'elettronica perchè hanno basi teoriche in queste due materie, poi hanno una pratica ultra decennale di macchine ed impianti che consente loro di conoscere abbastanza bene molti processi.

Alla fine sanno fare programmi ottimizzati, quando serve. Sanno impostare il programma in modo da ottimizzare il controllo del processo. Sanno mettere in marcia la macchina/impianto e prendersi cura anche dei problemi meccanico/elettritici/idraulici/sensoristici/impiantistici che normalmente si incontrano in fase di avviamento.

 

Io appartengo a questa scuola e nella mia vita lavorativa ho conosciuto molti altri tecnici con formazione simile. Alcun i frequentano anche questo forum.

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Anche io Livio. Qualche anno dopo... 😉

Il problema è che nel mio caso cerco persone come me, e non mi pare affatto facile.

Provate le altre "scuole" (le prime due in particolare), e gli informatici sono i meno "malleabili" e propensi ad adattarsi alle esigenze del lavoro.

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1 ora fa, Livio Orsini scrisse:

Sono persone che si sono formate con l'esperienza sul campo, partendo da una base teorica. Sanno programmare decentemente perchè hanno basi teoriche di informatica, conoscono le macchine elettriche e l'elettronica perchè hanno basi teoriche in queste due materie, poi hanno una pratica ultra decennale di macchine ed impianti che consente loro di conoscere abbastanza bene molti processi.

 

Come non condividere, ognuno poi viene dal suo ramo e comunque il programmare PLC viene poi sempre dall'esigenza elettrotecnica di comandare apparecchiature più o meno complesse, quello su cui ancora i PLC forse ancora non si avvicinano è quello tipico dell'ambiente PC ma probabilmente sarà il prossimo passo anche se non è semplice

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3 ore fa, Ctec scrisse:

e gli informatici sono i meno "malleabili" e propensi ad adattarsi alle esigenze del lavoro.

 

Io penso che dipenda dagli studi e dalla mentalità di base.

Per studiare informatica sei già propenso a ragionare in modo binario, il corso di studi poi tende ad esasperare questa attitudine per cui le cose per loro sono sempre alte o basse, vere o false, bianche o nere.

Io obbligherei ad inserire nei corsi di informatica anche un corso obbligatorio di "Fuzzy logic", tanto per insegnare che nulla è assoluto, ma tutto è relativo e sfumato.

 

3 ore fa, Ctec scrisse:

Il problema è che nel mio caso cerco persone come me, e non mi pare affatto facile

 

Andrea il nocciolo della questione è che questa professionalità non si può formare a scuola, ma richiede anni di lavoro duro, dedizione e passione.

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Andrea il nocciolo della questione è che questa professionalità non si può formare a scuola, ma richiede anni di lavoro duro, dedizione e passione.

Concordo.
Non diamo sempre tutte le colpe alla scuola. La scuola può e deve fornire le basi. Più basi si hanno e meglio è. Ma non si può pensare che la scuola possa sfornare persone già preparate ad affrontare subito il mondo del lavoro in un settore come l'automazione. Questo traguardo si può raggiungere solo con anni di esperienza.
 

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Forse quelli che non trovano sono i programmatori capaci che si regalano! In Emilia c'e' molta richiesta, ma quando si parla di soldi, semplicemente qualsiasi cifra e' troppo alta! Se obietti e sottolinei le tue capacita', ti guardano male e ti dicono: chessara'mai, ormai tutto e' stato inventato e con qualche ora di copia-incolla fai tutto.

L'anno scorso ho avuto con rapporti con una grossa ditta brianzola, non gli andava mai bene niente, ma so che sono sempre alla costante ricerca di tecnici plc...

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Le aziende che pubblicano sempre gli stessi annunci ci sono in molti ambiti e su molte posizioni. Aziende di elettronica o automazione che ogni 6 mesi cercano "programmatore firmware e progettista hardware" oppure "progettista meccanico". Annunci copia-incolla che si ripetono ogni qualche mese.

Io francamente alla storia che i lavoratori siano un branco di incapaci ci ho sempre creduto poco.

Ho sempre creduto molto invece al fatto che la capacità formativa all'interno delle aziende sia in genere molto bassa (a me stesso è sempre successo di dovermi pressochè auto-formare, senza un supporto veramente efficace che diminuirebbe di 3\4 i tempi di formazione) e che, come dice Colonial54, non ci sia il cash per attirare chi vale davvero.

 

Mi chiedo, ovviamente, come si possa pensare di programmare un macchinario, ad esempio una macchina da stampa (uso questo esempio in quanto ci ho lavorato da tipografo), senza conoscere in modo approfondito il suo funzionamento, ovvero il "cosa deve fare".

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10 ore fa, albertagort scrisse:

Ho sempre creduto molto invece al fatto che la capacità formativa all'interno delle aziende sia in genere molto bassa (a me stesso è sempre successo di dovermi pressochè auto-formare, senza un supporto veramente efficace che diminuirebbe di 3\4 i tempi di formazione) e che, come dice Colonial54, non ci sia il cash per attirare chi vale davvero.

 

 

Nella zona di Milano ad esempio, sino agli anni 80, c'erano 4 grandi aziende elettromeccaniche ed elettroniche che ogni anno assumevano un certo numero di neo diplomati e neo laureati. per queste persone c'era il "sentiero di carriera e formazione" programmato per 2 anni. Venivano assunti al minimo contrattuale, ogni 6 mesi ricevevano un piccolo aumento di stipendio; l'aumento variava tra un minimo ed un massimo secondo risultati ed impegno dimostrato. Al termine dei 2 anni erano inquadrati nel 5° livello professionale (diplomati) e 6° livello professionale (laureati), con stipendi che erano al minimo di categoria o poco sopra, in funzione dei precedenti "aumenti".

 

Dopo questo tirocinio iniziava il vero e proprio inserimento in azienda, secondo necessità aziendale ed inclinazioni personali.

C'erano 2 categorie di persone: quelle "catastali" che cercavano di ricavarsi un nicchia dove acquattarsi e vegetare in attesa della pensione, poi c'erano quelli che avevano un minimo di ambizione e cercavano di progredire.

Per queste non sempre l'azienda poteva soddisfare le loro esigenze, così ogni anno un certo numero di tecnici già abbastanza formati ed ad alta professionalità trovava una nuova occupazione in aziende di minor dimensione e contribuiva a diffondere le conoscenze professionali.

 

Ora queste aziende, un po' per deficienza imprenditoriale e molto per lungimiranza governativa, non ci sono più. Son rimaste solo aziende piccole e medie che non possono permettersi di avere tecnici in formazione.

La scuola come è strutturata non forma per il lavoro, nel migliore dei casi ti da una cultura di base e ti insegna come studiare.

 

La vicina confederazione Elvetica, ad esempio, ha una scuola molto più formativa specie per i tecnici intermedi. C'è l'istituto dell'apprendistato obbligatorio durante il ciclo scolastico; l'apprendistato deve essere svolto presso aziende certificate e controllate che si prestano volentieri perchè questa certificazione è un attributo di qualità notevole.

Da noi si è tentato con l'istituto scuola - lavoro. Pare che sia finito come sempre succede da noi per queste iniziative: un fallimento.

I furbi (im)prenditori hanno pensato subito di avere disponibile manovalanza gratuita, una parte degli studenti ha pensato di avere un supplemento di vacanza. Solo in pochissimi casi c'è stato un connubio tra azienda seria e studente serio, per cui la formazione ha raggiunto lo scopo.

 

Rimane il fatto che ci sono molte posizioni scoperte e non si tratta solo di mera propaganda governativa.

Conosco persone che hanno cambiato 2 0 3 aziende in pochi mesi, perchè insoddisfatti o perchè le promesse aziendali erano bugiarde. Alcune di queste persone partecipano anche a PLCForum.

Se una persona, ad alta professionalità, può cambiare facilmente azienda significa che c'è molta domanda di personale con un certo profilo profilo professionale.

 

10 ore fa, albertagort scrisse:

Mi chiedo, ovviamente, come si possa pensare di programmare un macchinario, ad esempio una macchina da stampa (uso questo esempio in quanto ci ho lavorato da tipografo), senza conoscere in modo approfondito il suo funzionamento, ovvero il "cosa deve fare".

 

In una delle aziende che ho citato prima c'erano "progettisti" che non solo non avevano mai visto una macchina, ma non erano nemmeno mai stati nelle sale di collaudo aziendale. Sembra assurdo ma è così. Poi a volte capitava che durante la messa in marcia si dovesse rifare mezza macchina per evidenti problemi di progettazione.

COme contro altare ho visto piccole aziende dove il Sw PLC lo si sviluppa durante la fase di messa in marcia.

 

Però esistono anche aziende serie che lavorano seriamente e trattano il personale in modo onesto.

 

E anche certo che il lavoro di progettazione di impianti - macchine industriale, specialmente per la parte di automazione (sempre più tecnologicamente preponderante), non può essere svolto esclusivamente in ufficio ed in azienda; un buon progettista di automazione si forma se partecipa o effettua la messa in marcia della macchina.

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18 ore fa, Yiogo scrisse:

e proprio nei plc, per la loro caratteristica di essere programmati per fare un cosa che questo aspetto i enfatizza

se hai chiaro l'obiettivo e hai ragionevoli capacità lo raggiungerai

se hai buone capacità ma non conosci il processo più che bene non raggiugerai mai l'obiettivo

 

 

C'è modo e modo di raggiungere un obbiettivo e l'esperienza che uno si fa con l'andare degli anni ti fa capire che può essere conveniente più una strada di un'altra, per conveniente intendo dire sia risorse hardware che di tempo per realizzare un obbiettivo, poi quello che chiede il cliente è un altro discorso e se il cliente richiede una cosa specifica sta a te essere capace di realizzarla, tutto qua

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