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protezione per trasformatori di isolamento 230 V


Balli Francesco

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Balli Francesco

Un saluto a tutti i frequentatori del forum, mi sono appena iscritto e questo è il mio primo post.

 

Vorrei porre una domanda riguardante l'uso di trasformatori di isolamento durante lo svolgimento di misure elettroniche in laboratorio.

Da sempre ho alimentato gli apparati in riparazione o comunque sotto test tramite trasformatore di isolamento 230 V rapporto 1 a 1, in modo da poter effettuare la connessione con gli strumenti di misura che tengo rigorosamente collegati a terra (oscillografi, multimetri, millivoltmetri ecc) e in tal modo sono protetto ovviamente anche da passaggio di corrente verso terra anche se dovessi venire in contatto con il telaio del dispositivo sotto prova o le masse degli strumenti, perchè se anche questi sono collegati a terra non esiste un percorso chiuso dalla fase 230V verso il corpo dell'operatore e la terra.

Disgraziatamente, per una malaugurata distrazione (provocata da una persona presente in laboratorio) sono venuto in contatto accidentale con i morsetti secondari del trasf. di isolamento e mi sono beccato un bello scossone, malgrado tutte le attenzioni e le cautele che prendo abitualmente nel mio lavoro. Ovviamente in casi del genere il differenziale non si "accorge" del fatto e non interviene.

La domanda che pongo allora è la seguente: esistono in commericio dei dispositivi in grado di svolgere la funzione del differenziale, ma da collegare sul secondario di un trasformatore di isolamento? In modo che  se si viene in contatto anche con uno solo degli estremi del secondario, venga tolta tensione ?

Dovrebbe essere un circuito che percepisce quando tu tocchi il secondario (ad esempio sentendo il potenziale che assumi rispetto all'altro capo del secondario) e intervenga togliendo tensione.... se non esiste nulla di già costruito andrebbe inventato qualcosa..... (io avrei anche una idea che posso anche condividere per valutarla, penso potrebbe essere utile a chi opera in laboratorio).

 

Un grazie anticipato a chi vorrà rispondermi o interessarsi all'argomento.

Saluti.

 

 

 

 

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Se ho capito correttamente cos'è successo: tu con il dorso della mano\con un dito hai toccato entrambi i morsetti e hai preso la scossa. La scossa ha percorso il tuo dito\dorso della mano ma non è andata a terra (supponendo il trasformatore di isolamento correttamente funzionante). In pratica il tuo dito\dorso della mano era il carico - è ovvio tu abbia preso la scossa. Quindi quello che chiedi non ha senso ed è impossibile da realizzare.

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58 minuti fa, Balli Francesco ha scritto:

La domanda che pongo allora è la seguente: esistono in commericio dei dispositivi in grado di svolgere la funzione del differenziale, ma da collegare sul secondario di un trasformatore di isolamento?

 

Il differenziale funziona perchè legge una differenza tra i 2 conduttori, ovvero fase e neutro. Se entri in contatto accidentalmente con la fase e chiudi il circuito verso terra attraverso il tuo corpo, interviene l'interruttore differenziale; questo perchè la corrente che circola nel conduttore di fase è differente da quella che circola nel conduttore di neuto.

Se invece entri in contatto accidentale con fase e neutro l'interruttore differenziale non interviene perchè le correnti circolanti nei di conduttori sono eguali.

Questa è una delle motivazioni per cui il termine "salvavita", con cui è stato denominato questo interruttore, è perlomeno improprio.

 

Con il trasformatore d'isolamento, dove il secondario è sollevato da terra, un contatto accidentale con un solo polo non causa folgorazione perchè non c'è chiusura del circuito.

Per "prendere la scossa" è necessario entare in contatto con entrambi i poli però, in questo caso, non è possibile avere la protezione differenziale per le ragioni che ho esposto sopra.

 

Si potrebbe ipotizzare una protezione legata al di/dt, ovvero un rapido incremento della corrente circolante provoca l'apertura del circuito di alimentazione. Questa protezione limiterebbe un po' le prestazioni del dispositivo. A esempio, se alimenti un amplificatore audio, non lo puoi provare con musiche dove ci sono colpi di cassa potenti o improvvisi pieni orchestrali, però avresti una certa protezione dai contatti accidentali con entrambi i poli.

 

In conclusione, a mio parere, l'unica protezione efficace è prestare attenzione a quello che si fa.

Ioiniziai a lavorare quando la quasi totalità degli apparati funzionava con i tubi termoionici. Da subito evitai di mettere anelli e bracciali metallici. Acquisii l'abitudine di appendere l'orologio da polso alla cinta dei pantaloni ed anche dopo essermi sposato non misi la fede. Con l'avvento dei dispositivi a transistor mantenni l'abitudine; abitudine che capii quando fosse utile un giorno in cui ero in un'officina elettrauto, quando un lavorante, che indossava un braccialetto, fece, inavvertitamente, ponte tra il positivo della batteria e massa; il bracciale divenne quasi istantaneamente rovente, causando una profonda ustione al polso del malcapitato.

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