marco1278 Inserito: 8 maggio 2019 Segnala Share Inserito: 8 maggio 2019 Ciao, visto che non sono esperto di etichettatrici ma nell'ultimo periodo mi sto scontrando con macchine che non funzionano, vorrei creare questa discussione per capire lo stato dell'arte di queste macchine. Diciamo che ho un po' di domande: Quanti motori deve avere? (per svolgitore, recupero e traino) La regolazione della velocità di svolgitore e recupero deve essere fatta sulle dimensioni effettive delle bobine o può essere a velocità fissa? La lunghezza dell'etichetta deve essere impostata a software o letta tramite sensore a forcella? Oppure entrambe le cose? Il sensore a forcella deve essere posizionato il più vicino possibile allo staccatore o va bene in una posizione qualsiasi del percorso carta? La carta deve rimanere in trazione tramite una spazzola o tramite altro sistema? Il sensore a forcella deve lavorare sull'inizio dell'etichetta o sulla fine dell'etichetta? Le fotocellule di rilevamento prodotto devono essere posizionate il più vicino possibile allo staccatore? E' necessario un tempo di ritardo tra la rilevazione del prodotto e lo start dell'etichettatrice? Il motore durante l'emissione dell'etichetta deve avere una rampa di accelerazione e una rampa di decelerazione o partire a cannone? Per evitare doppie letture sulle fotocellule di ingresso è necessario inserire un filtro che tenga conto della lunghezza del prodotto? Esiste un modo per calcolare la distanza minima tra due prodotti consecutivi in fase di etichettatura? E' necessario inserire encoder per sincronizzare la velocità dell'etichettatrice con il sistema di trasporto del prodotto? Per ora ho queste domande. Grazie a tutti! Ciao Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Marco Fornaciari Inserita: 8 maggio 2019 Segnala Share Inserita: 8 maggio 2019 Ti rispondo per quello che so e che mi è concesso: alcune sono caratteristiche specifiche di ogni produttore, quindi meglio la prudenza. Considera che sono macchine con le quali mi interfaccio e le lascio ai loro costruttori: preferisco altri tipi di "rogne". Diciamo che ho un po' di domande: Quanti motori deve avere? (per svolgitore, recupero e traino) meglio tre, ma dipemde da tutto il resto della meccanica e dai tenditori La regolazione della velocità di svolgitore e recupero deve essere fatta sulle dimensioni effettive delle bobine o può essere a velocità fissa? effettive, c'è sempre il Pi grego, tipicamente si usano i tenditori, tenditori che regolano anche la velocità La lunghezza dell'etichetta deve essere impostata a software o letta tramite sensore a forcella? Oppure entrambe le cose? mai fatto caso, ma potrebbe essere insignificante, con la fotocellula non si sbaglia Il sensore a forcella deve essere posizionato il più vicino possibile allo staccatore o va bene in una posizione qualsiasi del percorso carta? mai fatto caso, ma considerato che il passo delle etichette sulla cart di supporto è ben precisa, può essere un una qualsiasi posizione, ovviamente coerente con il passo La carta deve rimanere in trazione tramite una spazzola o tramite altro sistema? la logica vuole che resti in trazione sempre, di solito ho visto utilizzare i tenditori Il sensore a forcella deve lavorare sull'inizio dell'etichetta o sulla fine dell'etichetta? mai fatto caso, ma dipende dalla logica di macchina Le fotocellule di rilevamento prodotto devono essere posizionate il più vicino possibile allo staccatore? no, non è necessario, ma dipende da hardware e logica del sistema di etichettatura E' necessario un tempo di ritardo tra la rilevazione del prodotto e lo start dell'etichettatrice? vedi risposta 7 Il motore durante l'emissione dell'etichetta deve avere una rampa di accelerazione e una rampa di decelerazione o partire a cannone? vedi sempre risposta 7 Per evitare doppie letture sulle fotocellule di ingresso è necessario inserire un filtro che tenga conto della lunghezza del prodotto? no, perche basta leggere l'inizio e lavorare sul fronte, alla etichettatrice non serve a nulla sapere quanto è lungo l'oggetto da etichettare Esiste un modo per calcolare la distanza minima tra due prodotti consecutivi in fase di etichettatura? non credo proprio, tipicamente l'etichettartice è costruita per funzionare anche in continuo E' necessario inserire encoder per sincronizzare la velocità dell'etichettatrice con il sistema di trasporto del prodotto? è necessario che la velocità di emissione dell'etichetta sia sincronizzata con la velocità dell'oggetto, il come è indifferente, di solito ho visto etichettatrici con proprio/i nastro/i da lei comandato, oppure un suo encoder/generatore tachimetrico installato sul trasporto sottostante, in questo ultimo caso solo per produzioni molto basse Se è presente un sistema di controllo presenza e corretta posizione dell'etichetta, è indispensabile che l'etichettatrice comandi tre trasporti: ingresso, etichettatura, uscita, e ci vogliono anche sistemi elettro-meccanici che garantiscano un giusto intervallo tra un oggetto e l'altro. Per tenditore intendo il sistema che fa compiere almeno due S al nastro. In ultimo, ci sono differenze tra etichettrici per contenitori a parallelepipedo o cilindrici. P.s. Mi aspettavo queste domande! Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
marco1278 Inserita: 9 maggio 2019 Autore Segnala Share Inserita: 9 maggio 2019 Grazie per le risposte! 22 ore fa, Marco Fornaciari scrisse: Mi aspettavo queste domande Wow, sono così prevedibile 😁 Domani con il PC davanti commento le tue risposte. Ciao Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Marco Fornaciari Inserita: 9 maggio 2019 Segnala Share Inserita: 9 maggio 2019 30 minuti fa, marco1278 scrisse: ... Wow, sono così prevedibile 😁 ... Oddio è facile, dall'altra sezione si intuisce rapidamente che per te è un problema mai affrontato prima. Onestamente è pure una rogna, perchè di fatto un etichettattrice è una delle famose scatole nere ... che è meglio lasciare al suo costruttore. A te, sempre se di competenza tua o della tua ditta, spetta solo di dare nel modo più preciso e puntuale possibile il segnale di start, e questo è un eventualita abbastanza rara. Salvo su linee lente, chi produce etichettatrici (o macchine che fanno lavorazioni dove serve precisione e velocità) preferisce gestire il sistema di trasporto o/e dosaggio dei pezzi da lavorare, anzi è una regola non scritta, che quando qualcuno cerca di eluderla ci rimette sempre. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
marco1278 Inserita: 10 maggio 2019 Autore Segnala Share Inserita: 10 maggio 2019 Mie considerazioni Quanti motori deve avere? (per svolgitore, recupero e traino) meglio tre, ma dipemde da tutto il resto della meccanica e dai tenditori. Ecco, da quello che ho visto io è meglio 3. Con il motore del traino in comune con quello del recupero, all'aumentare del diametro del recupero lo stesso non riesce a starci dietro e la carta si riavvolge sul traino La regolazione della velocità di svolgitore e recupero deve essere fatta sulle dimensioni effettive delle bobine o può essere a velocità fissa? effettive, c'è sempre il Pi grego, tipicamente si usano i tenditori, tenditori che regolano anche la velocità. Da profano un'etichettatrice fatta bene la farei con questa logica... e mi hai confermato questa cosa. La lunghezza dell'etichetta deve essere impostata a software o letta tramite sensore a forcella? Oppure entrambe le cose? mai fatto caso, ma potrebbe essere insignificante, con la fotocellula non si sbaglia Il sensore a forcella deve essere posizionato il più vicino possibile allo staccatore o va bene in una posizione qualsiasi del percorso carta? mai fatto caso, ma considerato che il passo delle etichette sulla cart di supporto è ben precisa, può essere un una qualsiasi posizione, ovviamente coerente con il passo. Con lettura sullo stop dell'etichetta, ho avuto problemi se la distanza tra la fotocellula a forcella e lo staccatore era minore della lunghezza dell'etichetta. In questo caso quando si fermava sbordava un pezzo di etichetta dallo staccatore. La carta deve rimanere in trazione tramite una spazzola o tramite altro sistema? la logica vuole che resti in trazione sempre, di solito ho visto utilizzare i tenditori. Buono a sapersi. Il sensore a forcella deve lavorare sull'inizio dell'etichetta o sulla fine dell'etichetta? mai fatto caso, ma dipende dalla logica di macchina. Da quello che ho visto sarebbe meglio che legga l'inizio e che a software ci sia impostata la distanza tra la fotocellula e lo staccatore. Le fotocellule di rilevamento prodotto devono essere posizionate il più vicino possibile allo staccatore? no, non è necessario, ma dipende da hardware e logica del sistema di etichettatura E' necessario un tempo di ritardo tra la rilevazione del prodotto e lo start dell'etichettatrice? vedi risposta 7 Il motore durante l'emissione dell'etichetta deve avere una rampa di accelerazione e una rampa di decelerazione o partire a cannone? vedi sempre risposta 7 Per evitare doppie letture sulle fotocellule di ingresso è necessario inserire un filtro che tenga conto della lunghezza del prodotto? no, perche basta leggere l'inizio e lavorare sul fronte, alla etichettatrice non serve a nulla sapere quanto è lungo l'oggetto da etichettare. Il software deve avere implementata la logica che filtra tutti gli impusi che gli arrivano mentre sta etichettando. Se la fotocellula sfarfalla mi era capitato che l'etichettatrice andasse in tilt ed erogasse a casaccio. Esiste un modo per calcolare la distanza minima tra due prodotti consecutivi in fase di etichettatura? non credo proprio, tipicamente l'etichettartice è costruita per funzionare anche in continuo. Da qquello che sto vedendo io, se i pezzi sono troppo vicini non è in grado di etichettarli tutti e ne salta alcuni. E' necessario inserire encoder per sincronizzare la velocità dell'etichettatrice con il sistema di trasporto del prodotto? è necessario che la velocità di emissione dell'etichetta sia sincronizzata con la velocità dell'oggetto, il come è indifferente, di solito ho visto etichettatrici con proprio/i nastro/i da lei comandato, oppure un suo encoder/generatore tachimetrico installato sul trasporto sottostante, in questo ultimo caso solo per produzioni molto basse.Direi che sarebbe la prima cosa che dovrebbe chiedere il fornitore in fase di progettazione... ma non sempre lo fa! Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Marco Fornaciari Inserita: 10 maggio 2019 Segnala Share Inserita: 10 maggio 2019 (modificato) 3 ore fa, marco1278 scrisse: ... Per evitare doppie letture sulle fotocellule di ingresso è necessario inserire un filtro che tenga conto della lunghezza del prodotto? no, perche basta leggere l'inizio e lavorare sul fronte, alla etichettatrice non serve a nulla sapere quanto è lungo l'oggetto da etichettare. Il software deve avere implementata la logica che filtra tutti gli impusi che gli arrivano mentre sta etichettando. Se la fotocellula sfarfalla mi era capitato che l'etichettatrice andasse in tilt ed erogasse a casaccio. ... Ok, sei in sintonia con il problema. In verità ho semrpe avuto a che fare con linee veloci, almeno 25000 battute ora, e tutte le etichettatrici totalmente elettriche, dispongono di 3 trasporti (ingresso, etichettatura, uscita) con tanto di sistema di distanziamento fisso (rebbi, facchini, alveoli, coclea, cadenzatore + nastro/i pressore/i laterali o superiori, ecc.). Poi i produttori di solito con un modello coprono tutte le velocità, tanto quando va piano va tutto bene. Solo su alcume macchine dove la posizione dell'eitichetta non è vincolante può mancare il trasporto di uscita. La logica prevede: una fotocellula (o un sensore) di generica presenza del pezzo + un sensore su una camma di fase, o comunque un sistema di rilevamento che dopo la generica presenza, legga il punto di reale inizio del pezzo da etichettare (lo stesso discorso di fa per i marcatori a getto d'inchiostro). Solo se c'è l'assoluta sicurezza di una lettura univoca, si osa mettere un solo sensore, magari che comanda i due ingressi alla logica di cui sopra. Chi garantisce una sola etichetta su ogni singolo oggetto è il controllo di presenza pezzo. Il cadenzamento, quindi lo spazio minimo tra un pezzo e l'altro, si fanno per avere un corretto reset del singolo ciclo di etichettatura: è meglio che il ciclo di deposito dell'etichetta parta sempre da meccanica ferma e logica in attesa (anche pochi ms). Per la etichettura continua bisogna che prima di tutto i pezzi siano continui. Avere un solo motore per traino rullo delle etichette e rullo di recupero carta, presuppone di avere grandi spazi per la lunga corsa dei tenditori: con 3 motori la macchina è molto più compatta e con funzionamento ben più regolare. In ultimo bisogna anche riconoscere le ragioni di tutti: committente e fornitore; troppo spesso a non sapere cosa gli serve veramente è il committente (ovvero ha il braccino troppo corto). Modificato: 10 maggio 2019 da Marco Fornaciari Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
marco1278 Inserita: 11 maggio 2019 Autore Segnala Share Inserita: 11 maggio 2019 9 ore fa, Marco Fornaciari scrisse: In verità ho semrpe avuto a che fare con linee veloci, almeno 25000 battute ora, e tutte le etichettatrici totalmente elettriche, dispongono di 3 trasporti (ingresso, etichettatura, uscita) con tanto di sistema di distanziamento fisso (rebbi, facchini, alveoli, coclea, cadenzatore + nastro/i pressore/i laterali o superiori, ecc.). Poi i produttori di solito con un modello coprono tutte le velocità, tanto quando va piano va tutto bene. Solo su alcume macchine dove la posizione dell'eitichetta non è vincolante può mancare il trasporto di uscita. Molti montano le etichettatrici su nastri esistenti del cliente e senza nemmeno encoder... ti lascio immaginare... per la poca esperienza che ho sconsiglio vivamente questo sistema e quoto in pieno la tua opzione. 9 ore fa, Marco Fornaciari scrisse: La logica prevede: una fotocellula (o un sensore) di generica presenza del pezzo + un sensore su una camma di fase, o comunque un sistema di rilevamento che dopo la generica presenza, legga il punto di reale inizio del pezzo da etichettare (lo stesso discorso di fa per i marcatori a getto d'inchiostro). Solo se c'è l'assoluta sicurezza di una lettura univoca, si osa mettere un solo sensore, magari che comanda i due ingressi alla logica di cui sopra. Come l'ho sempre pensata io. In questo modo si è certi di avere la lettura univoca. Però questa soluzione obbliga ad avere una sorta di "passo" sul nastro di etichettatura. 9 ore fa, Marco Fornaciari scrisse: Avere un solo motore per traino rullo delle etichette e rullo di recupero carta, presuppone di avere grandi spazi per la lunga corsa dei tenditori: con 3 motori la macchina è molto più compatta e con funzionamento ben più regolare. Esatto, ho visto macchine senza tenditori e con unico motore che non riuscivano a recuperare 😰 9 ore fa, Marco Fornaciari scrisse: In ultimo bisogna anche riconoscere le ragioni di tutti: committente e fornitore; troppo spesso a non sapere cosa gli serve veramente è il committente (ovvero ha il braccino troppo corto). Da quello che vedo io hanno tutti il braccino corto e ormai, almeno per quel che mi riguarda, sto trovando fornitori sempre più superficiali (in tutti i campi) con commerciali che ti vendono oro colato e poi a conti fatti la macchina è fatta di cartone. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Sandro Calligaro Inserita: 13 maggio 2019 Segnala Share Inserita: 13 maggio 2019 (modificato) Ciao, non sono un esperto di etichettatrici, ma ho dato una mano allo sviluppo del drive per un'etichettatrice. Il motore mi pare che fosse uno solo (nella maggior parte dei casi, salvo quelle ultra-veloci). Per etichette corte, sono arrivati in test a 50-60 etichette al secondo, il motore è uno stepper con encoder, controllato in posizione "come Dio comanda". PS: mi pare che le fotocellule siano problematiche con certi tipi di etichette... Modificato: 13 maggio 2019 da Sandro Calligaro Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
marco1278 Inserita: 13 maggio 2019 Autore Segnala Share Inserita: 13 maggio 2019 Ciao, io ho lavorato con etichettatrici con doppio motore. Il recupero era comandato dal motore del traino tramite una frizione. Con le etichette corte non dava problemi, mentre con le etichette lunghe (superiori ai 3 cm di lunghezza) era un macello assurdo e la velocità era bassa sui 200 pezzi al minuto. Ciao Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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