Vai al contenuto
PLC Forum


Dichiarazione Di Conformità - Cosa serve?


giorgiodavid

Messaggi consigliati

Mi dispiace tornare su questo argomento di cui parlai qualche tempo fa, ma vorrei porre una domanda secca: cosa serve per rilasciare una dichiarazione di conformità?

Io posseggo una laurea triennale in ingegneria elettrica, ho passato l'esame di stato e mi sto iscrivendo all'ordine degli ignegneri e con molta probabilità aprirò la p.iva per diventare libero professionista: queste tre sistuazioni bastano per rilasciare, eventualmente, una dichiarazione di conformità?

Scusatemi, ma la parte burocratica la odio proprio!

Grazie.

Link al commento
Condividi su altri siti


marco.riefolo

La dichiarazione di conformità la può rilasciare solo chi ha effettuato i lavori (impresa installatrice) che, ovviamente deve possedere i requisiti indicati nella L. 46/90 e DPR 447/91. Nel caso in cui il titolare di questa impresa non abbia tali requisiti, la ditta può nominare un responsabile tecnico che abbia tali requisiti (ad esempio un ingegnere) che firmerà le dichiarazioni di conformità per conto della ditta.

Link al commento
Condividi su altri siti

Che la dovesse rilasciare solo che ha eseguito i lavori me lo ricordavo, ma la risposta alla mia domanda non mi è stata data, cioè... mi spiego meglio... anzi ridefinisco la situazione:

1. Possesso di laurea

2. Possesso di abilitazione alla professione ed iscrizione all'albo

3. Possesso di p.iva

4. Esecuzione lavori da parte mia quando sarò libero profesionista

Con questi 4 punti, posso rilasciare la DDC oppure manca ancora qualcosa? Che vogliono che mi tolga il sangue? :o

Scusate ma sono "de coccio" e sulla burocrazioni preferirei capirci qualche cosa in più..... chiaramente!

Link al commento
Condividi su altri siti

Un medico - laureato, abilitato ed iscritto all'ordine - può prescrivere farmaci ed eseguire interventi chirurgici.

Un ingegnere - laureato, abilitato ed iscritto all'ordine - non può realizzare un impianto elettrico domestico, nemmeno a sè stesso, nemmeno a titolo gratuito (a meno che non sia anche titolare di una ditta installatrice). Può però firmarne il progetto.

Link al commento
Condividi su altri siti

Mi stai dicendo che neanche da libero professionista posso fare un impianto elettrico?

Cioè mi stai dicendo che:

1. Da libero professionista NO!

2. Da ditta individuale SI!

?????????????????????????????????????????

Se è così, ma che è sta fesseria? Va be, questa è l'Italia dei controsensi!

Spero che allora possa aprirmi una impresa indivisuale, cioè lavorare da solo è poter fare tutto quanto richiesto sopra! Oppure anche dopo questo manca qualche cosa? :ph34r:

Link al commento
Condividi su altri siti

Hai capito benissimo essendo ingegnere iscritto all'albo hai i requisiti per essere il responsabile tecnico della ditta.

Ci sarebbe poi da discutere sulla tua abilitazione a compiere lavori sotto tensione, ma basta un autodichiarazione da parte del datore di lavoro che sei abilitato. Ovviamente essendo una ditta individuale firmi una autodichiarazione.

Link al commento
Condividi su altri siti

Cioè mi stai dicendo che:

1. Da libero professionista NO!

2. Da ditta individuale SI!

Esatto , devi aprire come Ditta individuale, come libero professionista puoi firmare il progetto ma non lo puoi realizzare, così qualcuno ha deciso

Link al commento
Condividi su altri siti

Mi stai dicendo che neanche da libero professionista posso fare un impianto elettrico?

L'ingegnere firma, progetta, disegna, calcola, verifica.

Ma non esegue, non costruisce, quanto meno non in quanto professionista ingegnere.

E nemmeno può cambiare una presa!

Link al commento
Condividi su altri siti

Va be, terrò questo post da conto per ricordarmi cosa fare, grazie.

Modificato: da giorgiodavid
Link al commento
Condividi su altri siti

Dandovi il buongiorno, ne approfitto per alimentare questa discussione...

Ho preso un po' di info a riguardo ed è chiaro che per fare l'installatore occorre aprire un'impresa. Ma sembra, e dico sembra purtroppo, hce tale attività va in conflitto con l'attività di progettista nel senso che... se io volessi fare l'ingegnere progettista ed in più l'installatore devrei aprire ben due, e dico 2, partite iva... una come studi di ignegneria per fare il progettista e l'altra adeguata a fare l'installatore, ma questo comporterebbe di essere soggetti a due studi di settore, il che, volendo fare saltuariamente il lavoro di installatore, è decisamente antieconomico!!! Tutto per questa maledetta legge 46/90 e a chi l'ha istituita!

Ora mi domando, possibile che non ci sia un escamotage per poter fare entrambi i mestieri con un unica p.iva? Potendo, ovviamente, rimanere conInarcassa?

A voi una sentenza ed un... escamotage? :P

Link al commento
Condividi su altri siti

Non utilizzi gli studi di settore e giustifichi tutta la tua attività, fatturando tutto e acquistando tutto con fattura, pagando, quindi, tutte le tasse nella misura che risulta da una dichiarazione veritiera e completa ed a prova di qualsiasi ispezione.

Gli studi di settore sono una via per semplificare il proprio rapporto con il fisco, ma sei libero di non utilizzarli, affrontando l'onere di giustificare ogni tua entrata ed ogni tua uscita ed il conseguente reddito effettivo della tua attività.

Alla fine molti decidono di attenersi agli studi di settore, pur non raggiungendone i volumi d'affari, proprio per la semplificazione che questi apportano.

Link al commento
Condividi su altri siti

La ditta individuale xyz che installerà gli impianti sarà una socità di persone o di capitali?

Nel primo caso, sei fregato, perchè incorri in quello che secondo il codice deontologico dei professionisti è un conflitto di interessi.

Nel secondo caso, senza aprira alcuna seconda partita iva, POTRESTI (bada bene, all'uso che faccio del condizionale...) far rientrare la progettazione degli impianti in quelle che si definiscono "prestazioni occasionali" che tu giorgiodavid, come persona fisica ovvero ingegnere iscritto all'albo, esegui nei confronti della ditta xyz, da cui ricevi un relativo compenso, entro i limiti previsti dalla legislazione in merito (5k€ max all'anno, max. 30gg di collaborazione).

Naturalmente, la cosa è al limite della legalità :ph34r: e può essere oggetto di verifiche allorché dai controlli si ravvisi che le prestazioni non abbiano il carattere di occasionalità ma di collaborazione continuativa, ovvero che qualcuno si accorga il socio unico della ditta xyz e il prestatore d'opera giorgiodavid siano guardacaso la stessa persona.

Informati e poi fammi sapere... Non si sa mai, la cosa potrebbe interessare anche me :D .

P.S.: non hai una moglie, sorella, fratello, ... ? :o

Modificato: da TRUNC
Link al commento
Condividi su altri siti

Mi sto informando... :rolleyes: ma lavedo dura!

P.S.: non hai una moglie, sorella, fratello, ... ?

Intendi per utilizzarli come prestanome? Non mi piace fare queste cose, preferisco avere io la responsabilità di tutto!

Link al commento
Condividi su altri siti

nll dice:

Non utilizzi gli studi di settore e giustifichi tutta la tua attività

La mia ragazza lavora in uno studio di commercialisti e questa affermazione che hai detto è una fesseria! Gli studi di settore sono obbligatori! Altrimenti che li avrebbero istituiti a fare? Infatti sono stati istituiti per evitare che qualcuno non denunci il fatturato o meglio il fisco dice: "Se tu hai un certo tipo di attività, non è possibile che guadagni di meno di un certo valore, percui in tanto, per non essere fregato, ti facci pagare comunque come se avessi fatturato un certo valore anche se hai guadagnato zero.".

Se hai una fonte valida che smetisce quanto dico sei pregato di segnalarmela, grazie.... ma la vedo difficile :P

Link al commento
Condividi su altri siti

Vorrei fare una correzione... come al solito ho capito male io una cosa o meglio, essendo una cosa da evitare mi era stata presentata come una cosa non fattibile.

E' vero che è possibile non aderire agli studi di settore, ma così facendo si rischia di essere sottoposti dalla Finanza a continui controlli, che in genere non sono piacevoli anche se si è sicuri di stare in regola!

Insomma, per evitare di diventare "amici" degli agenti della Finanza, è meglio affidarsi agli studi di settore.

Insomma, è meglio evitare di essere svegliati alle 7.00 del mattino dalla GdF!!!!

Link al commento
Condividi su altri siti

giorgiodavid, Ti sei risposto da solo... e se rileggi il mio post, avevo proprio detto che se si opta per dichiarare meno di quanto previsto dagli studi di settore, bisogna premunirsi di documentare tutto quanto, a supporto della propria posizione fiscale, perché certamente ci si espone ad accertamenti: siccome la maggioranza utilizzerà gli studi di settore, chi non ne farà uso, è come se suonasse il campanello al fisco per chiedere una sua visita. :o

La fesseria cui ti riferisci, non stava nella mia dichiarazione, forse, ma nella scelta per qualcuno di non avvalersi degli studi di settore, attirando su di sé un bel vespaio. N'est pas?

Modificato: da nll
Link al commento
Condividi su altri siti

Si, si, chiedo scusa, ma la finanza non è la mia materia e a volte distorco le cose che mi vengono dette su questo argomento... in compenso mi sto informando come sia possibile fare sia il mestiere di progettista che di installatore... un mio amico/collega lo fa con un unica p.iva, così mi ha detto... mi farò dare maggiori dettagli quando lo vedo...

Link al commento
Condividi su altri siti

Essendo un "utente"egli studi di settore voglio fare una precisazione:

gli studi non sono facoltativi ma obbligatori anche per chi ha la contabilita' ordinaria e non semplificata.

se dagli studi si risulta non congrui o non coerenti ci sono due strade:

si paga per quello che deriva dagli studi e forse si e' tranquilli.

si paga per quello che risulta dalla contabilita' e si aspetta la visita della finanza.

Chi e' libero professionista sa molto bene che non tutti gli anni l' utile e' il medesimo come per i dipendenti, ad esempio se un paio di progetti grossi mi impegnano per un paio di anni risulto magari non congruo i due anni in cui lavoro molto per i progetti senza essere pagato e poi il terzo anno quando incasso divento non coerente perche' ho guadagnato troppo :( .

Ma questo spiegatelo ai geni che hanno inventato questi studi.

Per divertirvi ulteriormente vi faccio un' altro esempio:

Ingegnere che fa consulenze in due varianti:

1 arrivo dal cliente con le mani in tasca, senza strumenti e apparati di misura

2 arrivo con strumentazione ecc.

Nel 1 caso se mi faccio pagare 50 euro sono coerente, nel secondo caso no, ma non perche mi devo far pagare di piu' ma perche' se supero i 42/43 euro vengo punito.

Se questi sono criteri seri allora va bene qualsiasi cosa.

Link al commento
Condividi su altri siti

gli studi non sono facoltativi ma obbligatori anche per chi ha la contabilita' ordinaria e non semplificata.

se dagli studi si risulta non congrui o non coerenti ci sono due strade:

si paga per quello che deriva dagli studi e forse si e' tranquilli.

si paga per quello che risulta dalla contabilita' e si aspetta la visita della finanza.

Dici una cosa e ti smentisci subito dopo!

L'obbligatorietà sta nella convenienza di utilizzare gli Studi di Settore, non farmi ripetere.

Ognuno poi fa le proprie valutazioni, anche legate alla tranquillità di non dover subire un controllo particolarmente minuzioso, col rischio che qualcosa di irregolare mi venga trovato, pur con tutta la buona volontà.

Attenzione che i controlli non sono evitati al 100%, in quanto nessuno che guadagna esageratamente più degli studi di settore è esentato dal dichiarare il reddito effettivo, semplicemente sa che rischia molto meno rispetto al dichiarare sotto quella soglia.

Gli studi di settore sono redatti in collaborazione con le associazioni di categoria e considerano una media. Logicamente, come tutte le medie, ci sarà chi ne trae vantaggio, e chi no. Non c'è bisogno di portare esempi per dire quanto sia ingiusto questo sistema nel tuo caso specifico: non conosciamo la tua situazione, né se la sensazione d'ingiustizia derivi dal solo fatto che ora si possa evadere meno di prima. Tutti possono essere scontenti, sia gli onesti, sia i disonesti e ciascuno conosce la propria situazione, ma non può pretendere che la conoscano gli altri.

Link al commento
Condividi su altri siti

Faccio il libero professionista da oltre 25 anni, non mai evaso una lira o un euro in quanto i miei clienti sono solo industrie che pretendono la fattura su tutto sino all' ultimo centesimo; quindi la sensazione di ingiustizia non deriva dal fatto che ora posso evadere meno ma che determinati studi di settore andrebbero valutati non sul periodo anno ma su diversi anni e qui hanno parte di colpa gli albi (associazioni di categoria) che non capiscono il lavoro dei propri associati.

Se per essere congruo devo guadagnare 30.000 euro/anno ma mi ritrovo che un anno ne guadagno 20.000 ed il successivo 50.000 lo studio mi dice che sono un anno non congruo ed un anno non coerente, poi avendo la contabilita' in regola posso divertirmi ad avere controlli fiscali tutti gli anni.

Per quanto riguarda l' obbligatorieta' degli studi di settore non mi sono espresso in modo chiaro, intendevo dire che e' obbligatorio effettuare i calcoli per gli studi, non obbligatorio applicarne i risultati, cioe' anche in contabilita' ordinaria i calcoli per gli studi sono sempre da fare ed e' sempre da pagare il commercialista che li esegue.

Inoltre, come tutti gli iscritti ad inarcassa sanno, gli ingegneri in italia sono praticamente solo gli edili, gli altri contano molto poco (basta guardare le pubblicita' della rivista), pertanto gli studi di settore sono costruiti a misura di edile, un impiantista industriale deve solo prenderla sul ridere per non demoralizzarsi con le domande poste sui moduli.

Saluti bellcar

Link al commento
Condividi su altri siti

La mia ragazza lavora in uno studio di commercialisti e questa affermazione che hai detto è una fesseria! Gli studi di settore sono obbligatori!

Sbagliato, io posso non rispettare gli studi di settore cioè dichiarare meno o molto meno , il fisco può controllare e se quanto asserisco risulta falso applicherà le normative vigenti .

Link al commento
Condividi su altri siti

Se avessi letto con attenzione tutti i topic, avresti visto che mi sono corretto da solo, infatti ho detto:

Vorrei fare una correzione... come al solito ho capito male io una cosa o meglio, essendo una cosa da evitare mi era stata presentata come una cosa non fattibile.

E' vero che è possibile non aderire agli studi di settore, ma così facendo si rischia di essere sottoposti dalla Finanza a continui controlli, che in genere non sono piacevoli anche se si è sicuri di stare in regola!

Link al commento
Condividi su altri siti

Ho preso alcune informazioni sull'argomento, che mi interessa da vicino, ed anche se il quadro non è ancora completo, risultano le seguenti informazioni dopo aver contattato sia Inarcassa che la Camera di commerico di Roma entrambe telefonicamente:

1. Devo aprire la p.iva con il codice attività 74.20.F

2. Iscrivermi ad Inarcassa

3. Richiedere l'abilitazione alla 46/90 alla Camera di commercio

Con questi tre punti potrò fare sia il progettista che l'installatore. L'unico quesito ancora non chiaro da risolvere è se le fatture da installatore potranno contribuire ai versamenti previdenziale ad Inarcassa, questo dipende dal fatto che Inarcassa non mi ha saputo dire se l'attività di installatore richiede un'altra forma previdenziale tipo Inps gestione separata, in tal caso dovrò separare i contributi previdenziali.

Un'altro punto, fuori discussione, è che per usufruire da Inarcassa dei vantaggi per 3 anni di pagare 1/3 delle spese, non devo aver compiuto 35 anni al momento dell'iscrizione, altre notizie sull'argomento sono false e tendenziose.

Modificato: da giorgiodavid
Link al commento
Condividi su altri siti

La soluzione definitiva al problema la vedo sempre più lontana, dopo aver contattato più volte la Camera di commercio appare chiaro che per rilasciare la DDC ai sensi della Legge 46/90 è necessario essere iscritti alla Camera di commercio come impresa o ditta individuale... fino a qui si potrebbe pensare: "e che male c'è?"! Il problema sta nei costi di gestione perchè, una volta iscritti alla Camera di commercio, quest'ultima comunica all'inps l'inizio dell'attività; questo comporta un obbligo di versamento dei contributi all'inps separati da Inarcassa che ammontano ad un minimo superiore ai 2000 euro/anno!!! In conclusione, anche fatturando zero, all'inps tocca regalargli più di 2000 euriiii!!!!! Quindi, siccome io volevo svoglere quest'attività solo occasionalmente poichè principalmente faccio il progettista, non mi conviene economicamente.

Rileggendo i vostri post però, mi si è accesa una lampadina; marco.riefolo dice:

La dichiarazione di conformità la può rilasciare solo chi ha effettuato i lavori (impresa installatrice) che, ovviamente deve possedere i requisiti indicati nella L. 46/90 e DPR 447/91. Nel caso in cui il titolare di questa impresa non abbia tali requisiti, la ditta può nominare un responsabile tecnico che abbia tali requisiti (ad esempio un ingegnere) che firmerà le dichiarazioni di conformità per conto della ditta.

Quindi potrei fare una bella cosetta... mi appoggio ad un mio amico che ha una ditta installatrice, ma la DDC la firmo io come responsabile tecnico nominato, l'impianto elettrico civile lo faccio io anche se "non lo potrei fare", ed uso il nome della sua ditta. Facendo così io avrei la piena responsabilità ed avrei usato solo il nome dell'impresa del mio amico per rientrare nella legge 46/90. Che ne pensate, è fattibile questa soluzione? Bisogna solo vedere se il titolare, pur avendo i requisiti per rilasciare la DDC, può delegare un'altro professionista una tantum per poter firmare la DDC.

Modificato: da giorgiodavid
Link al commento
Condividi su altri siti

Facendo così io avrei la piena responsabilità ed avrei usato solo il nome dell'impresa del mio amico per rientrare nella legge 46/90. Che ne pensate, è fattibile questa soluzione?

1) Che il tuo amico paga le tasse su quella dichiarazione, quindi dovrai "sdebitarti" con lui

2) Che non mi sembra tanto differente dal "solito" (ed illegale) commercio di dichiarazioni di conformità

Link al commento
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per commentare

Devi essere un utente per poter lasciare un commento

Crea un account

Registrati per un nuovo account nella nostra comunità. è facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Hai già un account? Accedi qui.

Accedi ora
×
×
  • Crea nuovo/a...