ingegnere Inserita: 17 ottobre 2019 Autore Segnala Share Inserita: 17 ottobre 2019 (modificato) 6 ore fa, Livio Orsini ha scritto: Si potrebbe ipotizzare un riscaldamento simile al termostato per quarzi. Transistor di media potenza in contenitore simil TO220, con un carico di un resistore di potenza, il tutto alimentato da una cella da 3.7V Si applica fisicamente il case del transistor sul fondo della bomboletta, così come il resistore. Facendo circolare una corrente di collettore compresa, e variabile, tra 100mA e 200mA scalderebbe il fondo della bombola; dovrebbe funzionare con un principio simile a quello degli scaldacqua da bagno. L'elemento riscaldante è in basso, il liquido caldo tende a salire ed a disporsi nella parte superiore da dove avviene il prelievo. Grazie per l'idea, cerco info su questo tipo di transistor che non conosco (sono un po' scarso in elettronica analogica, piuttosto bravino in quella digitale anche se di mestiere faccio il programmatore prevalentemente in C++ e C#, e in ambito finanziario per di più anche se cominciai fresco di laurea con l'automazione in Siemens MES Scada Wincc 14 anni fa...bei tempi!!). Attenzione però al discorso "elemento riscaldante in basso": qui non c'è alto o basso, destra o sinistra, abbiamo un contenitore di gas liquefatto che preme a 60 bar in tutte le direzioni. che ne diresti di scaldare con il TO220 e una resistenza, come suggeriva gabri-z, il tubo che porta la co2 al gruppo valvola invece che la bomboletta? Il tubo in questione si comporta come una camera di espansione, cioè la co2 è già alla stato di vapore. Per spiegarmi meglio lascia che ti prensenti un'altra arma a co2 che possiedo, che si chiama "Baikal Drozd" e che, nell'ambito aria compressa, è la mia preferita in assoluto, anche lei russa, anche lei automatica anzi per la precisione "a raffica controllata", allego una fotografia. questo è il suo caricatore, si vede la bombola da 12 grammi di co2 color argento, mentre sopra c'è una specie di campana di acciaio nero: quella è una camera di espansione per la co2. Secondo me è questo l'elemento da scaldare, non la bomboletta. Come la vedi? Modificato: 17 ottobre 2019 da ingegnere Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Livio Orsini Inserita: 17 ottobre 2019 Segnala Share Inserita: 17 ottobre 2019 5 ore fa, ingegnere ha scritto: Buongiorno Livio, vivo nel nord della Francia ma gravito nella zona Lussemburgo, Belgio e Germania. Sei nella zona di Thionville in Lorena? Negli anni 80 c'ero stato parecchie volte per lavori nelle acciaierie Sollac. Ricordo che volavo sino in Lussemburgo poi circa 20 km di treno. 2 ore fa, ingegnere ha scritto: Certamente, l'inerzia termica ...... Ti do uno spunto, così come speculazione intellettuale. A te serve un picco di calore istantaneo che tenda a compensare l'assorbimento di calore dovuto all'espansione del gas. Penso ad un sistema simile alle "saldature a resistenza" o puntature. Se facessi scaricare una capacità tramite 2 elettrodi che poggiano sulla bombola in prossimità dell'ugello di uscita, forse si potrebbe avere un impulso di calore localizzato dove serve di più. Bisognerebbe fare 2 conti per verificare sino a che periodo di ripetizione si può ottenere, però credo che sia l'unica via che possa almeno fornire un'ipotesi di soluzione. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
ingegnere Inserita: 17 ottobre 2019 Autore Segnala Share Inserita: 17 ottobre 2019 (modificato) esatto, proprio quella zona (la meurthe-et-moselle) anche se sono più a ovest di thionville; comunque la maggior parte del mio tempo lo passo al Luxville (cioè la capitale del lussemburgo, città molto particolare per varie ragioni.) Temo che molte cose siano cambiate, ormai le acciaierie se ne sono andate , è rimasta solo arcelor mittal, il resto si è spostato in india e cina e i vecchi siti sono stati tutti riqualificati, a esempio l'altoforno di Belval in lussemburgo è diventato un campus universitario..da più di 20 anni credo. Ma effettivamente c'è una quantità di ferro nel terreno spaventosa, se butti una calamita per terra tiri su una colonna di pietre e in certi punti la terra è rossa: per quello che l'acqua del rubinetto è imbevibile. C'è una grande quantità di francesi di origine italiana, sono i discendenti dei minatori italiani che dopo la guerra sono emigrati qui. Modificato: 17 ottobre 2019 da ingegnere Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Livio Orsini Inserita: 17 ottobre 2019 Segnala Share Inserita: 17 ottobre 2019 57 minuti fa, ingegnere ha scritto: C'è una grande quantità di francesi di origine italiana, Si ricordo bene si li che in Belgio (sempre nelle acciaierie Cockeril di Liegi, Charleroi e Marcinelle), non appena sentivano parlare Italiano ti si facevano incontro frotte di persone per salutarti e stringerti la mano. Mi è capitato che, mentre ero in coda alla biglietteria di Thionville, conversando initaliano con un collega, una ragazza davanti a noi si girò e si presentò, in buon italiano, come figlia di immigrati. Ricordo che c'era un'ottimo ristorante all'ultimo piano di un palazzo-torre in centro Thionville, un po' caro ma essendo in conto spese non mi interessava più di tanto. Sempre per curiosità, ma a cosa spari quelle raffiche con la pistola ad CO2? Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
ingegnere Inserita: 17 ottobre 2019 Autore Segnala Share Inserita: 17 ottobre 2019 (modificato) bersagli di fortuna, generalmente bottiglie di vetro che scoppiano in mille pezzi oppure lattine di acciaio come quelle dei pelati o dei fagioli, che vengono allegramente sforacchiate. L'importante per me è mantenermi in esercizio costantemente, mantenere il feeling, la memoria muscolare, puntare, imbracciare eccetera. Per questo mi servono conversioni di vere armi e non giocattoli come le "armi" softair. In passato ho fatto un addrestramento militare privatamente, non avendo fatto il servizio militare di stato; voglio mantenere quello che ho imparato, sperando di non doverlo mai usare sul serio. Ma se fosse necessario, sarei pronto a ogni evenienza spiacevole. Modificato: 17 ottobre 2019 da ingegnere Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
ingegnere Inserita: 20 ottobre 2019 Autore Segnala Share Inserita: 20 ottobre 2019 Livio stavo pensando alla tua idea di usare due elettrodi; un sistema simile viene usato da questa azienda per la pulizia di condotti ostruiti di fonderie e cementifici: http://www.bpgsrl.com/co2-liquido-cardox/ se ho ben capito, la co2 viene fatta deflagrare mediante un "impulso elettrico", suppongo una scintilla come quella degli accendigas, che fa sublimare la co2 generando una specie di esplosione. gli elettrodi andrebbero posti nella camera di espansione ma non so bene come, inoltre ci vorrà penso un inverter per alzare la tensione a liveli tai da perforare dielettricamente la co2. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Livio Orsini Inserita: 20 ottobre 2019 Segnala Share Inserita: 20 ottobre 2019 3 ore fa, ingegnere ha scritto: la co2 viene fatta deflagrare mediante un "impulso elettrico", ASSOLUTAMENTE NO! La mia proposta è ben differente. Non so se hai presente le puntatrici per metalli. Questi utensili sono anche detti "saldatrici a resiostenza", perchè l'effetto di saldatura (non brasatura) si basa sul riscaldamento di un materiale conduttore attraversato da corrente. La resistenza è al resitenza elettrica delle due lamine di metallo da saldare, metallo che deve essere conduttore di energia elettrica. Solitamente si usano su lamiere di ferro e acciaio più o meno complesso. Una spece di pinza pressa 2 elettrodi di rame che stringono i 2 fogli da unire. Per ottenere elevatissimi valori di corrente, in grado di fondere localmente in modo istantaneo i 2 punti di contatto delle 2 lamine, si fa scaricare una grossa capacità attraverso il circuito formato dai 2 elettrodi e dalle lomine metalliche. La resistenza globale del circuito è dell'ordine del milli ohm, pertanto la corrente di scarica della capacità risulta essere enorme e l'energia sviluppata risulta essere elevatissima. Si dosa l'energia variando la tensione di carica del condensatore. In questo caso non penso proprio a fondere o bucare il contenitore ma, limitando l'energia e "allargando" l'area di contatto degli elettrodi, penso si possa ottenere un'aumento locale di temperatura di parecchi centigradi. La mia è un'idea appena abbozzata; bisognere fare delle verifiche sperimentali con un contenitore vuoto, per trovare la giusta combinazione di distanza e area degli elettrodi che causi l'incremento di temperatura sufficiente a compensare la sottrazione di calore dell'espansione del gas. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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