Casa che fatica a scaldarsi...caldaia accesa sempre si o no?

[lbivit]

Mi sono da poco trasferito da solo in affitto in un piccolo appartamento da 50mq, esposto su tre lati e pure vecchiotto (niente cappotto, muri abbastanza grossi). L'appartamento sotto di me è abitato, sopra ci sta una soffitta (mi sembra). L'isolamento non è di certo una favola e sto in Lombardia, quindi d'inverno capita anche di andare sottozero. Per le finestre (5 in totale) ho provveduto a chiudere tutti gli spifferi con paraspifferi e guarnizioni apposite e tendenzialmente visto che torno quando ormai è scuro nemmeno apro le persiane: di spifferi così non ne sento proprio. I caloriferi sono in ghisa e sono uno camera, uno in bagno ed uno in soggiorno (il soggiorno è grande come le altre due camere sommate, quindi secondo me un calorifero è pochino, ma tant'è...).
Ho una caldaia CIAO Beretta a camera aperta, piazzata nella stanza principale (cucina+salotto). Essendo in casa, l'acqua calda ci mette pure pochissimo tempo ad arrivare sia ai termosifoni che ai lavandini.


Detto ciò, è da due mesi che cerco di capire come conviene accendere il riscaldamento per non dovermi vendere i reni per pagare le bollette...
A sentire alcuni dovrei accenderli soltanto quando torno a casa da lavoro (sto fuori da casa 9h al giorno) e se proprio insisto pure la mattina quando mi sveglio. A sentire altri non devo assolutamente fare così ma tenere una temperatura costante in casa (mi dicono addirittura 20 gradi, io sudo con 20 gradi in casa 😆) per sforzare meno la caldaia e consumare di conseguenza meno gas.
Ho provato a tenere il riscaldamento sempre acceso sui 17 gradi fissi con caldaia impostata su autoregolazione SARA della Beretta (che piazza la temperatura tra i 50° e i 60°, pochina secondo me) ma ho dovuto alzare per forza la mandata perchè in quattro ore di funzionamento non si alzava di nemmeno un grado e la caldai non si spegneva mai.

Mi pare che la temperatura faccia davvero fatica a salire ed invece scenda fin troppo velocemente al momento.

Adesso da un paio di giorni sto alternando tra tre temperature: 16 la notte, 17 dalla mattina fino ad un paio di ore prima che torni, e poi 18 fino alle 23 circa.
Il mese scorso sono stato via due giorni e la temperatura è precipitata a 14 gradi, non vi dico il dramma per far tornare l'appartamento ad una temperatura vivibile 😒

Guardando i consumi, cercando di mantenere sta benedetta temperatura mai sotto i 16 gradi e dando qualche "colpo" di caldo nel weekend (quindi diciamo con un ritmo molto irregolare) ho consumato sui 70mc in 15 giorni.


Detto ciò, cosa è meglio fare con queste condizioni? Tenuto conto che a questo punto credo il problema sia anche che la casa non tiene moltissimo il caldo, ho davvero un risparmio a tenere il riscaldamento acceso tutto il giorno? E la notte, mi conviene spegnerlo o tenerlo ancora a 17 gradi? E quando vado via per un paio di giorni che faccio, lascio precipitare la temperatura o mantengo anche lì 17 gradi (o meno)? 🤔

Modificato: 10 dicembre 2020 da Livio Migliaresi
adeguato il carattere

[Alessio Menditto]

La questione non è facile, tendenzialmente la caldaia non si dovrebbe spegnere, cioè dovrebbe scaldare anche quando non c’è nessuno, purtroppo il consumo non è colpa delle caldaia ma come hai già detto tu che non è isolata.

Se tu la spegni devi fare il calcolo di quanto tempo ci mette a scaldare come vuoi tu la casa, e mettere un cronotermostato, però c’è un però...se la temperatura cala il conto è sballato, insomma non è facile.

[omaccio]

quando hai una casa molto dispersiva devi limitare le ore di accensione mettendo i caloriferi in gradi di scaldare velocemente casa: temperatura di mandata alta! Ovviamente risparmi qualcosa sulla bolletta ma in quanto a comfort sarà da schifo... se non puoi isolare e non vuoi svenarti è così!

In alternativa termostato sempre On ma con diverse tipologie di temperatura, quando non ci sei ti bastano 17 gradi ma prima che rientri e mentre sei a casa alzi la Temperatura!