scaragiusep Inserito: 14 ottobre 2018 Segnala Share Inserito: 14 ottobre 2018 Mi consigliate qualche fonte che spieghi il funzionamento a livello pratico dei condensatori nei circuiti? Sono sommerso da libri di fisica ed elettrotecnica (feci l'esame elettromagnetismo molti anni fa) ma oggi mi accorgo che è tutta carta straccia. Questi libri espongono i fatti in modo troppo astratto a livello assiomatico, parlano della teoria dei condensatori riempiendo le pagine di formule senza passare agli utilizzi pratici. Il risultato è che esci dall'università con la testa piena di roba e che sei un diversamente abile sul piano pratico......insomma sono stufo di piatti di alta cucina dove si paga un botto e non si mangia niente, mi andrebbe bene un bel panino prosciutto crudo e mozzarella dell'alimentari..........😆 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Livio Orsini Inserita: 14 ottobre 2018 Segnala Share Inserita: 14 ottobre 2018 Purtropp anche stando terra terra, sui condensatori si potrebbe scrivere un romanzo breve. Dipende dal campo di applicazione. tanto per comiciare a tracciare un sentiero ed un mappa potremmo suddividere l'impiego dei condensatori per gruppi. Separazione del segnale alternato dalla corrente continua; applicazione tipica nei circuiti elettronici analogici. Filtraggio dei disturbi. Sfasamento; uso prevalente nei filtri passa banda, elimina banda, passa alto e passa basso. Rifasamento; uso prevalente in elettrotecnica. Integrazione di segnali e derivazione di segnali, anche se è una sottocategoria dei filtri. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Lucky67 Inserita: 14 ottobre 2018 Segnala Share Inserita: 14 ottobre 2018 3 ore fa, scaragiusep scrisse: mi accorgo che è tutta carta straccia non condivido questa tua affermazione...e la finisco qui. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Nino1001-b Inserita: 14 ottobre 2018 Segnala Share Inserita: 14 ottobre 2018 Le riviste di Elettronica Pratica e di Nuova elettronica, scaricabili on line. Solo che a video si studia male. Senza scoraggiarsi piano piano la teoria scolastica diventa pratica. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Nino1001-b Inserita: 14 ottobre 2018 Segnala Share Inserita: 14 ottobre 2018 Carta straccia è un termine improprio ma se uno studente dice questo un motivo ci sarà. Ci sono tanti bei teoremi finiti nel dimenticatoio, tante formule rimpiazzate da pratiche tabelle. Forse la nostra scuola è eccessivamente teorica. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Livio Orsini Inserita: 14 ottobre 2018 Segnala Share Inserita: 14 ottobre 2018 1 ora fa, Nino1001-b scrisse: Forse la nostra scuola è eccessivamente teorica. L'impostazione di base effettivamente è troppo teorica. Poi molto dipende dai vari insegnanti. Ci sono anche validi professori che operano a stretto contatto con l'industria e cercano di formare nel modo corretto gli studenti. Forse la nostra scuola è ancora troppo "enciclopedica". Oggi le conoscenze sono talmente vaste che si è costretti a specializzarsi in modo estremo. Quando iniziai a studiare elettronica il tutto lo scibile della materia era abbastanza limitato, i semiconduttori erano poco più che una curiosità, buoni per sperimentatori e per le radioline giapponesi che cominciavano a fare la loro comparsa. L'elettronica industriale era molto rudimentale; lo stato dell'arte erano gli amplificatori magnetici. I calcolatori erano ancora tutti a valvole; l'IBM sostituiva i flip - flop ogni tot ore di funzionamento e per 50 lire alla fiera di Sinigallia di Milano trovavi il flip-flop usato con un doppio triodo che andava ancora, più qualche resistore di buona qualità e 2 zoccoli. Oggi il PC portatile su cui sto scrivendo ha più capacità di calcolo e memoria di lavoro e di massa, di quante ne aveva un mainframe che occupava 2 piani di un centro di calcolo e consumava l'energia prodotta da una piccola centrale termo elettrica. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
scaragiusep Inserita: 14 ottobre 2018 Autore Segnala Share Inserita: 14 ottobre 2018 Il termine carta straccia è volutamente esagerato. Ma il succo del discorso resta che il sapere è costituito da varie evoluzioni successive, le formule e la teoria scritta sui libri che ho citato sono solo la punta dell'iceberg. Se si studia partendo dalla punta come si fa nelle università e non si capisce l'evoluzione che il concetto ha subito, in testa rimane poco. Il mio prof di elettrotecnica definiva i condensatori come bipoli la cui relazione caratteristica è i=CdV/dt. Giusto, ma insufficiente. Capire cos'è un condensatore, come lavora e i suoi utilizzi è tutto un altro discorso ed è la cosa più importante. Le formule e i teoremi sono l'ultima cosa. Ricordo che i condensatori si usano per rifasare un carico trifase, però ho sempre un discorso campato in aria in testa. Mi interessa più che altro capire il ruolo dei condensatori neile schede delle caldaie per esempio. Non mi interessano formule, ma trovarne un equivalente idraulico per ragionare per analogia per fissare le idee. Lo scopo è capirci un minimo per diagnosticare un guasto alla scheda e sapere cosa fare. Oppure vogliamo parlare di tecnologia meccanica, dove ti fanno studiare le lavorazioni meccaniche e le macchine utensili, accompagnando il tutto con formule il più delle volte empiriche approssimate impossibili da ricordare e soprattutto senza mai aver visto e toccato un tornio o una fresatrice dal vivo? La maggior parte degli studenti impara a memoria senza capirci una mazza, secondo me la situazione dell'ingegneria in italia sarà disastrata. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
scaragiusep Inserita: 14 ottobre 2018 Autore Segnala Share Inserita: 14 ottobre 2018 1 ora fa, Nino1001-b scrisse: Le riviste di Elettronica Pratica e di Nuova elettronica, scaricabili on line. Solo che a video si studia male. Senza scoraggiarsi piano piano la teoria scolastica diventa pratica. Grazie è veramente spettacolare. . Vado in una stamperia e mi faccio stampare tutto. Io davanti al monitor non resisto più di 10 min. http://www.introni.it/riviste_elettronica_pratica.html Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Omissam74 Inserita: 14 ottobre 2018 Segnala Share Inserita: 14 ottobre 2018 Io posso raccontare la mia esperienza scolastica relativamente recente ( 25 anni fa , più o meno) . Ho fatto il triennio dove dovevo uscire capace di riparare un computer. Lasciando perdere l' inutilità di un corso del genere visto che avevamo a disposizione pc a scopo scolastico con tutti gli integrati su zoccoli e visto che in 3 anni abbiamo simulato un guasto ad un pc, tanta teoria e zero ricerca guasti. Intendo dire che ci hanno spiegato vite morte e miracoli dei componenti ma mai come testarli per vedere se erano guasti. Certo, sapevo come utilizzare un oscilloscopio per vedere se i segnali sull' unico pc riparato erano giusti, ma se mi metti in mano un transistor , a meno che sia in corto netto, non so testarlo ( so che vanno anche in perdita ma non so cosa vuole dire ). Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
scaragiusep Inserita: 15 ottobre 2018 Autore Segnala Share Inserita: 15 ottobre 2018 La vera cultura tecnica si fa smontando, guardando, provando, ragionando e consultando libri quando necessario. Certo nelle università e scuole non si ha il tempo di fare tutto questo. Quest'ultime forniscono solo un'inizializzazione ma non una formazione completa, mettono solo l'individuo nella condizione di saper imparare senza fornire però conoscenza solida la quale verrà sviluppata, se lo vorrà, dalla persona nella vita post scolastica. Ci sono pero anche tanti individui che cercano di acquisire le conoscenze durante il percorso di studi, e costoro saranno quelli che ci metteranno molti anni per concluderli ma poi uscendo forti e molto preparati (è il mio caso). Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Livio Orsini Inserita: 15 ottobre 2018 Segnala Share Inserita: 15 ottobre 2018 1 ora fa, scaragiusep scrisse: La vera cultura tecnica si fa smontando, guardando, provando, ragionando e consultando libri quando necessario. Con oltre 50 anni di esperienza professionale alle spalle mi permetto di contraddirti. Se non hai alle spalle delle solide basi teoriche tutte le esperienze pratiche rischiano di essere solo un coacervo di nozioni imparaticce e, spesso, contradditorie. Oppure signifca fare determinate operazioni senza conoscerne le ragioni. Ho conosciuto dei manutentori che riuscivano ad ottimizzare un regolatore PID in modo egregio senza sapere le ragioni di quello che facevano. Sino a che le cose rientravano nella loro esperienza vissuta tutto funzionava, alla prima occasione di situazione non riconducibile ad una nota ..... tutto andava in vacca. Che poi, in alcuni casi, la scuola sia un poco avulsa dalla realtà è anche vero. Ci sono tante ricette per cercare di abbinare le conoscenze scolastiche alle necessità reali. La più semplice e corretta sarebbe alternare allo studio teorico brevi periodi di formazione in azienda. In alcuni paesi funziona bene, da noi non sempre. Personalmente, quando ero responsbile di un servizio di progettazione, mi era capitato di avere, durante il periodo delle vacanze estive, degli studenti per uno stage. Era un'iniziativa quasi privata, nel senso che non c'era una legge a disciplinarla, come quella che istituiva la scuola-lavoro. Ripetei l'esperienza per 3 anni con ottimi risultati per l'azienda e per i ragazzi, tanto che al termine degli studi ne assumemmo uno. Ma gli studenti erano seguiti da un professore che, periodicamente, si informava sul lavoro loro assegnato e sui loro progressi. L'ultima esperienza scuola lavoro, stando alle notizie della stampa, si risolta in uno sfruttamento degli studenti tramutandoli in una specie di "schiavi" gratuiti. la soluzione governativa quale è stata? Verificare cosa non ha funzionato ed apportare i relativi correttivi? No, si è scelto la via più semplice: l'abolizione secca. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Lucky67 Inserita: 15 ottobre 2018 Segnala Share Inserita: 15 ottobre 2018 “Studia prima la scienza e poi seguita la pratica nata da essa scienza.” Leonardo Da Vinci Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Omissam74 Inserita: 15 ottobre 2018 Segnala Share Inserita: 15 ottobre 2018 Quello che intendo io è che trovo inutile che una scuola mi spieghi come è costruito un condensatore e come lavora sulla carta senza poi darmi modo di mettere in pratica quello che mi hai spiegato, senza darmi modo di fare errori nella realizzazione pratica e spiegarmi dove sbaglio. Ok, posso farlo io a casa ( ai tempi disegnai lo schema di un orologio a filp-flop ) ma non tutti a casa possono essere attrezzati e non è detto che poi un prof ti aiuti a risolvere un problema su un tuo circuito. È un po' come l' autoscuola che ti spiega il principio di funzionamento di un motore ma non come cambiare una gomma Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Lucky67 Inserita: 15 ottobre 2018 Segnala Share Inserita: 15 ottobre 2018 La scuola di oggi è tutt'altro che perfetta ma non si può delegare tutto ad essa: io sarei contento se la scuola insegnasse ai ragazzi ad imparare, a dedurre a spaccarsi la testa su un circuito, su un problema arrivandoci con il cervello prima che con le mani. Per "sporcarsi le mani" avranno tutta la vita sempre che siano portati, volenterosi a volte umili e avolte testardi specie adesso che con internet si ha tutto a portata di mano. Internet, a mio parere non può insegnarti il metodo, la capacità e la dedizione ad imparare. Mi viene in mente un esempio: un tempo l'esame di analisi matematica I e 2 erano delle "bombe atomiche" ma servivanno veramente come discriminante per andare avanti o meno; adesso col fatto che sono una sorta di test senza orale mi pare che sia alla portata di quasi tutti e si vede d'altronde la qualità degli ingegneri che ci sono in giro... Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Livio Orsini Inserita: 15 ottobre 2018 Segnala Share Inserita: 15 ottobre 2018 21 minuti fa, Lucky67 scrisse: io sarei contento se la scuola insegnasse ai ragazzi ad imparare, Condivido, il compito precipuo della scuola dovrebbe essere insegnare come studiare. Purtroppo non sempre lo fa, anzi più spesso o è un parcheggio in attesa di un lavoro che non arriverà, o è un qualche cosa che cerca di imbottire la mente di nozioni. Molto dipende dall'insegnante e moltissimo dall'allievo. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Nino1001-b Inserita: 15 ottobre 2018 Segnala Share Inserita: 15 ottobre 2018 Concordo.La scuola insegna tutto tranne che ad imparare. Ed è anche ingannevole. L'ITIS non serve a nulla se non si ha intenzione di proseguire per l'università, bene hanno fatto a ridenominarlo Liceo tecnologico dove il liceo per consuetudine è la fase preparatoria all'università. Sarebbe anche il caso di abolire il valore legale del titolo di studio così viene meno il prendersi il diploma perchè può sempre servire. La teroria? Una scheda elettronica, una vecchia scheda elettronica ora ci sono i plc ed i componenti SMD, non la ripari se non hai delle buone conoscenze teoriche. Ho conosciuto un paio di colleghi che cablavano (bene) dei quadri elettrici classici: relè, contattori, qualche timer,...ma non potevano permettersi il lusso di sbagliare perchè non avrebbero saputo ricercare il guasto. Non parliamo poi di trovare una soluzione motu proprio. OT: Radiotelegrafista :"Siamo nei guai, si è spezzata una resistenza?" Primo Ufficale "Resistenza, cos'è, com'è fatta". " Con il carbone compresso, molto compresso". ed il Primo Ufficiale,tirando fuoi una matita....."Come questa?". Meno male che il radiotelegrafista conosceva un poco di teoria. A quale avvenimento reale, poi trasposto in un film mi riferisco? OT: Quanti limoni, supponendo di avere del filo metallico di due elementi, occorrono per far funzionare un cellulare? Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
rfabri Inserita: 15 ottobre 2018 Segnala Share Inserita: 15 ottobre 2018 Seccondo me ora le scuole sono quello che sono ma avendole frequentate 35 e più anni fa non posso permetermi di fare confronti ma solo critiche, ma non è quello che voglio fare ma solo dire una cosa, ai ragazzi di oggi e non solo gli manca la curiosità, io facevo i miei esperimenti di elettronica su una sedia in camera, altro spazio non avevo e il saldatore quando lo accendevo .....quel cavolo di stagno una volta puzzava un sacco e giù un sacco di parole per l'odore, andavo al ferrovecchio a vedere se trovavo qualcosa di elettronico per mettrere in pratica quello che mi insegnavano in laboratorio circuitale....cavolo se se mi mi sono divertito e imparato, e ancora studio con la stessa curiosita dei nuovi componenti e nuove tecnologie, secondo me è la curiosità che tiene acceso tutto assieme alla passione, bye Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
gabri-z Inserita: 15 ottobre 2018 Segnala Share Inserita: 15 ottobre 2018 1 ora fa, Nino1001-b scrisse: Quanti limoni, supponendo di avere del filo metallico di due elementi, occorrono per far funzionare un cellulare? Se non importa per quanto tempo , uno .Basta fare più elementi . Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Livio Orsini Inserita: 16 ottobre 2018 Segnala Share Inserita: 16 ottobre 2018 13 ore fa, Nino1001-b scrisse: L'ITIS non serve a nulla se non si ha intenzione di proseguire per l'università, Forse quelli di questo secolo. La costruzione dello stato industriale italiano, costruzione avvenuta tra il 1947 e la prima metà degli anni '60, è dovuta oltre al lavoro ed ai sacrifici di 2 generazioni di Italiani, alle competenze del gran numero di diplomati dell'ITIS che facevano funzionare industrie e cantieri. Senza di questi probabilmente saremmo ancora una nazione quasi puramente agricola. Poi tutto si evolve, le conoscenze si ampliano e forse oggi 13 anni di scuola non sono più sufficenti per raggiungere una buona preparazione tecnoco-scientifica. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Nino1001-b Inserita: 16 ottobre 2018 Segnala Share Inserita: 16 ottobre 2018 Quote ma trovarne un equivalente idraulico pe Io ho avuto la fortuna di avere un insegnante che aveva sempre pronto l'esempio idraulico. Dopo vent'anni trovai il transistor in una centrale elettrica.Lo chiamano posizionatore. La quantità di acqua che fluiva nel tubo era direttamente proporzionale alla pressione dell'aria compressa che entrava in un tubicino. L'aria compressa doveva avere un valore minimo compreso fra 5 e 20 (non ricordo l'unità di misura). Con 5 non passava acqua, con 20 il massimo dell'acuqa. L'aria compressa veniva regolata in sala controllo con un manometro. La parte che andava da 0 a 5 era segnata in rosso. Se si rompeva il tubo o c'era una piccola perdita l'ago andava in questa zona. Il condensatore negli stadi di alimentazione: Da una fontana esce acqua per un secondo si ed uno no. Hai un flusso d'acqua pulsante. Ci metto un secchio con un tubo in alto. Da questo tubo non esce acqua finche il secchio non è pieno ma l'acqua che esce quando il secchio è pieno non è più pulsante ma un pochino fluttuante (ripple). Il diodo è una valvola di non ritorno idraulica, la valvola si apre solo se c'è una minima pressione, una pressione sufficiente a vincere la forza della molla che tiene chiuso il diaframma. Il diodo conduce se c'è una tensione minima tale da mettere in moto gli elettroni al suo interno. Circa 0,4-0,5 gli obsoleti diodi al germanio, 0,7-0,8 in quelli al silicio. Quando è necessario conoscere la tensione esatta la si misura su un circuito di prova. La resistenza è un tubo con una strozzatura più o meno lunga, più o meno accentuata. Un potenziometro è un rubinetto multigiri. Un interruttore è un rubinetto a scatto. Un filo conduttore è un tubo. Ma se ho un tubo dalle pareti sottili dubito che resita ad una pressione elevata. Il condensatore ad alta capacita viene visto come un cortocircuito da un segnale di bassa frequenza e come un resistore con resistenza altissima da un segnale in Alta frequenza. Qui entrano in gioco le formule. Perchè una bobina che pure è un semplice filo si comporta da resistenza più o meno elevata in presenza di una frequenza ed un cortocircuito in presenza di corrente continua. Sicuramente sai tante cose solo che non sai di saperle. Questo sapere è attualmente classificato in maniera disordinata. Studiando gli schemi di Nueva Elettronica e di Elettronica pratica, lascia perdere i circuiti complessi, piano piano quest'archivio prende forma, in ogni cassetto ci sarà un sapere omogeneo ed ordinato. Lascia perdere del perchè un MosFet è fatto in un determinato modo e concentrati su un circuito di esempio. Ci siamo passati tutti, lo scoramento dopo il diploma, le braccia che cadono, il fusibile che saltando sempre ti fa pensare ad un cortocircuito.....poi scopri che le lettere F,M e T hanno un significato. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
gabri-z Inserita: 16 ottobre 2018 Segnala Share Inserita: 16 ottobre 2018 46 minuti fa, Nino1001-b scrisse: Il condensatore ad alta capacita viene visto come un cortocircuito da un segnale di bassa frequenza e come un resistore con resistenza altissima da un segnale in Alta frequenza Belli esempi , da noi non si usava l'equivalente idraulico per insegnare ma c'era sempre il modo di far capire a chi voleva capire . Tra gli esempi che hai dato , questo andrebbe '' rovesciato '' , l'impedenza del condensatore diminuisce con la frequenza . Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Nino1001-b Inserita: 17 ottobre 2018 Segnala Share Inserita: 17 ottobre 2018 Noi abbiamo studiato prima l'idraulica, la pressione diventò poi tensione e la portata litri acqua al secondo fu abbreviato in papero: 1 papero = i litro al secondo. la corrente d'acqua divenne poi corrente ellettrica e il numero degli nel tempo divennero Ampere. In Idraulica hai una differenza di potenziale se hai una differenza di quota, un punto più alto ed uno più basso, in elettronica hai una batteria divisa in due: il positivo pieno di sferette tipo pallini da caccia ed il negativo vuoto, abbiamo un ad.d.p. Chissà perchè uno schema elettrico/elettronico ha il positivo o la fase) nella parte alta del disegno ed il negativo nella parte bassa?. Con il ditino segui il percorso dell'acqua, se arrivi al collettore di un transistor senza che questi abbia una corrente in base si torna indietro se arrivi ad un elettrolitico (negativo a massa) si conta fino a tre, giusto il tempo di caricarsi. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
rodolfok Inserita: 17 ottobre 2018 Segnala Share Inserita: 17 ottobre 2018 il 15/10/2018 at 18:59 , Nino1001-b scrisse: OT: Radiotelegrafista :"Siamo nei guai, si è spezzata una resistenza?" Primo Ufficale "Resistenza, cos'è, com'è fatta". " Con il carbone compresso, molto compresso". ed il Primo Ufficiale,tirando fuoi una matita....."Come questa?". Meno male che il radiotelegrafista conosceva un poco di teoria. A quale avvenimento reale, poi trasposto in un film mi riferisco? La spedizione polare del dirigibile Italia, il film è "La tenda rossa". Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
scaragiusep Inserita: 17 ottobre 2018 Autore Segnala Share Inserita: 17 ottobre 2018 22 ore fa, Nino1001-b scrisse: Io ho avuto la fortuna di avere un insegnante che aveva sempre pronto l'esempio idraulico. Dopo vent'anni trovai il transistor in una centrale elettrica.Lo chiamano posizionatore. La quantità di acqua che fluiva nel tubo era direttamente proporzionale alla pressione dell'aria compressa che entrava in un tubicino. L'aria compressa doveva avere un valore minimo compreso fra 5 e 20 (non ricordo l'unità di misura). Con 5 non passava acqua, con 20 il massimo dell'acuqa. L'aria compressa veniva regolata in sala controllo con un manometro. La parte che andava da 0 a 5 era segnata in rosso. Se si rompeva il tubo o c'era una piccola perdita l'ago andava in questa zona. Il condensatore negli stadi di alimentazione: Da una fontana esce acqua per un secondo si ed uno no. Hai un flusso d'acqua pulsante. Ci metto un secchio con un tubo in alto. Da questo tubo non esce acqua finche il secchio non è pieno ma l'acqua che esce quando il secchio è pieno non è più pulsante ma un pochino fluttuante (ripple). Il diodo è una valvola di non ritorno idraulica, la valvola si apre solo se c'è una minima pressione, una pressione sufficiente a vincere la forza della molla che tiene chiuso il diaframma. Il diodo conduce se c'è una tensione minima tale da mettere in moto gli elettroni al suo interno. Circa 0,4-0,5 gli obsoleti diodi al germanio, 0,7-0,8 in quelli al silicio. Quando è necessario conoscere la tensione esatta la si misura su un circuito di prova. La resistenza è un tubo con una strozzatura più o meno lunga, più o meno accentuata. Un potenziometro è un rubinetto multigiri. Un interruttore è un rubinetto a scatto. Un filo conduttore è un tubo. Ma se ho un tubo dalle pareti sottili dubito che resita ad una pressione elevata. Il condensatore ad alta capacita viene visto come un cortocircuito da un segnale di bassa frequenza e come un resistore con resistenza altissima da un segnale in Alta frequenza. Qui entrano in gioco le formule. Perchè una bobina che pure è un semplice filo si comporta da resistenza più o meno elevata in presenza di una frequenza ed un cortocircuito in presenza di corrente continua. Sicuramente sai tante cose solo che non sai di saperle. Questo sapere è attualmente classificato in maniera disordinata. Studiando gli schemi di Nueva Elettronica e di Elettronica pratica, lascia perdere i circuiti complessi, piano piano quest'archivio prende forma, in ogni cassetto ci sarà un sapere omogeneo ed ordinato. Lascia perdere del perchè un MosFet è fatto in un determinato modo e concentrati su un circuito di esempio. Ci siamo passati tutti, lo scoramento dopo il diploma, le braccia che cadono, il fusibile che saltando sempre ti fa pensare ad un cortocircuito.....poi scopri che le lettere F,M e T hanno un significato. Semplice e grezzo ma efficace. In un impianto elettrico il neutro si può considerare il tubo di scarico delle acque nere e la fase il tubo del fornitore dell'acqua che va al collettore? Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
scaragiusep Inserita: 17 ottobre 2018 Autore Segnala Share Inserita: 17 ottobre 2018 23 ore fa, Nino1001-b scrisse: Io ho avuto la fortuna di avere un insegnante che aveva sempre pronto l'esempio idraulico. Dopo vent'anni trovai il transistor in una centrale elettrica.Lo chiamano posizionatore. La quantità di acqua che fluiva nel tubo era direttamente proporzionale alla pressione dell'aria compressa che entrava in un tubicino. L'aria compressa doveva avere un valore minimo compreso fra 5 e 20 (non ricordo l'unità di misura). Con 5 non passava acqua, con 20 il massimo dell'acuqa. L'aria compressa veniva regolata in sala controllo con un manometro. La parte che andava da 0 a 5 era segnata in rosso. Se si rompeva il tubo o c'era una piccola perdita l'ago andava in questa zona. Il condensatore negli stadi di alimentazione: Da una fontana esce acqua per un secondo si ed uno no. Hai un flusso d'acqua pulsante. Ci metto un secchio con un tubo in alto. Da questo tubo non esce acqua finche il secchio non è pieno ma l'acqua che esce quando il secchio è pieno non è più pulsante ma un pochino fluttuante (ripple). Il diodo è una valvola di non ritorno idraulica, la valvola si apre solo se c'è una minima pressione, una pressione sufficiente a vincere la forza della molla che tiene chiuso il diaframma. Il diodo conduce se c'è una tensione minima tale da mettere in moto gli elettroni al suo interno. Circa 0,4-0,5 gli obsoleti diodi al germanio, 0,7-0,8 in quelli al silicio. Quando è necessario conoscere la tensione esatta la si misura su un circuito di prova. La resistenza è un tubo con una strozzatura più o meno lunga, più o meno accentuata. Un potenziometro è un rubinetto multigiri. Un interruttore è un rubinetto a scatto. Un filo conduttore è un tubo. Ma se ho un tubo dalle pareti sottili dubito che resita ad una pressione elevata. Il condensatore ad alta capacita viene visto come un cortocircuito da un segnale di bassa frequenza e come un resistore con resistenza altissima da un segnale in Alta frequenza. Qui entrano in gioco le formule. Perchè una bobina che pure è un semplice filo si comporta da resistenza più o meno elevata in presenza di una frequenza ed un cortocircuito in presenza di corrente continua. Sicuramente sai tante cose solo che non sai di saperle. Questo sapere è attualmente classificato in maniera disordinata. Studiando gli schemi di Nueva Elettronica e di Elettronica pratica, lascia perdere i circuiti complessi, piano piano quest'archivio prende forma, in ogni cassetto ci sarà un sapere omogeneo ed ordinato. Lascia perdere del perchè un MosFet è fatto in un determinato modo e concentrati su un circuito di esempio. Ci siamo passati tutti, lo scoramento dopo il diploma, le braccia che cadono, il fusibile che saltando sempre ti fa pensare ad un cortocircuito.....poi scopri che le lettere F,M e T hanno un significato. Un motore elettrico che funziona a corrente alternata senza condensatore non parte ma inizia a vibrare alla frequenza di 50 hz. Se però gli si dà una spinta parte e prende a girare a 1500 rpm seguendo perfettamente l'oscillazione della polarità della tensione alternata (il segno della tensione cambia proprio quando il motore compie mezzo giro e cioè al momento giusto). Se gli metto un condensatore in parallelo riesce a partire da solo perché nel momento in cui la polarità della tensione di rete si inverte il condensatore, carico della polarità inversa, annulla la tensione di rete evitando di frenare il motore e cosi via....una volta partito il tutto si stabilizza e va in un equilibrio perfetto come la natura vuole.....ho detto cazzate? Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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