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PLC Forum


Protezione dispositivi da JB a campo


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Buona sera a tutti,

 

Sono a chiedervi un consiglio/opinione per l'argomento in oggetto.
Ci troviamo spesso (come nella norma credo) a progettare impianti in cui la strumentazione e gli attuatori in campo sono suddivisi in più scatole di derivazione JB in base alla loro effettiva funzione o locazione nell'impianto.

Il dubbio è su come proteggere adeguatamente le alimentazioni che vanno verso l'esterno.

Normalmente, prevedo sempre un magnetotermico per l'alimentazione che va verso la cassetta, e quando possibile anche un fusibile (morsetto fusibilato o portafusibile a seconda) all'interno della stessa così da poter proteggere ed eventaulmente sezionare tutto quello che è la parte di strumentazione.

Per quanto riguarda gli attuatori invece spesso non arriva la stessa alimentazione precedentemente sezionata (perchè possono essere tensioni diverse, perchè gestite da plc e da moduli di sicurezza). Prendendo l'esempio delle elettrovalvole appunto, ho visto spesso utilizzare un morsetto fusibilato per ogni uscita, ma personalmente non sono mai stato del tutto convinto della cosa.

Voi solitamente come gestite questo tipo di situazione?

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l'argomento non è di facile risposta , o perlomeno , la risposta è complessa .

Personalmente , nelle realizzazioni che ho visto , pochissime aziende sezionano in base a criteri di disposizione dei componenti   , e soprattutto , quando si fanno le modifiche , non vengono rispettate questi criteri

molto pochi tengono presente le sezioni dei cavi e la loro lunghezza .

Io uso alcuni criteri :

 

Magnetotermici , se possono essere comodi come sezionamento e come protezione 

Fusibili : se sono cose che proprio non si romperanno mai , o se serve una protezione perchè il sensore o trasduttore non è in grado di reggere le correnti di corto circuito .

 

Esempio : scheda PLC che comanda relè ausiliari che comandano elettrovalvole   verifico la portata dei contatti del relè ausiliario , esempio 6 o 10 A , e monto un magnetotermico adeguato .   Logicamente, su macchine complesse , che montano, esempio 20 elettrovalvole oleodinamiche , divido a gruppi da 10 A , a valle , magari di uno switching da 20 A

 

Ingressi : contatti da bordo campo , micro , PX , magnetotermico da 4 A

su apparecchi molto delicati , esempio , trasduttori IFM , o trasmettitori IO link , un morsetto portafusibile sull'alimentazione , per limitare in caso di corto a 500 o anche solo 100 mA , esempio , reed dei cilindri pneumatici

 

Un cliente in particolare, vuole tutte le alimentazioni sezionabili e protette : parliamo di quadri relativamente semplici , dove però le alimentazioni sono almeno 10 diverse, tutte a 24 Vdc

 

quindi fusibili 5*20 , ma preferibilmente 10*38 , che sono facilmente sezionabili , anche se ingombranti  ( alimentazione CPU , esempio 2 A , pannelo OP esempio 1..2 A , telegestione Ewon 1 A , modulo uscite 2 o 4 A , ecc, ecc

 

se poi i manutentori o altri metteranno le mani e scambieranno i fusibili , purtroppo questo non lo posso prevedere ...

 

se in un quadro ho magnetotermici  , e poi gruppi di fusibili ( per limitare i costi o proprio perchè non interverrano mai..esempio..fusibile da 1 A su pannello operatore , on interverrà mai..serve solo al programmatore per sezionarlo e riavviarlo durante las programmazione od il service , stessa cosa su Ewon ) fornisco sempre una quantità adeguata di fusibili di ricambio , perchè immagino che il guasto alle 6 di sera o un venerdi notte.. il manutentore di suo vada gia nel panico, se mancano i ricambi....

 

poi dovrebbe esser ela logica a dire... ho bruciato 2 fusibili.. inutile metterne altri , prima cerco il corto !

 

ho ancora usato molto poco i moduli tipo Murrel o siemens con sgancio "elettronico" e segnalazione verso il PLC

 

io poi costruisco quadri su misura , praticamente mai di serie , quindi ogni impianto ha un po una sua storia a parte ed un suo criterio , pensando alle norme, ma io soprattutto alla manutenzione in campo !

 

e una suddivisione simile , ha sempre come supporto delle morsettiere adeguate , con indicazioni adeguate

 

i comuni di alimentazione , a valle dei magnetotermici , cerco di numerarli sempre ocn criterio mnemonico , quindi il 24 deli ingressi sarà +24I , quellko delle uscite +24U , ecc, ecc    nel caso di piu suddivisioni verso cassette di diversa ubicazione , +24I1 , +24I2, ecc, ecc

una volta con i grafoplast a  mano , era complesso creare numerazioni , adesso con il pltter si fanno velocemente numeri anche a 6 cifre

 

ho in parte risposto ?

 

 

 

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1 ora fa, suppaman87 ha scritto:

Normalmente, prevedo sempre un magnetotermico per l'alimentazione che va verso la cassetta, e quando possibile anche un fusibile (morsetto fusibilato o portafusibile a seconda)

Quadro_Fusibili.thumb.jpg.826beb24ebb87e411a8e5b40d7945734.jpg

 

esempio per ingressi "delicati" ed alimentazione sensori , fusibili 4*20 su morsettiera

 

 

 

Quadro_Ewon.jpg.23e7761a4872371d7e4f2fb6e6d85406.jpg

esempio di quadretto "stupido" ma pur sempre con i fusibili di ricambio .  mettevo un magnetotermico da 6 A per proteggere il piccolo switching ? 

 

 

 

 

Quadro_Borgo.thumb.jpg.6f38c8bd92b593f6cf23dd499fd14b8a.jpg

 

Protezione tramite tripolari 14*51 dell'alimentazione di un chiller esterno la quadro , praticamente proteggo la partenza ed i cavi 

portafusibili di sezionamento di due piccoli trafo per ausiliari

Magnetotermici per protezione 24 , su singole partenze

 

non fatemi il cazz...atone , lo so , PLc siemens , magnetotermici siemens , e per una piccola pompa ausiliaria ho usato Telemecanique  

Modificato: da luigi69
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Ciao Luigi,

Intanto grazie per la risposta.

 

Generalmente anche noi facciamo quadri su misura molto spesso diversi tra loro sia per tipologia sia proprio per ambiente di installazione quindi anche quello a volte ti vincola nei metodi di progettazione. Ad esempio ci capita che i cliente nel campo siderurgico sono abituati in un modo, quello del settore chimico in un altro.

Tendenzialmente comunque, come concetto cerchiamo di tenere un filo comune,

 

3 ore fa, luigi69 ha scritto:

ho ancora usato molto poco i moduli tipo Murrel o siemens con sgancio "elettronico" e segnalazione verso il PLC

Li ho utilizzati una volta, ma ho deciso subito di abbandonarli, un po per il costo un po perchè a livello di manutenzione il classico MT o fusibile 10x38 è sicuramente più facile da gestire

 

3 ore fa, luigi69 ha scritto:

o poi costruisco quadri su misura , praticamente mai di serie , quindi ogni impianto ha un po una sua storia a parte ed un suo criterio , pensando alle norme, ma io soprattutto alla manutenzione in campo !

e una suddivisione simile , ha sempre come supporto delle morsettiere adeguate , con indicazioni adeguate

i comuni di alimentazione , a valle dei magnetotermici , cerco di numerarli sempre ocn criterio mnemonico , quindi il 24 deli ingressi sarà +24I , quellko delle uscite +24U , ecc, ecc    nel caso di piu suddivisioni verso cassette di diversa ubicazione , +24I1 , +24I2, ecc, ecc

una volta con i grafoplast a  mano , era complesso creare numerazioni , adesso con il pltter si fanno velocemente numeri anche a 6 cifre

Mi trovi perfettamente daccordo, anche io cerco di dare un nome "logico" alle alimentazioni cosi da essere individuabili facilmente in caso di manutenzione.

 

Per quanto riguarda invece la prima foto inviata, tendenzialmente non mi piace fare morsettiere "miste" con tipologie differenti di morsetti, ma a volte è difficile mantere tutto uguale e coerente.

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Il 24/06/2024 alle 22:24 , suppaman87 ha scritto:

Ad esempio ci capita che i cliente nel campo siderurgico sono abituati in un modo,

Ecco... quello ancora un altro mondo

LA mia esperienza  è nel campo dell'alluminio : ho visto forni con 4 bruciatori cablati con un unico 110 V  .  al primo guasto , forno completamente spento , e i manutentori , di corsa, a cercare il guasto per riavviare almeno un bruciatore , per riuscire a non fare raffreddare il tutto

 

anche in questo caso , ho sempre abbondato di suddivisione e morsettiere .

 

Il 24/06/2024 alle 22:24 , suppaman87 ha scritto:

Per quanto riguarda invece la prima foto inviata, tendenzialmente non mi piace fare morsettiere "miste" con tipologie differenti di morsetti, ma a volte è difficile mantere tutto uguale e coerente.

Capisco e non impazzisco per quello che ho fatto...

Logicamente ,  quella morsettiera ha una decina di nomi diversi  ( ad ogni cambio di tipologia di morsetto )  , ma necessario se hai poco spazio e diverse tipologie del collegamento a bordo campo  ( morsetti a 3 piani , morsetti doppi , portafusibile )

Uso ancora i morsetti a vite , per una questione di prove a bordo campo e di messa in funzione  ( e anche di mio magazzino... ) . Io lavoro per aziende medio piccole , piccole e piccolissime . Spesso , nella ricerca guasti , o nelle tarature assieme ad idraulici o meccanici , anche al telefono , con un tester da 20 Euro , faccio fare tutte le prove , perchè magari in campo non ci sono elettricisti "fissi" . Non sempre facile, come i moduli ET200 della Siemens , infilare il puntalino in un morsetto a molla  .

Ne avevo parlato tempo fa, a  meno di impianti specifici che trasmettono solo in 4-20 ( ho ricevuto un ordine per un impianto con strumenti che trasmettono solo in 4-20 ) , preferisco usare lo 0-10 , sempre appunto , che tecnicamente sia fattibile , perchè senza staccare fili , si può verificare il lavoro .

 

assieme alle morsettiere cerco sempre di curare anche il discorso prese pina sul bordo campo

 

sicuramente aumentano i costi , sia del disegno dello schema , sia della realizzazione

Ma su bordo campo , dove magari si uniscono piu unità , costruite da ditte diverse ( immaginiamo una macchina dove il gruppo valvole e la centralina viene fornita da una ditta , un gruppo di sensori da un altra , ecc, ecc  ) se posso , uso prese spina , per realizzare i cablaggi  prima , a parter,  e poi sul bordo , arrivare gia con i connettori e cablare piu velocemente .

E' anche capitato di costruire alcuni "skid" simili , con gruppi valvole e sensori : mettendo i connettori , oltre alla morsettiera, ho preparato una specie di scatola "universale" che permette ai montatori di provare un po di cose , agganciando sempre e solo una spina , non cablando 20 morsetti

 

 

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una curiosità su una morsettiera   .... un gruppo chiller costruito da altri , io mi ero collegato con relè ausiliari per leggere lo stato degli allarmi , ecc, ecc..

poi è passato una sottospecie di manutentore , quelli che quando una macchina si guasta , dicono che  è tutta colpa dell'elettronica , mai della meccanica 

 

doveva saldare delle flange , ha attaccato la massa a Zurigo....e lui saldava a Canicattì , tanto cosa importa ?

la massa ha "girato" sui cavi di massa...ecco la morsettiera 😁

Morsettiera_bruciata.thumb.jpg.00600f09440b90468e6ffdab19109af3.jpg

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