cordalenta Inserito: 21 ottobre 2008 Segnala Inserito: 21 ottobre 2008 Sono diplomato ITIS ed edercito da 20 anni in ENEL poi ENDESA ora E.ON. Nasco come manutentore elettrico, poi specializzato in automazione di gruppi idroelettrici, fino ad arrivare alla qualifica di capo reparto dei lavori di manutenzione elettromeccanica affidati ad imprese esterne.Di installatori da "elettrobestiario" vi assicuro che ne girano molti e molto spesso mi capita di rilevare difformità rispetto alle norme CEI che puntualmente faccio correggere, questi installatori poi emettono anche una DICO.Secondo il DM 37/08 anche io posso emettere una DICO o DIRI per quegli impianti realizzati da personale della mia azienda, ma non posso emettere la DICO per l'impianto elettrico della mia abitazione da me realizzato.Secondo voi non c'è qualcosa che non va?
Carlo Albinoni Inserita: 21 ottobre 2008 Segnala Inserita: 21 ottobre 2008 Secondo il DM 37/08 anche io posso emettere una DICO o DIRI per quegli impianti realizzati da personale della mia azienda, ma non posso emettere la DICO per l'impianto elettrico della mia abitazione da me realizzato.Secondo voi non c'è qualcosa che non va?Sì.
Bdm Inserita: 21 ottobre 2008 Segnala Inserita: 21 ottobre 2008 Solo le imprese abilitate o non abilitate con responsabile tecnico interno, possono emettere la DICO. Un responsabile tecnico non è un'impresa quindi non può emettere la DICOL'artigiano ad esempio è legale rappresentate e responsabile tecnico allo stesso tempo e può fare la DICO per l'impianto di casa sua. La cosa che non va è che il resposabile tecnico dentro l'azienda è riconosciuto fuori dall'azienda no. Però questo avviene per un motivo semplice, se si permette ad un semplice responsabile tecnico di firmare le DICO degli impianti che realizza domani avremmo millemila responsabili tecnici che si mettono la tuta da metalmeccanico e se ne vanno a realizzare impianti a terzi senza essere registrati alla camera di commercio e senza partita iva. A sto punto anche l'artigiano può dire: ma dato che sono responsabile tecnico a me chi me lo fa fare ad iscrivermi alla camera di commercio e aprire la partita iva ? E' chiaro il concetto ? Cioè sembra assurdo non poter fare la DICO per se stessi, ma lo si fa per evitare il lavoro in nero. bye
settepertre Inserita: 21 ottobre 2008 Segnala Inserita: 21 ottobre 2008 millemilanumeri che fanno girare la testa
Bdm Inserita: 21 ottobre 2008 Segnala Inserita: 21 ottobre 2008 Ma quanti saranno sti responsabili tecnici ?
cordalenta Inserita: 22 ottobre 2008 Autore Segnala Inserita: 22 ottobre 2008 Caro Bdm, penso che nessun "semplice" responsabile tecnico sarebbe così scemo da andarsene in giro ad installare a terzi compilando anche le DICO a propio nome, lasciando così traccia inequivocabile dell'illecito compiuto.Credo che realizzarsi l'impianto a casa propria e poterlo certificare, sempreché si abbiano i requisiti, equivalga a cerificare quelli realizzati all'interno della azienda della quale si è dipendenti. Non classificherei questo come lavoro nero.Peggio è, e ti assicuro che si verifica, che alcune imprese installatrici iscritte regolarmente alla camera di commercio, si avvalgano di lavoratori in nero, a volte anche pensionati, per le realizzazioni, lasciando poi al titolare dell'impresa solo l'onere di firmare la DICO per far risultare tutto in regola. Sui requisiti di alcuni responsabili tecnici di imprese installatrici ci sarebbe poi da discuterne....Il fatto è che ora dovrò cercarmi anche io qualche impresa disposta a certificare l'impianto progettato e realizzato da me, oppure il mio impianto rimarrà sprovvisto di DICO, quando in giro mi capita di vedere impianti con la piattina, ma in possesso della conformità alla 46/90 perché gli hanno installato il differenziale.
LB81 Inserita: 22 ottobre 2008 Segnala Inserita: 22 ottobre 2008 (modificato) oppure il mio impianto rimarrà sprovvisto di DICOPuoi sempre dire che l'impianto era già esistente prima della legge 46/90 e per criteri di costruzione rispondeva ai requisiti delle norme vigenti. Poi è stato sottoposto a molteplici interventi di manutenzione ordinaria (non serve la DICO), fino ad arrivare alla graduale e completa sostituzione di tutti i componenti. Nessuno potrà conoscere le caratteristiche dell'impianto originale, quindi no problem, l'importante è avere un impianto perfettamente a norma Ciao Modificato: 22 ottobre 2008 da LB81
Bdm Inserita: 22 ottobre 2008 Segnala Inserita: 22 ottobre 2008 Credo che realizzarsi l'impianto a casa propria e poterlo certificare, sempreché si abbiano i requisiti, equivalga a cerificare quelli realizzati all'interno della azienda della quale si è dipendenti. Non classificherei questo come lavoro nero.Perfetto, fino a che resti dentro casa tua ok, ma appena dichiari un impianto per conto terzi sei già nell'illecito, perchè se non hai la partita iva tu non puoi vendere un bene o un servizio. Quindi per te basterebbe l'eccezione alla regola che permetta ad un responsabile tecnico di firmare la DICO per casa sua ! Il problema è che il DM 37/08 NON PERMETTE la realizzazione degli impianti tecnologici da soggetti diversi dalle ditte, in pratica viene riconosciuto lo status di ditta e non la competenza tecnica. Cosa dire dei periti industriali che possono progettare l'impianto elettrico ma non possono emettere la DICO ? Cioè non è sbagliata la legge è che si è deciso che ognuno deve stare al suo posto !
cordalenta Inserita: 22 ottobre 2008 Autore Segnala Inserita: 22 ottobre 2008 Stare al proprio posto vuol dire all'interno dell'azienda si e a casa mia no?Andiamo...non ditemi che il dipendente del falegname non si costruisce le porte da solo, che il dipendente del meccanico non si aggiusta la macchina da solo e che il dipendente di un imbianchino non si rivernicia la sua abitazione.Questo significa non stare al proprio posto? Perche chi sa farsi le cose da solo non deve poterle fare stando in regola? Deve servire la partita iva per sistemare casa propria? Oppure bisogna trovare sempre qualche stratagemma per aggirare le regole (vedi il consiglio di LB81)? Non sarebbe meglio invece di riconoscere lo status di ditta, riconoscere la vera competenza? Come può uno avere le competenze per progettare e non quelle di dichiarare che quanto realizzato secondo il suo progetto e a norma?
Carlo Albinoni Inserita: 22 ottobre 2008 Segnala Inserita: 22 ottobre 2008 Perfetto, fino a che resti dentro casa tua ok, ma appena dichiari un impianto per conto terzi sei già nell'illecito, perchè se non hai la partita iva tu non puoi vendere un bene o un servizio.Be' ci sono anche quelli che lavorano gratis.......Per amicizia, per volontariato,....Consoco medici che nel tempo libero lavorano gratis in opere caritative. Perché un elettricista non potrebbe fare lo stesso?
Bdm Inserita: 22 ottobre 2008 Segnala Inserita: 22 ottobre 2008 (modificato) cordalenta Questi sono quesiti a cui ti può rispondere chi fa la legge. Io credo che un perito industriale ha competenze per progettare ma non è detto che sappia realizzare l'impianto, ovvero un perito industriale prima di diventare responsabile tecnico deve dimostrare di aver lavorato come dipendente. Un responsabile tecnico non è detto che sappia realizzare l'impianto. Perchè se tu sei titolare di un'azienda ed assumi un responsabile tecnico dopo 6 anni mi sembra acquisisci il titolo di responsabile tecnico per le lettere ai quali il tuo responsabile tecnico era abilitato senza aver mai messo le mani su un cavo elettrico. Un operaio senza titolo di studio, operante per una ditta che lo manda nei cantieri a fare solo le traccie nei muri e passare corrugati, dopo un tot di anni diventa responsabile tecnico.Quindi secondo me il problema sta nella figura del responsabile tecnico. Questa figura si trova in una zona d'ombra, intanto non c'è un albo, è un tecnico abilitato ma se non diventa ditta non può realizzare impianti, può firmare una DICO senza essere competente ma solo per il fatto di essere un capo azienda o addirittura il familiare in collaborazione con l'azienda, cioè io assumo mia moglie come segretaria dopo 6 anni (dubbio) diventa responsabile tecnico come da DM 37/08. Quindi quello che non va è la figura troppo aleatoria del responsabile tecnico !CarloBe' ci sono anche quelli che lavorano gratis.......Per amicizia, per volontariato,....Consoco medici che nel tempo libero lavorano gratis in opere caritative. Perché un elettricista non potrebbe fare lo stesso?ma daaaai dove vivi nel congo belga ? Qui siamo in italia, se fanno una cosa del genere lo sai quanti amici hanno gli elettricisti ? spero che era una battuta la tua Modificato: 22 ottobre 2008 da Bdm
Carlo Albinoni Inserita: 22 ottobre 2008 Segnala Inserita: 22 ottobre 2008 ma daaaai dove vivi nel congo belga ? Qui siamo in italia, se fanno una cosa del genere lo sai quanti amici hanno gli elettricisti ?Non era una battuta!DiceviPerfetto, fino a che resti dentro casa tua okoke se vai nella casa di un amico o di un parente?o magari di qualche bisognoso aiutato dalla parrocchia, che ha l'impianto di casa in disordine ma non ha i quattrini per risistemarlo?
Bdm Inserita: 22 ottobre 2008 Segnala Inserita: 22 ottobre 2008 (modificato) Certo tu vai da una persona e gli realizzi un impianto gratis, poi gli fai la DICO ed è tutto ok ! Per me può andare bene ! Ma lo stato che ne sa se tu hai percepito denaro ? Famo a fidarsi ? EsempioUn mio amico ha un'azienda e chiama sempre me per sistemare l'impianto, io gli faccio la Dico, il mio amico mi passa 1000 euro a lavoro, però io dico che siccome è un mio amico gli ho regalato la prestazione. Come la mettiamo ? E' o non è evasione fiscale ? Credo, non sono sicuro che non si possono fare prestazioni d'opera a gratis ! p.s. dimenticavo gli studi di settore ! Quelli sono proprio na brutta bestia per chi realizza lavori a gratis ! Modificato: 22 ottobre 2008 da Bdm
cordalenta Inserita: 22 ottobre 2008 Autore Segnala Inserita: 22 ottobre 2008 Bdm,premesso che sono d'accordo con te che chi installa per terzi anche a casa di un amico o di un parente deve essere in regola con gli adempimenti di legge che prevedono partita iva, iscrizione alla CCIA, ecc... io sto parlando di realizzazioni fatte solo per se stessi da chi in altri ambiti possiede i requisiti per progettare e certificare!!!In merito ai periti che possono progettare ma non certificare, una domanda mi sorge spontanea: ma tu ti faresti davvero progettare l'impianto da qualcuno che non abbia idea di come si realizza?E poi non è vero che acquisisci il titolo di responsabile tecnico senza aver mai messo le mani su un cavo e non è vero che sei anni di tracce e corrugati ti fanno diventare responsabile tecnico.L'articolo 4 al comma 2 del DM 37/08 recita:Si considerano in possesso dei requisiti tecnico-professionali, i soci ed i collaboratori familiari che hanno svolto attività di collaborazione tecnica continuativa nell'ambito di imprese abilitate nel settore per un periodo non inferiore a sei anni.Quindi se hai intenzione di assumere tua moglie per fargli fare il responsabile tecnico tra sei anni, devi fargli fare qualcosa in più della segretaria, deve esserci collaborazione tecnica continuativa, condizione che se vogliamo essere seri, non è soddisfatta neanche da tracce e corrugati.Ecco quindi che la figura del responsabile tecnico non è affatto aleatoria, a meno di dichiarazioni mendaci delle quali il titolare è responsabile.Ribadisco che quello che a mio avviso non va, è che ai responsabili tecnici delle imprese non installatrici, siano riconosciuti i requisiti per poter emettere DICO/DIRI nell'azienda per la quale prestano servizio, ma non IN CASA PROPRIA.Ciò di fatto costringe, chi vorrebbe assumersi la responsabilità di quello che fa, avendone i requisiti, a doversi servire di un installatore, che in qualche caso può essere meno qualificato del cliente. Lo so che la legge è questa e non puoi farci niente, ma permettimi almeno di criticarla dove ritengo che non vada a favore della sicurezza.
Bdm Inserita: 22 ottobre 2008 Segnala Inserita: 22 ottobre 2008 (modificato) In merito ai periti che possono progettare ma non certificare, una domanda mi sorge spontanea: ma tu ti faresti davvero progettare l'impianto da qualcuno che non abbia idea di come si realizza?Bhe il perito industriale nel settore elettrotecnico ha basi di elettrotecnica, impianti elettrici, tecnologia disegno e progettazione, sistemi automatici, il titolo del diploma è perito industriale capo-tecnico. Il perito industriale diventa progettista dopo aver fatto due anni di tirocinio post-diploma, comprensivo di ulteriore esame di abilitazione presso un istituto tecnico previa presentazione del collegio di appartenenza. Definire un perito uno che non abbia idea di come si realizza un impianto mi sembra azzardato. Quello che manca al perito è la pratica presso un'azienda, infatti dopo due anni di inserimento con qualifica di operaio specializzato gli viene riconosciuto lo status di responsabile tecnico. E poi non è vero che acquisisci il titolo di responsabile tecnico senza aver mai messo le mani su un cavo e non è vero che sei anni di tracce e corrugati ti fanno diventare responsabile tecnico.L'articolo 4 al comma 2 del DM 37/08 recita:Si considerano in possesso dei requisiti tecnico-professionali, i soci ed i collaboratori familiari che hanno svolto attività di collaborazione tecnica continuativa nell'ambito di imprese abilitate nel settore per un periodo non inferiore a sei anni.Quindi se hai intenzione di assumere tua moglie per fargli fare il responsabile tecnico tra sei anni, devi fargli fare qualcosa in più della segretaria, deve esserci collaborazione tecnica continuativa, condizione che se vogliamo essere seri, non è soddisfatta neanche da tracce e corrugati.Ecco quindi che la figura del responsabile tecnico non è affatto aleatoria, a meno di dichiarazioni mendaci delle quali il titolare è responsabile.Il titolare d'azienda che assume un responsabilte tecnico ne acquisisce la qualifica art.4 comma 2 DM 37/08.Conosco titolari d'azienda che grazie alla 46/90 sono diventati termotecnici ed elettricisti senza aver mai lavorato un giorno sugli impianti.Ribadisco che quello che a mio avviso non va, è che ai responsabili tecnici delle imprese non installatrici, siano riconosciuti i requisiti per poter emettere DICO/DIRI nell'azienda per la quale prestano servizio, ma non IN CASA PROPRIA.Questo avviene perchè per lo stato l'installatore deve essere un prestatore d'opera sia se fa le cose per se sia se lo fa per conto terzi, il responsabile tecnico non è un prestatore d'opera!come tu giustamente fai notare è che si fa il gioco delle aziende non abilitate invece che riconoscere la competenza del tecnico.Lo so che la legge è questa e non puoi farci niente, ma permettimi almeno di criticarla dove ritengo che non vada a favore della sicurezza.Concordo sulla libertà di criticarla, ma guarda che io non è che dico che il DM 37/08 sia perfetto, anzi io dico che ci sono dei punti da rivedere. Non concordo sulla sicurezza, se tu chiami un elettricista artigiano egli è una persona qualificata a tutti gli effetti, che poi sia un cioccapiatti quello è un altro discorso. Modificato: 22 ottobre 2008 da Bdm
Messaggi consigliati
Crea un account o accedi per commentare
Devi essere un utente per poter lasciare un commento
Crea un account
Registrati per un nuovo account nella nostra comunità. è facile!
Registra un nuovo accountAccedi
Hai già un account? Accedi qui.
Accedi ora