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Cavi fotovoltaico passati in discendente di rame


Paolotto78

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Ciao a tutti,

scrivo per avere conferma dagli esperti in materia della corretta posa in opera del mio impianto FV.

In particolare, i cavi che collegano i pannelli FV all'inverter vanno dal tetto al garage passando per un discendente di rame.

I cavi sono stati infilati verticalmente nel discendente a partire dalla grondaia e sono stati fatti uscire orizzontalmente dal discendete, all'altezza desiderata, bucando il discendente stesso.

All'interno del discendente i cavi sono passati a nudo, senza l'uso di alcun corrugato.

Il corrugato è stato usato solo nell'ultimo tratto, per coprire i cavi dal buco sul discendente fino all'inverter.

Allego una foto che credo chiarisca il caso.

In riferimento alla foto stessa, successivamente a quando è stata scattata, il corrugato è stato infilato nel discendente per una lunghezza di circa 5 cm.

 

Immagino esista una normativa che regolamenti questo tipo di installazione.. cosa dice a riguardo?

Nel caso esista, posso avere il riferimento?

 

Grazie in anticipo a chi di voi riuscisse ad aiutarmi.

PHOTO-2023-08-08-15-44-30.jpg

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Livio Orsini

Ma che è l'animale che ha eseguito il lavoro?

Magari ha anche rilasciato la DIchiarazione di Conformità!

 

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Adelino Rossi

Ipotizziamo come minimo, nel tempo, l'intasamento dello scarico della grondaia, ecc. ecc.

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Michele e Adelino, sono d'accordissimo con voi... e vorrei chiamare la ditta (che tra l'altro, ovviamente, mi ha certificato l'impianto) imponendo di rifare la posa.

Il problema è che vorrei avere la forza di utilizzare un riferimento normativo.

Qualcuno lo ha?

 

Grazie!

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Spezzo una lancia in favore del collega, sicuramente non ha fatto un buon lavoro per uscire con il cavo dal pluviale, ma il cavo e indicato alle condizioni di posa (esterno o interno, posa bagnata o sottotraccia, canala o condutture, devo dire che una tubazione esterna sopra le grondaie non è molto bella da vedere e molti clienti ti chiedono di fare in modo di non vedere nulla, avrei cercato di far fare una braga di raccordo in rame con il tubo elettrico. oltre al fatto che in quel modo uscirà acqua da quel buco provocando umidità nella parete,questo è contestabile.

 

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1 ora fa, giuseppe967 ha scritto:

oltre al fatto che in quel modo uscirà acqua da quel buco provocando umidità nella parete,questo è contestabile.

Scommetto che se gli contesta il foro nel pluviale lo chiudono col silicone e se ne vanno orgogliosi...

Modificato: da drn5
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Maurizio Colombi
1 ora fa, giuseppe967 ha scritto:

Spezzo una lancia in favore del collega

A cui mi associo.

Che il cavo delle stringhe, sia posato appoggiato ad una lamiera grecata, che sia fascettato contro i supporti in alluminio dei pannelli o che scorra all'interno del pluviale della gronda... poco cambia. Unico neo della realizzazione, come detto in precedenza, rimane il non aver messo un po' di sigillante all'uscita del cavo.

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Livio Orsini
11 ore fa, giuseppe967 ha scritto:

Spezzo una lancia in favore del collega,

 

Io un lavoro così mal fatto non lo pagherei, anzi chiederei i danni per avermi rovinato un pluviale in rame.

Tra l'altro c'è il pericolo concreto che, nel tempo, il bordo metallico del foro incida l'isolante dei conduttori, con tutte le conseguenze del caso.

Non so come sia fatta la gronda del tetto, poteva benissimo far passare il cavo, intubato in un corrugato flessibile, sopra la grondaia e farlo scendere legato al pluviale.

 

Il riferimento normativo è che la legge prevede che ogni impianto sia eseguito secondo le regole dell'arte! Sfido chiuque a dimostrare che quel lavoro è stato eseguito a regola d'arte.

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Ma di quale piano stiamo parlando? Se un secondo oppure oltre se non hai un trabattello, piattaforma la vedo dura posare un tubo in esterno..  C'è da capire se era stato fatto un sopralluogo ed il cliente era a conoscenza di tale cavidotto "improvvisato"

 

 

 

 

 

 

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Livio Orsini
2 ore fa, ilsolitario ha scritto:

Ma di quale piano stiamo parlando? Se un secondo oppure oltre se non hai un trabattello, piattaforma la vedo dura posare un tubo in esterno...

 

Questo è un ragionamento che non regge.

Se devi effettuare un certo tipo di lavoro devi avere anche l'attrezzatura adatta.

Al limite, al momento di effetture la discesa dei cavi, affitti una piattaforma elevatrice.

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Maurizio Colombi

Allora, breve storiella fresca fresca, che si addice molto a questo argomento: almeno una decina di anni fa, in un noto Castello della mia zona, si decise di installare un climatizzatore nella stanza da letto della contessa "madre". 

Il percorso delle tubazioni e dei cavi, anche se relativamente breve (parliamo di una dozzina di metri di cui 5 o 6 in facciata) fu bocciato drasticamente dalla Sovrintendenza con mille e mille scuse e dopo svariati sopralluoghi.

La soluzione adottata, in barba alla Sovrintendente, è stata quella di utilizzare il pluviale di gronda come percorso per tutto il necessario  tra macchina esterna e macchina interna.

L'esito della soluzione adottata è stato catastrofico:

- il costo per la realizzazione del tubo di gronda maggiorato (fatto rigorosamente in rame e reso ossidato con un processo chimico),

- il costo della realizzazione dell'imbocco del pluviale sulla canala esistente, con relativo filtro in rete che nessuno ha mai pulito,

- il costo di noleggio della piattaforma (che doveva obbligatoriamente sbracciare di almeno una ventina di metri in altezza e di altrettanti lateralmente),

- la fornitura e la posa della macchina del condizionamento,

hanno comportato l'esborso di una cifra esorbitante, ma la contessa "madre" ha ottenuto il suo climatizzatore personale in camera da letto, che utilizzava rigorosamente con la porta del balcone aperta perchè "adorava sentire il rumore dell'acqua della fontana".

La contessa "madre" se ne è andata tre anni fa e la nipote ha deciso, a metà maggio,  di passare le sue giornate di neo mamma, nella stanza della nonna. Si è dovuto, quindi,  portare antenna e cavo LAN con relativo access point, per "allietare" le lunghe giornate della neo mamma e quale è stato percorso che abbiamo individuato per questa operazione?

Quello dentro al pluviale di gronda che, per lungimiranza dell'installatore del clima, era stato dotato di un traino supplementare per il famoso "non si sa mai".

Per finire: il climatizzatore funziona perfettamente dopo una decina di anni (adesso magari con la finestra chiusa) e la "nipote" è felice e contenta con il piccolo Filippo (nato ieri mattina) con il suo access point Tenda in camera e la sua TV, che arrivano dal pluviale di gronda.

Fine della storiella.

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Livio Orsini
9 ore fa, Maurizio Colombi ha scritto:

Fine della storiella.

 

Maurizio ci sono soluzioni emergenziali e soluzioni normali.

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Maurizio Colombi

No, Livio, ci sono soluzioni e basta.

E quella di scendere per i tubi di gronda con antenne, cavi di segnale, terre, stringhe solari e quant'altro è sempre stata una delle soluzioni più quotate. 

 

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Livio Orsini
37 minuti fa, Maurizio Colombi ha scritto:

E quella di scendere per i tubi di gronda con antenne, cavi di segnale, terre, stringhe solari e quant'altro è sempre stata una delle soluzioni più quotate

 

Io sono completamente in disaccordo!

Scendere affiancati ai pluviali è una soluzione accettabile, mentre scendere dentro un pluviale, per conto mio, è solo una soluzione da considerarsi come ultima alternativa, quando le condizioni ambientali non permettono altra msoluzione.

Ripeto, io un lavoro così non lo accetterei nemmeno dietro compenso.

Tra l'altro, da come è stato eseguito, è anche pericoloso perchè i conduttori sono a diretto contatto con il bordo del pluviale e, col tempo, l'isolante rischia di essere inciso dal metallo.

Modificato: da Livio Orsini
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Qui si tratta di una coppia di cavi che trasportano corrente continua dai pannelli FV all’inverter (immagino a 400V) e che sono stati tirati all’interno di un discendente per le acquaie pluviali.

la domanda è: la posa è a norma oppure no?

 

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Livio Orsini
27 minuti fa, Paolotto78 ha scritto:

la domanda è: la posa è a norma oppure no?

 

Assolutamente no!

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Scusate, ma mi sento di intervenire.

Innanzi condivido quanto esposto da Livio, perché un lavoro come quello che è stato riportato da Paolotto78, non è accettabile per nessun motivo.

-Possibile danneggiamento cavi (anche se idonei alla posa esterna) non garantiscono la protezione meccanica da eventuali corpi estranei che scendono con l’acqua piovana.

-Inoltre, anche se doppio isolamento, non è un cavo interrato segnalato da apposita banda colorata o comune cavidotto, non è garantita la protezione da un eventuale intervento umano (con qualsiasi mezzo) per la pulizia del pluviale per intasamento, almeno, non ci siano determinate segnalazione visive in prossimità dell’impianto, e ci sia un piano di manutenzione che le preveda (utopia nel 99% degli impianti fotovoltaici domestici), non è nemmeno garantita la protezione in uscita dal pluviale (pivelli).

- In deficienza al piano di sicurezza di cui sopra non ci sarà nemmeno un sezionatore di linea sulla discesa dal campo fotovoltaico che entra nel pluviale (questo assente nel 100% degli impianti domestici).

Quindi il Sig. Mario Rossi, che dopo un temporale, andrà a disgorgare con un palo in ferro appuntito il pluviale intasato dalle foglie portate dal vento del suo amatissimo Ginkgo biloba, rischierà di finire arrostito perché il cielo si è schiarito è l’impianto foto, eroga circa 280V. DC. (e non c’è nessun differenziale che intervenga).

 

Maurizio, con tutto il rispetto per la tua competenza ed esperienza maturata in materia.

Basta vedere l’illuminazione pubblica nei centri storici (o similari).

 

Il problema delle eventuali discese in facciata, con impianti tecnici essenziali, su edifici di pregio, definiti tali da sovrintendenze ai beni architettonici e culturali, è superabile con un buon tecnico (anche architetto purtroppo) che rediga un progetto e lo esponga come definito, alla sovrintendenza tramite l’ufficio tecnico comunale di competenza.

Nel progetto sarà esposto il problema e la soluzione idonea.

 

Non sarà un tubo RK con fissaggi in plastica, ma un tubo in rame con collari in rame.

Naturalmente la sovrintendenza risponderà con una prescrizione in cui, imporrà l’uso di collari con viti a taglio invece che a stella.

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Maurizio Colombi
1 ora fa, MAURO-6402 ha scritto:

Nel progetto sarà esposto il problema e la soluzione idonea.

Nel caso che ho citato, di soluzioni alternative, ne sono state prodotte almeno tre o quattro e sono state bocciate tutte.

Tra le varie proposte c'era la realizzazione di una struttura in mattoni antichi che coprisse le tubazioni, la posa di una macchina compatta tipo "Olympia Splendid" con i soli due bocchettoni all'esterno (proposta seguita anche da una ditta specializzata in carotaggi in quanto il muro ha uno spessore di 145 cm,) e, addirittura, quella di realizzare un tubo di gronda finto che corresse parallelo all'esistente.

Forse dalle tue parti non avete la "sovrintendente" che avevamo noi qualche anno fa... tutti la conoscono per la sua cocciutaggine ed è ancora citata adesso per le stupidaggini che ha fatto realizzare.

 

1 ora fa, MAURO-6402 ha scritto:

Quindi il Sig. Mario Rossi, che dopo un temporale, andrà a disgorgare con un palo in ferro appuntito il pluviale intasato dalle foglie

Il signor Mario, ha due possibilità: o scendere dall'alto, o salire dal basso.

Nell'installazione del nostro amico, i cavi entreranno nel pluviale dall'alto ed usciranno dal basso.

Se il signor Rossi non è proprio rimbambito del tutto, vedrà che sta infilzando il suo palo accuminato come un giavellotto, all'interno di qualcosa dove entra anche una guaina o dei cavi elettrici e si farà una domanda...

Non metto assolutamente in dubbio che i cavi "in uscita" avrebbero dovuto essere protetti in maniera più efficace dal contatto con il bordo tagliente del tubo, ma per questo serve un minimo di intelligenza che non tutti hanno.

Nel caso proposto in precedenza, solo perchè lo conosco bene, il tubo di gronda non si intaserà mai per un paio di semplici motivi: all'imbocco dello stesso è stato "costruito" un filtro in rete metallica per prevenire tutto questo e soprattutto perchè l'imbocco del pluviale di gronda si trova ad oltre trenta metri di altezza (36,50 per l'esattezza), al difuori della portata naturale di ogni Ginkgo biloba e di ogni rampicante vario che, proprio per evitare inutili spese e per aumentare il livello di "sfiga" in quell'installazione, viene costantemente potato a circa 10/12 metri da terra.

 

1 ora fa, MAURO-6402 ha scritto:

Basta vedere l’illuminazione pubblica nei centri storici

Appunto! Prova a controllare bene certe installazioni e prova ad analizzare le soluzioni che sono state adottate... non sempre sono le più canoniche.

 

59 minuti fa, Dumah Brazorf ha scritto:

rabbrividiamo...

Anch'io rabbrividisco, ma l'informatico del Castello, pare che conosca solo quelli...

La rete definita "pubblica", ha delle serie pecche e continuano a pendere dalle labbra di quel tizio. 

 

3 ore fa, Paolotto78 ha scritto:

la domanda è: la posa è a norma oppure no?

Il normatore ha ben altro a cui pensare, il normatore non può stabilire tutti i posti dove si può o non si può posare un cavo, il normatore precisa solo come proteggere il cavo e che tipo di cavo posare. Tutto qui.

Assumendosene ogni responsabilità ed evidenziando l'impossibilità di seguirle, le norme si possono anche derogare.

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mrgianfranco
21 ore fa, Paolotto78 ha scritto:

Questa è la foto che rappresenta la situazione attuale

Non avranno usato la meglio soluzione passando in pluviale..(ne ho viste più di una di queste soluzioni...sinceramente non mi piace e il diflex l avrei usato per tutta la tratta comunque..)comunque anche tu hai aggiunto del tuo!almeno il dito al silicone potevi passarlo!

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4 ore fa, Maurizio Colombi ha scritto:

Forse dalle tue parti non avete la "sovrintendente" che avevamo noi

Certo può essere, io sono abituato a centri storici vicino a casa, tipo Pordenone, Trieste (con unica sovrintendenza a Udine) e Venezia che li si ride.

Li ci sono diversi personaggi che variano a seconda del mese dell’anno e della fase lunare.

Comunque, nei miei casi, con il dovuto appoggio di un buon studio tecnico con gente preparata, si è sempre trovata una soluzione tecnica ed architettonica per risolvere i problemi.

Magari sono stato fortunato.

4 ore fa, Maurizio Colombi ha scritto:

Il signor Mario, ha due possibilità: o scendere dall'alto, o salire dal basso

Non è tanto la questione del Sig. Rossi, a cui mi ero ispirato come utente medio di un edificio unifamiliare.

Il problema è l’uso di una struttura (scarico pluviale) che non è stata concepita e realizzata per un utilizzo promiscuo come cavidotto.

Tanto meno essere parzialmente ostruita da elementi estranei, come cavi e retine, che per forza di cose ostruendosi anche per residui minori sono soggette a maggior manutenzione da parte del proprietario o, suo delegato.

Per analogia, secondo il tuo concetto, se per qualche motivo non si può passare una linea elettrica su una muratura, posso usare i tubi dell’impianto di riscaldamento che sono già passati lì vicino? Magari con due Te e due tappi stagni?

Mi sembra inconcepibile.

4 ore fa, Maurizio Colombi ha scritto:

Se il signor Rossi non è proprio rimbambito del tutto, vedrà che sta infilzando il suo palo accuminato come un giavellotto

Questo è un altro problema.

Non sappiamo le condizioni psichiatriche del Sig. Rossi.

È concettualmente un cliente di cui non conosciamo niente.

Magari la moglie gli ha nascosto il pacchetto di sigarette, e lui preso da astinenza fumatoria si è arrovellato un cartoccio del mais e dopo averlo acceso ha pensato di andare a pulire il pluviale intasato, utilizzando un trapano e punta del 42, non curandosi di cosa ci sia nel pluviale oltre alle normali foglie e scoiattoli.

 

Deve essere adeguatamente e chiaramente segnalato il potenziale pericolo, aldilà di chi va metterci le mani.

Meglio se si evitano queste situazioni.

Dopo uno fa come meglio pensa. chiudo OT.

Modificato: da MAURO-6402
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Maurizio Colombi
8 ore fa, MAURO-6402 ha scritto:

 

Magari la moglie gli ha nascosto il pacchetto di sigarette, e lui preso da astinenza fumatoria si è arrovellato un cartoccio del mais e dopo averlo acceso ha pensato di andare a pulire il pluviale intasato, utilizzando un trapano e punta del 42, non curandosi di cosa ci sia nel pluviale oltre alle normali foglie e scoiattoli.

Se il signor Mario ha queste crisi di astinenza, sono affari suoi e non miei, potrebbe tranquillamente decidere di andare a buttarsi sotto al treno o giù da un cavalcavia, avrebbe senz'altro molto meno sbattimento che salire sul tetto a prendere a stilettate la gronda...ma non sono affari miei.

 

In ogni modo, ultimamente, le canne fumarie ed i pluviali di gronda, rimangono i percorsi alternativi per antenne, reti, fotovoltaici, climatizzatori e per tutto quello che deve scendere da un tetto al suolo. 

Non sono quarant'anni che succede, ma ultimamente questa cosa stà dilagando. Credimi.

Ognuno ha il suo punto di vista, ed è giusto così, non voglio aver ragione in tutti i sensi, perchè dalle mie parti parti si dice: "la ragion la's da ai luc e ai cuion" quindi passo e chiudo.

Buona domenica e buona continuazione.

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Livio Orsini
2 ore fa, Maurizio Colombi ha scritto:

ma ultimamente questa cosa stà dilagando. Credimi.

 

E un altro sintomo del degrado continuo della nostra società.

Di gente che sa lavorare bene, che è capace di lavorare bene, che ha voglia di lavorare bene ce ne è sempre di meno. Tutti sono alla ricerca del massimo guadagno con il minimo impegno; possiiblimente si cerca da far fare i lavori ad altri su cui però si vuole speculare.

 

Ci sone delle regole, che non sono state fatte per rendere più difficoltoso il lavoro, ma sono state fatte per dare garanzia di sicurezza, di lavoro eseguito a regola d'arte, al cittadino.

Però si cerca di eludere le regole accampando tante scuse, a partire dalla burocrazia europea che mette sempre lacci e lacciuoli a chi vuol fare. In molti casi è vero, ma non nel caso delle normative di sicurezza.

 

Magari è comodo far passare il cavo di antenna nel camino, che poi quel cavo possa cuocersi...meglio così il cliente mi chiamerà per sostituirlo.🤢

 

Non si rispettano le regole e le normative, poi ci si stupisce dei continui incidenti sul lavoro, del lavoratori che muoiono mentre lavorano. Ci sono più morti sul lavoro oggi che quando ero ancora in servizio io!

Modificato: da Livio Orsini
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