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Fissaggio Tubi E Scatole Con Gesso - fissaggio tubi e scatole con gesso


supermaxi

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nella mia vita ho fissato qualche scatola con il gesso, ma poi qualcuno mi ha detto che il gesso corrode la plastica, allorchè mi sono preoccupato, vorrei da voi un consiglio.

a me sembra strano. so che il gesso corrode il ferro, ma la plastica ne dubito, visto che molti fissano con il gesso le scatole...

grazie per le risposte anticipatamente

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Con il gesso non avevo mai sentito, usare cemento, calce e sabbia non va meglio? Il gesso non è come la scagliola che viene subito duro? Non so dirti se sia corrosivo...

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Si c'e' chi lo fa' ti rassicuro sul fatto che non corrode niente ma e' un metodo che io reputo sbrigativo....il gesso secca subito e ti risparmi la rasatura ma non e' l'ideale sinceramente

L'intonaco ci vuole, poi una volta asciutto e stagionato (una settimana a cm :P ) si rasa con una mano di gesso pochi mm e se lo vuoi proprio liscio si da una mano di stucco in pasta poi si carteggia si da il fissativo e 2 mano di pittura

Come vedi si risparmia parecchio col gesso in termini di tempo.

Io comunque sono contrario anche a chi usa il cemento puro anche li perche' secca subito ma tende a spaccarsi x il ritiro.

comunque a chiude si chiude con tutto anche il cartone ho visto usare :ph34r:

Modificato: da Gianluca1976
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Con il gesso non avevo mai sentito....

I vecchi elettricisti, come mio padre, usavano solo questo metodo per metere i tasselli a cui si fissavano gli isolatori (quei nottolini di porcellana), interruttori (che erano sporgenti) e qualche altro accesorio. Ma a quei tempi gli impianti erano esterni, cioè c'era una trecciola che correva sui muri ancorata agli isolatatori.

Poi ricordo che ero ancora bambino, gli impianti si facevano già tutti incassati. Conduttori rigidi infilati in tubo bergman. Per fissare il tubo nelle tracce si facevano pezzotti di gesso, qualche volta. Ma chi lavorava bene li faceva con la malta (cemento, calce e sabbia).

Il gesso tende a marcire ed a staccarsi dal muro. Va bene solo per rifinire le pareti "a stucco".

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E' ogni mestiere ha la propria storia........il bello e' anche questo.....

Col tempo si migliara ma a volte si peggiorano le cose x la fretta di consegnare.....

Esempio difronte casa mia complesso residenziale di 8 palazzine a 3 piani con annessi negozi al pt

Durata dell'opera 1 anno + 1 per le finiture tot 2anni :ph34r:

Ma sono iniziati subito i problemi,terrazzi con infiltrazioni ritocchi, crepe ecc ecc

Ciao

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Secondo me il metodo migliore è unire insieme VIC e cemento 32,5 in piccole quantità(altrimenti diventa un blocco dentro il secchio dell'impasto).

Così facendo si ha lo stesso effetto del cemento a pronta presa,risparmiando,però,qualche lira(pardon euro).

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I prodotti vanno usati allo stato originario senza l'aggiunta di materiali estranei che ne alterano le caratteristiche.

Questo e' quanto raccomandano le case produttrici.

Ma poi un po' di cemento per indurire l'intonaco si puo' usare poco xo' diciamo una manicciata a secchio.

Saluti

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i tubi bergman in che materiale metallico erano costituiti?

ed anche le scatole di metallo erano dello stesso materiale?

grazie per la risposta.

livio lo sa sicuramente

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Come ha detto CIA latta e, all'interno dei tubi, cartoncino impregnato, di colore nero, che fungeva da isolante. Alle volte se piegavi una curva troppo stretta, ti si arricciava ed erano bestemmie a far passare i fili. Anche perchè nessuno disponeva degli attrezzi attuali in fibra, si usava fil di ferro che quando tiravi i fili, se non avevi malizia, ti tagliava le mani :( .

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erano bestemmie a far passare i fili

Perché parli al passato? I pochi elettricisti che si occupano ancora di case d'epoca continuano a litigare con i tubi catramati! :lol:

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ma anche le scatole di metallo erano di latta?

visto che con il tempo non si sono arruginite?

almeno solo in parte

grazie per le vostre risposte

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questa domanda è perchè mi capita di trovare nelle case vecchie queste scatole, all'interno di esse vi è il cartone nero, come nei tubi, ma non capisco di che materiale sono le scatole, e come mai con la calce non si sono erose, almeno non tutte.

grazie e scusate il disturbo.

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Paolo Cattani

La latta è un po' diversa dal semplice ferro, si ossida di meno: questo perchè...

ACCIAIO NEGLI IMBALLAGGI

In questi ultimi anni le tecnologie si sono sempre più perfezionate aumentando la robustezza, sicurezza, praticità ed economicità del materiale. Infatti tutti i contenitori d’acciaio, pur essendo sottili, sono robusti e resistenti. Non solo, l’acciaio è anche molto versatile e quindi si presta alle più svariate lavorazioni. Negli imballaggi in acciaio sono compresi la banda stagnata, la banda cromata, la banda nera o lamierino.

Banda stagnata

La banda stagnata, universalmente nota come latta, è un foglio di acciaio ricoperto su entrambi i lati da un sottile strato di stagno di spessore variabile. Lo strato superficiale di stagno rappresenta un’efficace barriera all’ossidazione e alla corrosione del materiale. I suoi impieghi nel mondo dell’imballaggio sono innumerevoli: dalle conserve alimentari al tabacco, dal tè al caffè, dai biscotti ai cosmetici.

Banda cromata

La banda cromata è un materiale alternativo alla banda stagnata, dalla quale si differenzia per la diversa copertura dell’acciaio con cromo e ossidi di cromo. Dal punto di vista economico è meno costosa ma non consente una perfetta saldatura come la banda stagnata. Per questo motivo è impiegata soprattutto nella produzione di fondi e coperchi di tappi corona.

Lamierino o banda nera

Il lamierino è un foglio d’acciaio laminato a freddo, senza rivestimenti di altri materiali, con buone doti di resistenza all’ossidazione e alle sollecitazioni meccaniche; può essere trattato con ogni tipo di vernice o rivestimento. È il materiale ideale per la fabbricazione dei fusti a utilizzo industriale.

I metalli sono conosciuti fin dai tempi più remoti. Gli archeologi datano e nominano le fasi della preistoria basandosi proprio sul tipo di metallo allora diffuso e utilizzato per la fabbricazione di utensili e armi. Fu intorno al 5.000 a.C. che ci si rese conto che questi minerali, se riscaldati, diventano malleabili e possono quindi essere modellati e assumere la forma desiderata. Pertanto si cominciarono a creare i primi oggetti per la vita quotidiana. La qualità dei prodotti migliorò sensibilmente solo quando si scoprì che mescolando più metalli se ne potevano ottenere di nuovi: le leghe (2.500 a.C.).

Si deve attendere fino al 1321 per la produzione della prima latta, una lamina di ferro ricoperta su entrambi i lati di stagno fuso, per poter contenere e conservare i cibi. Lo stagno impedisce la corrosione e l’ossidazione che avviene a contatto con il cibo, mentre l’acciaio ne garantisce la robustezza. Nel 1830 compaiono le prime "scatolette" a banda stagnata. Questo prodotto è diventato di grande successo e diffusione, in quanto capace di conservare il cibo mantenendone inalterate nel tempo le caratteristiche.

Come materiale da imballaggio la banda stagnata deve la sua affermazione, in Italia, a Francesco Cirio, capostipite della famosa industria di conserve.

DA SAPERE…

E’ accertato che i primi laminati di ferro ricoperti di stagno erano impiegati per gli usi più vari fin dal medioevo.

Ma il primo ad intuire che l’accoppiamento tra la robustezza dell’acciaio e la duttilità e purezza dello stagno poteva garantire un’ottima conservazione dei cibi, fu un francese, Nicolas Appert, che nel 1810 brevetto un metodo di sterilizzazione sotto vuoto che prese il suo nome.

La produzione delle scatole di conserva si sviluppò, inizialmente, in Inghilterra.

I primi consumatori a sperimentare con successo tale novità furono i viaggiatori, in particolare navigatori ed esploratori.

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io le fisso sempre con la scagliola e mi trovo bene, certo che bisogna saperla impastare altrimenti indurisce nel secchio

Cosa metti prima: l'acqua o la polvere? Comunque con il tempo il "taccone" di gesso tende a marcire, specialmente se c'è un po' di umidità.

I pochi elettricisti che si occupano ancora di case d'epoca continuano a litigare con i tubi catramati! :lol:

non mi dirai che usano anche il fil di ferro invece della "molla" in fibra!

Io però sono del parere che si possa anche usare, se sotto traccia, del moderno tubo in plastica anche in case d'epoca.

Ho visto rifare impianti esterni, con isolatori in porcellana, interruttori con chiavetta in legno e porcellana, però la trecciola non aveva isolante in gomma ma con moderne plastiche, anche la calza di cotone era trattata per essere non propagante la fiamma.

Modificato: da Livio Orsini
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Cosa metti prima: l'acqua o la polvere? Comunque con il tempo il "taccone" di gesso tende a marcire,

1) Prima la polvere e poi l'acqua, ma poco alla volta, sino a raggiungere la consistenza desiderata.

2) Si parla di scagliola, non di gesso: si tratta di due diversi materiali (il gesso è meno consistente, asciuga prima ed è più leggero della scagliola)

3) Il gesso viene usato per fissare i rosoni al soffitto. Né scagliola, né gesso li ho mai visti marcire, in compenso ho visto intonaci di vario tipo presentare macchie di muffa, ma qui si tratta di un altro problema che si può presentare con scagliola, gesso, calce, cemento e chi più ne ha, più ne metta. La muffa arriva il più delle volte a causa della condensa che si forma nelle pareti e nei soffitti più freddi e meno aerati (per questo ne sono maggiormente soggetti gli angoli del soffitto, o le pareti dietro i grandi mobili).

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Paolo Cattani

Io invece ne ho visti molti, di fissaggi col gesso marci. Prima si gonfia e si spacca (e se è vicino ad un, angolo, spacca l'angolo..) poi marcisce e assume la consistenza del sapone.

E' vero che la cosa riguarda quasi sempre muri umidi, al piano terra, preferibilmente di mattoni pieni e con fondamenta sempre in mattoni

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1) Prima la polvere e poi l'acqua, ma poco alla volta, sino a raggiungere la consistenza desiderata.

No Luca, esattamente il contrario. In questo modo si ottiene una pasta senza grumi. Bisogna avere occhio per le quantità perchè se la percentuale di umidità è sbagliata poi son dolori. Questo metodo me la insegnato il fratello odontotecnico che di gessi (ce ne sono decine di tipi e la scagliola è un tipo di gesso) se ne intende.

In quanto al marcire, si vede che Paolo è un elettrecista pratico ed esperto :D. Io sono solo vecchietto e ho ricordi ed esperienze. Ricordi come quello di un idraulico imbecille che installò uno scaldabagno tramite tasselli fissati col gesso. Per veder cadere lo scaldabagno non si dovette neanche aspettare che il gesso marcisse :lol::angry::lol:

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Quando si tratta di un breve tratto di cavo sottotraccia ed aggiunta di una scatola (come diverse volte si rende necessario in ambito domestico) il gesso è una soluzione rapida ma poco resistente.

Se alla scatola viene applicato un portafrutto con presa, è possibile che se la presa viene applicata e rimossa correntemente (una presa alla quale si applica giornalmente l'aspirapolvere) si possa rischiare che venga via con tutta la scatola ed il gesso.

Suggerisco un metodo adottato da un'elettricista che credo sia della classe del padre di Livio: Cemento bianco e un pizzico di gesso (giusto per accelerarne la presa).

Ho recentemente messo mani in un impianto del genere e posso rassicurare supermaxi che NON HO TROVATO ASSOLUTAMENTE TRACCE DI CORROSIONE.

Casomai sarebbe potuto accadere con le vecchie scatole metalliche (sempre dell'epoca di Nonno) ma credo che questo accada indipendentemente dal gesso ma per ossidazione da invecchiamento.

Ciao

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Livio di la verita' l'hai fatta apposta quella domanda e'? :P

Molti aggiungono acqua dopo.......e' piu' comodo ma si fanno i grumi :thumbdown:

In realta' l'ho fatto anche io a volte, che dite viene + debole o e' solo meno lavorabile(cioe' devi girarlo prima di applicarlo ogni volta per schiacciare i greumi?

Ciao

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Suggerisco un metodo adottato da un'elettricista che credo sia della classe del padre di Livio: Cemento bianco e un pizzico di gesso (giusto per accelerarne la presa).

Normalmente utilizzo il cemento bianco, ma la presa è piuttosto lenta.

L'impasto di cui parli comprende soltanto cemento e gesso, oppure bisogna aggiungere materiale inerte tipo sabbia fine?

Ciao. :)

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Mi spiace Livio, non sono d'accordo, ho provato, per sbaglio, a mettere la polvere nell'acqua, ma è proprio così che viene tutto a grumi, mentre non mi è mai capitato, nei miei lavori di bricolage, di far venire i grumi mettendo prima la polvere nel contenitore e poi aggiungendo gradualmente l'acqua (non tutta in una volta) miscelando accuratamente: ho sempre ottenuto una pastella omogenea e nella diversa fluidità che richiedeva il lavoro che intendevo realizzare.

Quando vado dal rivenditore di materiali edili, se gli chiedo il gesso, mi da il gesso e non la scagliola, non importa se la famiglia di materiali è la stessa, ma loro fanno differenza eccome! Poi può essere che su base locale si usi assimilare i due nomi. Il gesso lo distinguo dalla scagliola sia per il colore (la scagliola ha un bianco più spento) sia per l'odore (qui non sono in grado di fare paragoni, ma ho ben in mente i due differenti odori dopo aver bagnato le polveri).

Sono certissimo di quello che scrivo, proprio perché è esperienza personale anche piuttosto recente (il gesso lo uso regolarmente per preparare le statuette/stampini da far decorare per vari mercatini di beneficenza, anche a queste feste pasquali, mentre la scagliola l'ho recentemente usata per fissare velocemente un paio di scatole per portare la presa telefonica in un'altra stanza). Per la verità con gli stampini uso anche la polvere di ceramica, quando desidero conferire all'oggetto maggiore resistenza, ma ovviamente il costo sale e quindi anche l'offerta che si chiede è superiore, per questo vogliamo dare agli acquirenti un'alternativa.

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Luca non voglio inziare una guerra di religione sulla questione di come si impasta il gesso! Tu tieniti pure le tue convinzioni. Considera però che quando si prepara il gesso per calchi e forme si mette la giusta quantità d'acqua e poi la polvere fino ad ottenere una pasta con la consistenza ottimale per il lavoro da eseguire.

Poi di gessi ce ne sono di parecchi tipi, ognuno più adatto per un lavoro specifico. Probabilmente quello che chiami gesso e usi per attaccare i rosoni è compasto parzialmente da materiale sintetico. Oggigiorno ce ne sono parecchi di questi materiali, anche quelli per intonaco, che vengono chiamati gessi. Tu continua a chiamarlo come preferisci. La sola cosa da non fare è fissare con il gesso, o con la scagliola, o come lo vuoi chiamare :)

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