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Certificato Di Conformità


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Inserito:

Ciao a tutti, volevo chiedervi questo: in un appartamento con impianto elettrico apparentemente seminuovo e ben fatto ma senza certificato di conformità,è possibile chiedere ad un istallatore di certificare l'impianto(che chiaramente non ha fatto l'istallatore interpellato ma un altro). Chiaramente l'istallatore potrà visionare l'impianto per verificarne la rispondenza alle norme e verrà pagato.

Se è possibile tutto ciò, quanto potrebbe approssimativamente costare il tutto per un appartamento medio(100 metri quadrati circa)?

Grazie e ciao.


Inserita:

E' una "dichiarazione" di conformità, non un "certificato".

  • 2 weeks later...
Inserita:

Scusate per l'inesattezza, riformulo la domanda: può un elettricista rilasciare la dichiarazione di conformità (prevista dalla legge 46/90) per un impianto che non ha montato lui?

Chiaramente l'elettricista potrà verificare realmente che l'impianto sia a regola d'arte, non dovrà fare una dichiarazione falsa!!!

Ciao a tutti e grazie.

Inserita:

Second me, si'

Non ti so dare indicazioni di spesa

Inserita:

In teoria la dichiarazione di conformità dovrebbe essere rilasciata dal chi effettivamente ha eseguito il lavoro. Ciò nonostante, un secondo installatore, inquadrando l'intervento sotto forma di manutenzione straordinaria, potrebbe rilasciare la dichiarazione mancante in seguito ad accurati controlli e verifiche.

Più facilmente troverai qualcuno che in cambio di qualche centinaia di Euro firmerà qualsiasi cosa, senza nemmeno scomodarsi per venire a vedere l'impianto! :lol:

Ciao.

Inserita:

Si dipende anche che motivazione dai sulla dichiarazione: manutenzione, manutenzione straordinaria, nuovo impianto o modifica dell'impianto...

Inserita:
può un elettricista rilasciare la dichiarazione di conformità (prevista dalla legge 46/90) per un impianto che non ha montato lui?

No , se lo fà produce un documento FALSO ... ho letto da qualche parte che un installatore in provincia di Torino è stato condannato a 2 mesi ( con la condizionale ) .

Quindi come già ti hanno detto bisogna stare attenti a ciò che si scrive ... la soluzione della " manutenzione straordinaria " ... può essere una soluzione per l' installatore ( in quanto firma realmente quello che fà ) ma non per il cliente a cui mancherà ovviamente la dichiarazione di conformità dell' installazione dell' impianto .

Morale .. ci si trova con un impianto manutenzionato , e molto probabilmente in ottimo stato ... ma irregolare perchè manca sempre la 1° dichiarazione .

Se invece l' installatore decide di sobbarcarsi tutte le responsabilità e dichiara l' impianto come " nuova installazione " ... non ci dovrebbero essere problemi in quanto gli unici a saperlo sono il cliente , l' installatore regolare e ... l' installatore in nero ! Il rischio però è quello di cui accennavo prima .. :ph34r:

n.b. Tutto questo riferito ad edifici costruiti dopo il 1990 , per gli impianti antecedenti al 1990 si potrebbe applicare la regola della " manutenzione starordinaria " ... perchè ancora non esisteva l' obbligo della dichiarazione .

Inserita:

Un alternativa a quanto giustamente afferma robqvp, sarebbe quella di affidare ad un perito iscritto all'albo la stesura di una relazione ove si attesta lo "stato di fatto" dell'impianto, realizzare cioè una "fotografia" dell'impianto stesso in modo da avere una situazione iniziale comunque certa.

Ovviamente la cosa può risultare costosetta (direi circa 300€) ma è la sola a mio avviso che garantisce il rispetto della legge.

Inserita:
Un alternativa a quanto giustamente afferma robqvp, sarebbe quella di affidare ad un perito iscritto all'albo la stesura di una relazione ove si attesta lo "stato di fatto" dell'impianto

La dichiarazione della conformità allo stato dell'arte dell'impianto può essere fatta solo da chi lo ha installato, il quale s'assume in solido la responsabilità del lavoro eseguito. Un professionista può attestare lo stato dell'impianto ma non può sostituirsi alla figura dell'installatore dichiarante semplicemente poiché non è colui che ha installato l'impianto.

Il problema di Lalara nasce a monte: l'impianto a cui si riferisce, se realizzato dopo l'entrata in vigore della 46/90 e se privo della relativa dichiarazione di conformità, da un punto di vista giuridico non potrebbe esistere... è un impianto realizzato illegalmente.

Dal mio punto di vista, la cosa più semplice da fare - anche se forzosamente legale - è eseguire una manutenzione straordinaria finalizzata all'adeguamento dell'impianto alle vigenti norme. L'elettricista si reca presso l'impianto, fa un po' di scena, stacca una fattura e rilascia la dichiarazione di conformità. Penso che per il disturbo possa bastare una somma dai 250 ai 500 Euro, ammesso che non venga eseguita alcuna sostituzione, riparazione, nuova installazione.

Ciao.

Inserita:

l'argomento era indubbiamente "difficile" ma ve la siete cavata bene!! :D:D:D

penso che la soluzione della manutenzione straordinaria sia la più indicata (anche se costosetta!)

ciao a tutti e grazie

Inserita:

Il problema a monte è semantico:

cosa si intende per "realizzazione" ?

Il controllo visivo e diretto di ciò che già esiste, non potrebbe essere considerato equivalente alla realizzazione?

Supponiamo che un elettricista dovesse cessare l'attività prima della compilazione della dichiarazione per un qualunque motivo, il suo lavoro andrebbe rifatto per "definizione"?

Inserita:
penso che la soluzione della manutenzione straordinaria sia la più indicata (anche se costosetta!)

scusa se insisto ... ma non sono d' accordo :P , non è possibile fare la manutenzione straordinaria su un impianto eseguito dopo il 1990 se non hai in mano come riferimento la precedente dichiarazione di conformità !

E' come dichiarare di fare manutenzione ad un impianto che " legalmente " non esiste ... e quindi potrebbero contestare ( in caso di verifica ) la mancanza della dichiarazione di 1° installazione . Anzi grazie al tuo documento .. chi effettua i controlli può capire che il precedente installatore ( mister x ) non ha rilasciato niente .. e il povero cliente potrebbe pagare la multa per aver fatto fare l' impianto a persona non abilitata !

Supponiamo che un elettricista dovesse cessare l'attività prima della compilazione della dichiarazione per un qualunque motivo, il suo lavoro andrebbe rifatto per "definizione"?

E' obbligato a rilasciare la dichiarazione ... se porta a termine il lavoro . Altrimenti la dichiarazione può farla chi finisce il lavoro ( a me è capitato ) . Sarebbe comunque un caso estremo .... ;)

Un alternativa a quanto giustamente afferma robqvp, sarebbe quella di affidare ad un perito iscritto all'albo la stesura di una relazione ove si attesta lo "stato di fatto" dell'impianto

Concordo con Francesco ... nessun certificato redatto da un professionista è valido , anche se in alcuni Comuni capita spesso che "erroneamente " vengono richiesti o accettati i suddetti certificati in sostituzione della dichiarazione di conformità ! :angry:

Inserita:

La "dichiarazione" di conformità alla regola d'arte redatta direttamente dall'installatore, fu adottata nella 46/90 proprio perché era ritenuta una procedura più semplice e veloce di una "certificazione" effettuata da un certificatore terzo.

Non certo perché un "certificatore", diverso dall'installatore, non sarebbe stato in grado di valutare un impianto elettrico già esistente.

E un paradosso il fatto che un "certificato", o relazione, redatta da un professionista sia considerata meno "valida" della dichiarazione suddetta.

Del resto, in molti campi della tecnologia, la "certificazione" effettuata da terzi, non solo è accettata ma è spesso obbligatoria, avendo questa un valore decisamente superiore alla dichiarazione dell'installatore stesso.

Resta, a mio giudizio, da chiarire cosa si intende per "realizzazione".

E' prassi che un installatore abilitato non realizzi di persona tutto l'impianto, ma si avvalga della collaborazione di altre persone, delle quali controlla l'operato (non si tratta di attività mediche, ove solo le persone abilitate dalla legge possono mettere le mani sul paziente!).

Se l'impianto è già esistente è l'installatore lo verifica in dettaglio come se lo avesse realizzato di persona, che differenza fa?

Inserita:
non è possibile fare la manutenzione straordinaria su un impianto eseguito dopo il 1990 se non hai in mano come riferimento la precedente dichiarazione di conformità !

E se fosse stato eseguito prima del '90?

Inserita:
E se fosse stato eseguito prima del '90?

Teoricamente dovrebbe avere una dichiarazione di "realizzato secondo la regola dell'arte" vedi legge del '68.

Che è per inciso la stessa che si dovrebbe rilasciare per impianti all'aperto, su cui non vale la 46/90.

Di solito non ha niente, quello che si può fare è una relazione dello stato dell'impianto e fare un atto notorio con cui dichiari che è stato fatto pre 46/90

non è possibile fare la manutenzione straordinaria su un impianto eseguito dopo il 1990 se non hai in mano come riferimento la precedente dichiarazione di conformità !

...se non hai una dichiarazione di conformità, non puoi stabilire la data esatta di realizzazione, quindi teoricamente può essere pre 90.

Esistono poi i casi di smarrimenti di documentazione quando gli stabili vengono venduti, in quel caso non fai fare la manutenzione?

Inserita:
E se fosse stato eseguito prima del '90?

Se l' impianto è antecedente al 1990 .. ( dimostrabile ) sono d' accordo che basta fare una manutenzione straordinaria .. magari installando il differenziale ( dove manca ) e la messa a terra ( se è possibile ottenerla di qualità ) come già detto dai colleghi .

...se non hai una dichiarazione di conformità, non puoi stabilire la data esatta di realizzazione, quindi teoricamente può essere pre 90.

potrebbe essere ...ma se parliamo di una abitazione ... credo ci sia un progetto edile , una concessione edilizia , una richiesta di abitabilità o perlomeno una richiesta come cambio di residenza ! ( siamo tutti schedati ! che dite ? ) :P .

Esistono poi i casi di smarrimenti di documentazione quando gli stabili vengono venduti

esiste la possibiltà di far fare i duplicati ... infatti una copia è al comune , una alla camera di commercio e una la tiene l' installatore ( nel suo archivio segreto ! ) .... non vedo quale sia il problema .

Capisco che la questione delle dichiarazioni di conformità sia alquanto contorta ... e comincio ad odiarla ! ma purtoppo quando le leggi vengono fatte con i piedi.... :(

Con la dichiarazione di conformità si voleva aumentare la sicurezza degli impianti tecnologici .. e invece si fà fare un lavoro ( gratis ) agli installatori ...che credo preferiscano lavorare sul campo anzichè perdere tempo nel preparare disegni , schemi etc. etc.

Dal mio punto di vista avrei preferito che ogni Comune si dotasse di un tecnico in grado di verificare gli impianti in pronta consegna ! Oppure lasciare questo incarico a dei liberi professionisti . $$$ :D

Inserita:
"dichiarazione" di conformità alla regola d'arte redatta direttamente dall'installatore, fu adottata nella 46/90 proprio perché era ritenuta una procedura più semplice e veloce di una "certificazione" effettuata da un certificatore terzo.

Non certo perché un "certificatore", diverso dall'installatore, non sarebbe stato in grado di valutare un impianto elettrico già esistente.

E un paradosso il fatto che un "certificato", o relazione, redatta da un professionista sia considerata meno "valida" della dichiarazione suddetta.

Del resto, in molti campi della tecnologia, la "certificazione" effettuata da terzi, non solo è accettata ma è spesso obbligatoria, avendo questa un valore decisamente superiore alla dichiarazione dell'installatore stesso.

CIA, questa volta sei tu a creare confusione! :D

L'installatore dichiara d'aver eseguito l'impianto a regola d'arte e se ne assume la responsabilità in solido, ergo è civilmente e penalmente perseguibile in caso di danni o sinistri a persone, animali o cose. Solo l'installatore può effettuare una simile dichiarazione poiché è la figura che ha eseguito tutte le attività necessarie per la realizzazione dell'impianto: dalla scelta dei materiali (di cui dichiara l'idoneità) all'individuazione dei metodi di posa, dal montaggio meccanico all'esecuzione dei collegamenti elettrici, e così via.

Un professionista può effettuare verifiche a vista, esami strumentali, calcoli dimensionali, certificare l'idoneità di prodotti e materiali, rilevarne la rispondenza normativa. Lo stesso però non conosce l'impianto nella sua "intimità" e - a meno che non smonti e rimonti l'intera installazione alla maniera delle manutenzioni aeronautiche - non può mettere la mano sul fuoco dichiarando la piena conformità di tutto l'impianto. Se lo facesse sarebbe un professionista incosciente, passibile di poggiare la testa sul ceppo del boia di turno in caso di gravi sinistri occorsi per negligenza dell'installatore. Tu lo faresti? Ti fideresti ciecamente del tuo buon interruttore differenziale ( :P )? Personalmente non firmerei mai una simile auto-condanna.

Le figure citate fanno due lavori diversi e complementari, l'uno non è migliore dell'altro, la presumibile miglior preparazione tecnica del professionista è compensata dall'arte e dal mestiere dell'installatore. Sorrido di fronte alla presunzione di certi professionisti che nel lavoro pratico si ritengono più capaci degli installatori seri. E nello stesso tempo odio quegli installatori di basso livello che considerano i professionisti semplici produttori di scartoffie inutili. In due parole: di co###oni c'è pieno il mondo e, statisticamente, ce ne deve pur essere qualcuno che fa parte delle due categorie in argomento (*)!

(*) Nota: desidero che la mia affermazione colorita non sia fraintesa: non mi sto riferendo ad alcuno dei partecipanti a questa discussione, il mio ragionamento è assolutamente generico.

Facendo un paragone un po' forzoso col mondo dell'edilizia ed applicando il pensiero di CIA, il lavoro del carpentiere extracomunitario che esegue le legature dei ferri dei cementi armati non varrebbe nulla di fronte alla relazione di calcolo dell'illuminato professionista firmatario delle strutture. Purtroppo non esiste progetto o certificazione che possa evitare il crollo d'un solaio i cui ferri d'armatura non sono stati realizzati a regola d'arte... e quell'arte è nelle mani del "povero" carpentiere che magari non parla neanche bene l'italiano... <_<

In conclusione credo che la 46/90 abbia introdotto un concetto nobilissimo: l'installatore è responsabile di ciò che fa. Non credo proprio che il legislatore pensasse di semplificare la vita ai proprietari d'impianti elettrici tenendo fuori dal gioco i professionisti... sono convinto che il suo fine fosse quello di responsabilizzare i materiali esecutori degli impianti.

Ciao.

Inserita:

Mi pare si sia finito er andare un po' fuori tema......

La domanda era come potere sopperire al mancato rilascio della dichiarazione di conformità.

Resto dell'opinione che per poter rimediare, l'unica cosa fattibile, sia quella di far eseguire una perizia. Cosa certo ben diversa dalla dichiarazione di conformità, ma se non si vuole commettere falsi in atto pubblico non restano tante soluzioni. Ovviamente qualche funzionario potrebbe storcere il naso, in quanto la dichiarazione di conformità risulta fare le funzioni di omologa per l'impianto di terra ma se per qualche ragione manca non si puo' agire diversamente.

Inserita:
Un professionista può effettuare verifiche a vista, esami strumentali, calcoli dimensionali, certificare l'idoneità di prodotti e materiali, rilevarne la rispondenza normativa. Lo stesso però non conosce l'impianto nella sua "intimità" e - a meno che non smonti e rimonti l'intera installazione alla maniera delle manutenzioni aeronautiche - non può mettere la mano sul fuoco dichiarando la piena conformità di tutto l'impianto.

Non vedo quale difficoltà ci sia a farlo in un comune appartamento.

Si tratta di aprire le scatole, il centralino e verificare.

Io l'ho fatto varie volte trovando, spesso, errorini o erroracci.

Ovviamente su impianti dotati della "certificazione" di conformità (pardon, "dichiarazione") redatta della'elettricista abilitato.

Ne sono nate vivaci discussioni con l'interessato...

Inserita:

E' facile l'off topics su questo genere di argomenti. Io vorrei solo precisare che a mio avviso, nel caso di Lalara, non è possibile sostituire la dichiarazione di conformità mancante con una perizia.

Ci sono mille altri casi dove è richiesta e necessaria la dichiarazione di conformità di un costruttore (o installatore, non c'è differenza) e quel tipo di documento, che ripeto essere l'assunzione di responsabilità del fornitore del prodotto, non sempre può essere sostituito da una dichiarazione o certificazione di terzi. Un esempio pratico sono le dichiarazioni di conformità CE o, nel caso dei quadri elettrici, le dichiarazioni di conformità CEI 17-13. Da questo punto di vista norme e leggi sono molto chiare, nemmeno i laboratori misure accreditati possono sostituirsi al costruttore.

Riguardo alla possibilità tecnica di eseguire una perizia accurata non discuto, si può fare tutto... è solo una questione di tempo (al di là delle valutazioni di convenienza economica).

In Italia secondo me manca un regolamento molto semplice, presente in altri paesi Europei: l'obbligo di presentare le dichiarazioni di conformità degli impianti alla società distributrice di energia elettrica pena la mancata attivazione della fornitura. Nel nostro Paese questo avviene solo per le forniture elettriche MT/AT e per il gas. Se si estendesse questo concetto anche alla BT credo che gli impianti eseguiti "di straforo" avrebbero vita breve (ovviamente non considerando il mercato nero delle dichiarazioni 46/90 fasulle per cui sarebbe necessaria un'azione mirata della magistratura).

Riguardo all'ostilità nei confronti della categoria degli installatori da parte di alcuni professionisti che scrivono su questo forum, vorrei chiedere (e magari ci si fa un thread apposito): è possibile che nessuno abbia mai a che fare con gente preparata? Oppure si tratta semplicemente del desiderio di mettersi in cattedra comunque e a tutti i costi? Non c'è solo il bestiario, ci sono anche installatori di tutto rispetto che eseguono impianti veramente a regola d'arte. Ogni tanto è bene ricordarlo.

Ciao.

Inserita:
Non c'è solo il bestiario, ci sono anche installatori di tutto rispetto che eseguono impianti veramente a regola d'arte. Ogni tanto è bene ricordarlo.

Non solo! Ci sono anche tanti, anzi troppi, professionisti che sarebbe meglio per tutti se campiassero professione :angry:

Io non concordo con discussioni tipo "bestiario" perchè non esiste possibilità di replica e poi qulache "asinata" prima o poi la facciamo tutti. Però se si aprisse il bestuario dei progettisti o quello dei consulenti se ne leggerebbero di belle. :lol:

Inserita:
In Italia secondo me manca un regolamento molto semplice, presente in altri paesi Europei: l'obbligo di presentare le dichiarazioni di conformità degli impianti alla società distributrice di energia elettrica pena la mancata attivazione della fornitura.

In Italia sono presenti tanti impianti realizzati prima del '90, pensiamo ai classici condomini.

Esistono poi dei normali casi di smarrimento documentazione, in cui è vero che esistono delle copie alla camera di commercio, ma hai mai provato a richiederne un duplicato? Per chiederlo dovresti sapere tutto...

è possibile che nessuno abbia mai a che fare con gente preparata?

Certamente, anzi a volte trovo gente più competente di me...e ho visto molti progettisti da segnalarli all'ordine/albo per le porcherie che firmano, con tanto di dicitura "si lascia all'istallatore il rispetto delle norme!!!!"

Tuttavia le bestialità sia del progettista sia dell'istallatore possono portare seri problemi alla sicurezza per questo ti rimangono in mente.

Inserita:

Sei mesi fà mi sono rivolto alla camera dicommercio ed a 2 avvocati esperti in materia (trattano esclusivamente cause che riguardano l'impiantistica); ebbene, la risposta di tutti e 3 è stata che chiunque può realizzare l'impianto elettrico, ergo posare i tubi e tirare i fili sotto "l'occhio vigile ed attento" di un installatore professionista, il quale poi deve realizzare personalmente il quadro di distribuzione ed i collegamenti alle prese, interuttori, ecc, e quindi rilasciare il certificato di conformità alla regola d'arte dell'impianto.

I costi dalle mie parti (prov. di VE) per un lavoro di questo tipo sono di circa 200 euro + IVA.

Visto che me l'hanno detto 2 proessionisti avvocati in cause di questo tipo e la camera di commercio, penso sia proprio così (tranne i costi che sono quelli che da queste parti chiedono le ditte).

D'altra parte rimane sempre il solito discorso: uno che è perito elettrotecnico puo istruire, fare il responsabile tecnico ed altro di una dita di impianti elettrici, fare progetti di una centrale nucleare ma non può realizzarsi in autonomia un impiantino di casa, quindi a mali estremi, estremi rimedi.

Per ultimo, circa la domanda che ha originato il thread, mi pare strano però che il Comune abbia concesso l'abitabilità senza quel certificato ... qui sono tassativi in merito ..

Inserita:

Comunque non si tratta di "certificato" (che dovrebbe essere rilasciato da un ente certificatore), bensì di "dichiarazione di conformità alla regola d'arte" (e non alle norme, come comunemente si dice).

Scusate la pedanteria.....

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