pedersen Inserito: 10 dicembre 2019 Segnala Share Inserito: 10 dicembre 2019 se al punto di consegna c'e' una corrente di corto circuito di 16kA, tutti i magnetotermici devono avere quel potere di interruzione? oppure solo il generale deve essere da 16kA e gli altri possono essere anche da 6 o 10kA ? Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Elettroplc Inserita: 10 dicembre 2019 Segnala Share Inserita: 10 dicembre 2019 No. Vi sono delle tabelle da, seguire in base alla fornitura. La prima avrà una ic maggiore. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Daddo79 Inserita: 19 dicembre 2019 Segnala Share Inserita: 19 dicembre 2019 L'interruttore magnetotermico deve avere un potere di interruzione maggiore della corrente presunta di cortocircuito nel punto di installazione per poter aprire correttamente il circuito in caso di guasto. Questo può avvenire sostanzialmente in due modi: 1. L'interruttore ha un proprio potere maggiore della corrente di cortocircuito (è il caso obbligatorio dell'interruttore generale) 2. L'interruttore ha un potere più basso e deve essere "aiutato" dall'interruttore posto a monte, "filiazione", che può essere fatta solo con dispositivi della stessa marca e soprattutto dichiarata dal costruttore stesso, normalmente mediante apposite tabelle. Quindi: interruttore generale PdI>Icc Interruttore derivati: PdI>Icc o Protezione combinata contro i cortocircuiti (o back-up) Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Elettroplc Inserita: 19 dicembre 2019 Segnala Share Inserita: 19 dicembre 2019 La cri 0 21 impone dei termini minimi. Si parte dal primo valore di icc e poi gli altri si valutano. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
pedersen Inserita: 20 dicembre 2019 Autore Segnala Share Inserita: 20 dicembre 2019 2. L'interruttore ha un potere più basso e deve essere "aiutato" dall'interruttore posto a monte, questo vuol dire che in caso di corto circuito, se il magnetotermico piu' vicino al punto di corto non riesce a interrompere da solo, scatta anche il generale che sta a monte giusto? invece spendendo qualcosa in piu', usando tutti magnetotermici con alto potere di interruzione scatta solo quello immediatamente a monte del corto e non quello generale. Confermate? Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Maurizio Colombi Inserita: 20 dicembre 2019 Segnala Share Inserita: 20 dicembre 2019 Già detto e stradetto, scritto e riscritto... Il potere di interruzione è il valore massimo di corrente che un apparecchio può interrompere senza danneggiarsi. Non c'entra nulla farsi aiutare da due apparecchi in cascata, non c'entra nulla se interviene prima uno e poi l'altro non interessa nulla di nulla. Il potere di interruzione è il valore massimo di coorrente che l'apparecchio riesce a d aprire senza che vi scoppi in faccia Punto e basta. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
leleviola Inserita: 20 dicembre 2019 Segnala Share Inserita: 20 dicembre 2019 Infatti può anche succedere che scattino due in cascata di potere di interruzione diverso uno a monte e uno a valle con curva magnetica leggermente sovrapposta che faccia scattare entrambi, l'importante che a monte ve ne sia uno adeguato con potere d'interruzione maggiore della corrente presunta di corto circuito nel punto di installazione altrimenti si rischia devvero che ci scoppi in mano. Ad esempio nella peggiore delle ipotesi se dentro un quadro di distribuzione con generale da 125A con potere d'interruzione da 10kA se mi avviene un corto immediatamente sotto a un interruttore a valle del generale, che è attaccato sotto alle sbarre di rame del generale, in questo caso la corrente di corto può essere piuttosto alta, magari superiore ai 6kA perchè nei pressi del quadro, se l'interruttore a valle è di 6kA l'interruttore piccolo mal sopporterebbe il corto ma l'importante che il generale abbia la capacità di scattare e di interrompere il corto immediatamente altrimenti potrebbe succedere che il magnetotermico a valle si danneggi Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Livio Orsini Inserita: 20 dicembre 2019 Segnala Share Inserita: 20 dicembre 2019 con potere d'interruzione maggiore della corrente presunta di corto circuito nel punto di installazione altrimenti si rischia devvero che ci scoppi in mano. Più che scoppiare in mano si saldano i contatti, quindi l'interruttore non apre. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
del_user_233069 Inserita: 21 dicembre 2019 Segnala Share Inserita: 21 dicembre 2019 On 12/19/2019 at 5:44 PM, Daddo79 said: L'interruttore magnetotermico deve avere un potere di interruzione maggiore della corrente presunta di cortocircuito nel punto di installazione per poter aprire correttamente il circuito in caso di guasto. Questo può avvenire sostanzialmente in due modi: 1. L'interruttore ha un proprio potere maggiore della corrente di cortocircuito (è il caso obbligatorio dell'interruttore generale) 2. L'interruttore ha un potere più basso e deve essere "aiutato" dall'interruttore posto a monte, "filiazione", che può essere fatta solo con dispositivi della stessa marca e soprattutto dichiarata dal costruttore stesso, normalmente mediante apposite tabelle. Quindi: interruttore generale PdI>Icc Interruttore derivati: PdI>Icc o Protezione combinata contro i cortocircuiti (o back-up) Concordo. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
del_user_233069 Inserita: 21 dicembre 2019 Segnala Share Inserita: 21 dicembre 2019 On 12/20/2019 at 7:29 AM, Maurizio Colombi said: Già detto e stradetto, scritto e riscritto... Il potere di interruzione è il valore massimo di corrente che un apparecchio può interrompere senza danneggiarsi. Concordo, limitatamente agli interruttori automatici per uso domestico o similare dove per potere di interruzione come dato ci si riferisce alla Icn (potere di Corto Circuito). Mentre se parliamo di interruttori automatici per uso industriale, soggetti alla EN 60947-2, occorre precisare se ci si riferisce alla Icu (Potere di interruzione estremo) , nel qual caso non è assicurato il funzionamento del dispositivo dopo il corto, oppure alla Ics (potere di interruzione di servizio) (che è una frazione della Icu fino anche 1/1) . Inoltre lo stesso identico prodotto, se utilizzato in ambiente domestico ha solitamente come specifica tecnica un Icn che è inferiore alla Ics qualora lo stesso dispositivo venisse impiagato per uso industriale. Questo perche i test condotti sulla base della EN 60898-1 sono piu restrittivi di quelli aderenti alla EN 60947-2. inoltre On 12/20/2019 at 9:21 AM, Livio Orsini said: Più che scoppiare in mano si saldano i contatti, quindi l'interruttore non apre. Non solo ma puo anche venirsi a creare un arco elettrico che supera il dispositivo. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Livio Orsini Inserita: 22 dicembre 2019 Segnala Share Inserita: 22 dicembre 2019 Non solo ma puo anche venirsi a creare un arco elettrico che supera il dispositivo. Questo capita se la tensione è maggiore di quella prevista per quel tipo di interruttore. Se la corrente sale in modo veloce a livelli superiori il massimo potere di interruzione, nel caso fortunato fonde completamente i contatti rendendo l'interruttore inutilizzabile, ma aprendo comunque il circuito. Più comunemente il tutto si comporta come una saldatrice a resistenza ed i contatti si saldano rendendo di fatto impossibile aprire il circuito. Nel caso, invece, in cui è la tensione maggiore della massima prevista in sede di progettazioen del dispositivo, all'atto dell'apertura si genera un arco che fonde i contatti e, spesso, anche il resto. Anni fa visitai un costruttore di elettromeccanica che disponeva del maggiore generatore di prova in funzione in Europa; dopo avermi fatto assistere ad una prova su componenti prelavati a campione dalla produzione, mi mostrarono gli effetti del superamento della massima corrente di corto e della massima tensione interrompibile. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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