enricopa Inserito: 16 luglio 2005 Segnala Inserito: 16 luglio 2005 dovendo classificare la zona di competenza che si trova nell' area di una macchina ossitaglio per il taglio tramite fiamma ossidrica (singola o multipla) mi trovo in seria difficolta' nel capire come tali luoghi devono essere trattati.in primo luogho gli stessi costruttori di macchine nuove non prevedono nulla tipo motori eexd sistemi di rilevamento tramite sensoristica come flussostati termocoppie sulle fiamme ecc ecc .....poi le asl di competenza dicono di interpretare la norma ma spesso queste macchine son installate dentro capannoni enormi e difficilmente una fuga di gas puo' essere gestita o controllata vorrei sapere se avete qualche consiglio pratico sulla gestione di questo problema.
Aladino Inserita: 16 luglio 2005 Segnala Inserita: 16 luglio 2005 Ciao,noi abbiamo un ossitaglio non nuovo ma perfettamente funzionante ma onestamente non so nulla riguardo norme in materia di sicurezza.A parte la tubazione a norma con le valvole ecc ecc....non capisco cosa va a cercare la asl.A questo punto se ci fosse qualche norma, vorrei anche capire dove stanno le norme riguardanti l'uso di una fiamma ossidrica su carrello portabombole....perchè in definitivasull'ossitaglio a fiamma singola posso usare benissimo 2 bombole ( acetile + ossigeno ) come si usano sul portabombole......dove sta il maggior pericolo dell'ossitaglio ?Anzi per perfezionare le cose si possono montare le bombole fuori il capannone e tramite una linea gas e una ossigeno entrambe a norma, si va ad alimentare l'ossitaglio.....cosa invece non possibile nella fiamma ossidrica sul portabombole.Forse una buona cosa magari non dettata dalla norma è una buona ventilazione del locale perchè si creano fumi piuttosto pesanti da respirare.Ti saluto.
enricopa Inserita: 16 luglio 2005 Autore Segnala Inserita: 16 luglio 2005 il problema nasce quando la macchina e di questo si parla porta molte fiamme per esempio per tagliare piu' pezzi in parallelo e al posto delle bombole vegono usati grossi stoccaggi esterni di ossigeno e per esempio propano ,ok quindi per impianti di alimentazione certificato ma :le valvole generali devono essere eexd ? le pressioni in gioco sono molto elevate 15 bar (quindi molto costose).e poi rilevazione gas ? con sensori ? e la fiamma ? e se si spegne durante il funzionamento in automatico continua ad uscire il gas (potrebbe funzionare senza operatore ) si potrebbero creare delle sacche esplosive sotto la macchina.se va fatto tutto questo con le nuove norme atex diventa molto costoso e attualmente come gia' detto non vedo nessun costruttore adottare soluzioni adeguate il problema piu' che delle asl e' degli utilizzatori che probabilmente ingnari del pericolo di una eventuale esplosione continuano ad avere macchine non sicure.
totore69 Inserita: 16 luglio 2005 Segnala Inserita: 16 luglio 2005 Il dpr 547 del 1955 tratta questo argomento dal articolo 250 in poi,es:art 252 Fra gli impianti di combustione e gli apparecchi a fiamma ed i generatori o gassometri di acetilene deve intercorrere una distanza di almeno 10 mt,riducibili a 5 nei casi in cui i generatori o gassometri siano protetti contro le scintille ............Spero di essere stato di aiutoCiao Salvatore
enricopa Inserita: 16 luglio 2005 Autore Segnala Inserita: 16 luglio 2005 ti capisco ma e' un decreto del 55 e con la direttiva macchine incrociata con le atex penso abbia anche qualche carenza
valerio71 Inserita: 17 luglio 2005 Segnala Inserita: 17 luglio 2005 per quanto riguarda i problemi di classificazione d'area ti può dare una grossa mano il manuale sulle norme atex edito da Tuttonormel, che ti mette a disposizione anche il software di calcolo per stabilire la zona ecc ecc.Per quanto invece concerne i dispositivi da adottare sulle macchine/impianti li la questione è diversa, poichè le apparecchiature che utilizzi e rientrano in una zona classificata devono obbligatoriamente essere certificate atex, ma per quanto riguarda il numero, la disposizione, le protezioni eventuale allora li le norme si fermano, altrimenti dovrebbero contemplare in dettaglio qualunque maccinario e non è possibile. Dagli esempi forniti, e soprattutto dalla buona pratica devi vedere tu in scienza e coscenza le misure idonee a garnatire la sicurezza in tutte le possibili condizioni di esercizio,anche perchè dovendo mettere mani sulla macchina dovrai rifarne il fascicolo tecnico con analisi dei rischi ecc ecc. Vedrai che analizzandolo razionalmente dopo aver per prima cosa classificato le varie zone non è una cosa difficile, ci vuole solo tanta accortezza.
Sir.jonathan.porcu Inserita: 26 luglio 2005 Segnala Inserita: 26 luglio 2005 Esiste anche il software Progex del CEI, molto comodo: www.ceiweb.it Ciao.Jonathan
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