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Hai interpretato male le tabelle sulle portate dei cavi perché un filo tipo N07V-K da 2,5 mmq può portare 16A in generale

Dicendo "Nella maggior parte dei casi" volevo dire che è possibile montare un magnetotermico da 16A su un cavo da 2.5mmq di lunghezza minima (con cavo lungo 100mt risulterebbe difficile prelevare 16A)

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Perchè con un cavo da 2,5 mm2 lungo 100 m risulterebbe difficile prelevare 16A?

I 16A li si possono "prelevare" anche da un cavo lungo 1000 m, il problema è la caduta di tensione che aumenta all' aumentare della lunghezza della linea.

Nel dimensionamento dell' interruttore di protezione è importante proteggere il cavo, se il cavo può portare 16 A è corretto proteggerlo a tal riguardo (indipendente dalla sua lunghezza), il fatto che la caduta di tensione sia eccessiva è un altro problema: semplicemente bisogna scegliere una cavo di sezione superiore (ed eventualmente proteggerlo con in interruttore di taglia superiore!).

Il fatto che un conduttore da 2,5 mm2 possa portare 16 A "nella maggior parte dei casi" è comunque più che giusto: in condizioni di posa parecchio gravose la portata può scendere anche ben al di sotto dei 16A!

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il problema è la caduta di tensione che aumenta all' aumentare della lunghezza della linea

In più ci potrebbe essere il problema del "corto circuito lontano", che riduce la corrente di corto circuito e potrebbe rendere inefficace il magnetotermico.

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sono d'accordo con mircoelektra, in effetti se nella migliore delle ipotesi la linea passa all'interno del tubo protettivo con 4 circuiti ho un coefficiente di riduzione pari a 0,65: quindi i 24A tabellati a cui fa riferimento Cipone si riducono al 65%, ossia 15,6A.

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Per ovviare al problema descritto da ClA sono in commercio magnetotermici curva B in cui gli sganciatori magnetici intervengono tra 3 e 5 volte la In

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Confermo l'eventuale soluzione di Cipone, tuttavia sconsiglio l'uso generico di interruttori in curva B in quanto si rischiano spesso interventi dovuti all'inserzione di carichi con spunti relativamente elevati (ad esempio al rientro dell'Enel dopo un black out gli spunti dei vari carichi si sommano). Comunque la corrente di corto circuito dipende molto dal circuito a monte e non solo dagli ipotetici 100m di cavo da 2,5mmq.

Nel caso in esame considerando la linea da 2,5 mmq e un'interruttore modulare in curva C da 16A anche in caso di correnti di corto circuito molto basse il cavo non ha problemi perché protetto dal sovraccarico, se non ci credete, verificate I2t (con interruttori in curva D o peggio ancora scatolati è tutta un'altra cosa).

Aggiungo un'altra nota (mi sembra nessuno lo abbia segnalato): è auspicabile che il montante della linea FM venga realizzato con filo da 4 mmq, non penso che la casa oggetto della ristrutturazione abbia solo 2-3 prese!

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In più ci potrebbe essere il problema del "corto circuito lontano", che riduce la corrente di corto circuito e potrebbe rendere inefficace il magnetotermico.
Per ovviare al problema descritto da ClA sono in commercio magnetotermici curva B in cui gli sganciatori magnetici intervengono tra 3 e 5 volte la In

Il problema descritto da ClA esiste ed è importante da considerare, qualora si utilizzi un interruttore solo magnetico per la protezione della linea dal cortocircuito. In tal caso, infatti, una volta fissata la sezione dei cavi e il tipo di apparecchio posto a protezione, viene implicitamente imposto anche un vincolo alla lunghezza massima della linea da proteggere. All' aumentare della lunghezza della conduttura necessariamente diminuiscono i valori di corrente di corto circuito per guasto in fondo alla linea, ad un certo punto tali valori raggiungono il liminte per cui non è possibile allungare ulteriormente il cavo, altrimenti non si ha l’ intervento del relè magnetico in caso di cortocircuito!

Se invece la linea è protetta da un interruttore magnetotermico che pertanto garantisce la protezione anche nel caso di sovraccarico, è necessario effettuare solo la verifica sulla corrente di cortocircuito massima, in quanto per qualsiasi corrente di corto circuito per guasto all' estremità della linea di valore tale da non provocare l' intervento del relè magnetico, la linea è comunque protetta dal relè termico.

Sono pertanto perfettamente d' accordo con ivan1 nello sconsigliare i "curva B".

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la linea è comunque protetta dal relè termico

Ma il relè termico ha tempi molto più lunghi, non dà una protezione efficace dai cto cti. Bisogna fare i conti....

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... certo che bisogna fare i conti ... in particolare bisogna verificare che l' i2t sia sempre inferiore al k2S2 del cavo, condizione che tipicamente si verifica senza difficoltà andando a sovrapporre la curva i2t/icc data dal costruttre dell' interruttore con la curva del cavo.

In tal modo si ha la garanzia che l' energia "lasciata passare" dall' interruttore non superi il massimo valore di energia specifica che il cavo è in grado di sopportare, e quindi che il cavo non superi la massima temperatura ammissibile.

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Perchè ti poni il problema della caldaia? Guarda che devi alimentare una scheda elettronica che al momento opportuno darà la "scintilla". ....

Una terza linea la farei se ho l'illuminazione del giardino....a lungo andare umidità,condensa o infiltrazioni d'acqua potrebbero darti problemi.

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per me il differenziale da 16 e piccolo. Meglio da 25A

Se è un differenziale puro da 16A, tieni conto che nel 99% dei casi è un 25A, 40A o addirittura 63A declassato per meri motivi commerciali.

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Ciao a tutti!

ma perchè molti si raccomandano di portare dal contatore al quadro elettrico la linea montatnte con cavi da 4 mmq? Se quelli da 2,5mmq sostengono in generale i 16A previsti da un contratto da 3Kw, e se il contatore scatta quando si prelevano potenze superiori ai 3,3 (come si dice in una altro post), inoltre vai con tutti i magnetotermici possibili da 16A per sezionare l'impianto..ha senso portare la corrente con un 4 mmq dal contatore?O è solo perchè "è meglio"?

un'altra domanda:si può far passare a pavimento attraverso un bagno,ovviamente con i dovuti crismi , il cavo dell'antenna?Basta seguire la suddivisione in zone prevista dalla norma o è meglio farlo passare altrove?

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Linea da 4 mm2

Entra in "ballo" anche la cadura di tensione....e poi dipende da diverse cose....se sei un semplice elettricista usi il 4mm2 e per ev. aumenti di potenza e per fare maggior figura....se invece hai l'appalto di 10 condomini ti metti a tavolino e fai il conto a millimetro e centimetro....tanto di guadagnato.

Antenna nel bagno

Se un gionno rifarai il bagno rifarai anche la tubazione antenna....e non ti costerà piu' di tanto....le lacrime le avrai consumate tutte per i muartori,piastrellistri,iidraulico, calcinacci e tua moglie/madre che urla che per la polvere che si infila dappertutto.

Ciao

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Ciao, è meglio collegare contatore e quadro elettrico con cavo di sez. 4 oppure 6 mmq perchè se in futuro si dovesse avere la necessità di aumentare la potenza contrattuale a 4.5 o magari 6 kw il montante andrà bene così com'è. (questo è uno dei tanti motivi)

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In pratica hanno già risposto gli altri utenti, vorrei tuttavia parlare un po' più "approfonditamente" della caduta di tensione, che è stata solamente citata.

La caduta di tensione dipende dalla resistenza del conduttore, cioè dalla sua sezione (in modo inversamente proporzionale) e dalla sua lunghezza (in modo direttamente proporzionale).

Nel dimensionare una conduttura elettrica oltre che analizzarne la portata (e di questo si è già ampiamente discusso :D ) è importante valutarne la caduta di tensione (per intenderci ... se a monte della linea ho 220 V e a valle ne ho 200, l' impianto non è certo "ben realizzato"!).

In pratica nel campo dell' impiantistica civile solo in casi estremi e particolari si esegue una valutazione precisa della caduta di tensione ... generalmente si è sicuri di rientrare nei limiti accettabili utilizzando sezioni "standard" adottate da sempre per "tradizione" (in realtà tale "tradizione" ha motivazioni ben precise!).

E' vero che una fornitura civile è tipicamente da 3 kW (ovvero 16A), ma, mentre nelle linee terminali (ovvero nei conduttori che servono la singola presa o il singolo punto luce) difficilmente scorreranno tutti i 16 A, nella linea montante (ovvero nella conduttura che collega il contatore con il quadro) e nelle linee di distribuzione dorsali potrebbero benissimo circolare tutti i 16 A, o comunque correnti molto prossime.

E' per questo che mentre per le linee terminali si utilizzano sezioni minime (1,5 o 2,5 mm2), per le dorsali e per il montante è bene utilizzare sezioni maggiori, cioè a resistenza minore.

Per fare un esempio, una linea di 2,5 mm2 lunga 10m e percorsa da 16A potrebbe benissimo provocare una caduta di tensione di 2 o 3 V (bisognerebbe fare il calcolo preciso ...). Se poi la linea è lunga 20 o 30 m o più ... la caduta di tensione potrebbe raggiungere la decina di V!

In generale se la linea è molto lunga è necessario aumentare la sezione per mantenere a valori minimi la resistenza, e quindi la caduta di tensione.

Poi ci sono anche gli altri aspetti citati dagli altri utenti (futuri aumenti di potenza contrattuale, protezione della conduttura da cortocircuiti, ecc.).

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E' vero cio che dice microelektra. In un impianto civile difficilemte si tien conto della caduta di tenzione. Dal contatore luce al quadro (se è distante....valore generico....intendo un paio di piani di condominio dove le dicsce sono perpendicolari....o dal muro esterno se villetta) 6 mm2 bastano e vanzano.

Nell'appartamento 4 mm2 per le prese e 2,5 mm2 sono abbandanti. Nell'esecuzione classica da centralino alle scatole delle stanze lungo il corridoio solitamnete non superiamo i ...diciamo 20 metri...ma ripeto è una questione di costi , di denaro....

Terra in due appartamenti?

Solitamente si preferisce farli indipendenti....ciascuno la sua terra....CIA in un precdente post ha fatto un'analisi tecnica a mio giudizio ben precisa e ragionata ( come suo solito) perchè opta per questa soluzione....

Poi siamo alle solite.....si puo' fare senza demolire mezzomondo? Oppure tutto è gia rifinito ? Si fa presto a dire demolisci tutto!!!!

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