Differenziali di tipo "F"

[beppe866]

I differenziali di tipo F sono indicati in caso di utilizzo di apparecchi che integrino un sistema ad inverter, in quanto sono in grado di rilevare correnti con componenti impulsive a frequenza superiore a quella fondamentale e anche piccole componenti continue.

Sono prodotti sia in configurazione a 2 poli che a 4 poli.

Nelle specifiche di impiego si parla senpre di utilizzarli solo con carichi monofase, ma non capisco la motivazione tecnica.

Un inverter (correggetemi se sbaglio) sostanzialmente dovrebbe essere costituito da un gruppo raddrizzatore che carica i condensatori di Bus, e da un convertitore più o meno complesso per generare l'uscita a frequenza variabile, spesso trifase, a volte monofase o addirittura in DC come per alcuni climatizzatori, ma in ogni caso le differenze dl ponte di uscita non dipoendono dal fatto che l'alimentazione sia monofase o trifase, ma dal tipo di carico/motore che viene collegato, mi pare che i rischi elettrici siano equiparabili in entrambe le alimentazioni, quindi perchè un differenziale di tipo "F" non è indicato come uso in caricho trifase?

 

 

[NoNickName]

1 ora fa, beppe866 ha scritto:

Nelle specifiche di impiego si parla senpre di utilizzarli solo con carichi monofase, ma non capisco la motivazione tecnica.

 

 

 

A me non risulta questa indicazione d'uso

[Carlo Albinoni]

Perché un inverter trifase in caso di guasto può avere una dispersione in continua superiore ai 10 mA previste per il tipo F, quindi per l'inverter trifase ci vuole il tipo B.

 

Va però detto che, a parte queste indicazioni di massima, nella CEI 64-8 non c'è alcun obbligo senza se e senza ma di usare un tipo F o B per gli inverter. Quindi bisognerebbe verificare le informazioni del fabbricante dell'inverter.