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wattaggio resistori vintage


laser79

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buongiorno,

dovrei sostituire dei resistori su alcune schede anni '60 che hanno i classici resistori cilidrici marroni a carbone.

sapete dirmi come si determina il vattaggio di questi componenti? in base alle dimensioni credo, ma cercando in rete non ho trovato nulla di utile.

avete qualche tabella, o qualche indicazione di massima?

ad esempio ho un resistore di 8mm * 18mm. da quanto sarà? 1-2W?

grazie

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Livio Orsini
11 minuti fa, laser79 ha scritto:

ad esempio ho un resistore di 8mm * 18mm. da quanto sarà? 1-2W?

 

Penso a 1W di dissipazione.

Devo averne qualcuno da 1/2W di quel periodo, appena lo reperisco lo misuro così ti posso dare un riferimento sulle dimensioni

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2 ore fa, laser79 ha scritto:

vattaggio

 

Prendila sul ridere da un vecchio trombone come me ma la parola "vattaggio" nun se pò proprio sentì!!! :) :)

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14 minuti fa, Lucky67 ha scritto:

 

Prendila sul ridere da un vecchio trombone come me ma la parola "vattaggio" nun se pò proprio sentì!!! :) :)

va bhè dai, se diciamo voltaggio e amperaggio possiamo permetterci anche wattaggio.... è la prima legge di Ohm 😆

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Se sono quelli col corpo ceramico biancastro con un diametro di 6.35mm sono a impasto da 1/2 watt;

Anche se le dimensioni fanno pensare ad un wattaggio piu' grande, la delicatezza dell'impasto non ammette di piu';

Tieni presente che un certo surriscalamento, magari insistere troppo col saldatore, ne cambia il valore.

Infine sono assai rumorosi, per niente adatti all'HiFi.

 

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Livio Orsini

Quelle nella fotografia non sono ad impasto.

 

Ho reperito alcuni vecchi resistori da 1/2W, corpo simile a quelli in fotografia,dimensioni del corpo 3,5mm x 10mm.

 

OT quando ero al primo anno ITIS (1958), noi elettronici, per distinguerci, usavamo mettere nell'occhiello sinistro del bavero della giacca, a mo di distintivo, una di quelle che al tempo si dicevano "resistenze americane", ovvero una belresistore ad impasto da 1W, La scelta del colore del1° anello doveva corrispondere alla classe frequentata (nero 1°classe, rosso 2° classe, e così via)

Modificato: da Livio Orsini
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@Livio Orsini questa della resistenza come distintivo della classe proprio non lo sapevo....

Quando ho iniziato io però il biennio era comune con meccanica elettrotecnica e informatica 

.. i meccanici cosa mettevano un ingranaggio e gli elettrici una lampadina?

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Livio Orsini
1 ora fa, max.bocca ha scritto:

Quando ho iniziato io però il biennio era comune con meccanica elettrotecnica e informatica 

 

Io frequentavo presso Radiotecnico A. Beltrami di Milano. La mspecializzazione per elettronica industriale aveva un programma sperimentale dove iniziavi a studiare elettrotecnica, elettronica e radiotecnica già dal secondo anno. Anche il primo anno era differente dal biennio degli altri istituti tecnici. Ad esempio il programma di matematica era più...pesante come quello del secondo anno, inoltre matematica era materia di studio sino al 5° anno.

Gli elettronici dell'altro istituto il Feltrinelli, invece avevano un programma più leggero con biennio uguale a tutte le altr specializzazioni.

 

A quei tempi nell'area dove c'era il beltrami c'erano pareccbhie scuole superiori come periti edili, geometri, ragionieri, chimici, ed altri.

Noi ci consideravamo "i migliori" (ovviamente in fondo alla lista c'erano i "ragiunatt") e per plocamare a tutti la nostra appartenenza avevamo adottato il "resistore americano" come distintivo. Oggi questo tipo di resistenze sono molto comuni, anzi sono sorpassate perchè le più usate sono le smd, ma nella seconda metà deglia anni 50 erano lo stato dell'arte, come i transistori al germanio, quelli al silicio non c'erano ancora per il mercato normale, erano solo per i militari.

 

1 ora fa, max.bocca ha scritto:

i meccanici cosa mettevano un ingranaggio e gli elettrici una lampadina?

 

Quelli...non avevano alcuna cosa di cui vantarsi, erano vecchia tecnologia, gli elettronici erano il nuovo che avanza e spazza via il vecchiume.😁

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NovellinoXX
5 ore fa, Livio Orsini ha scritto:

Quelle nella fotografia non sono ad impasto

Oibooò ! ........e quali sarebbero?

 

5 ore fa, Livio Orsini ha scritto:

usavamo mettere nell'occhiello sinistro del bavero della giacca, a mo di distintivo, una di quelle che al tempo si dicevano "resistenze americane"

Questa moda l'ho vista da qualche parte anche più di recente. 

Modificato: da NovellinoXX
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Domenico Maschio

Resistenze a carbone da 1/2 , 1 , 2 , 5 W

dimensioni rispettivamente

 3,5 x 10 

6 x 14

8 x 18

12 x 28 

forse quella da 2 w è a film WhatsAppImage2024-08-09at14_44.32(1).thumb.jpeg.b861f85e9ac3fffef2be5b5c1448a424.jpeg

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NovellinoXX
1 ora fa, Domenico Maschio ha scritto:

Resistenze a carbone da 1/2 , 1 , 2 , 5 W

dimensioni rispettivamente

 3,5 x 10 

6 x 14

8 x 18

12 x 28 

forse quella da 2 w è a film 

Esatto! ma queste sono già più recenti di quelle postate da Laser79.

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Livio Orsini

I resistori della foto di Laser79 sono resistori acarbone prodotte da SECI di Baranzate di Bollate (MI) azienda che terminò la sua esistenza fine anni 70 o primi anni 80.

negli anni 60 era ancora il leder del mercato italiano.

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quei resistori sono montati su un amplificatore di un jukebox AMI, ma le schede sono marcate Rowe, quindi non so se sono italiane o americane.

credo comunque di poter giungere alla conclusione che quelle da 8x18 sono da 2w.

grazie a tutti gli intervenuti.

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Livio Orsini

Se sono originali sono probabilmente americane. Esteriormente erano tutte uguali fatte dalle stesse macchine.

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