dott.cicala Inserito: 23 giugno 2019 Segnala Share Inserito: 23 giugno 2019 Al ritorno da una pesante trasferta sento il bisogno di rilassarmi con le valvole e così mi è venuta voglia di accendere questo vecchio raddrizzatore al mercurio 866A prodotto a partire dal 1938 dalla RCA. E' un esperimento che non si deve fare se non si conoscono i rischi. Primo fra tutti, la rottura del tubo durante il funzionamento rilascerebbe i vapori di mercurio nell'ambiente e la contaminazione sarebbe impossibile da bonificare. La luminescenza bluastra che si sviluppa al suo interno quando è in funzione mi appare fantastica e mi fa capire che nonostante i suoi 78 anni è ancora in buona salute. La tensione che applico all'anodo è bassa, solo 100v e mantengo la corrente a 500mA facendola scorrere in due resistenze da 100ohm 50w poste in serie. Se alzo la tensione, la corrente arriva a superare i 2A e il bagliore aumenta considerevolmente, le resistenze ovviamente scaldano parecchio. Ok, è stato bello, pensavo di usarne qualcuno in una prossima realizzazione, ma il rischio è troppo alto. Ora lo spengo, lo faccio raffreddare per bene e lo ripongo al sicuro, dove è stato fino ad ora. Penso che lo stesso rischio possa riguardare le lampade a vapori di mercurio nel caso di rottura del bulbo, ma di quelle non ne ho nemmeno una. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Livio Orsini Inserita: 23 giugno 2019 Segnala Share Inserita: 23 giugno 2019 Peccato che ha solo dei diodi, avessi anche dei triodi potresti divertirti a "simulare" gli SCR. Quando ero giovane e andavo ancora a scuola diurna, per carnevale la scuola invece delle lezioni in aula ci portava a visitare fabbriche. Una di quelle che visitammo era una piccola azienda Milanese che produceva "saldatrici a resistenza" controllate da triodi a vapori di mercurio. Il titolare factotum e ra un ex allievo dell'istituto ed era felicissimo di mostrarci tutto e spiegare a quelli interesati (metà e più cercava di sgattaiolare via per fumare e svignarsela). Io rimasi affascinato anche dalla luce emessa dai tubi. Molti anni più tardi trovai in Ansaldo un vecchio rottame di azionamento in continua con questi "tuboni" che facevano le veci degli SCR. Mi spergiurarono che era ancora funzionante. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
dott.cicala Inserita: 23 giugno 2019 Autore Segnala Share Inserita: 23 giugno 2019 (modificato) Non ho un Thyratron?? Impossibile Ne ho un bel po', che non ho mai utilizzato perché quelli come questo, il 3C23, vogliono 2,5v e ben 7A per riscaldarsi. Nei tyratron c'è molto meno mercurio che nei raddrizzatori, ma c'è. Nella 3c23 ci sono circa 20mg di Hg, nella 866 di cui sopra ci sono circa 500mg in una lampada cfl da 20W di prima generazione circa 4mg che nelle ultime è stato ridotto a 1mg. Sicuramente i tyratron e i rettificatori esplodono durante il funzionamento - credo - ma il rischio di rottura del bulbo per caduta dello stesso o di qualche oggetto, in un laboratorio specialmente amatoriale non è da escludere, soprattutto nel mio dove lo spazio è limitatissimo e quindi mi limito ad accenderne uno ogni tanto, dopo aver creato le condizioni minime di sicurezza e poi li metto via. Modificato: 23 giugno 2019 da dott.cicala Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
dott.cicala Inserita: 23 giugno 2019 Autore Segnala Share Inserita: 23 giugno 2019 32 minuti fa, Livio Orsini scrisse: trovai in Ansaldo un vecchio rottame di azionamento in continua con questi "tuboni" che facevano le veci degli SCR. Mi spergiurarono che era ancora funzionante. Non faccio assolutamente fatica a crederci, anzi mi meraviglierei del contrario. In F.S. molti rimasero in servizio oltre il 1996 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
gabri-z Inserita: 23 giugno 2019 Segnala Share Inserita: 23 giugno 2019 Le lampade a vapore di mercurio lo contengono in una piccola "lampada" interna che date forma e dimensioni, difficilmente si può rompere. Emette più in UV, ma è il rivestimento interno del bulbo che fa da filtro. Le ho viste fare, ho lavorato in una fabbrica per un po'. Anche sui tubi fluorescenti c'è lo stesso discorso del "filtro", ma il gas è nel tubo. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Lorenzo-53 Inserita: 23 giugno 2019 Segnala Share Inserita: 23 giugno 2019 E che dire dei valvoloni e dei rilevatori di fumo della Cerberus con tanto di isotopo radioattivo? certamente una frazione piccolissima e montate in apparecchiature con contenitori metallici ma in caso di smaltimento da trattare come scorie radioattive, sempre che si fosse a conoscenza del problema altrimenti finivano in discarica. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Darlington Inserita: 23 giugno 2019 Segnala Share Inserita: 23 giugno 2019 4 ore fa, dott.cicala scrisse: Primo fra tutti, la rottura del tubo durante il funzionamento rilascerebbe i vapori di mercurio nell'ambiente e la contaminazione sarebbe impossibile da bonificare. Si, è vero ma come per tutti i veleni è la dose a fare la tossicità. Una singola esposizione ai vapori di mercurio non basta a fare danni rilevanti, probabilmente assumi molto più mercurio mangiando tranci di tonno rosso. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
dott.cicala Inserita: 23 giugno 2019 Autore Segnala Share Inserita: 23 giugno 2019 1 ora fa, Lorenzo-53 scrisse: E che dire dei valvoloni e dei rilevatori di fumo della Cerberus Rilevatori di fumo di quel tipo credo di non averli mai avuti ne visti, invece di valvole radioattive sì, ma non sono valvoloni, ma valvoline. Si tratta di stabilizzatori di tensione a catodo freddo che solitamente contengono una piccolissima quantità di 137Cs oppure 63Ni, 85Kr o altro. Si tratto di meno di 1uCi e quindi già lo spessore del vetro del tubo è uno schermo più che sufficiente e se pensate che la pratica di utilizzare isotopi sia da relegare al tempo delle valvole....siete in errore. La maggior parte di surge arrester di tipo ceramico, più comunemente noti come varistori , contiene 63Ni La totalità degli attuali componenti elettronici costituisce un pericolo biologico per la sopravvivenza del pianeta, oggi ancor più che al tempo delle valvole. Tornando alle valvole, TUTTI i tubi di potenza hanno la medesima caratteristica: Il filamento a tungsteno toriato, dove toriato significa 232Th ovvero l'isotopo più stabile del Torio. Chissà quante cose abbiamo o abbiamo avuto in casa con questo tipo di contenuto e abbiamo vissuto fino ad ora senza nessuna preoccupazione. La sveglia o il servizio di bicchieri della bisnonna con quel bel riflesso giallo-verdastro tipico del vetro all'uranio? E quanti strumenti abbiamo avuto in laboratorio contenenti Berillio? E nel vostro bellissimo e insostituibile smartphone quanti potenziali pericoli ci sono??? Arsenuiro di gallio, Li-ion.....l'elenco sarebbe lunghiiiiiisssiiiiiimoooooooo dove già il vetro del tubo stesso è sufficiente a Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
dott.cicala Inserita: 23 giugno 2019 Autore Segnala Share Inserita: 23 giugno 2019 (modificato) 21 minuti fa, Darlington scrisse: Si, è vero ma come per tutti i veleni è la dose a fare la tossicità. Una singola esposizione ai vapori di mercurio non basta a fare danni rilevanti, probabilmente assumi molto più mercurio mangiando tranci di tonno rosso. Ti sbagli e hai ragione contemporaneamente e ti spiego il perché. E' vero che il tempo di esposizione è determinante ma stiamo parlando di 500mg di mercurio vaporizzato....quindi una volta disperso nell'ambiente chiuso è impossibile da bonificare. Probabilmente non conosci quanto è successo nei laboratori dell' institute for Physics and Astronomy - University of Aarhus - Denmark per lo stesso tipo di incidente di cui scrivo qui sopra Te lo riassumo: L'impossibilità di bonificare ha costretto alla demolizione dei laboratori. Modificato: 23 giugno 2019 da dott.cicala Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Livio Orsini Inserita: 23 giugno 2019 Segnala Share Inserita: 23 giugno 2019 1 ora fa, dott.cicala scrisse: ..quindi una volta disperso nell'ambiente chiuso è impossibile da bonificare. Però se ci pensiamo bene sino alla fine del secolo scorso in ogni casa c'era del mercurio. Se andiamo a cercare è probabile che ritroviamo qualche termometro "per la febbre" del tipo vecchio con dentro qualche grammo di mercurio. Poi se andiamo sull'Amiata c'è una miniera di mercurio che è stata attiva fino alla fine del secolo scorso. Il fatto è che l'uomo è da sempre un apprendista stregone che fa le cose senza conoscere, o saper valutare, tutte le conseguenze di quello che fa. Pensiamo, ad esempio, all'amianto ed alle tettoie di eternit che sino agli anni '70 erano usatissime e di cui ne esistono ancora migliaia di tonnellate. Se mettiamo in fila tutte le cose pericolose e dannose che l'umanità a prodotto l'elenco sarebbe infinito, con la parte più lunga ancora da scrivere perchè misconosciuta. Tra non molto scopriremo che tutto il pianeta è da bonificare. A meno di fare come gli animali che vivono nelle foreste attorno a Chernobil: loro ignorano il pericolo potenziale a cui sono esposti, quindi non si preoccupano e si moltiplicano felicemente. Dalle ultime rilevazioni risulta che nella zona interdetta, siano aumentate le popolazioni resisdenti con la coparsa di specie che non comparivano più da anni. Son tornati orsi e lupi, i cervi ed i cinghiali si sono moltiplicati. Pare che non ci siano manifestazioni di problemi derivanti dall'esposizione alla radio attività. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
gabri-z Inserita: 23 giugno 2019 Segnala Share Inserita: 23 giugno 2019 Quale pianeta Livio? È l'uomo che è da bonificare.... Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
trapanella Inserita: 23 giugno 2019 Segnala Share Inserita: 23 giugno 2019 Nei temporizzatori luce scale in uso anni 70 vi era una ampolla con un bel po di mercurio io stesso nel rifare gli impianti nei condomini ne ho conservati una decina in attesa di smaltirli in modo autorizzato Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
dott.cicala Inserita: 23 giugno 2019 Autore Segnala Share Inserita: 23 giugno 2019 2 ore fa, gabri-z scrisse: È l'uomo che è da bonificare.... ci penserà la natura 1 ora fa, trapanella scrisse: Nei temporizzatori luce scale in uso anni 70 vi era una ampolla con un bel po di mercurio Me li ricordo i Rex, ho anch'io qualche interruttore di quel tipo che conservo e non ho intenzione di buttare. La differenza sostanziale è che se quell'ampolla si dovesse rompere, il mercurio si spargerebbe ma sarebbe comunque possibile raccoglierlo con le dovute cautele. Nel caso di vapori di mercurio, questi si disperderebbero nell'ambiente, depositandosi e penetrando le superfici porose, quindi anche sulle pareti rendendo impossibile il recupero. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Livio Orsini Inserita: 24 giugno 2019 Segnala Share Inserita: 24 giugno 2019 9 ore fa, dott.cicala scrisse: Nel caso di vapori di mercurio, questi si disperderebbero nell'ambiente, depositandosi e penetrando le superfici porose, quindi anche sulle pareti rendendo impossibile il recupero. Si questa è la differenza fondamentale tra il mercurio liquido e quello allo stato gassoso. Comunque per certe applicazioni è comodissimo e praticamente insostituibile, Chi ha dovuto lavorare con contatti in bagno di mercurio sa cosa intendo Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
patatino59 Inserita: 24 giugno 2019 Segnala Share Inserita: 24 giugno 2019 11 minuti fa, Livio Orsini scrisse: Chi ha dovuto lavorare con contatti in bagno di mercurio sa cosa intendo Piccolo OT: Il personaggio del Cappellaio Matto, in Alice nel paese delle meraviglie è ispirato ai lavoratori di cappelli in feltro, che utilizzavano il mercurio per alcune fasi della lavorazione, rimanendone alla lunga intossicati. Fine OT Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Colonial54 Inserita: 25 giugno 2019 Segnala Share Inserita: 25 giugno 2019 Giusto per ricordare... In gioventu', meta' anni 70, ho lavorato spesso coi Dimotrol della GE; Erano gli azionamenti per motori DC dell'epoca e non esistendo al tempo SCR adatti ed affidabili lavoravano con gli Ignitron, sotto forma di tubi in metallo rosso con saldata una serpentina di rame per raffreddamento; In seguito, per la Timcal di Bodio in svizzera ha avuto a che fare con raddrizzatori a vapori di mercurio per tensioni nell'ordine dei 5-7 kV con alcuni amp, delle 866 solo piu grandi. Credo si chiamassero DCG4.10000 o qualcosa del genere. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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