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I marchi italiani che furono


Alex Romano

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Buongiorno,

mi piacerebbe aprire una discussione dove possiamo condividere informazioni e caratteristiche (qualità, affidabilità, prestazioni etc.) delle lavatrici italiane quando ancora erano realmente tali,  di quei marchi che non erano “brand” ma allora aziende che producevano elettrodomestici. Ciò che riporto è legato principalmente agli anni ‘90 essendo io di inizio decade ma proprio per questo vorrei ampliare le conoscenze al passato.

 

Noi in casa, quando ero piccolo e già passavo le ore a guardare l’elettrodomestico in funzione, abbiamo avuto qualche Zerowatt/Candy (modelli di fine anni ‘80 e fine anni ‘90). Allora Zerowatt era già di proprietà Candy ma l’etichetta indicava “Zerowatt S.p.A.” come produttore. Ricordo buone prestazioni, almeno da ciò che sentivo, ma la qualità delle plastiche non eccellente. Innumerevoli le maniglie degli oblò sostituite perché il gancio in plastica si rompeva (tanto che ne tenevamo una di scorta ad un certo punto), così come altri guasti a componenti pur sempre sostituibili. Era interessante vedere però il susseguirsi delle fasi del ciclo, con il primo risciacquo dopo il lavaggio cotoni che prevedeva volendo il candeggio, e lo scomparto apposito nella vaschetta. Candy e Zerowatt, almeno dell’epoca, sono tutt’ora i marchi che più mi affascinano.

 

Le nonne invece volevano una solo Zoppas e l’altra Castor. La Zoppas della metà anni ‘80 che ho visto io (non ricordo il modello, ma aveva il pannello comandi marrone/grigio e l’oblò quadrato) è durata quasi 30 anni. La Castor invece mi affascinava per la fascia comandi grigio scuro con un motivo “gessato obliquo” e cornice dell’oblò abbinata. E poi ricordo che lo sportello non si bloccava durante il funzionamento e si poteva aprire in qualsiasi momento. Queste due macchine potrebbero essere della stessa famiglia essendo già nell’orbita Electrolux?

 

E poi tanti altri marchi dei quali spesso sfogliavo i cataloghi presi nei negozi, come Rex/Zanussi, percepite come fascia più alta rispetto ad altri marchi (è corretto o è solo una impressione che mi è stata data?), e il progetto Robot Line del quale mi piacerebbe saperne di più, e Ariston della quale non ho mai sentito grandi elogi, o Sangiorgio, Ocean, Ignis etc.

 

Grazie a tutti coloro che avranno voglia di condividere!

 

 

 

Modificato: da Maurizio Colombi
Unificata la formattazione del testo.
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del_user_293417

Di mio posso dire che la Candy ha sempre prodotto ottime lavatrici, questo fino ad una 10ina di anni fa e comunque PRIMA che il marchio venisse assorbito dalla cinese Haier.

 

Va anche detto che in passato presumo venissero utilizzati materiali qualitativamente migliori, fatti per durare, c'era meno elettronica e l'obsolescenza programmata non si sapeva cosa fosse. 

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17 ore fa, Alex Romano ha scritto:

il progetto Robot Line del quale mi piacerebbe saperne di più

Prendi un basamento in policarbonato, crea due soli semigusci di lamiera (uno in plastica appena appena profondo per i modelli più sottili in assoluto) ed ecco una base estremamente versatile, sopra cui farci diversi modelli e allestimenti, con tutta la componentistica facilmente accessibile per essere assemblata in maniera robotizzata.

 

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Alessio Menditto
4 ore fa, Allo92 ha scritto:

l'obsolescenza programmata

Vuol dire che bisogna (bisognava) dare lavoro a tante persone anche dopo la vendita, ricordo sempre il mio prof di chimica che mi raccontava la storia dei collant di nylon, i primi erano tutti di nylon e per romperli bisognava tagliarli, alchè si sono detti, ma se non si rompono mai come facciamo a lavorare dopo che li abbiamo venduti?

E allora li hanno mischiati al cotone, infatti i collant smagliati si rompono nel cotone non nel nylon, quindi se vogliamo dare da lavorare a tutti bisogna che da qualche parte le macchine si rompano.

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del_user_293417
20 ore fa, Alessio Menditto ha scritto:

Vuol dire che bisogna (bisognava) dare lavoro a tante persone anche dopo la vendita, ricordo sempre il mio prof di chimica che mi raccontava la storia dei collant di nylon, i primi erano tutti di nylon e per romperli bisognava tagliarli, alchè si sono detti, ma se non si rompono mai come facciamo a lavorare dopo che li abbiamo venduti?

E allora li hanno mischiati al cotone, infatti i collant smagliati si rompono nel cotone non nel nylon, quindi se vogliamo dare da lavorare a tutti bisogna che da qualche parte le macchine si rompano.

 

Tecnicamente è così e sarebbe anche giusto, solo che poi succede (e a me è successo con un frigorifero ) che tra uscita tecnico e pezzo di ricambio (scheda) mi hanno chiesto € 250,00 euro.

Peccato che dopo 1 mese si è guastato il compressore, altro intervento, altri soldi ed ero arrivato a pagare in uscite e riparazioni il prezzo di un frigo nuovo.

 

A questo punto non mi fregano più, prossimo guasto importante ci metto qualcosa di più e cambio elettrodomestico.  

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Tardi ho dato valore al mondo di Antonio Merloni, che fino alla prima metà degli anni 2000 era il terzo produttore europeo. Poi l'arrivo dei turchi lo hanno indebolito fino alla chiusura, rinascita grazie ad un altro imprenditore e poi, pochi mesi fa, alla seconda chiusura.

Antonio era principalmente un contoterzista, infatti il suo marchio "Ardo" era più conosciuto all'estero che da noi.

Ma non sono affatto poche delle famiglie che tuttora magari hanno ancora delle macchine a marchio Ignis, Bompani, Whirlpool, Atlantic, Smeg, Wega White... che in realtà sono solidissime Ardo.

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Personalmente abbiamo una lavatrice Rex di ben 25 anni fa, siamo in quattro in famiglia e alcuni giorni fa anche 2 lavaggi.

In questi anni ho sostituito la pompa dell'acqua e una volta il condenzatore.

Per precauzione alcuni anni fa ho acquistato i vari tubi e manicotti in caso di guasto.

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Grazie per le risposte.

Rex (e il gruppo Zanussi in generale) è un marchio che non ho mai avuto modo di provare ma mi sembra che in quanto a longevità fosse tra i primi posti. Secondo i vostri pareri era così anche per il gruppo Candy o questo era un po’ più economico in termini di qualità?

 

Mentre per quanto riguarda Antonio Merloni, come possiamo paragonare i loro prodotti (mi pare di capire con un ottimo posizionamento nel mercato) con il marchio Ariston se non sbaglio allora di Vittorio Merloni?

 

 

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Candy ha iniziato a scadere dalla seconda generazione di Grandò, quella col cestello attuale (la prima aveva ancora il vecchio cestello con guarnizione "ad imbuto" per adattare i due diametri della scocca e della bocca del cestello), visto che fino ad allora l'elettronica era decente e le vasche erano apribili.

 

Vittorio Merloni aveva ricevuto "Ariston" dal padre Aristide insieme al fratello Francesco: un marchio in comune per "Merloni Elettrodomestici" e "Merloni TermoSanitari" (tuttora esistente). Poi a metà anni '80 Vittorio acquisì Indesit e più avanti Hotpoint, così dopo qualche anno cambiò nome da "Merloni Elettrodomestici" ad "Indesit Company", più conosciuta all'estero.

 

Antonio fece strada a parte, iniziando appunto con "Ar(redamento)Do(mestico)".

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  • 1 year later...

Come avrete letto in un'altra discussione, sto cercando di rimettere in funzione una vecchia lavatrice Castor del 1973. Ferma da almeno 27-28 anni, appena ricollegata ha ricominciato a funzionare, anche se è ancora presto per cantare vittoria.

Smontandola e ispezionandola, mi sono reso conto della notevole qualità costruttiva delle macchine di una volta: manicotti e cablaggi ancora sani e morbidi dopo ben 50 (!!) anni.

 

In famiglia abbiamo avuto diversi elettrodomestici dai marchi più svariati: io sono nato nel 1987, ricordo la vecchia lavatrice: una Sangiorgio con carica dall'alto, che presumo fosse del 1985-86... Durò circa una decina d'anni, quando iniziò a marcire la lamiera e a fare un cigolio assordante, fu sostituita con una Siltal nel 1995-96: ricordo che le Siltal dell'epoca fossero prodotte ad Abbiategrasso... quest'ultima resistette ad un trasloco nel 2002, poi fu sostituita nel 2006 da una Whirlpool che è da poco finita in discarica per fare il posto ad una modernissima Bosch.

Mia nonna invece, nella sua casa principale aveva una lavatrice Indesit di cui non conosco il modello, ma ricordo gli inserti in formica, per cui presumo fosse della fine degli anni 70...

A casa mia abbiamo una Indesit del 2018 SLIM, in realtà prodotta dagli stabilimenti Whirlpool di Pero tristemente noti per la sua delocalizzazione e per il recente licenziamento di numerosi operai: viene usata in maniera intensiva, arriva a fare anche 5 o 6 lavaggi al giorno, una volta infatti abbiamo dovuto sostituire le spazzole del motore.

Gli altri nonni, moltissimi anni fa avevano una Sangiorgio Panda 2x...

Ricordo anche una Ignis a carica dall'alto all'incirca della fine degli anni 80 che era del mio ex-datore di lavoro. Me la regalò per lavare i panni al campo: non l'abbiamo mai usata ed è rimasta là...

 

Rimango comunque particolarmente appassionato e affezionato al marchio Castor

 

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