puma87 Inserito: 11 marzo 2019 Segnala Share Inserito: 11 marzo 2019 Ciao forum... riporto una notizia di Quotidiano.net. Credo sia interessante, anche se forse di eccessivo ottimismo, almeno secondo me. Fatemi sapere che ne pensate "Roma, 11 marzo 2019 - Nella caserma dei pompieri di Livermore-Pleasanton in California c’è una lampadina accesa da 118 anni. È una normale lampadina a incandescenza e pare sia stata spenta solo poche volte dal 1901; ormai è una celebrità: attira turisti curiosi ma soprattutto testimonia di una fase storica dell’industria moderna, quando si producevano oggetti destinati a durare nel tempo. Oggi viviamo nell’era della cosiddetta obsolescenza programmata e niente dura per sempre, per usare un eufemismo. Spesso è così difficile e costoso riparare un apparecchio mal funzionante che si preferisce comprarne uno nuovo. È la legge del consumismo, ma anche la tragedia del nostro tempo per i suoi effetti collaterali: sfruttamento eccessivo delle materie prime, iperproduzione di rifiuti, inquinamento dei mari, dei suoli, dell’atmosfera. Con il collasso ambientale che incombe, l’obsolescenza programmata non è più un dogma. Lo sanno i consumatori, lo sanno gli industriali e infatti qualcosa sta cambiando. Nel gennaio scorso la Commissione europea ha (faticosamente) aggiornato la direttiva Ecodesign con l’obiettivo di aiutare cittadini e imprese a «compiere la transizione verso un’economia più forte e più circolare, in cui le risorse siano utilizzate in modo più sostenibile». Le misure riguardano i principali elettrodomestici bianchi (lavatrici, frigoriferi, lavastoviglie, grandi schermi, lampade) e corrispondono solo in parte alle aspettative del movimento per il right to repair (diritto alla riparazione) nel frattempo cresciuto in tutta Europa, ma intanto sono un primo cambiamento delle regole del gioco. Le aziende dovranno cambiare la progettazione dei loro prodotti e allungarne la vita, oltre che rendere più semplici le riparazioni. Dal 2021 – salvo improbabili ripensamenti politici – i pezzi di ricambio dovranno essere disponibili per sette anni (dieci nel caso delle lavatrici) e i componenti dovranno essere facilmente sostituibili, quindi raggiungibili, non saldati fra loro e svitabili con normali strumenti professionali. Chi vede il bicchiere mezzo pieno osserva che per la prima volta le aziende sono obbligate a rivedere le proprie strategie; i delusi per il bicchiere mezzo vuoto fanno notare che saranno istituiti dei registri di riparatori professionali per l’accesso ai pezzi di ricambio e ai manuali di istruzione, mortificando quindi il fai-da-te. Il tempo dirà se siamo di fronte, come sembra, all’inizio di un cambiamento di rotta da estendere ad altri prodotti, o se si tratta di una semplice concessione che non avrà ulteriori sviluppi. Il quadro d’insieme sembra favorevole al primo scenario; la distribuzione dei poteri reali potrebbe condurre al secondo. Nel mondo si producono ogni anno circa 50 milioni di tonnellate di rifiuti RAEE (Rifiuti di apparecchi elettrici ed elettronici) e l’obiettivo di una drastica riduzione è da tempo in agenda. In Italia nell’ottobre scorso la strategia di obsolescenza programmata è stata al centro di una storica sanzione: l’Antitrust ha multato Samsung e Apple(cinque milioni l’una, dieci l’altra) per avere ‘imposto’ aggiornamenti del software su dispositivi non in grado di supportarli. Apple è sotto indagine anche in Francia, paese che dal 2016 ha una legge specifica per tenere sotto controllo e limitare l’obsolescenza programmata. Il caso è dunque aperto e un ruolo importante potrebbero giocarlo i cittadini. Le correzioni alla direttiva Ecodesign sono state sostenute dal movimento dei ‘Repair cafè’, i ritrovi periodici di riparazione comunitaria degli oggetti, e in Italia da una petizione popolare promossa dalle associazioni ‘Giacimenti urbani’ e ‘Restarters’, firmata da centomila persone. La strada verso l’economia circolare, cioè l’economia del riciclo e del minor consumo di risorse, è ancora troppo stretta rispetto ai tempi imposti dalla lotta all’inquinamento e al cambiamento climatico, ma almeno è più larga di qualche tempo fa. La lampadina più vecchia del mondo, finora curiosità da Guinness dei primati, potrebbe diventare a sorpresa la testimonial di una fase nuova dell’industria." Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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