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Metodo Empirico Prova Trasformatore SMPS


dxtech

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Salve a tutti. Devo testare il funzionamento di un trasformatore impulsivo. Il trasformatore da testare era montato su un circuito con integrato TNY 266 PN

Momentaneamente dove mi trovo non ho a disposizione granché, quindi vorrei provare questo metodo, ma ho paura di far danni.

Sostanzialmente vorrei collegare il primario del trafo da testare in parallelo con il primario dell'altro trasformatore (montato su una scheda funzionante con integrato TNY 264 PN e poi misurare le tensioni sui secondari del trasformatore da testare attraverso l'uso del tester con diodo fast in serie.

E' fattibile o faccio saltare tutto in aria? Allego schema "ridotto" di quel che è la mia idea.

Grazie a tutti in anticipo

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8 ore fa, dxtech ha scritto:

E' fattibile o faccio saltare tutto in aria?

 

Io non lo farei!

 

Tieni presente che un trasformatore di quel tipo, se non ha le ferriti rotte,  o un avvolgimento interrotto per guastarsi deve avere l'avvolgimento carbonizzato.

La continuità degli avvolgimenti la misuri con un tester, mentre per li altri 2 guasti basta l'osservazione visiva per riconoscerli.

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1 ora fa, Livio Orsini ha scritto:

Io non lo farei!

Quoto in pieno.

Se è lo stesso trasformatore del post dove chiedi informazioni circa il diodo è preferibile che colleghi insieme un secondario e non il primario, per esempio i contatti 8 e 10. Metti per precauzione una resistenza in serie da pochi ohm (1...10) da 1/4W (casomai il trasformatore da provare avesse una spira in corto, rarissimo ma mi è capitato).
Sugli avvolgimenti liberi dovresti trovare qualche tensione.
Attenzione che tra i contatti 1 e 2 dovresti trovare tensione abbastanza alta, credo intorno ai 200V.

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Sesi dispone di un oscilloscopio e di un genratore di impulsi si può fare una prova rapida, veloce e, soprattutto sicura.

Se non si ha un generatore di impulsi de ne può realizzare uno al volo con 555.

Poi basta dissaldare il primario del trasfo ed andare ad alimentarlo con gli impulsi (15kHz - 45 kHz circa). Sul secondario si ritrovano gli impulsi di ampiezza pari al rapporto di trasformazioneper l'ampiezza degli impulsi primari.

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2 ore fa, maxmix69 ha scritto:

Quoto in pieno.

Se è lo stesso trasformatore del post dove chiedi informazioni circa il diodo è preferibile che colleghi insieme un secondario e non il primario, per esempio i contatti 8 e 10. Metti per precauzione una resistenza in serie da pochi ohm (1...10) da 1/4W (casomai il trasformatore da provare avesse una spira in corto, rarissimo ma mi è capitato).
Sugli avvolgimenti liberi dovresti trovare qualche tensione.
Attenzione che tra i contatti 1 e 2 dovresti trovare tensione abbastanza alta, credo intorno ai 200V.

 

Per l'appunto, nella fretta ero in procinto di farlo, quando mentre stavo dando tensione c'ho ripensato all'ultimo 🤣. Ho pensato che l'induttanza diminuisce anche sul trasformatore "buono" e potrei causare danni al circuito della scheda.

@maxmix69perchè il secondario lo collegheresti in parallelo invece? Così facendo non faccio danni? (Sì, è lo stesso trafo)

Potete spiegarmi, gentilmente cosa accade fisicamente facendo un'operazione di questo genere?

 

@Pepergrazie mille anche per la tua risposta ma ne ho già acquistati 2 PCB da assemblare e mi devono arrivare...poi aspetto i componenti ecc.. Purtroppo per questa scheda che devo riparare ho un'urgenza e non posso aspettare molto tempo, per questo motivo sto cercando altri sistemi nel frattempo.

 

@Livio Orsinipotrebbe avere anche qualche spira in perdita, no?

Modificato: da dxtech
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10 minuti fa, dxtech ha scritto:

potrebbe avere anche qualche spira in perdita, no?

 

Spire in corto o con perdita di isolamento sono possibili ma, è un'eventualità altamente improbabile.

Se sono in corto sul primario entro poco tempo si brucia l'avvolgimento e lo si vede piuttosto bene; se capita su di un secondario può essere un difetto misconosciuto, lo si può intuire da una tensione inferiore al dato di targa.

Con la porva che ti ho descritto puoi arrivare a capire se ci sono spire in corto su di un secondario.

Usavo questo metodo di prova per fare ingegneria inversa quando progettavo trasformato rie SMPS. Se mi veniva richiesto un trasformatore con caratteristiche simili ad un campione, testavo il trasfo di origine in questo modo.

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2 ore fa, dxtech ha scritto:

perchè il secondario lo collegheresti in parallelo invece? Così facendo non faccio danni?

Certamente che puoi fare danni lo stesso, ma sei limitato in potenza dal trasformatore funzionante e dalla resistenza che ti ho consigliato di aggiungere.
Sul primario invece che limitazione hai in potenza?

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Vi aggiorno dell'esperienza appena fatta: Ho collegato i 2 trasformatori come detto da @maxmix69

Per l'appunto ho messo in serie 3 resistori da 3.3 Ohm da 1/4 di W tra i 2 secondari dei trasformatori. Risultato: Non leggo nessuna tensione sul primario del trafo da testare e la scheda non accende. Dopo aver tolto alimentazione ho toccato i resistori e non sono caldi (questo mi fa pensare che l'altro secondario sia in corto: se non sbaglio, essendoci anche un solo secondario in corto l'altro non funziona neanche)

Adesso provo col frequenzimetro per vedere se il mosfet switcha o rimane a 50Hz e le tensioni al primario e secondario e vi riaggiorno.

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31 minuti fa, dxtech ha scritto:

questo mi fa pensare che l'altro secondario sia in corto

 

Se è tutto freddo, anche il tripode che fa da regolatore, a me invece da l'impressione che sia l'integrato che fa da regolatore switching che abbia tirato le cuoia.

Modificato: da Livio Orsini
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@Livio Orsiniscusa se non l'avevo specificato ma l'integrato TNY 266PN l'avevo già sostituito perché è sfiammato.

Comunque la scheda funzionante l'ho riaccesa senza il trasformatore in paralleo ed è ripartita.. Poi l'ho rispenta e riaccesa sempre senza trafo e non funziona più..Non arriva la 300V al condensatore cche sarà mai?

Modificato: da Livio Orsini
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11 ore fa, dxtech ha scritto:

Non arriva la 300V al condensatore cche sarà mai?

 

verifica che non ci sia un fusibile tradizionale o ripristinabile, altrimenti è il ponte o, caso sfortunato, un bel componente in corto a valle.

Il metodo della lampada, ad incandescenza o alogena, in serie all'alimentazione è sempre valido: se si accende bene significa che c'è un bel corto circuito.

 

Quelle prove, a mio parere, non si dovrebbero fare; io ti avevo avvisato.🙂

 

 

Modificato: da Livio Orsini
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La lampada era già in serie e comunque, la scheda si era riaccesa non appena tolto il trasformatore per altre ben 2 volte. Adesso non arriva la tensione livellata ed il che mi sembra strano perché i diodi sono tutti ok e la resistenza-fusibile da 100 ohm è pure ok@Livio Orsini

Modificato: da dxtech
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7 ore fa, Livio Orsini ha scritto:

Quelle prove, a mio parere, non si dovrebbero fare; io ti avevo avvisato.🙂

 

5 ore fa, dxtech ha scritto:

la scheda si era riaccesa non appena tolto il trasformatore per altre ben 2 volte.

 

5 ore fa, dxtech ha scritto:

Adesso non arriva la tensione livellata

 

 

Perdonami, sono 4 componenti in croce e un circuito stampato, non credo sia difficile capire perché non arriva la tensione livellata.

 

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1 ora fa, maxmix69 ha scritto:

non credo sia difficile capire perché non arriva la tensione livellata.

 

prima cosa verificare se arriva la tensione di rete al ponte, se arriva o il ponte è interrotto o c'è un bel corto a valle.

Però se hai la lampada in serie e questa si accende bene, c'è un corto circuito.

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Aggiornamento per arricchimento culturale...

Sicuramente molti di voi lo sapranno, ma ad altri potrà tornare utile..

Niente di tutto ciò.. Praticamente c'è un latch relay a doppia bobina e nessun ponte, ma un raddrizzamento a singola semionda. Con gli esperimenti che ho fatto, non ho fatto altro che indurre un campo elettromagnetico all'interno della bonia del relè e ho aperto il circuito. Scusate se scrivo male, ma sono col cell.

Tutto potevo immaginare, tranne che fosse un Relay..il dubbio mi è sorto quando non vedevo nessun fusibile all'ingresso. 

Mi è bastato semplicemente fare un reset del relay

Modificato: da dxtech
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Effettivamente io è la prima volta che sento di una simile circuitazione; traffico con l'elettronica dall'età di 14 anni e ora ne ho più di 78. E vero c'è sempre qaulche novità da conoscere.

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3 ore fa, Livio Orsini ha scritto:

Effettivamente io è la prima volta che sento di una simile circuitazione; traffico con l'elettronica dall'età di 14 anni e ora ne ho più di 78. E vero c'è sempre qaulche novità da conoscere.

@Livio OrsiniNon è una cosa nuova. Semplicemente un relè bistabile "portarogne" https://www.futurlec.com/Datasheet/Relays/Latch_Relay.pdf

Avendo la doppia bobina (una per set e l'altra per reset) non fa altro che "mantenere in memoria" (in gergo) lo stato, senza doverlo tenere eccitato. Ricapitolando una bobina è per lo stato NO e l'altra per lo stato NC

Così facendo è possibile, durante un malfunzionamento delle tensioni secondarie, staccare immediatamente la fase all'ingresso del circuito. Il difetto di questi relè è che sono molto sensibili ai campi magnetici esterni (ma veramente molto): considera che solo dissaldandolo dal PCB (solo con le scariche elettrostatiche) ha cambiato nuovamente di stato 😲

 

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19 minuti fa, dxtech ha scritto:

Non è una cosa nuova. Semplicemente un relè bistabile

 

Certo, i relè bistabili li conosco bene.🙂

Quello che mi è nuovo è usarli come protettori!

Da quello che scrivi è facile dedurre le ragioni di un loro impiego molto ... limitato.

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