ClA Inserita: 11 gennaio 2008 Segnala Share Inserita: 11 gennaio 2008 Ricapitolo.Gli hot spot, cioé i riscaldamenti localizzati che possono innescari gli incendi sono di tre tipi:- dispersioni verso terra- cattive connessioni (in serie al carico)- corto circuitiIl cortocircuito di per se etesso non è altro che, come dice il termine stesso, un'accorciamento del circuito che provoca un'aumento della corrente circolante fino a valori che tendono all'infinito.Il fatto è che non tutti i corto circuiti evolvono in questo modo.Alcuni se ne stanno lì lì a friggere a lungo. Tipicamente attraverso un pezzo di plastica o di legno carbonizzati che sono diventati conduttivi.Sono proprio questi i più pericolosi ai fini dell'incendio. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
mzara Inserita: 11 gennaio 2008 Segnala Share Inserita: 11 gennaio 2008 Gli hot spot, cioé i riscaldamenti localizzati che possono innescari gli incendi sono di tre tipi:E non hanno nulla a che vedere con il cortocircuito vero e proprio, infatti si chiamano punti caldi=hot spot, mentre i cortocircuiti si chiamano Short Circuit. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
ClA Inserita: 12 gennaio 2008 Segnala Share Inserita: 12 gennaio 2008 E non hanno nulla a che vedere con il cortocircuito vero e proprio, infatti si chiamano punti caldi=hot spot, mentre i cortocircuiti si chiamano Short Circuit.Guarda che si usa parlare di hot spot di un corto circuito per indicare il punto ove avviene il corto circuito.Questa precisazione non è banale perchè tradizionalmente quando si parla protezione da corto circuito si intende la protezione da corto circuiti che avvengono a "valle" della conduttura che si considera, ma non si considera il punto ove avviene (e i guai che lì provoca).Il termine hot spot indica appunto che si considera il corto nel punto in cui avviene.Comunque, al di là delle parole, è importante capire i concetti. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
stefano_ Inserita: 12 gennaio 2008 Segnala Share Inserita: 12 gennaio 2008 Cia..... innanzi tutto complimenti per la spiegazione tecnica !! Eccellente!! spiegami una cosa... tu dici:Supponiamo che un filo di fase nudo sia in contatto con una terra di fatto o con il PE. Si crea una dispersione di corrente e nel punto di contatto si crea un surriscaldamento. Se lì vicino c'è del materiale combustibile (carta, legno) può prendere fuoco.in questo caso perche si crea surriscaldamento ?Perche se il contatto non è franco si ha per esempio un elevata resistenza ( per esempio 500 Ohm ) Se la corrente di dispersione non è sufficientemente elevata a far intervenire il diff ( per es. 0.25 A con diff da 300mA ) quel punto si trova a dover dissipare una potenza di P = R X I2 = 500*0.0625 = 31.25W quindi si surriscalda..... Giusto ?Oppure ho detto una marea di cavolate ?? Grazie. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
ClA Inserita: 12 gennaio 2008 Segnala Share Inserita: 12 gennaio 2008 Giusto, giusto...Una potenza termica dissipata, anche piccola, se concentrata può provocare elevate sovratemperature ed incendi.Una potenza termica dissipata anche molto maggiore, ma distribuita su un volume maggiore o lungo la lunghezza di un cavo, non crea tutti questi danni.Un fiammifero ha una potenza termica irrisoria ma può bruciare una casa.Un calorifero ha una potenza termica enormemente maggiore ma non è pericoloso.Quando la manacanza di isolamento è verso terra c'è il differenziale che salva.Si ritiene che 300mA siano a adeguati a prevenire gli incendi.Ma nel caso di guasto fra fase e neutro il differenziale non può far nulla.E se è "debole" nemmeno il magntetotermico. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
stefano_ Inserita: 12 gennaio 2008 Segnala Share Inserita: 12 gennaio 2008 accidenti sempre operativo h24 !!!!! giorno e notte comunque grazie per il chiarimentociao Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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