Curiosità sul funzionamento di un circuito con evaporatori in parallelo e alcune ventole spente

[Al2]

L'impianto di climatizzazione tipico di un autobus o pullman odierno sembra fondarsi su un circuito frigorifero singolo munito di tre evaporatori alimentati da un singolo condensatore e posti in parallelo: uno, il più piccolo, per l'autista, e due, molto più grandi, per i passeggeri, muniti tutti di una valvola di laminazione termostatica (solitamente esclusivamente a compensazione esterna per gli evaporatori grandi, mentre anche la tipica valvola automobilistica a blocchetto, che "compensa" internamente, per l'evaporatore piccolo) dimensionata in modo adeguato.

 

Infatti sulla maggior parte degli autobus urbani, per esempio, si nota la totale assenza di feritoie o "scatole" abbastanza grandi da far pensare alla presenza di un condensatore per un sistema dedicato. Si nota solo il tipico cassone munito di feritoie e un certo numero di ventole assiali presente sul tetto.

 

Il compressore presente nel vano motore è di conseguenza logicamente dimensionato per il raffreddamento dell'intero mezzo. È a volte munito di valvola(e) parzializzatrice(i) che ne dimezza la cilindrata (o che la riducono fino a 2/3, a seconda del numero di banchi di cilindri), suppongo allo scopo di diminuire la frequenza di aggancio e sgancio della relativa frizione elettromagnetica (abbastanza massiva, dato che si parla di una media di 200mm di diametro, se paragonata a quella del tipico compressore automobilistico).

Secondo voi, tale tipologia di impianto potrebbe consentire il condizionamento esclusivo del posto di guida (ossia, evaporatori alimentati ma ventilatori radiali del vano passeggeri completamente spenti; è in funzione solo il ventilatore dello sbrinatore del posto guida)?

Oppure, quando si richiede il condizionamento del posto di guida, deve esserci necessariamente una seppur ridotta percentuale di ventilazione, e quindi, a evaporatori alimentati, climatizzazione, del vano passeggeri, in modo da evitare possibili danni?
In questi casi il compressore è munito di un circuito di lubrificazione dedicato con pompa a ingranaggi e coppa, quindi tenderei a escludere possibili problemi di lubrificazione quantomeno a breve termine.
La prima cosa a cui penso io è un congelamento immediato degli evaporatori dei passeggeri (con relativa "chiusura" delle valvole termostatiche interessate e il refrigerante inutilizzato che va ad accumularsi nel ricevitore), ma ignoro se ciò, in un impianto a evaporatori paralleli, possa poi portare a conseguenze negative o no.

[emanuelepaolini]

Ciao, da possessore di pullman con impianto AC sul tetto ti confermo che se fermi le ventole della sezione passeggeri, gli evaporatori nel giro di qualche minuto cominciano a brinarsi e possono arrivare a fare un blocco di ghiaccio e a far intervenire la protezione antigelo che è una sonda infilata tra le lamelle dell'evaporatore. Inoltre le valvole di espansione che regolano l'afflusso di gas negli evaporatori in base al carico non chiuderanno completamente e del gas liquido finirà per arrivare al compressore con possibilità di rottura del piatto valvole.

 

La migliore soluzione potrebbe essere quella di inserire un'elettrovalvola di intercettazione sulla linea del gas da escludere (vano passeggeri). Questa modifica comporterà il funzionamento dell'impianto con un singolo evaporatore (quello del box autista) che risulterà sottodimensionato per la capacità dell'impianto con intervento del pressostato di bassa pressione a meno di non disporre di un compressore a capacità variabile o parzializzabile.

 

Per qualunque altra curiosità inerente al mondo degli autobus puoi chiedere, sarò felice di risponderti...

 

[Maurizio Colombi]

Mi dispiace, ma il regolamento di PLCForum che avresti dovuto leggere all'atto dell'iscrizione, vieta espressamente di accodarsi alle discussioni.

Specialmente a quelle ferme da parecchio tempo!

Grazie comunque per il tuo contributo.

 

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