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Tensione


stani

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Buongiorno a tutti,

anche se credo la risposta sia scontata vorrei il vostro parere:

Tutti i trasformatori che lavorano nei miei apparati sono settati per un tensione di ingresso di 230V. La tensione di rete, in casa, è costantemente tra 210V e 217V. 

Immagino sia normale quindi che i trasformatori abbiano in uscita tensioni più basse di quelle previste (?).

Inoltre, come avrete capito uso tanto apparati valvolari, vorrei chiedervi se le valvole (tutte) lavorano con tensioni (filamenti e anodiche) più basse di quelle stabilite, aldilà delle prestazioni, possono avere problemi col tempo (rompersi o altro ?).

Grazie

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Di sicuro una tensione minore sui filamenti ne allunga la vita, ma siamo comunque attorno al 10% in meno.

Se le prestazioni non sono inferiori alle tue aspettative non mi preoccuperei più di tanto.

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4 ore fa, stani ha scritto:

aldilà delle prestazioni, possono avere problemi col tempo (rompersi o altro ?).

 

La tensione delle reti monofase è stabilita per legge europea in 230V +/-15%; con la medesima legge si stabilisce che tutti gli apparati commercializzati in CE devono poter lavorare entro questi limiti di tensione.

In genere i fornitori di energia elettrica, per contratto, garantiscono 230V +/-10%,quindi tensioni da 207V a 253V.

Di conseguenza per i circuiti a valle dei trasformatori di alimentazione il progettista dovrà provvedere o ad una stabilizzazione della tensione, o ad dimensionamento adatto a sopportare queste vriazioni.

 

Nel tuo caso specifico.

Come ti ha già scritto Patatino per i filamenti leggermente sotto alimentati si ha una emisssione di elettroni di pochissimo minore, ma anche un vit del tubo un po' maggiore. Una variaione in più della tensione di alimentazione causa l'effetto inverso: maggior emissione, ma riduzione della durata del tubo.

La variazionedell'anodica di circa 8.7% causa uno spostamento proporzionale del punto di lavoro, però se il circuitoè ben progettato la controreazione ripristina le condizioni di lavoro iniziali. ovviamente si avrà un proporzionale riduzione della dinamica del segnale.

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Grazie per il vostro supporto: Ora sono sereno!

Per quanto riguarda le prestazioni devo dire che non sento variazioni, per me (ad orecchio) è tutto perfetto, si sente magnificamente: i trasformatori sono caldi - ma non bollenti  (considerando le temperature di questi giorni), niente frusci, niente problemi.

Queste le tensioni che misuro: B+ 230/235vdc (dovrebbe essere 260/265vdc) mentre i filamenti 10,5/11vdc (dovrebbe essere 12,6vdc)

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13 ore fa, stani ha scritto:

Queste le tensioni che misuro: B+ 230/235vdc (dovrebbe essere 260/265vdc) mentre i filamenti 10,5/11vdc (dovrebbe essere 12,6vdc)

 

Sigifica che anche il rapporto di trasformazione è inferiore al teorico perchè anche con un 10% in meno di rete non dovresti scendere sotto a 234Vcc di anodica ed a 11.3V di filamento.

Comunque le reti di controreazione per la stabilizzazione dle punto di lavoro dei tubi sembra funzionino a dovere.

 

Satabilizzatore di rete.

Se per stabilizzatore tu usassi un UPS di ottima qualità, otterresti una tensione stabile a 230V a 50Hz, priva di armoniche e disturbi. Però dovresti investire una cifra non banale oltre che a dover trovare lo spazio per un dispositivo ingombrsante e pesante, stante la presenza di accumulatori in funzione di "batteria tampone".

Usando uno stabilizzatore elettromeccanico, tipo i vecchi dispositivi posti inserie ai vecchi televisori, è più il danno del beneficio. Sono dei traformatori a ferro saturo che squadrano le sinusoidi per limitare la tensione a 230V. In pratica con 205V circa in ingresso l'uscita è sinusoidale; crescendo la tensione di ingresso l'uscita diventa una sinusoide a cresta tagliata.

Ci sono anche stabilizzatori a gradini. in pratica si tratta di un trsformatore con primario multipresa ed un secondario di misura. Un circuito di commparazione commuta, tramite triac, le varie prese del prinmario per mantenere l'uscita con vaiaioni minime. Anche questo è un apparato di un certo ingombro e peso, oltre al fatto che ad ogni commutazione sono presenti disturbi.

 

Io, se come affermi tu, non notassi problemi di qualità audio lascerei il tutto come sta.

Tra l'altro io sono abbastanza appassionato di circuiti HiFi e da anni leggo CHF, nota rivista nel campo dell'auto costruzione HiFi. Nei circuiti degli ampli valvolari quasi mai sono previsti stabilizzatori di tensione negli alimentatori.

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1 ora fa, Livio Orsini ha scritto:

 

Sigifica che anche il rapporto di trasformazione è inferiore al teorico perchè anche con un 10% in meno di rete non dovresti scendere sotto a 234Vcc di anodica ed a 11.3V di filamento.

Comunque le reti di controreazione per la stabilizzazione dle punto di lavoro dei tubi sembra funzionino a dovere.

 

Satabilizzatore di rete.

Se per stabilizzatore tu usassi un UPS di ottima qualità, otterresti una tensione stabile a 230V a 50Hz, priva di armoniche e disturbi. Però dovresti investire una cifra non banale oltre che a dover trovare lo spazio per un dispositivo ingombrsante e pesante, stante la presenza di accumulatori in funzione di "batteria tampone".

Usando uno stabilizzatore elettromeccanico, tipo i vecchi dispositivi posti inserie ai vecchi televisori, è più il danno del beneficio. Sono dei traformatori a ferro saturo che squadrano le sinusoidi per limitare la tensione a 230V. In pratica con 205V circa in ingresso l'uscita è sinusoidale; crescendo la tensione di ingresso l'uscita diventa una sinusoide a cresta tagliata.

Ci sono anche stabilizzatori a gradini. in pratica si tratta di un trsformatore con primario multipresa ed un secondario di misura. Un circuito di commparazione commuta, tramite triac, le varie prese del prinmario per mantenere l'uscita con vaiaioni minime. Anche questo è un apparato di un certo ingombro e peso, oltre al fatto che ad ogni commutazione sono presenti disturbi.

 

Io, se come affermi tu, non notassi problemi di qualità audio lascerei il tutto come sta.

Tra l'altro io sono abbastanza appassionato di circuiti HiFi e da anni leggo CHF, nota rivista nel campo dell'auto costruzione HiFi. Nei circuiti degli ampli valvolari quasi mai sono previsti stabilizzatori di tensione negli alimentatori.

Buongiorno Livio e come sempre grazie!


Stanislao 

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Scusate questa ulteriore domanda:

Se interrompo la tensione anodica (chiaramente anche quella dei filamenti) per preservare le valvole dello stadio phono che uso molto di rado (2/3 volte al mese) è una costroneria?

Perché pensandoci, quello stadio (quindi le valvole) è sempre a regime nonostante io non lo usi.

Magari accenderlo all'occorrenza...?

Chiaramente ho pensato anche: Se interrompo con un interruttore, quella tensione potrebbe inficiare/modificare il resto del circuito??

 

Se fosse una stupidaggine siete liberi di dirlo vi allego una foto su dove ho pensato di intervenire (o meno)

M3_schema_.jpg

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Scusa ma..... se trovi che le tensioni siano basse, perchè non predisponi le prese sui trasformatori di ingresso su 110 +110 volt ? sono fatte apposta per quello !

Inoltre se vuoi preservare le valvole phono, io spegnerei i filamenti evitando lo "stump" dell'interruttore sull'alimentazione che fa molto male alle casse.

 

Modificato: da Peper
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21 minuti fa, Peper ha scritto:

Scusa ma..... se trovi che le tensioni siano basse, perchè non predisponi le prese sui trasformatori di ingresso su 110 +110 volt ? sono fatte apposta per quello !

Inoltre se vuoi preservare le valvole phono, io spegnerei i filamenti evitando lo "stump" dell'interruttore sull'alimentazione che fa molto male alle casse.

 

Le prese dei trasformatori ho deciso di lasciarle a 120+110 (230) perché se la rete cambia e sale è peggio (per il trasformatore ?).

Intendi spegnere solo i filamenti ? Nella domanda chiedevo di spegnere tutto (filamenti e anodica).

Lo stump non c'è proprio... alle casse non arriva! Sia perchè è un preamplificatore con uscita a trasformatori sia perché aspetto ad accendere il finale dopo l'accensione del pre. 

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19 ore fa, stani ha scritto:

perché se la rete cambia e sale è peggio (per il trasformatore ?).

 

Per il trasformatore non ci sono problemi; potrebbero essercene invece per i circuiti a valle dell'alimentatore se la rete sale verso il +10%.

Tra avere la tensione di alimentazione un po' scarsa o averla troppo elevata è sicuramente preferibile ilprimo caso.

19 ore fa, stani ha scritto:

Nella domanda chiedevo di spegnere tutto (filamenti e anodica).

 

Se spegni solo i filamenti il tubo è inattivo; se il catodo non è riscaldato non emette praticamente elettroni, anche se la placca è alimentata.

Ottieni il risparmio sia di vita del tubo, sia di energia, evitando di inserire interruttori sull'anodica che sono sempre fonte di possibili inconvenienti.

 

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1 ora fa, Livio Orsini ha scritto:

 

Per il trasformatore non ci sono problemi; potrebbero essercene invece per i circuiti a valle dell'alimentatore se la rete sale verso il +10%.

Tra avere la tensione di alimentazione un po' scarsa o averla troppo elevata è sicuramente preferibile ilprimo caso.

 

Se spegni solo i filamenti il tubo è inattivo; se il catodo non è riscaldato non emette praticamente elettroni, anche se la placca è alimentata.

Ottieni il risparmio sia di vita del tubo, sia di energia, evitando di inserire interruttori sull'anodica che sono sempre fonte di possibili inconvenienti.

 

Penso sia il periodo di estremo stress per la rete (sono in centro a Roma)... Ieri per tutto il giorno in casa c'erano 205V... Comunque lascerò i trasformatori a 230V (anche se mi prude di regolarli a 220V).

Quindi, se ho capito, mi basta staccare l'alimentazione ai filamenti?

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2 ore fa, stani ha scritto:

se ho capito, mi basta staccare l'alimentazione ai filamenti?

 

Certamente.

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2 ore fa, stani ha scritto:
4 ore fa, Livio Orsini ha scritto:

 

Certamente.

Grazie

 Quando l'ho detto io non andava bene 😆😂

Modificato: da Peper
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16 minuti fa, Peper ha scritto:

 Quando l'ho detto io non andava bene 😆😂

Certo che andava bene, volevo un ulteriore conferma: non sono un esperto!

Figurati

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21 minuti fa, Peper ha scritto:

Quando l'ho detto io non andava bene 😆😂

 

Peper che c'è? Sei geloso?🙂

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Buongiorno,

i filamenti sono alimentati in continua: è sufficiente interrompere solo il polo positivo con un interruttore? Ho disponibile solo un interruttore unipolare...

Altrimenti quale altra soluzione ergonomica mi permetterebbe di accendere/spegnere?

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E' una pessima idea spegnere i filamenti e l'asciare l'anodica, non per niente nei professionali si accende il filamento e dopo il tempo di riscaldamento si da l'anodica e allo spegnimento si toglie prima l'anodica e poi si spegne il filamento

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Stefano ma quello che scrivi tu è per un motivo differente.

Se non scaldi il catodo non hai comunque emissione di elettroni.

Qui si vuole risparmiare l'esaurimento del catodo.

Per realizzare il circuito che toglie sia l'anodica che la tensione ai filamenti non basta mettere un interrutore.

 

Personalmente lascierei tutto come è. Però se proprio si vuol fare questo piccolo risparmio si può interrompere la sola alimentazione positiva ai filamenti.

Però attenzione che è necessario un interruttore per corrente continua in grado di sopportare la corrente circolante. specie a filamento freddo.

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Se non circola corrente, non ci sono cdt sulla R di filtro e sulla Ra,  la tensione sull'anodo sale fino al valore di picco, la griglia controllo rimane comunque a massa ed è anche  la più vicina all'anodo, non si risparmia la valvola ma la si sottopone ad un ulteriore e inutile stress non previsto.

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Non litigate, lascerò tutto così…

…al rovescio, ai filamenti arrivano 13,5 vdc e sicuramente la vita della valvola si accorcia: ma è pericoloso?

Fino a che tensione può sopportare il filamento della valvola?

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17 ore fa, dott.cicala ha scritto:

Se non circola corrente,

 

Appunto se non circola corrente non c'è stress a meno che la tensione tra gli elettrodi superi il valore di isolamento, innescando un arco cosa che, date le tensioni dichiarate, ritengo altamente improbabile.

 

12 ore fa, stani ha scritto:

Non litigate,

 

Stanislao non si sta litigando, si sta solo disquisendo; io e Stefano, in questo caso, abbiamo idee differentie le stiamo confrontando in modo civile.

 

13 ore fa, stani ha scritto:

Fino a che tensione può sopportare il filamento della valvola?

 

Il filamento della valvola è come il filamento di una lampadina ad incandescenza, tanto che un tempo (circa 100 anni fa) i tubi termoionici venivan chiamati anche "lampade".

Come nelle lampadine survoltare il filamento porta ad una maggiore luminosità ed ad una minor durata, così nei tubi porta ad un maggior emissione ma anche ad una minor durata.

La tensione nominale del filamento dovrebbe essere 12.6V, teoricamente può funzionare sino a 13.86V (+10%). Comunque se consulti il datasheet del tubo trovi tutti i valori massimi previsti per quel tipo di tubo.

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