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Buongiorno a tutti,

siccome a breve avrò un giorno di prova per un posto da programmatore junior dove mi hanno detto che mi sarà dato da fare qualcosa con il TIA, volevo chiedervi secondo voi probabilmente cosa mi daranno da fare.

Insomma secondo voi cosa dovrei aspettarmi? 

Voi cosa chiedereste di fare ad un candidato?

Grazie per l'attenzione. 

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Personalmente, la capacità di utilizzare l'IDE per la programmazione, meglio se multimarca e l'abilità di passare da un ambiente a un altro.

Capacità di strutturare anche programmi semplici in sottoinsiemi modulari riutilizzabili.

Capacità di utilizzo dei vari sistemi di programmazione IEC (Ladder e ST in particolar modo).

Strutturazione dei dati e utilizzo delle label.

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Ai candidati junior proponevo quesiti che mettessero in luce il loro modo di affrontare i problemi.

Di un candidato che conoscesse a menadito tutte le istruzioni, ma non sapesse come risolvere dei semplicissimi problemi di automazione, non saprei che farmene.

Usare un IDE, usare un linguaggio, sono cose che si imparano velocemente leggendo un manuale, ma la mentalità adatta a risolvere nel modo più semplice un problema, se non ce l'hai, non c'è manuale che te la insegni.

 

Ma io, come tutti, ragiono secondo la mia mentalità.

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Grazie mille ad entrambi,

 Livio potresti farmi degli esempi dei problemi che sottoponevi ai candidati. Vorrei essere il più preparato possibile siccome ci terrei molto a questo lavoro e voglio fare bella figura.

PS: uso solo ladder per programmare ed SCL solo se si tratta di Array, dite che è indispensabile?

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11 ore fa, PLCUser00 scrisse:

Livio potresti farmi degli esempi dei problemi che sottoponevi ai candidati.

 

Son trascosi 20 anni dall'ultima selezione di personale che ho effettuato e, sinceramente, non è che in questo periodo di temppo mi sia preoccupato molto di queste cose.

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Quello che ha detto Livio (

il 3/4/2021 at 12:09 , Livio Orsini scrisse:

mettessero in luce il loro modo di affrontare i problemi.

) era in un certo qual modo sottinteso. Il problem solving è tutto.

Poi dipende dal tipo di lavoro. Ci sono ambienti in cui alcuni junior devono fare lavoro da "galoppini", dove sostanzialmente loro non risolvono i problemi ma semplicemente mettono in codice quanto loro detto dai senior. Spesso l'inizio è in tal modo, specie nelle grosse aziende. E in quel caso la tecnica è tutto.

Successivamente poi, una volta entrato nel meccanismo, è più facile vengano sottoposti a problem solving, dove devono appunto analizzare, risolvere e mettere in pratica (coding) le cose.

In aziende più piccole (vedi la mia), si cerca di avere ovviamente tutto subito (un po' erroneamente, l'apprendista con esperienza è un ossimoro...).

 

PS: facendo riferimento alle norme IEC, è più corretto parlare di ST (Structured Text) che SCL (Structured Control Language) come è erroneamente definito da Siemens. Sempre modesti loro, la norma dice bianco, allora loro lo chiamano verde... Mi fanno 🤬

 

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13 ore fa, Ctec scrisse:

PS: facendo riferimento alle norme IEC,

 

Per Siemens esistono le norme Siemens a cui, eventualmente, si possono adeguare le IEC.😆

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il 3/4/2021 at 11:53 , Ctec scrisse:

meglio se multimarca e l'abilità di passare da un ambiente a un altro.

Sulla capacità di passare da un ambiente all'altro nel senso principalmente di "ladder" e "strutturato", sono d'accordo.
Un po' meno sulla faccenda "multimarca":

Personalmente diffido di chi sostiene di conoscere bene più di due PLC. Potrai averne programmati di 10 marche diverse, ma non li puoi conoscere bene tutti.
Inoltre, se si parla di programmatore junior, solitamente si intende una persona giovane. E qui si cade, come tu stesso dici, nell'ossimoro del "giovane apprendista ma con trent'anni di esperienza".
Personalmente non mi preoccuperei più di tanto del fatto che conosca già a fondo uno o più plc, ma di quanto sia disposto ad impegnarsi e ad imparare. Anche ammettere i propri limiti io lo considero un pregio. Voglio dire, non spacciarti per "esperto programmatore" se non lo sei: verresti smascherato in pochi secondi, crollerebbe la fiducia e, quasi di sicuro, il colloquio terminerebbe qui.
Purtroppo, i colloqui sono sempre come giocare a carte: puoi essere bravissimo ma, se peschi le carte sbagliate, non puoi vincere.
Non puoi sapere in anticipo cosa si aspetta da te chi ti esaminerà.
Ed infatti, vedi che, in tre che ti hanno risposto, sono usciti due modi e mezzo di valutare.
Anche l'abbigliamento ritengo abbia una certa importanza, per quanto non sia in realtà indicativo delle qualità di una persona. Da evitare (sempre mio parere personale) sia abbigliamenti trasandati che abbigliamenti troppo curati (niente jeans strappati e maglietta logora, ma nemmeno giacca e cravatta, per dire).

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10 minuti fa, batta scrisse:

Da evitare (sempre mio parere personale) sia abbigliamenti trasandati che abbigliamenti troppo curati (niente jeans strappati e maglietta logora, ma nemmeno giacca e cravatta, per dire).

 

Sono d'accordo a metà, forse perchè appartengo ad una generazione dove, sin dalla scuola, ti insegnavano che un abbigliamento appropriato., curato ma non ricercato, è indice di rispetto per se stessi e per gli altri.

Per me un candidato che si presentava con jeans strappati e magliett alogora, si era giocato in partenza almeno il 70% delle possibilità di essere chiamato per il secondo giro.

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2 ore fa, Livio Orsini scrisse:

Sono d'accordo a metà

Questo non fa altro che dimostrare che molto dipende da chi ci si trova come esaminatore.
L'abbigliamento deve essere consono al ruolo per il quale ci si propone.
Personalmente, se mi si dovesse presentare per il posto di programmatore junior una persona in giacca e cravatta, mi chiederei se sa in cosa consista il lavoro di programmatore junior.
Un ragazzo con jeans strappati (non trasandato), per quanto i jeans strappati non siano il mio ideale di abbigliamento, per un posto di programmatore junior, non mi farebbe un'impressione negativa.

Certo, se ci si presenta per un posto da dirigente, tutto cambia.

L'abito non fa il monaco, si dice. Ed è anche quasi vero. Ma c'è una sola occasione per fare una buona "prima impressione". Meglio non giocarsela a dadi.

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11 ore fa, batta scrisse:

Ma c'è una sola occasione per fare una buona "prima impressione". Meglio non giocarsela a dadi.

 

Appunto.

 

Quote

Personalmente, se mi si dovesse presentare per il posto di programmatore junior una persona in giacca e cravatta, mi chiederei se sa in cosa consista il lavoro di programmatore junior

 

Abbiamo due visioni molto differenti.

A me invece suggerirebbe l'idea di una persona ordinata che ha rispetto di se e degli altri.

Una persona con queste caratteristiche usa abbigliarsi nel modo più consono alle circostanze; sarei pronto a scommettere che, dovendo andare a lavorare su di un impianto, si presenterebbe abbigliato nel modo più consono al lavoro ed alla stagione.

Modificato: da Livio Orsini
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