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PLC Forum


Cambiare azienda dopo tanti anni


4cb84

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Dopo quasi 15 anni passati nella stessa azienda (quella in cui ho iniziato a lavorare), mi si prospetta una possibilità di cambiare.. e sto passando dei giorni tormentati. Nella mia azienda attuale sono partito da neolaureato, sapevo meno di zero, poi pian piano sono venuti i primi progetti semplici, poi quelli piú complessi, le trasferte in tutti i continenti,  fino ad arrivare a macchine da svariate centinaia di migliaia di euro da seguire dalla progettazione in ufficio , al collaudo interno, all'avviamento da clienti che sono delle multinazionali, prima una, poi un'altra, poi un'altra... posso dire oggettivamente di aver fatto sempre un buon lavoro,  ma ultimamente... qualcosa si è rotto. Mi sono reso conto che la mia progressione in questa azienda è conclusa, i rapporti coi capi non sono rosei, filosofie aziendali che fatico a digerire, giovani che sgomitano creando tensione tra i colleghi.. quando ho iniziato eravamo una realtà medio piccola in cui bene o male tutti remavano, adesso siamo un mezzo carrozzone in cui vedo sempre più gente nuova che in tutta onestà non capisco cosa faccia. 

Nel bel mezzo di tutto ciò mi arriva (o meglio, con ogni probabilità mi arriverà a breve) una proposta da un'azienda molto piccola, più o meno dello stesso settore, in cui si sta cercando di mettere su un reparto elettrico/software, che é nato da pochi mesi con il primo softwarista assunto, dove a quanto mi hanno detto nei colloqui si avrà carta bianca (tranne che sui costi ovviamente). E poi sono abbastanza convinto che avrò possibilità di cimentarmi in alcuni ambiti in cui finora non ho mai avuto possibilità di sporcarmi seriamente le mani .Se da un lato ho una voglia matta di accettare, dall'altra mi rendo conto che rischio, perché non sono più un bambino, ho famiglia,  e perché in quelle aziende li non sai mai come va a finire... e se poi resto a piedi? 

Raccontatemi qualche esperienza o qualche pensiero confortante... :-)

 

Scusate lo sfogo, a volte non si sa con chi parlare...

 

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7 ore fa, 4cb84 ha scritto:

Raccontatemi qualche esperienza o qualche pensiero confortante... 🙂

 

Io in 40 anni di lavoro ho cambiato 12 volte, se consideri che in 3 aziende ho totalizzato 19 anni circa, puoi comprendere come ad inizio carriera ho cambiato freqeuntemente lavoro.

Sono partito in aziende che si occupavano prevalentemente di telecomunicazioni ed affini, per poi occuparmi di elettronica industriale ed automazione.

Inizialmente l'informatica nelle aziende industriali era ristretta all'amministrazione e solo nelle grandi aziende.

Già nella prima metà ho cominciato ad usare elementi programmabili nell'ambito dei controlli.

Questo per spiegarti che, oltre a cambiare aziende, ho anche cambiato tipo di lavoro.

 

Cambiare azienda comporta sempre un minimo di rischio, anche se è un rischio che può essere calcolato e si può cercare di prepararsi alternative.

 

Però la mia esperienza è relativa ad un'epoca molto differente. C'erano forse più occasioni di lavoro e per molti il lavoro era inteso come un posto fisso sino all'età della pensione.

 

Darti un consiglio non è per niente facile. E una decisione che puoi prendere solo tu; puoi consigliarti in famiglia ma, in definitiva, la decisione deve essere solo tua.

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8 ore fa, 4cb84 ha scritto:

qualcosa si è rotto. Mi sono reso conto che la mia progressione in questa azienda è conclusa

Secondo me questa frase dice tutto. Il lavoro, piaccia o no, impiega molto tempo delle nostre giornate, e passarlo male per me è assurdo.

Anche io ho cambiato aziende, ne ho formate di mie, fallito, riassunto, ecc.

Chiaro che è un rischio, ma calcolato. Giustamente Livio dice 

37 minuti fa, Livio Orsini ha scritto:

Cambiare azienda comporta sempre un minimo di rischio, anche se è un rischio che può essere calcolato e si può cercare di prepararsi alternative.

Condivido in pieno.

A parere mio tutto dipende dalla frase che ho citato prima. Devi analizzare il livello di verità che contiene, e cosa è il lavoro per te, solo stipendio o anche soddisfazione personale.

Dopodiché analizzerai da che parte (e quanto) pende l'ago della bilancia.

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10 ore fa, 4cb84 ha scritto:

ma ultimamente... qualcosa si è rotto. Mi sono reso conto che la mia progressione in questa azienda è conclusa, i rapporti coi capi non sono rosei,

La chiave di svolta è questa!
Solamente la tua professionalità è la garanzia del lavoro. Le aziende, sopratutto oggi, saltano come popcorn in padella e restare professionalmente indietro è deleterio.
Pensa solamente che i ricercatori di personale (quelli fighi li chiamano recruiter) cercano personale preparato SEMPRE. Non appena ne trovano uno disponibile a cambiare si fanno in quattro perché sanno che tutti stanno cercando e che la loro percentuale in caso di assunzione è pressoché garantita (ne parlo per esperienza personale, prima per dipendente, poi come titolare...).

 

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1 ora fa, Ctec ha scritto:

 e cosa è il lavoro per te, solo stipendio o anche soddisfazione personale.

Dopodiché analizzerai da che parte (e quanto) pende l'ago della bilancia.

questo la dice tutta se per te il lavoro è soddisfazione non ti resta che cambiare ma è anche vero che come dici che vai in una realtà da strutturare, allora fai attenzione a quello che fai,

anch'io dopo 22 anni in un'azienda strutturata in cui ho imparato la professione sono stato costretto a cambiare perchè non c'erano più stimoli, i titolari dovevano andare in pensione.... e non dico altro..

anch'io in seguito al primo cambio ne ho fatti altri di cambi sbagliando (Andrea lo sa) e sto ancora cercando la piena soddisfazione in quello che faccio ed è questo che cerco perchè daltronde è questo che ci fa stare bene, fai attenzione a quello che fai e pondera bene la scelta

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Se ti trovi male e non cambi quando se ne presenta l'occasione, poi un minimo dissapore ti farà vivere ancora peggio. Non esiste la ditta giusta per sempre, della prima magari ti puoi innamorare, ma con la maturità poi troverai insoddisfazioni più frequentemente. Se sei in una posizione in cui il cambiamento non presenta azzardi particolari vale la pena di rimettersi in gioco.

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13 ore fa, 4cb84 ha scritto:

perché non sono più un bambino, ho famiglia,  e perché in quelle aziende li non sai mai come va a finire... e se poi resto a piedi?

 

Da come parli mi pari tecnicamente qualificato e quindi cosa ti fa paura? Uno "che sa fare" diffilmente rimane vacante....la tua esperienza e conoscenza sono sempre un valido paracadute...a buon intenditore....;)

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dina_supertramp

Per i tuoi stessi identici motivi, e quasi lo stesso percorso formativo (in azienda intendo, sono diplomato in elettrotecnica, non laureato) dopo 10 anni ho lasciato il posto che mi ha formato come programmatore, e con cui mi sono fatto una casa ed un famiglia. Le storie d'amore sono belle, ma quando diventano morbose, manca la serenità, ed inizia il lamento.....è giusto affrontare il cambiamento. Cambiare spaventa, è normale, ma una volta che l'hai affrontato ti sentirai meglio, con una mente più aperta rispetto a prima. Le azienda sono piene di persone infelici, che si lamentano anni, piuttosto che cambiare. Fatti coraggio, se dall'altra parte hai annusato una realtà che puoi darti nuove conoscenze, nuovi stimoli, nuova routine....cambia !  Un saluto,

Lorenzo, 29 anni, 2 figli, 1 moglie...il cervello fritto dai PLC ahahah

 

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Grazie a tutti per aver condiviso le vostre impressioni. Se lavorassi solo per i soldi resterei dove sono, mi siederei e aspetterei che mi si dia qualcosa da fare. La realtà é che ciò che l'azienda vuole é rendere rimpiazzabile qualunque profilo tecnico, e allora ciò che si fa regolarmente è tarpare le ali a quelli più esperti , e mettere su un piedistallo gente con esperienza e abilità non certo stellari. Il tutto con sapiente abilità oratoria. Più passa il tempo, più vedo certe situazioni, e più mi rendo conto che é così. Posso anche capire gli interessi dell'azienda, ma questo a me non va giù. Una volta avevamo un nome e un cognome, adesso siamo "risorse".

Tutto sommato vedo che di colloqui da fare ne trovo facilmente, quindi se proprio dovesse andarmi male, non é che tra un anno o due sarò diventato un rifiuto del mercato del lavoro...

 

Mi sa che emigro . 

 

Grazie a tutti, ciao. 

 

 

 

 

 

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5 ore fa, Colonial54 ha scritto:

Aggiungo, probabilmente il successo della nuova aziendina dipendera' (forse molto) anche da te.

 

Questo potrà essere vero ma, nella quasi totalità dei casi, se dovesse succedere, non aspettarti riconoscenza...almeno a mio modo di pensare e per esperienze pregresse...

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6 ore fa, Lucky67 ha scritto:

Questo potrà essere vero ma, nella quasi totalità dei casi, se dovesse succedere, non aspettarti riconoscenza...almeno a mio modo di pensare e per esperienze pregresse...

 

Forse Colonial54 intendeva "....il successo nella nuova azienda..."

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Qualche anno fa (2015) ero afflitto dai tuoi stessi dubbi, poi ho deciso di cambiare pur avendo casa, famiglia figli piccoli ecc ecc.

 

Si deve fare una scelta prima o poi.

 

O si sceglie di non scegliere e di convivere con i rimpianti, o si fa il passo e quello che viene viene.

 

Così dopo molti anni ho lasciato la vecchia azienda, dove ho trascorso la mia gioventù, dove ho assistito impassibile all'abbattimento della mia autostima.

 

Il primo effetto fu un considerevole aumento di stipendio.

 

Sì la professione, la passione, la professionalità, sono tutte belle cose, ma il passo lo si fa se tutto questo si unisce anche ad un consistente aumento di reddito, altrimenti a che serve?

Puoi fare il lavoro più bello del mondo ma se poi fatichi a crescere i figli e ogni spesa imprevista è un dramma... A che serve?

 

Conoscendo nuovi colleghi sono stato spinto a creare un account su un famoso portale americano e da li sono piovute nuove offerte di lavoro e per ognuna, un offerta economica migliore.

 

Se sei capace il lavoro c'è e le offerte piovono e piovono anche se sei incapace. Tanto poi messo alla prova dei fatti, non c'è scampo.

 

Ora son passati più di sette anni, ho cambiato altre 4 volte e per ogni cambio ho avuto un buon aumento economico e professionale che mai avrei potuto sognare rimanendo immobile ad invecchiare dov'ero.

 

Ho dovuto chiudere l'account su quel portale perché non ne potevo più di ricevere offerte.

 

Se fossi rimasto, ora farei le stesse cose di 7 anni fa e magari in 7 anni avrei ricevuto al massimo un paio di euro scarsi l'ora di aumento, ovviamente lordi e quello che ora guadagno, senza straordinari ne trasferte non l'avrei mai guadagnato in quel posto.

 

Sì, ho fatto bene!

Per una volta ho fatto la cosa giusta!

 

Se cerchi, devi accettare quello che ti offrono

Se ti cercano, devono considerare quello che chiedi.

Fatti cercare!

 

Patti chiari e scritti fin dall'inizio.

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1 ora fa, dott.cicala ha scritto:

Patti chiari e scritti fin dall'inizio.

 

Soprattutto scritti perchè, si sa, verba volant et....i figli di buona donna ne approfittano sempre.

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Scusa ma se non ti trovi bene, la società inizia a considerare le persone dei numeri sostituibili, non ci pensare tanto e cambia.

Non ti preoccupare che il tempo e denaro che hanno speso per formarti gli è tornato indietro con gli interessi.

 

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Il 19/1/2023 alle 20:18 , 4cb84 ha scritto:

quindi se proprio dovesse andarmi male, non é che tra un anno o due sarò diventato un rifiuto del mercato del lavoro...

Purtroppo non si può mai sapere, quando si arriva ad un bivio, come sarebbe andata scegliendo l’altra strada ...

 

Se le cose si dovessero complicare, ti consiglio di considerare anche che potrebbe essere il momento di aprire una tua attività!

 

Certo bisogna calcolare bene (oltre alla resa) anche l’investimento, ma potrebbe essere possibile anche con le startup.

 

Se ti dovessi trovare in questa situazione, contattami che ti racconto quante soddisfazioni ....

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